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"Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda franz il 03/09/2014, 20:25

Corretto, Trilogy, anche dalle mia parti il liceo è moldulare, in quel modo.
Ed anche alle medie inferiori (4 anni) ci sono due bienni, il primo uguale per tuttil, il secondo con due moduli da scegliere.
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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda pianogrande il 04/09/2014, 1:11

I sindacati continuano a fare confusione tra pari opportunità, pari diritti ed egualitarismo su tutto a prescindere.
Questo richiede capi senza potere e genera dipendenti senza motivazione a migliorarsi.
Il primo insegnamento che dovrebbe dare la scuola è il valore del merito personale (per questo è importante studiare e imparare più possibile).
Magari, gli insegnanti del tutto uguale per tutti le dicono anche queste cose in classe.
Naturalmente, come tutti i sani principi, vale per gli altri.

La professoressa Gilda non insegna a lavorare al meglio ma a mantenersi il posto di lavoro più comodo e tranquillo possibile.
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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda flaviomob il 04/09/2014, 18:20

Riforma Scuola, errori ortografici nella slide sul sito lanciato da Matteo Renzi

Claudio Paudice, L'Huffington Post


Quando gli chiesero se intendesse sforare il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, dichiarò, scandendo in sillabe: "Non ci sarà nessuno sforamento. Nes-su-no". Ma quanto sia ferrato nella sillabazione Matteo Renzi, o almeno il suo governo, è una questione tutta da verificare, e soprattutto da valutare. La riforma della scuola parte infatti con il piede sbagliato, ortograficamente parlando. La slide diffusa sul sito lanciato proprio dal premier per spiegare in 12 punti la riforma (o patto educativo, che dir si voglia) contiene infatti una serie di strafalcioni grammaticali, di quelli da matita blu.

In più occasioni, il testo va a capo con errori grossolani nella sillabazione. Si legge infatti al punto 2 de 'La buona scuola':" come previsto dalla Costituzi-one". E. al punto 3, "piano di assunzi-oni". Ancora: "Coinvolgimento di presidi, docenti, amminis-trativi", al punto 7. Al punto 10 ben due svarioni: "competenze dig-itali" e "nella sec-ondaria". Infine, dulcis in fundo, al punto 12, si legge che bisogna stabilizzare il Mof per "renderne traspar-ente" l'utilizzo. Insomma, se questi sono i primi segnali che arrivano dal "patto educativo" di Matteo Renzi per cambiare la scuola italiana, c'è poco da star tranquilli.

(Le slide sono riportate sul sito)

http://www.huffingtonpost.it/2014/09/03 ... l?ref=fbph


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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda pianogrande il 04/09/2014, 21:03

Questi sono, semmai, i risultati della squola attuale.

Proprio la dimostrazione che va riformata.
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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda flaviomob il 04/09/2014, 21:36

La riforma vuol dire che i capi possono cacciare chi pare a loro?
E chi si occupa dei meriti dei capi? E chi garantisce che questo criterio selezioni buoni insegnanti? O piuttosto i soliti "signorsì sissignore" che non scontentano nessuno, mediocri e lecchini?


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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda pianogrande il 05/09/2014, 9:13

flaviomob ha scritto:La riforma vuol dire che i capi possono cacciare chi pare a loro?
E chi si occupa dei meriti dei capi? E chi garantisce che questo criterio selezioni buoni insegnanti? O piuttosto i soliti "signorsì sissignore" che non scontentano nessuno, mediocri e lecchini?

Vero anche questo.
Mai potere assoluto a nessuno. Non c'è dubbio.
Un sistema bilanciato, equilibrato, per giudicare e premiare il merito (nel bene e nel male) è comunque indispensabile e la difesa dai soprusi non può essere l'alibi per far finta di insegnare avendo in testa solo l'ora dell'uscita.
Parametri di controllo e controlli non finti sono indispensabili perché è l'occasione (l'assoluta impunità) che fa l'uomo ladro ed è il mancato riconoscimento che fa l'uomo demotivato.
Siamo sempre al problema di chi controlla chi e con quali mezzi e con quale potere e con quali controllori dei controllori etc. etc. ma dobbiamo almeno essere d'accordo sul fatto che i controlli sono indispensabili come sono indispensabili i premi e le punizioni.
E basta opporsi per guadagnare qualche tessera sindacale.
Collaboriamo, semmai, per strutturare le cose in modo da evitare abusi ma anche tenendo conto del fatto che il dolce far poco è un abuso intollerabile.
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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda flaviomob il 05/09/2014, 14:22

Mi viene in mente un esempio che c'entra poco, ma è legato al governo e al suo stile.
Mogherini.
Non è incapace, parla un ottimo inglese (non come Renzi). Potrebbe anche avere delle qualità: chi può dirlo?
Perché è diventata Mrs. PESC? Merito? Non ha alcuna esperienza in proposito, possibile che non ci fossero candidate/i migliori?

