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Ennesimo disastro scuola

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Ennesimo disastro scuola

Messaggioda flaviomob il 01/08/2015, 10:22

Un'altra renziata:
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Scuola – CAOS assunzioni, ecco il primo risultato dell'arroganza e dell'incompetenza del governo
di Giulia Boffa

La fase nazionale del piano straordinario di assunzioni del personale docente previsto dalla legge 107 rischia di rivelarsi un flop. Se l'obiettivo era quello di svuotare le graduatorie ad esaurimento dei docenti, non sembrano proprio profilarsi le condizioni favorevoli per raggiungere lo scopo: l'obbligo di indicare tutte le 100 province italiane, e lo spauracchio di essere cancellati dalle graduatorie provinciali per chi rifiuta un posto nella fase nazionale, stanno convincendo la maggior parte dei precari, non più giovani (l'età media è di 41 anni), con famiglie, figli piccoli o genitori anziani, a desistere dal partecipare alla fase nazionale, preferendo la precarietà nei loro luoghi di vita e di relazione, piuttosto che subire una deportazione forzata in posti lontanissimi dalla propria residenza; in particolare vi sarebbe un flusso di decine di migliaia di docenti donne dal sud al nord. La rottura della funzione sociale svolta in particolare dalle donne all'interno della famiglia avrebbe costi sociali altissimi, e la società italiana, che ha una tradizione solidale, sembra avere gli anticorpi per opporsi a questo disegno degno dei peggiori regimi totalitari.

Mentre il MIUR, andando oltre la legge, nella FAQ n. 10 si lancia in un'inquietante rivelazione, ovvero la possibilità che le graduatorie vengano “soppresse”. Un modo di comunicare minaccioso tipico dei meccanismi estorsivi.

Non solo: con la battuta “gli ultimi saranno i primi” (vedi lettera
<http://m.orizzontescuola.it/news/immissioni-ruolo-partire-po-morire-ultimi-saranno-primi-matteo-20-1-16-lettera>)
sta emergendo un'altra grave contraddizione della legge: dopo aver sistemato i docenti della fase b) sui posti disponibili in tutto il territorio nazionale, verranno sistemati i docenti della fase c), posizionati dopo quelli della fase b), su altri posti, quelli del cosiddetto “organico potenziato”, che non saranno più disponibili per coloro che li precedono. Un vero assurdo giuridico, contrario ai più elementari principi del merito, e quindi anticostituzionale, che mostra in piena evidenza la desolante pochezza di chi l'ha pensato, e la disarmante superficialità di chi l'ha votato.

Se invece di pensare che le proposte di emendamenti fossero atti di ostruzionismo, ci fosse stata l'umiltà di un vero ascolto nei confronti di chi è davvero competente nelle questioni affrontate, questa brutta figura e questa sofferenza generalizzata per decine di migliaia di famiglie italiane si sarebbe potuta evitare: sarebbe stato sufficiente unificare le fasi nazionali, per salvaguardare il principio del merito, e limitare la sanzione della cancellazione dalle graduatorie provinciali ai soli docenti che rifiutano un posto assegnato nella propria provincia, come avviene già ora. Questo avrebbe certamente accelerato lo svuotamento delle graduatorie offrendo la prospettiva di un ruolo fuori provincia non come una minaccia, ma come un'opportunità. E' quasi lapalissiano, ma l'arroganza e l'incompetenza di chi vuol vantarsi di “fare” (senza riflettere evidentemente), insieme alla colpevole superficialità di chi, invece di appellarsi alla propria scienza e coscienza, si limita agli ordini di scuderia, rendono ciechi e sordi. Questo è solo il primo atto applicativo della legge; vedremo gli altri.

Maurizio Berni, coordinatore provinciale della Gilda degli Insegnanti di Pisa

http://www.orizzontescuola.it/node/55515


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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda franz il 01/08/2015, 15:45

flaviomob ha scritto:... Se l'obiettivo era quello di svuotare le graduatorie ad esaurimento dei docenti, non sembrano proprio profilarsi le condizioni favorevoli per raggiungere lo scopo: l'obbligo di indicare tutte le 100 province italiane, e lo spauracchio di essere cancellati dalle graduatorie provinciali per chi rifiuta un posto nella fase nazionale, stanno convincendo la maggior parte dei precari, non più giovani (l'età media è di 41 anni), con famiglie, figli piccoli o genitori anziani, a desistere dal partecipare alla fase nazionale, preferendo la precarietà nei loro luoghi di vita e di relazione, piuttosto che subire una deportazione forzata in posti lontanissimi dalla propria residenza; in particolare vi sarebbe un flusso di decine di migliaia di docenti donne dal sud al nord.

