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giuliva gelmini afferma candidamente

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda mauri il 17/10/2008, 16:02

"non capisco le ragioni della protesta, le ragioni della protesta francamente non le comprendo, e sono sempre più convinta che molti di coloro che scendono in piazza non hanno letto il provvedimento"

suggerisco di adottarla a distanza, moooolto a distanza

http://www.openpolis.it/
http://www.adottaunparlamentare.it/index.php

buona domenica, mauri
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Re: giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda Perrynic il 21/10/2008, 14:14

mauri ha scritto:"non capisco le ragioni della protesta, le ragioni della protesta francamente non le comprendo, e sono sempre più convinta che molti di coloro che scendono in piazza non hanno letto il provvedimento"


Magari ha anche ragione a dire che molti di coloro che scendono in piazza non hanno letto il provvedimento.

Sarei invece curioso di sapere se invece lei lo ha letto quel provvedimento.

Saluti Perrynic
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pronta la riforma delle superiori

Messaggioda mauri il 18/05/2009, 10:36

"Ridurremo gli indirizzi di studio dei licei da 510 a 9 e degli istituti tecnici da 204 a 11"
i tagli alla scuola pubblica proseguono inesorabili, beh hanno tolto 8miliardi, ma di altro non si sa nulla
come al solito partono con gli annunci per convincerci che fanno anche la riforma delle superiori che in realtà si riduce al suo ridimensionamento
vedremo e vedremo cosa ne penserà l'"onda" che già si sta rimettendo in moto
buona settimana, mauri



Due macro-aree per gli istituti tecnici: un settore economico e un settore tecnologico
Scuola, pronta la riforma delle superiori. Nasce il liceo musicale, largo ai 'tecnici'

Il ministro dell'Istruzione spiega la riforma della scuola: ''In un'epoca di crisi, rilanciare l'educazione tecnica e professionale. Servono più matematica e scienze''. Debutta anche "il liceo delle scienze umane''. ''Ridurremo gli indirizzi di studio dei licei da 510 a 9 e degli istituti tecnici da 204 a 11''. Slitta al prossimo anno la nuova versione dell’esame di terza media

Roma, 17 mag. (Ign) – Più matematica e scienze nei licei, ma soprattutto rilancio degli istituti tecnici. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini (nella foto), ministro dell'Istruzione, dalle pagine del ‘Messaggero’ spiega il senso di quella che definisce una "riforma epocale della scuola", che il governo Berlusconi si appresta a varare.

“Lo spirito - sottolinea il titolare del dicastero di viale Trastevere - è quello di rilanciare l'educazione tecnica e professionale. In un'epoca di crisi come quella attuale, i ragazzi possono avere delle opportunità puntando molto sugli istituti tecnici, che non sono scuole di serie B rispetto ai licei, come qualcuno pensa. Credo molto nella formazione tecnica: è quello che il mercato chiede".

Secondo il ministro, quella messa in campo dalla maggioranza sarà "la prima vera riforma della scuola dal 1923, dai tempi della riforma Gentile. Si farà finalmente ordine nel sistema delle scuole superiori, razionalizzando i corsi e gli indirizzi. Ridurremo gli indirizzi di studio dei licei da 510 a 9 e degli istituti tecnici da 204 a 11".

Tra i licei, annuncia Gelmini, debutteranno "il musicale-coreutico, legato alle arti musicali, al canto e alla danza" e "il liceo delle scienze umane", mentre gli istituti tecnici, "che in questo momento rispondono meglio alle esigenze del mercato, saranno suddivisi in due macro-aree: un settore economico e un settore tecnologico".

In tutti i casi, tiene a rimarcare il ministro dell’Istruzione, sarà "potenziato l'insegnamento della matematica e dell'inglese". “Alla scuola media le famiglie potranno decidere se avvalersi delle ore dedicate alla seconda lingua per permettere ai loro figlioli di seguire soltanto corsi di inglese. E al classico – assicura – ci sarà l’obbligatorietà della lingua inglese per tutti e cinque gli anni di corso”.

il ministro dell’istruzione conferma poi che il debutto della nuova versione dell’esame di terza media slitterà al prossimo anno. Su questo punto, la Gemlnini precisa: “Vorrrà dire che per quest’anno ci resterà la novità del voto in condotta”.

Quanto ai fenomeni di bullismo, Gelmini di dice soddisfatta delle nuove misure: ''I riscontri ci sono. Nel primo quadrimestre alle superiori c'è stata una valanga di 5. Decine di migliaia di 5 in condotta. I ragazzi ora cominciano a preoccuparsi perché 5 vuol dire perdere l'anno''. Anche gli insegnanti del resto ''sono molto contenti
http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/? ... 3325922082
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Cari genitori, non c'è più una lira!

Messaggioda annalu il 24/05/2009, 12:52

Che dire?
Queste cose non possono passare sotto silenzio.

