Grazie ai link riportati da Franz e da Attivissimo ho capito qualcosina di più sull'intervento, e quindi esprimo le mie impressioni (solo impressioni, per carità).
Premetto prima di tutto che negli ultimi anni la scienza ha fatto vorticosi passi in avanti, spesso riuscendo a realizzare cose che fino a poco tempo prima venivano giudicate
"teoricamente impossibili", per cui ora anche gli scienziati più esperti temporeggiano prima di esprimere giudizi su riultati molto innovativi.
Questa volta mi pare che i giornali non abbiano enfatizzato troppo l'esperimento (non sono stati molto precisi, ma questo è comprensibile) ed anche Attivissimo è tato molto cauto: non mi pare che dica trattarsi di una "bufala", dice solo di non lasciarsi andare a facili entusiasmi, e questa è una generica considerazione di buon senso.
Attivissimo cita un articolo di
Ars Technica che descrive molto bene i concetti sui quali si basa l'esperimento (in pratica di questo si tratta), e su quale principio è possibile che il successo ottenuto su un singolo individuo possa essere la giusta via per ottenere almeno un miglioramento in molti casi di lesioni al midollo spinale.
In pratica, dal bulbo olfattivo sono state coltivate e trapiantate non le cellule nervose (i neuroni) ma le cellule di sostegno che aiutano i neuroni a inviare i loro prolungamenti sino al giusto bersaglio; il bulbo olfattivo si presta bene a questo scopo, in quanto l'epitelio olfattivo (costituito anche da neuroni olfattivi) viene continuamente danneggiato ed i neuroni si rigenerano continuamente, e continuamente riescono a inviare i loro prolungamenti verso il giusto obiettivo e si connettono regolamente coi loro bersagli.
Sulla rigenerazione del midollo spinale lesionato si lavora da decenni, sia sull'uomo che su modelli animali. In alcuni mammiferi la rigenerazione e la riparazione (almeno parziale) si riesce ad ottenerla, mentre nell'uomo per ora no, soprattutto a causa del tessuto cicatriziale che impedisce ai neuroni di inviare i loro prolungamenti attraverso la regione lesionata per raggiungere i bersagli che si trovano dall'altra parte rispetto alla lesione.
Nel caso in questione infatti il tessuto cicatriziale è stato rimosso e sostituito con le cellule trapintate, che pare abbiano ricostituito la corretta guida per i prolungamenti dei neuroni che così - con la dovuta calma (i primi miglioramenti si sono visti dopo cinque mesi) - hanno potuto superare la regione lesionata e raggiungere i loro bersagli.
A questo punto quanto grande sarà il recupero di questo unico primo paziente è importante solo per lui, per noi tutti è importante che ci sia stato un recupero anche soltanto minimale, perché questo significherebbe essere riusciti a trovare il modo per ottenere un qualche rigenerazione dei nervi; una volta ottenuto il primo risultato e capito il meccanismo di fondo, migliorare il successo è solo questione di tempo. Una volta capito come fare anche a livello teorico, il successo si può dire che sarebbe facilmente raggiungibile, nei primi casi con fatica e molto limitatamente, poi via via con sempre maggiore facilità.
Vi ricordate la pecora Dolly, il primo mammifero clonato in Scozia nel 1996? Io a quel tempo insegnavo "Biologia dello Sviluppo", e tutti in tutto il mondo insegnavamo che la clonazione di un mammifero da una cellula somatica era
"teoricamente impossibile". Quando venne pubblicato il lavoro sulla nascita di Dolly in tutto il mondo i biologi dello sviluppo entrarono in crisi; alcuni dichiararono che probabilmente era un lavoro sbagliato, se non un imbroglio, ma negli anni successivi si potè verificare che invece era tutto vero, e la cosidetta "impossibilità teorica" era stata superata con un particolare trattamento cui era stato sottoposto il nucleo della cellula somatica per falo "ringiovanire".
Tra l'altro, in seguito si verificò che il "ringiovanimento" non era iuscito del tutto: Dolly risultò "nata vecchia", e si ammalò presto dei malanni tipici dell'età avanzata.
Da allora nessun biologo (ma anche nessuno scienziato in genere) si azzarda più a parlare di "impossibilità teorica": ora si fabbricano microscopi ottici particolari che superano il potere risolutivo "massimo teorico" ottenibile con la luce visibile, ed in ogni campo del sapere si superano continuamente barriere "teoriche", semplicemente cambiando la teoria, dato che le teorie sono una costruzione del pensiero umano, ed è la teoria a doversi "adattare" alla realtà, non viceversa.
Penso quindi che anche in questo caso sia possibile - ed anche probabile - che ci si trovi davanti ad un primo vero risultato incoraggiante. Certo, farsi troppe illusioni sul fatto che questi interventi diventeranno possibili "domani", è prematuro, ma che alla fine diventeranno possibili mi sembra verosimile, e quindi la speranza non è priva di fondamento.
Annalu