A me pare una "gildata". Volete un contratto nazionale? Allora per passare da precario a fisso occorre accettare anche un trasferimento da Enna a Varese. Se ci fosse il federalismo allora si', capirei. Se sei assunto ad Enna ci rimani, con lo stipendio di Enna, a meno che volutamente fai domanda a Varese, dove potrebbe anche convenire con uno stipendio piu' alto. Ma fatto sta che stante lo stipendio unico forse è meglio essere precario ad Enna (dove la vita costa poco) che fisso a Varese, dove con lo stipendio solo da insegnante non si campa e bisogna lavorare in due in famiglia. Poi non è chiaro perché da un lato si afferma che la maggior parte rinuncia alla domanda nazionale (per non subire una deportazione forzata) dall'altro decine di migliaia di docenti si trasferiscono. Come se il flusso di docenti da Sud a Nord sarebbe una novità? Si è mai visto il contrario? Lecito pensare che questo flusso sia fatto ora in previsione che un domani le graduatorie saranno (finalmente) soppresse?
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Ichino sullo ius loci

Messaggioda franz il 03/08/2015, 10:01

LO IUS LOCI DELL'INSEGNANTE È INCOMPATIBILE CON LA BUONA SCUOLA
All'insegnante precario che protesta contro la necessità di spostarsi per ottenere l'assunzione in ruolo obietto che le amministrazioni pubbliche devono smettere di attribuire all'interesse degli addetti valore prioritario rispetto a quelli degli utenti: leggi in proposito la lettera accorata dell'insegnante e la mia risposta.

Lettera pervenuta il 1° agosto 2015 – Segue la mia risposta
Gent.mo Senatore, mi chiamo Michele Ragazzon e ho 46 anni; abito a Treviso con la mia famiglia: Elena, mia moglie, insegnante precaria di scuola dell’infanzia, Simonetta 17 anni, Silvia 8 e Luca 6. Appena ci avete informati delle immissioni in ruolo abbiamo festeggiato… (al giorno d’oggi, dopo circa una ventina di anni di precariato, ricevere un posto a tempo indeterminato…vale oro); poi però arriva la doccia fredda: “il candidato deve inserire tutte le province secondo ordine di preferenza, se rinuncia viene depennato”, A questo punto come famiglia ci siamo riuniti e abbiamo deciso: ci trasferiamo… qualunque sia la sede (da Verbania a Vibo Valentia). Ma voi… che dai vostri curriculum siete sposati con figli…avete pensato che non è giusto scardinare una famiglia dai propri luoghi d’origine…i bambini che a Treviso hanno i loro amici, i loro nonni, i loro cugini verranno a perdere tutto questo… e solo per un posto fisso… Dove sono i vostri tanto enunciati proclami sulla famiglia??? E le spese per l’affitto, il vitto, i trasferimenti per tornare qualche volta a trovare le nostre famiglie??? Avete pensato a tutto questo prima di votare la fiducia??? Come sistemerete tutto questo dopo aver concluso le assunzioni??? Resto in attesa di una vostra cortese risposta (anche se credo che questa non arriverà), vi ringrazio e vi saluto.
Michele Ragazzon e famiglia (Treviso)

Risposta
Il punto è che nell’organizzazione di un servizio pubblico, e quindi anche nell’acquisizione della collaborazione delle persone necessarie per farlo funzionare bene, il criterio prioritario deve essere costituito dall’interesse degli utenti – nel caso della scuola: degli studenti, quindi della qualità dell’insegnamento – e non dall’interesse degli addetti al servizio stesso, ove contrastante con il primo. Le amministrazioni pubbliche italiane e quella scolastica in particolare negli ultimi decenni hanno troppo frequentemente e sistematicamente invertito la priorità. Rispetto a questo errore, che ha finito per porle troppo spesso al servizio dei propri addetti più e prima che dei cittadini-utenti, ora è giusto e doveroso voltare pagina. Se un insegnante di matematica è necessario a Rovigo e non a Pavia, occorre assumerlo soltanto se è disposto a lavorare a Rovigo. Va poi osservato che la maggiore efficienza e produttività del servizio, in ultima analisi, rafforza anche il prestigio degli addetti e la possibilità per loro di ottenere condizioni di lavoro migliori. E in un Paese nel quale le amministrazioni funzionano meglio gli imprenditori sono più propensi a investire, creando più occasioni di lavoro per tutti. (p.i.)
http://www.pietroichino.it/?p=36550


