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Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda franz il 16/07/2014, 9:26

Firmato da 7 Federazioni il Manifesto ""Piu' Ogm meno chimica"

http://www.confagricoltura.it/ita/terri ... himica.php

Anche quest'anno sta per iniziare la stagione dei trattamenti antipiralide sul mais.
Una superficie stimata di 900.000 ettari verrà a breve trattata con più di 100.000 litri di insetticida, per un giro d’affari per le multinazionali della chimica di 45 milioni di Euro.

E tutto questo con buona pace della biodiversità, dell’ambiente e di quelle organizzazioni che si fanno paladine della lotta al potere delle multinazionali e della difesa dell’ambiente.

La verità sta in quanto sostenuto recentemente anche dalla Senatrice Prof.ssa Elena Cattaneo: più ogm significa meno chimica.

Ovvero che esiste un modo per rendere l’agricoltura più sostenibile, conciliando rispetto dell’ambiente e produttività: cioè “insegnare” alle piante a difendersi da sole dai parassiti attraverso l’ingegneria genetica.

Se si rifiutano gli ogm, invece, il trattamento chimico si rende indispensabile: le ferite provocate dalle larve dell'insetto sulla coltura causano perdite di produzione, ma soprattutto creano l'habitat ideale per lo sviluppo di funghi. Il risultato è che la granella rischia di essere contaminata da micotossine, altamente tossiche per uomo e animali d'allevamento.

La cronaca di questi giorni porta notizie di sequestro di prodotti alimentari in cui si sono registrati livelli di tossine superiori al minimo consentivo per legge.

Confagricoltura denuncia da anni il problema, invitando tutti gli attori della filiera del mais a mettere in atto ogni misura necessaria a ridurre la presenza di tali sostanze.
Gli attacchi della piralide rappresentano il primo fattore di rischio e poter seminare mais Bt sarebbe la soluzione più semplice, più economica e più rispettosa dell'ambiente e della salute dei consumatori.

Il problema della piralide interessa solo il sud dell'Europa, Spagna e Italia in particolare, proprio i Paesi con maggior rischio di contaminazione da tossine. La Spagna si è attrezzata, consentendo le semine di mais ogm: infatti le loro produzioni sono arrivate a superare stabilmente i 110 q.li/ha. In Italia invece, dove la semina di ogm non è consentita, la produzione di mais è in costante calo dal 2001: l'anno scorso si è attestata 78,1 q.li/ha.

Il resto d'Europa è scarsamente interessato alla semina dell'unico ogm approvato per la coltivazione in UE, il mais ogm Mon810, dato che per loro il problema piralide non esiste.

Ci troviamo pertanto ad assistere al seguente paradosso: la produzione italiana di mais cala costantemente, la sua qualità è ogni anno a rischio, le importazioni aumentano e il mais di importazione vale, quotazioni di borsa alla mano, più del nostro e qualche volta è pure inquinato dalla diossina, come successo recentemente.

Confagricoltura chiede con forza che tale assurda situazione venga affrontata dalla politica, consentendo nuovamente la ricerca sugli ogm in Italia, con l'obiettivo di arrivare alla coltivazione e ridare competitività alla nostra produzione di mais.

Firmato:

Lorenzo Nicoli Presidente Confagricoltura Veneto
Matteo Lasagna Presidente Confagricoltura Lombardia
Gian Paolo Coscia Presidente Confagricoltura Piemonte
Guglielmo Garagnani Presidente Confagricoltura Emilia Romagna
Claudio Cressati Presidente Confagricoltura Friuli Venezia Giulia
Michele Pannullo Presidente Confagricoltura Campania
Umberto Bucci Presidente Confagricoltura Puglia
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda pianogrande il 17/07/2014, 0:17

La ricerca sugli OGM non dovrebbe assolutamente essere vietata.
Una cosa è regolamentarne l'uso e una cosa è rimanere indietro dal punto di vista tecnico scientifico.
Io sarei d'acordo con una regolamentazione dell'uso che preveda accertamenti scientifici simili a quelli per i nuovi farmaci ma non possiamo fermarci mentre gli altri vanno avanti.

