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Innovazione tecnologica e fattore umano

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Innovazione tecnologica e fattore umano

Messaggioda trilogy il 03/09/2015, 9:47

Lei rispetta il codice gli automobilisti no: va in tilt la Google car
Così la macchina senza pilota impazzisce nel traffico: non capisce gli umani senza regole e rischia incidenti

di MATT RICHTEL E CONOR DOUGHERTY

ALL'AVANGUARDIA negli esperimenti su auto prive di conducente, Google si è imbattuta in un bizzarro incubo per la sicurezza: gli esseri umani. Il mese scorso, una delle sue macchine senza guidatore si è avvicinata alle strisce pedonali e si è comportata come si suppone che si debba fare: ha rallentato per far attraversare un pedone, e il suo "conducente sicuro" ha frenato. Il pedone sta bene, ma non così la Google car, tamponata da dietro dal conducente di una berlina.

La flotta di auto senza conducente di Google è programmata per osservare il codice della strada, e lo fa fino alla virgola. Ma se si segue il codice della strada alla lettera, può diventare molto difficile andare in giro. In un test del 2009 un'automobile sperimentale di Google non è riuscita a superare un incrocio di strade aventi tutte lo stop perché i suoi sensori continuavano ad attendere che le altro auto con conducente si fermassero del tutto e la lasciassero passare, invece di avanzare piano piano. E hanno mandato in tilt il robot di Google. (Negli Usa non è prevista la precedenza automatica a destra in questi casi: i conducenti arrivati in contemporanea a un incrocio a più stop passano a turno, facendosi avanti e segnalando la loro intenzione, ma l'auto dietro ciascuna di esse deve rispettare il giro completo delle precedenze e ricominciare da capo, ndt)

Ma questo non è un problema soltanto di Google: i ricercatori che operano nel nuovo settore dei veicoli senza conducente dicono che una delle sfide più grandi delle macchine automatiche è interagire in un mondo nel quale gli esseri umani non si comportano secondo le regole. "Il vero problema è che l'auto è troppo sicura" osserva Donald Norman, direttore del Design Lab all'Università della California a San Diego, esperto e studioso di veicoli autonomi. "Devono imparare a essere un po' aggressive, e quanto lo debbano diventare dipende dalla cultura"

In un mondo senza alcun conducente umano, gli incidenti nel traffico e le morti potrebbero benissimo crollare a zero, come prevedono alcuni ricercatori. Tuttavia, l'uso esteso di automobili di questo tipo è ancora molto lontano nel tempo, e i collaudatori stanno cercando di individuare i rischi ipotetici - per esempio, gli hacker - e i mille imprevisti del mondo reale, tipo che cosa accadrebbe a un'automobile a guida autonoma che si rompa in autostrada.

Per il momento, a breve termine c'è il problema di capire come far interagire robot ed esseri umani. Già ora esistono automobili di molteplici fabbricanti dotate di tecnologie in grado di avvisare il conducente o sostituirsi a lui in alcune funzioni, tramite sistemi avanzati di controllo della velocità o di frenatura che entrano in funzione da soli. Uber sta lavorando alla messa a punto di una tecnologia che consenta alle automobili di girare senza conducente, e Google a luglio ha esteso i suoi collaudi a Austin in Texas. Le automobili di Google possono regolarmente effettuare manovre rapide ed elusive oppure essere prudenti con modalità che allo stesso tempo sono l'approccio più giudizioso ma anche quello più sfasato rispetto agli altri veicoli in strada.

Impegnato come collaudatore nella Silicon Valley, Tom Supple dice: "Questa automobile seguirà sempre le regole. Intendo dire che lo farà al punto che i conducenti in carne e ossa si chiederanno: perché quella macchina si sta comportando così?".

Dal 2009 le automobili di Google si sono trovate coinvolte in 16 incidenti, per lo più di poco conto, e in ogni caso l'azienda ha fatto sapere che la colpa era dell'autista in carne e ossa. Tra questi incidenti c'è anche il tamponamento posteriore del 20 agosto, reso noto da Google martedì. La macchina a guida autonoma ha rallentato per far attraversare un pedone, e il suo collaudatore è intervenuto frenando manualmente. L'auto è stata tamponata, e il dipendente di Google è finito all'ospedale per un leggero colpo di frusta. Nel rapporto di Google sull'incidente si apprende qualcosa di particolare: il "safety driver" premendo i freni ha fatto la cosa giusta, ma se l'auto avesse agito interamente da sola avrebbe potuto frenare meno bruscamente e avvicinarsi di più alle strisce pedonali, dando al conducente dell'auto dietro più tempo per frenare. In ogni caso, Google dice che è impossibile sapere se ciò avrebbe evitato la collisione.

Durante un recente collaudo in presenza di alcuni giornalisti del "New York Times", la Google car ha effettuato due manovre elusive che hanno dimostrato in che modo la macchina sbagli per eccesso di prudenza. Con una prima manovra ha bruscamente sterzato per evitare di scontrarsi con un'auto parcheggiata male, così male che i sensori di Google credevano che stesse immettendosi nel traffico. Subito dopo, avvicinandosi a un semaforo rosso, ha scombussolato i passeggeri a bordo perché il sistema di rilevamento laser montato sul tetto ha notato che un veicolo proveniente dalla direzione opposta si stava avvicinando al rosso a una velocità ritenuta non sicura. La macchina di Google, anche in questo caso, ha sterzato bruscamente a destra per evitare l'eventuale collisione. In definitiva, invece, l'altra macchina ha fatto quello che fanno spesso i conducenti in carne e ossa: si è avvicinata a un semaforo rosso senza la necessaria prudenza, e ha frenato soltanto all'ultimo.
(Traduzione di Anna Bissanti © 2015 New York Times)
fonte: http://www.repubblica.it/tecnologia/sic ... ef=HRERO-1
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Re: Innovazione tecnologica e fattore umano

Messaggioda pianogrande il 03/09/2015, 10:43

In un mondo in cui i trasporti in genere funzionassero tutti in automatico, molto probabilmente, lo stesso concetto di automobile come la vediamo noi sarebbe del tutto superato.
Ad esempio, mezzi di trasporto collettivi che si incrociamo in snodi predisposti e viaggiatori col loro piano di viaggio individuale che li invita a scendere e a salire sui vari mezzi, magari con trasbordo (niente di fantascientifico) automatico dell'eventuale bagaglio.

Certo che interagire con i guidatori in carne e ossa (magari con aggiunta di alcool etilico e una fumatina) è un problema.

Il mio istruttore di scuola guida, nel millenovecento-beep, mi disse che per essere un bravo guidatore non bastava sapere cosa dovevo fare io ma bisognava anche capire cosa stavano facendo o stavano per fare gli altri.

Alla fine, però, tutto funzionerà al meglio perché l'evoluzione dei programmi altro non è che l'evoluzione dei programmatori e quelli sono umani e quindi molto più adattabili e creativi di una stupida macchina.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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