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Siamo sicuri che la discriminazione sia nei libri di testo?

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Siamo sicuri che la discriminazione sia nei libri di testo?

Messaggioda annalu il 18/10/2008, 18:30

Leggo questa notizia ANSA:

2008-10-17 18:39
TESTI ANATOMIA RAZZISTI E SESSISTI
Studio su 12 manuali, solo immagini di maschi bianchi
ROMA, 17 OTT - I libri di anatomia per futuri medici fanno discriminazione razziale e di genere: secondo uno studio ci sono solo immagini di maschi bianchi. La ricerca ha analizzato 16.329 immagini dai 12 manuali piu' usati in 20 universita' in Europa e Usa. Le immagini maschili sono in rapporto di tre a uno rispetto a quelle femminili, e la prevalenza e' sempre per immagini maschili, anche quando la parte del corpo rappresentata e' uguale per i due sessi. Stessa discriminazione sul colore della pelle.


Conosco i manuali di anatomia, e l'osservazione è senz'altro vera. Ma perché criticare i testi, e non prendere in considerazione la realtà storica degli studi anatomici?
Tutti gli studi medici ed i test diagnostici e farmacologici sono stati condotti fino a pochissimi anni fa solo su individui di sesso maschile, trascurando le donne ed i bambini. Questo anche per motivi di sicurezza (le donne possono essere in gravidanza, quindi i test possono essere pericolosi per il feto) ma soprattutto perché uomini maschi erano gli studiosi, e i loro interessi erano rivolti soprattutto verso uomini maschi (ovviamente in prevalenza bianchi).
Questo ha portato a trascurare differenze importanti tra uomini maschi e femmine: per esempio, i disturbi di cuore paiono colpire in prevalenza i maschi, almeno sino a dopo i cinquant'anni, però tra le donne colpite la mortalità è più alta. Come mai? Semplicemente perché le donne manifestano sintomi meno appariscenti, quindi i cardiologi tendevano a sottovalutarli, e le cure erano meno tempestive.

Su questa base, sono contenta che i testi riportino la realtà storica dei fatti. Gli studi sono stati condotti solo su umani di sesso maschile e di pelle bianca? E' bene che la cosa risulti evidente sui libri di testo e sugli atlanti.
Solo così i medici potranno tener conto del fatto che non è ancora ben noto quanto le nozioni riportate sui testi si applichino anche alle donne, o a persone di etnia differente. E solo così, gli studi necessari verranno effettuati.

Per i bambini, di cui si è per lungo tempo pensato che si trattasse solo di umani di dimensioni ridotte, il problema è più complesso, ma ora la scienza se ne sta seriamente interessando.

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Re: Siamo sicuri che la discriminazione sia nei libri di testo?

Messaggioda FreeRider il 18/10/2008, 20:18

annalu ha scritto:Conosco i manuali di anatomia, e l'osservazione è senz'altro vera. Ma perché criticare i testi, e non prendere in considerazione la realtà storica degli studi anatomici?

Verissimo. Anche tutti gli studi sul cervello condotti il secolo scorso nascono dall'osservazione degli effetti dei danni prodotti da proiettili e schegge (guerra) o incidenti sul lavoro; questi casi colpiscono in modo preponderante l'essere umano di sesso maschile.
Solo da pochissimo, con l'avvento di mezzi non intrusivi (tac, risonanza ...) si inizia a osservare anche la casistica femminile.
Non era discriminazione, a meno che non si voglia affermare che la discriminazione fosse avere solo maschi in guerra e nei lavori pesanti e piu' rischiosi.
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Re: Siamo sicuri che la discriminazione sia nei libri di testo?

Messaggioda annalu il 19/10/2008, 10:06

FreeRider ha scritto:Non era discriminazione, a meno che non si voglia affermare che la discriminazione fosse avere solo maschi in guerra e nei lavori pesanti e piu' rischiosi.
FR

Adesso non esageriamo. Le donne non "facevano" la guerra, ma capitava che morissero in guerra. Inoltre di lavori pesanti e pericolosi ne facevano parecchi, purtroppo.
Quello che volevo dire era che la prevalenza di immagini e descrizioni nei libri di testo di patologie nel sesso maschile non è opera della discriminazione degli estensori dei testi, ma della discriminazione, ben più massiccia e deleteria, di coloro che hanno condotto gli studi e le ricerche.
I medici sono per lungo tempo stati solo persone di sesso maschile, quindi interessati soprattutto a curare se stessi. Le donne sono per moltissimo tempo state discriminate non solo sul lavoro, ma anche per quel che riguarda la salute e la disponibilità di cure.
Ora la situazione sta migliorando, ma ovviamente non per gentile concessione dei medici maschi, ma per l'ingresso massiccio delle donne nelle professioni sanitarie (che poi ci siamo medici di sesso maschile che dedicano la loro vita alla salute delle donne, è un'eccezione che conferma la regola).
Quanto agli studi sul cervello, è solo da poco che si cominciano a comprenderne i meccanismi di funzionamento, ed i risultati si vedono ogni giorno, sia per quel che riguarda l'individuazione dei limiti delle nostre capacità di percezione e di ragionamento, sia per le nuove possibilità e applicazioni, sino alla possibilità di muovere oggetti con la "forza del pensiero".

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