L'aspetto che continua a farmi paura dell'OGM sono i vari brevetti e la proprietà delle sementi.
Una volta che la regolamentazione dell'uso sia diventata qualcosa di affidabile (e lì di dubbi ce ne possono essere da vendere ma non ci sono alternative) possibile che non si possano trovare soluzioni più equilibrate per il commercio?
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda franz il 17/07/2014, 8:01

Il problema del brevetti e della proprietà delle sementi è relativo, perché dal dopoguerra circa il grosso della produzione agricola nel settore mais (ed altri) è costituito da ibridi F1 ed i contadini non possono usare parte del raccolto per la prossima semina (gli ibridi sono notoriamente sterili). Devono quindi sempre ricomprare le sementi dai produttori, ottenendo pero' in cambio una resa per ettaro nettamente superiore. A questo punto il problema del brevetto è minimo, perché devi sempre comunque rivolgerti al produttore, sia che ci sia dietro un brevetto oppure no. Il problema del brevetto caso mai costituisce un aggravio del costo ed una rendita di posizione, se si abusa del concetto. Ci sono tuttavia casi famosi (come il riso arricchito con la vitamina A) che sono privi di brevetto, perché chi ha ideato l'OGM ha rinunciato al brevetto ed al relativo guadagno.
Tra l'altro anche gli OGM che non fossero variazioni di ibridi F1 e quindi potrebbero essere non sterili, vengono spesso resi tali (con l'aggiunta di un gene killer) non tanto per rendere obbligatorio il ricorso al produttore ma per evitare che la variante naturale e quella OGM possano venire in contatto, "figliando".
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda pianogrande il 18/07/2014, 1:14

Un ginepraio da cui non si esce con i divieti ma con regolamentazioni serie (molto serie).
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda franz il 18/07/2014, 9:00

pianogrande ha scritto:Un ginepraio da cui non si esce con i divieti ma con regolamentazioni serie (molto serie).

Chi ha visto ieri superquark (la migliore trasmissione RAI, per me) averà visto anche il servizio sul vino e su come l'ingegeria genetica potrebbe salvare la produzione ed anche le varietà. Invece di innesti (che producono un nuovo ceppo che non puo' usare legalmente il nome del vitigno pregiato che si vuole difendere) l'inseriento del DNA di un'altra vite, resistente alle malattie, non sarebbe un OGM classico (con una fusione di specie totalmente diverse) ma un organismo pur sempre formato da DNA di viti diverse. Ma che sempre viti sono.

Purtroppo anni di disinformazione hanno ormai dato agli OGM il valore di cibo frankeistein e probabilmente i consumatori lo rifiuterebbero. Il servizio pero' si apre spiegando che la produzione vinicola, pur essenso una parte molto piccola della superfice coltivata (mi pare il 3% circa) riceve il 65% di tutti i trattamenti chimici. Anche nel caso del vino BIO, che riceve meno trattamenti durante la stagione ma non sono è esente dall'uso di rame, zolfo ed altri prodotti non certo naturali. Meglio tonnellate di prodotti chimici oppure il DNA di un'altra vite, resistente alla malattia?

Vedi, pianogrande, qui non è solo (giustamente) problema di regole ma è prima ancora un problema di logica, di informazione corretta, di psicologia. Anche per il mais, di cui si parla nell'articolo di apertura, meglio una pannocchia trattata chimicamente, una naturale piena dei veleni che le infezioni fungine depositano, o una biotec pirva di tossine e dei veleni chimici sparsi per combattere le malattie?

