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bioraffinerie di seconda generazione

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

bioraffinerie di seconda generazione

Messaggioda trilogy il 05/11/2013, 11:59

La Mossi & Ghisolfi inaugura la prima bioraffineria al mondo a Crescentino

28 ottobre 2013


L’inaugurazione della bioraffineria Beta Renewables di Crescentino è avvenuta alla presenza dei vertici dell’azienda, di rappresentanti di primo piano delle istituzioni e di membri della business e financial community nazionale e internazionale. Nell’innovativo impianto di Crescentino, che a regime avrà una capacità produttiva di 60.000 tonnellate annue, viene impiegata Proesa, rivoluzionaria tecnologia made in Italy, risultato di molti anni di ricerca e di un investimento da 150 milioni di euro, grazie a cui la società ha conquistato una leadership a livello mondiale nel settore della chimica sostenibile, ponendosi all’avanguardia in un settore industriale strategico quale quello della provincia di Vercelli.

A Crescentino il primo impianto al mondo per la produzione di biocarburanti di seconda generazione che quando sarà a regime, produrrà a regime 75 milioni di litri annui di bioetanolo, sfruttando prodotti agricoli residuali, cioè biomassa non alimentare.E’ la bioraffineria di Beta Renewables (Gruppo Mossi Ghisolfi), inaugurata alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, del presidente della Regione Roberto Cota, , del presidente della Provincia di Vercelli Carlo Riva Vercellotti, e del Sindaco di Crescentino Marinella Venegoni

L’impianto di Crescentino è frutto di un investimento da 150 milioni di euro, che ha puntato sulla chimica sostenibile ed ha portato l’Italia a conquistare una posizione di avanguardia tecnologica a livello mondiale, in un settore industriale strategico. Il progetto è stato sostenuto dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo. La bioraffineria occupa una superficie di quindici ettari, è stata realizzata dove sorgeva lo stabilimento Teksid , azienda siderurgica del Gruppo Fiat, chiusa nel 2009. In meno di due anni, il vecchio stabilimento è stato completamente smantellato, è rimasta in piedi solo la palazzina degli uffici, al posto della vecchia fonderia è stata costruita la bioraffineria.

Un palese esempio di recupero ambientale di una struttura esistente, un esempio di attività produttiva perfettamente integrata nell’ambiente circostante, un moderno stabilimento, totalmente autosufficiente per quanto riguarda i consumi energetici, 13Mw di energia elettrica prodotti utilizzando la lignina e non produce reflui derivanti dalla produzione industriale, assicurando un riciclo dell’acqua pari al 100%. Per realizzarlo sono state necessarie 1.500 tonnellate di acciaio, 1.400 tonnellate di tubazioni e valvole e 18 km di tubature sotterranee e sono stati impiegati ben 370 macchine operatrici. La gestione della bioraffineria, impiega un centinaio di addetti ed ha creato circa 200 posti di lavoro indiretti. L’impianto appena entrato in funzione, a regime avrà una capacità produttiva di 75 milioni di litri all’anno di bioetanolo di seconda generazione destinato al mercato europeo

L’aspetto innovativo della bioraffineria risiede nella piattaforma tecnologica impiegata per ottenere il bioetanolo. La tecnologia Proesa, acronimo che sta per produzione di etanolo da biomassa, combinata con gli enzimi Cellic prodotti da Novozymes, utilizza infatti gli zuccheri presenti nelle biomasse lignocellulosiche per ottenere alcol, carburanti e altri prodotti chimici, con minori emissioni di gas climalteranti e a costi competitivi rispetto alle fonti fossili. Inoltre, produce biocarburanti che assicurano una riduzione delle emissioni di gas serra vicina al 90% rispetto all’uso di combustibili di origine fossile, notevolmente superiore alla riduzione raggiunta dai biocarburanti di prima generazione.

“Proesa consente ai nostri clienti di produrre biocarburante avanzato ad un costo competitivo rispetto ai biocarburanti convenzionali” spiega Guido Ghisolfi, amministratore delegato di Beta Renewables “Inoltre, la nostra offerta completa rende questi progetti bancabili e replicabili. Con il primo impianto al mondo a produzione industriale in funzione qui, a Crescentino, mi auguro fortemente di dare il via ad una nuova e promettente industria nel settore della chimica verde”.

Secondo per Peder Holk Nielsen, amministratore delegato di Novozymes, “servono ora segnali di incoraggiamento da parte della politica norme sulla miscelazione stabili e prevedibili, incentivi per la raccolta dei residui agricoli e supporto negli investimenti per i primi impianti di produzione su larga scala aiuterebbero in maniera sostanziale a ridurre i gas serra, a stimolare l’economia e ad assicurare il fabbisogno energetico. Non è più pensabile continuare a fare affidamento sui combustibili fossili”.