Di quale merito, anzi "premio al merito" si può parlare in una riforma della PA o della scuola, con un punto di partenza come questo? Sono parole che si mettono in bocca tutti da venti, trent'anni... che risultato hanno prodotto?

Io ho un pensiero diverso, piuttosto antiquato, che ho applicato al mio lavoro o almeno ci ho provato.
Nel lavoro un rendimento adeguato, il rispetto dei tempi, il conseguimento degli obiettivi non sono un merito ma, entro limiti quantomeno decenti, un dovere. Quando facevo l'informatico mi sono ritrovato spesso ad avere dei premi a fine anno, almeno negli anni in cui le cose andavano bene, ma non ho mai lavorato con questo obiettivo.

Ora che lavoro nel sociale il mio dovere è maggiore (ma la retribuzione ahimè più scarsa) perché la qualità del mio lavoro incide sulla qualità della vita di persone in difficoltà, disabili, minori, emarginati.

Ho pensato ad un parallelo tra il mio lavoro e quello degli insegnanti, dato che anche noi (cooperativa sociale) abbiamo degli scatti di anzianità. Di solito, con l'esperienza si impara anche a lavorare meglio, ma non è così automatico, in alcuni casi può subentrare stanchezza, senso di routine, demotivazione. In altri casi, più virtuosi, l'esperienza di vita può migliorare la lettura e la visione dei casi, può servire per aiutare colleghi in difficoltà, può farci vedere le cose più da lontano e quindi con una prospettiva maggiore.
Del resto anche gli insegnanti hanno a che fare con bambini e ragazzi fortemente vulnerabili e influenzabili, quindi il dovere è maggiore rispetto ad un lavoro (con tutta la stima) in catena di montaggio.
Forse, più che parlare di merito, bisognerebbe pensare a una ottima formazione di coloro che formeranno bambini e giovani: compito delicatissimo e fondamentale. Formare è diverso da informare. Educare è un concetto molto più vasto che "insegnare", ma paradossalmente è affidato proprio agli insegnanti, in primis.


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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda pianogrande il 06/09/2014, 1:12

Che facciamo? Il rinnovamento sulla base dell'anzianità di servizio?

Il premio va dato (come dicono le motivazioni delle medaglie al valore) a chi va oltre il suo "dovere" mentre le punizioni a chi resta al disotto.
Benissimo.
Questa è una discussione che non esclude, di principio, il premio o la punizione.
Siamo già sulla buona strada.

Dobbiamo sicuramente anche discutere di chi deve e come deve giudicare sul merito (e il demerito).
Benissimo anche questo.

L'importante è che sia ammesso il principio, cosa che i sindacati non stanno facendo.

Bisogna anche dare i mezzi per potersi esprimere al meglio (formazione, orientamento professionale, strutture e quant'altro).

Perfettamente d'accordo.

Un passo alla volta, ci si rinnova e si lavora in modo più gratificante.
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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda flaviomob il 09/09/2014, 1:57

Non saprei, come ho già scritto l'anzianità di servizio favorisce l'esperienza e la ricchezza del bagaglio di un insegnante, ma può anche essere fonte di stanchezza e demotivazione.

Quello che non sopporto è la retorica secondo cui dall'alto una classe dirigente fallimentare, ci metto dentro politici ma anche molti presidi, dovrebbe miracolosamente essere in grado di determinare chi, di quelli che sono ad essa sottoposti, merita di andare avanti (guadagno, carriera) e chi no.

La questione del merito e della premialità va rivolta innanzi tutto a chi ha il potere di dirigere, di scegliere, di indirizzare.
Il pesce puzza sempre dalla testa.


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Re: "Riforma della scuola: Sparta o Atene?"

Messaggioda pianogrande il 09/09/2014, 19:13

Certo che vanno sottoposti a valutazione anche i presidi.
Pare che ci siano i parametri per giudicare una scuola nel suo complesso.
Mi risulta che siano ampiamente usati in Inghilterra (fonte, amici residenti là).
Mi dicono che, addirittura, c'è gente che cambia quartiere per poter iscrivere i figli alla scuola migliore.
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