Il ragionamento di Ichino non fa una piega. Dal momento stesso che lavori per uno stato nazionale (con tutti i vantaggi di sicurezza del lavoro che comporta) sai che sei trasferibile ovunque. Questo vale anche nel privato, anzi li' puo' capitare che ti venga richiesto di trasferirti all'estero. In tutti i casi è implicito che chi propone il trasferimento si sobbarca alcuni costi, come il trasloco. Il dramma tutto italiano è che grazie all'intelligenza eccelsa di chi ha inventato l'equo canone (e lo ha votato in parlamento) oggi la stragrande maggioranza degli italiani ha dovuto comprarsi la casa. Questo è un grosso freno alla mobilità del lavoro. Soprattutto ora che il valore delle case scende e quindi a vendere ci si perde ... e non è detto che nella nuova destinazione si trovi da stare in affitto.
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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda flaviomob il 03/08/2015, 14:11

Tu andresti a lavorare ad Enna, Franz?


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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda franz il 03/08/2015, 14:34

flaviomob ha scritto:Tu andresti a lavorare ad Enna, Franz?

Francamente se vivessi in Italia, se fossi un precario della scuola e se non avessi altre possibilità (e qui i se cominciano a diventare troppi) direi di .
Ovviamente non sono in alcune di quelle condizioni per cui rispondere è abbastanza facile. Quando mi sono tuttavia posto il problema di andare a lavorare fuori d'Italia ho detto di si e lo stesso ha fatto mia moglie (anche lei d'accordo pur avendo già un lavoro in Italia) anche se avevamo già un figlio di (allora) tre anni e mezzo con la sua piccola cerchia di amicizie. Sapevo (o almeno avevo grandi aspettative) di andare a stare meglio. E cosi' è stato. Oggi se uno mi chiedesse di andare a lavorare ad Enna (come a Pechino o a Mosca) gli chiederei per fare cosa e quanto mi paga. Poi deciderei.
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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda flaviomob il 03/08/2015, 23:12

Da Milano a Lugano non c'è molta strada :)

Ha senso imporre ai precari che hanno già una famiglia (prevalentemente donne, nell'insegnamento) una sede a 1200 chilometri? Per quattro soldi? Sarebbe logico che si potessero indicare le province di preferenza, vicine o lontane che siano, non imporre tutte le province italiane per tutti: che senso ha?


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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda franz il 03/08/2015, 23:20

flaviomob ha scritto:Da Milano a Lugano non c'è molta strada :)

Vero ma la differenza è maggiore di quella con Enna. Nel senso che sembra un'altro mondo.
flaviomob ha scritto:Ha senso imporre ai precari che hanno già una famiglia (prevalentemente donne, nell'insegnamento) una sede a 1200 chilometri? Per quattro soldi? Sarebbe logico che si potessero indicare le province di preferenza, vicine o lontane che siano, non imporre tutte le province italiane per tutti: che senso ha?

Si devono indicare tutte le province ma anche l'ordine di preferenza.
L'ho letto nei link postati qui e l'ho trovato anche altrove.
“il candidato deve inserire tutte le province secondo ordine di preferenza, se rinuncia viene depennato”
Se uno ad Enna non ci vuole andare, la mette per ultima.
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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda flaviomob il 04/08/2015, 0:21

Ma se ti danno Enna ci devi andare. E che fai? Una donna sposata con figli che vive al Nord se ne va a Enna per conto proprio? Perché è largamente impensabile che il marito trovi facilmente un lavoro in una regione del Sud. E viceversa, naturalmente.


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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda franz il 04/08/2015, 8:24

flaviomob ha scritto:Ma se ti danno Enna ci devi andare. E che fai? Una donna sposata con figli che vive al Nord se ne va a Enna per conto proprio? Perché è largamente impensabile che il marito trovi facilmente un lavoro in una regione del Sud. E viceversa, naturalmente.

Non so se dopo aver partecipato all'operazione si puo' rinunciare al trasferimento ad una destinazione sfavorevole o solo prima.
In ogni caso è notorio che a Enna, allora la provincia piu' povera d'Italia - e credo lo sia ancora - con lo stipendio da insegnante si vive decisamente bene e non occorre lavorare in due. Di fatto abbiamo che ad Enna serve un insegnante (altrimenti non la trasferirebbero) e non ce ne sono altri nelle vicinanze (altrimenti non la trasferirebbero da cosi' lontano) ed è chiaro come ha ben indicato Ichino, che l'insegnante serve a dei bambini, a dei ragazzi. La donna sposata con figli è al servizio della comunità, non viceversa. Farà le sue scelte ma la colettività se ha bisogno di un insegnante ad Enna ha tutto il diritto di vedere se ci sono insegnanti disposti ad indicare Enna come destinazione, anche se é l'ultima di preferenza.