La bioraffineria di Crescentino per la produrre l’energia necessaria al completamento dei processi produttivi, le biomasse disponibili in un raggio di 70 km dallo stabilimento, principalmente paglia di riso, di cui l’area è ricca. L’azienda sta invece sviluppando, una filiera dedicata alla produzione di canna gentile (Arundo Donax), il cui fabbisogno, per il mantenimento dello produzione prevista dalla Beta Renewables, equivale ad una superficie coltivata pari a quattromila chilometri quadrati, immaginate un quadrato il cui lato sia lungo circa 63 km. Una superficie immensa, quindi per non sottrarre spazio alla produzione agricola ad uso alimentare, la Beta Renewables, sta ricorrendo alla coltivazione su terreni marginali, offrendo l’opportunità di sfruttare le aree collinari incolte del vicino Monferrato.

La tecnologia Proesa è stata sviluppata nel Centro Ricerche di Rivalta Scrivia (Alessandria) interamente dedicato alle fonti rinnovabili, dove a partire dal 2009 è entrato in funzione un impianto pilota per produrre biocarburanti. I risultati ottenuti nell’impianto pilota hanno portato il Gruppo Mossi Ghisolfi ad entrare nella fase di produzione su scala industriale con la costruzione dell’impianto di Crescentino. Già da qualche anno Beta Renewables sta esportando nel mondo questa tecnologia tutta italiana e diversi accordi sono già stati sottoscritti con società internazionali per l’utilizzo di Proesa, l’americana Genomatica e la brasiliana GranBio, che grazie a questo accordo realizzerà la prima raffineria di bioetanolo di seconda generazione del Brasile, con una capacità produttiva di 82 milioni di litri/anno. Di recente è stato siglato un accordo con la società californiana Canergy per la costruzione di un impianto da 25 milioni di galloni negli Stati Uniti.

“Continueremo ad investire in ricerca perché crediamo che la chimica sostenibile rappresenti uno dei settori chiave per la ripresa economica del Paese” dichiara Guido Ghisolfi “Stiamo facendo una serie di valutazioni preliminari su alcune aree in Italia che potrebbero rivelarsi strategiche per costruire nuovi impianti. Apriremo a Modugno, vicino a Bari, un nuovo Centro Ricerche e un impianto dimostrativo per produrre intermedi chimici a partire da lignina, un co-prodotto della produzione di etanolo. Parallelamente – conclude continueremo ad esportare la nostra tecnologia nel mondo attraverso accordi commerciali, perché la richiesta di biocarburanti di nuova generazione è in continua espansione”.

fonte: http://www.heavymotorsmagazine.net/2013 ... escentino/
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Re: bioraffinerie di seconda generazione

Messaggioda pianogrande il 05/11/2013, 12:55

Tecnologia italiana?
Bella notizia!

trilogy ha scritto:La Mossi & Ghisolfi inaugura la prima bioraffineria al mondo a Crescentino

L’azienda sta invece sviluppando, una filiera dedicata alla produzione di canna gentile (Arundo Donax), il cui fabbisogno, per il mantenimento dello produzione prevista dalla Beta Renewables, equivale ad una superficie coltivata pari a quattromila chilometri quadrati, immaginate un quadrato il cui lato sia lungo circa 63 km. Una superficie immensa, quindi per non sottrarre spazio alla produzione agricola ad uso alimentare, la Beta Renewables, sta ricorrendo alla coltivazione su terreni marginali, offrendo l’opportunità di sfruttare le aree collinari incolte del vicino Monferrato.

fonte: http://www.heavymotorsmagazine.net/2013 ... escentino/


Mai distogliere l'attenzione, dalla destinazione dei terreni per queste coltivazioni non alimentari.
E' questo l'aspetto più critico (e più contestato) di questo tipo di produzione.
Prodotti di scarto? Benissimo!
Terreni marginali? Mah!
Fotti il sistema. Studia.
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Re: bioraffinerie di seconda generazione

Messaggioda franz il 05/11/2013, 13:55

pianogrande ha scritto:Prodotti di scarto? Benissimo!
Terreni marginali? Mah!

Non sapevo che nel monferrato ci potessero essere quattromila chilometri quadrati (è detto un quadrato il cui lato sia lungo circa 63 km), "marginali". Li' tutto è coltivato o vigneto o bosco, mi pare. Anche perché mi risulta che il Moferrato stesso, come estensione, sia 2'500 km2. http://it.wikipedia.org/wiki/Monferrato
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Re: bioraffinerie di seconda generazione

Messaggioda trilogy il 05/11/2013, 15:53

Questo tipo di tecnologia è un cambiamento importante perchè nei biocarburanti in precedenza venivano prodotti industrialmente da materie prime ricche di zuccheri come la barbabietola o la canna da zucchero, e per il biodisel da semi ricchi di olio entrando in competizione molto spesso con le colture alimentari.

Il processo produttivo ora utilizza la cellulosa, e questo spiega la scelta della localizzazione. Il monferrato e la lombardia sono i maggiori produttori europei di riso, e la paglia del riso si può utilizzare come materia prima. L'altra fonte di materia prima che intendono sviluppare è la canna che già cresce spontaneamente sulle massicciate o accanto ai corsi d'acqua.

Nel complesso la cosiddetta bioeconomia, cioè la produzione di materie prime per l'industria chimica dall'agricoltura è attesa in rapida crescita nei prossimi dieci anni, e l'Italia ha un piccolo numero di medie aziende all'avanguardia tecnologica nel settore. Quindi, almeno per il momento può giocare alla pari con i colossi mondiali.
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