Guardate il servizio di superquark http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... b.html#p=0 (initio 1:10:40 circa)
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda franz il 19/07/2014, 15:15

Più di metà del nostro mais viene buttato per contaminazione da micotossine.

http://www.galileonet.it/articles/53c78 ... 36bd000019

Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) sono un tema sempre caldo, specie ora che ci si avvicina all’Expo: la comunità scientifica li considera sicuri, mentre l’opinione pubblica e la politica sono in buona parte contrari. Cercando di capire come si colloca l'Italia nello scenario globale e se il nostro paese abbia o meno bisogno di colture Ogm, Galileo ha approfondito l’argomento con Roberto Defez, primo ricercatore all'Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli e autore del recente libro “Il caso Ogm: il dibattito sugli organismi geneticamente modificati” . Perché, a dispetto dei molti libri pubblicati sul tema, mancava però un riassunto complessivo del dibattito italiano, con particolare riferimento alle normative degli ultimi 15 anni, ci spiega Defez.

Professor Defez, a che punto siamo in Italia per quel che riguarda la ricerca scientifica e le coltivazioni?

"Per la ricerca scientifica pubblica è una tragedia, perché la sperimentazione in campo è di esclusiva pertinenza degli stati nazionali. Paradossalmente siamo più avanti per le coltivazioni commerciali, perché chi decide non è lo stato, ma l’Europa. Anche se gli agricoltori che volevano coltivare Ogm si son dovuti scontrare in tribunali penali con chi era contrario. Dal 7 febbraio, poi, l’Italia è in procedura di infrazione per questi divieti e dovrà pagare sanzioni salate".

Gli italiani possono fare a meno degli Ogm?

"In Nord Europa gli agricoltori non sono così interessati a un mais Ogm resistente ai parassiti, sia perché le infestazioni sono piuttosto basse, sia per il clima diverso. L’urgenza è soprattutto in Italia, Spagna e il sud della Francia. La Spagna, grazie agli Ogm, ha saputo far fronte alle infestazioni e nel 2013 il suo mais rendeva 110 quintali per ettaro contro i nostri 78.1. Noi siamo costretti a importare il 35% di mais (circa 4 milioni di tonnellate l’anno) per alimentare il nostro parco zootecnico. Quasi un miliardo di euro che buttiamo per comprare mais (in buona parte Ogm) dall’estero e arricchire le filiere produttive degli altri Stati a danno della nostra".

A quanto ammontano le importazioni di prodotti Ogm in Italia?

"Ogni anno, da 18 anni, 8 milioni di tonnellate tra mais e soia (per la gran parte Ogm) vengono importate per la mangimistica italiana. E che questi mangimi servono anche per fare prodotti tipici a denominazione di origine protetta e controllata. Quindi il meglio del made in Italy che esportiamo nel mondo deriva da animali nutriti con Ogm. Aggredire gli Ogm è aggredire i nostri punti di forza".

Ma, almeno, il nostro mais è migliore?

"Purtroppo no perché, a causa delle infestazioni, è inquinato da composti (fumonisine) dannosi per la salute. Pensate che nel 2013 il 62% di tutto il mais prodotto in Italia non era commerciabile per uso umano. Dunque un danno economico, sanitario e pure ambientale, perché per prevenire le pesanti contaminazioni è necessario usare grandi quantità di pesticidi. All’Italia servono eccome queste colture".

Ci sono comunque agricoltori che non li vogliono coltivare. La coesistenza è possibile?

"Nell’unico campo di mais Ogm italiano (circa 6000 metri quadri), si sta facendo sperimentazione proprio sulla coesistenza. Ma ricerche sono state fatte nella stessa zona nel 2010 e nel 2013. L’anno scorso, ad esempio, la guardia forestale aveva trovato che il polline arrivava a circa 4,5 metri, ma era un campo confinante di proprietà dello stesso agricoltore. Dunque la coesistenza non solo è possibile, ma è acnhe facile".
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda flaviomob il 10/09/2014, 21:51

Il comune che rifiuta i pesticidi

9 settembre 2014


È stato un referendum osservato con notevole interesse da molti comuni e province d’Europa. A Malles, in val Venosta, il 75 per cento degli aventi diritto ha votato per un divieto dei pesticidi chimici. Nell’idilliaco paese di cinquemila abitanti, lungo l’antica via Claudia Augusta, il referendum ha causato una sorta di guerra strisciante tra i due fronti.