Va anche detto che per risolvere la situazione, se una determinata destinazione fosse scelta da pochissimi e come ultima priorità un qualche problema li' deve pur esserci. Puo' essere oggettivo (una sperduta località di montagna) oppure soggettivo ma condiviso da tutti. In questo caso spetta allo Stato risolvere il problema del disagio o almeno offrire uno stipendio superiore per quella destinazione come parziale compensazione. Se Enna offre uno stipendio del 20% superiore, i docenti li trova e non devono venire da tanto lontano; bastano le provincie vicine.
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Re: Ennesimo disastro scuola

Messaggioda franz il 12/09/2015, 16:38

Naturalmente invece di "deportare" da Enna a Saronno i docenti precari, stabilizzandoli, un'altra idea era quella di deportare l'intera classe di bambini, da Saronno a Enna, destabilizzandoli.

Pare pero' che non sia necessario.


Scuola, piano straordinario di assunzioni: accetta il 97% dei precari
Scuola, piano straordinario di assunzioni: accetta il 97% dei precari

Procede a gonfie vele il piano straordinario di assunzioni previsto dalla “Buona Scuola”: su 8.776 cattedre a disposizione nella seconda fase di attuazione della riforma, 8.532, il 97%, risultano assegnate. Solo 244 professori precari hanno detto “no” al posto fisso (52 hanno esplicitamente rinunciato e 192 non hanno risposto). Lo scorso 2 settembre la proposta di contratto a tempo indeterminato era stato trasmesso ai docenti precari che avevano tempo fino alla mezzanotte di ieri per accettarla o meno. «Siamo soddisfatti - ha commentato la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini - il piano straordinario di assunzioni va avanti».

Giannini: diamo alla scuola i docenti di cui ha bisogno per offerta formativa

Per Giannini la riforma messa in campo dal Governo e duramente contestata da molti professori nel corso dell’iter parlamentare sta «dando alla scuola i docenti di cui ha bisogno per garantire ai nostri studenti un'offerta più ricca che risponda ai loro bisogni formativi e guardi al futuro». Dopo aver concluso positivamente la selezione informatica dei precari , al ministero si lavora per avere un quadro preciso di quanti degli 8.766 “stabilizzati” in questa tornata prenderanno immediatamente servizio nella sede assegnata. Gli Uffici scolastici regionali stanno calcolando il numero di quanti, nelle more della selezione, hanno nel frattempo assunto un incarico annuale di supplenza, e confermino l’intenzione di svolgerlo sfruttando la possibilità prevista dall’ordinamento di rinviare la presa di possesso dell’incarico “stabile”. Una eventualità che renderà necessarie altre supplenze.

Faraone: «Numeri che danno fiducia. Siamo sulla buona strada»
«Il 97% degli insegnanti che avevano fatto domanda per la fase B del piano straordinario di assunzioni ha adesso una cattedra. I numeri ci danno fiducia e ci dicono che siamo sulla buona strada: quella della continuità della didattica, quella della fine del precariato, quella di una buona scuola che restituisce dignità al ruolo dei docenti», ha commentato invece il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone. Che ha sottolineato come la procedura non sia stata assolutamente boicottata: «Gli insegnanti hanno capito che il governo sta dando loro un'opportunità. Adesso potranno finalmente avere una stabilità economica e professionale. E la scuola una didattica di qualità».

Le quattro fasi della riforma
Quella completata nelle ultime ore è la fase B - come ricordato dal sottosegretario Faraone - delle quattro in cui è suddiviso il piano di assunzioni per il 2015/16 previsto dalla legge 107/2015. La prima (fase 0) aveva l'obiettivo di immettere in ruolo 36.627 docenti, di cui 21.880 su posti comuni, per cessazioni dal servizio, e 14.747 su posti di sostegno. La successiva fase A puntava invece a coprire ulteriori 10.849 posti comuni e di sostegno vacanti e disponibili. A seguire, la fase B per la copertura dei posti di organico di diritto rimasti vacanti e disponibili dopo la Fase A. In questo caso, le proposte di nomina sono state effettuate esclusivamente tramite sistema informativo. Infine, la quarta ed ultima fase C destinata alla copertura dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa così come previsto dalla riforma. Disponibili in questo caso 55.258 posti a livello nazionale, da ripartire fra le classi di concorso in base al fabbisogno di docenti, inclusi i collaboratori del dirigente scolastico, che le scuole comunicheranno al sistema informativo dal 21 settembre al 5 ottobre.
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