Racconta il farmacista Johannes Fragner, uno dei promotori: “Sono cominciate le aggressioni verbali, poi sono arrivati i danni ai giardini e alle tombe di famiglia e le diffamazioni. Tutto è stato segnalato ai carabinieri, che ci hanno tutelato anche con pattuglie notturne”.

Già da parecchi anni, in alta val Venosta, un gruppo di ambientalisti critica l’inarrestabile avanzata della monocoltura delle mele e si batte per la riduzione dell’uso della chimica nei frutteti della zona. I pesticidi hanno messo in difficoltà parecchie aziende biologiche, il cui fieno risultava contaminato dai trattamenti praticati nei frutteti limitrofi. Spesso la forte tramontana della piana di Malles sposta le nuvole velenose tra i filari sui terreni attigui. In un campione di fieno prelevato a pochi metri da una scuola elementare sono stati trovati residui di nove sostanze fungicide e insetticide velenose. Nel 2013 i promotori del comitato “Malles, comune libero da pesticidi” hanno raccolto 500 firme per inserire nello statuto del comune un articolo sul principio di precauzione per la tutela della salute dei cittadini e la gestione sostenibile dell’ambiente.

Il referendum ha scatenato l’allarme di chi invece sostiene la validità dell’uso di questi prodotti. Il Bauernbund, la potente coldiretti altoatesina, ha aperto un fuoco di sbarramento. La provincia ha varato in grande fretta un pacchetto di misure preventive sull’impiego di pesticidi in agricoltura. Un gruppo di avvocati si è offerto di impugnare la legittimità della consultazione popolare. Tutto invano.

Il 6 settembre, alla chiusura delle urne, i promotori hanno potuto festeggiare il loro netto successo. Ma hanno preferito tendere la mano agli avversari : “Siamo pronti a dialogare.” Molti considerano il referendum come un punto di svolta per l’agricoltura dell’arco alpino. Gli europarlamentari cinquestelle Borelli, Zullo ed Evi da Bruxelles sono andati a Malles per un sopralluogo: “È un esempio da studiare e replicare.”


http://www.internazionale.it/opinioni/g ... pesticidi/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda pianogrande il 11/09/2014, 1:06

Più che un referendum, ritengo sia una specie di censimento su quanti abitanti siano interessati alla produzione delle mele e quanti no.
Così funziona anche la politica.
E' espressione di interessi più o meno forti e questo a prescindere dalle cognizioni tecnico scientifiche e anche a prescindere da qualsiasi etica.
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda mauri il 20/10/2014, 14:23

ciao mauri

http://video.repubblica.it/mondo/vandan ... ref=HRBV-1
Vandana Shiva: "Chi produce Ogm non dice la verità"
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Re: Firmato da 7 Federazioni ""Piu' Ogm meno chimica"

Messaggioda pianogrande il 20/10/2014, 15:56

mauri ha scritto:ciao mauri

http://video.repubblica.it/mondo/vandan ... ref=HRBV-1
Vandana Shiva: "Chi produce Ogm non dice la verità"


Ma, infatti, la naturalità degli OGM è un dibattito fuorviante, l'ennesimo falso problema.

Ci vorrebbero tanto di quel tempo e di quella energia per mettersi d'accordo sul significato del termine naturale che, nel frattempo, il mondo andrebbe avanti per conto suo e abusi vari potrebero essere commessi intanto che il popolo naturista discute, discetta e quant'altro.

Il vero problema sono sempre e comunque le regole.

Su quelle, per quelle, bisogna battersi.

Non si può fermare niente di quello che avanza ma si può regolamentarlo, amministrarlo, gestirlo e tutti gli arlo e gli irlo (propositivi) che ci possiamo inventare.

Le multinazionali vogliono affamare le popolazioni agricole?
Quello è il problema non gli OGM in generale.

Di un prodotto non è dimostra la compatibilità con l'alimentazione o con l'agricoltura?
Quello è il problema... etc.

Pensare di bloccare gli OGM in genere è perdere tempo e rimanere indietro.
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