Annalu

Scuole, una colletta tra le famiglie Troppi tagli, dovete aiutarci voi
Repubblica,23 maggio 2009

ROMA - Per salvare la scuola pubblica dalla bancarotta i genitori devono mettere mano al portafogli. Più di 250 dirigenti scolastici dell' Asal (l' Associazione scuole autonome del Lazio) hanno consegnato ai genitori una lettera sulla "grave situazione finanziaria". Faremo "di tutto per garantire il diritto allo studio e, nello stesso tempo, il contenimento della spesa - scrivono - Ma nelle attuali condizioni le due cose non sono più conciliabili e diventa indispensabile il versamento del contributo deliberato dal Consiglio d' istituto per contribuire alla sopravvivenza". Insomma: senza l' intervento dei genitori la scuola pubblica si ferma. «Non è una situazione nuova - spiega Paolo Mazzoli, presidente dell' Asal - ma ora è diventata grave e, per il prossimo anno, è giusto che l' opinione pubblica conosca la realtà». La situazione è critica ovunque. Le scuole italiane, in questi cinque mesi del 2009, non hanno ricevuto neppure un centesimo per le cosiddette spese di Funzionamento didattico-amministrativo (toner, fotocopie, cancelleria, detersivi), i fondi per le supplenze sono stati ridotti del 40 per cento e per le visite fiscali, obbligatorie col decreto Brunetta anche per un giorno d' assenza, non ci sono fondi. Mancano, inoltre, i soldi per i corsi di recupero estivi nella scuola superiore che coinvolgeranno mezzo milione di studenti. Finora, gli istituti hanno tamponato coni cosiddetti residui di bilancio che sono presto svaniti. «Le scuole - segnala Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - vantano un credito nei confronti dello Stato per un miliardo di euro». Dal 2007 il budget per le supplenzeè stato ridotto di 250 milioni. E da ottobre le scuole sono costrette ad richiedere, e pagare, alle Asl le visite fiscali anche per un solo giorno di malattia. «Abbiamo calcolato - spiega Mazzoli - che la spesa complessiva nazionale per pagare i medici di controllo si aggira attorno ai 100 milioni». Ma non è dato sapere se il calo delle assenze di questi mesi compensa questa spesa aggiuntiva. Così le scuole sono costrette a richiedere "contributi volontari" alle famiglie che oscillano tra i 20 ai 120 euro l' anno. Il ministero sa perfettamente che la scuola sta per crollare sotto il peso dei debiti. Basta vedere le tante interpellanze presentate in aula e in commissione. Le ultime sono del 21 e del 12 maggio, dell' 8 aprile e del 5 marzo. Il grido d' allarme arriva dalle scuole di Parma, Piacenza, Settimo milanese, Crema, Bologna, Firenze, Palermo. E qualche settimana prima da Lecco, Ancona, Bergamo e dalla Sardegna. "Istituti costretti ad elemosinare la carta igienica, alunni che restano senza docente per molte ore, forte riduzione del recupero scolastico, annullamento dell' ora alternativa alla Religione, aule chiuse perché inagibili e aumento del rischio". «Le misure di contenimento della spesa - ha risposto due giorni fa il sottosegretario all' Istruzione, Giuseppe Pizza - hanno comportato, come in altri settori pubblici, una riduzione delle risorse finanziarie determinando le note difficoltà». - SALVO INTRAVAIA
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Re: giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda mauri il 28/05/2009, 14:17

intanto oggi è stata approvata la riforma dei tecnici, si torna agli anni '20
grazie gelmini, e nel frattempo felice e giuliva esterna
ciao mauri

Scuola;Gelmini:I Presidi che vogliono fare politica si candidino
12:33 - POLITICA- 28 MAG 2009
Creano inutili allarmismi,troppo comodo scaricare tutto su di me
Roma, 28 mag. (Apcom) - Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, torna a criticare i presidi che hanno denunciato, in una lettera inviata alle famiglie, la carenza di fondi degli istituti scolastici. "Esiste nella scuola - ha detto in conferenza stampa a Palazzo Chigi - un numero circoscritto di dirigenti che fanno politica e creano inutilmente allarmismi che poi si riflettono negativamente sulle famiglie e sui genitori. Io rispetto chi svolge il suo ruolo con senso di responsabilità ma trovo scorretto usare la scuola per fare politica. Chi vuole fare politica si candidi, faccia politica nelle istituzioni politiche e non a scuola". "Ci sono molti problemi di natura economica ma occore senso di responsabilità da parte di tutti e non è una caso che dove ci sono buoni dirigenti le cose funzionano. E' troppo comodo ogni volta scaricare le responsabilità sul Ministero", ha concluso Gelmini.
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Re: giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda Iafran il 28/05/2009, 15:01

mauri ha scritto:Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, torna a criticare i presidi che hanno denunciato, in una lettera inviata alle famiglie, la carenza di fondi degli istituti scolastici. "Esiste nella scuola - ha detto in conferenza stampa a Palazzo Chigi - un numero circoscritto di dirigenti che fanno politica e creano inutilmente allarmismi che poi si riflettono negativamente sulle famiglie e sui genitori.

Ai danni anche la beffa: vogliono pure i consensi per l’attacco sistematico che comporta la loro politica ai fondamenti della società!
Dobbiamo considerarci “ingrati” se abbiamo da dissentire (allarmismo?) sulla riduzione operata alle risorse finanziarie delle istituzioni culturali e della ricerca.
Iafran
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Re: giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda Gab il 29/05/2009, 13:51

Perso il titolo, i 10 mila dirigenti scolastici italiani devono anche svolgere nuovi compiti
Costretti a diventare manager, anzi, economi per gestire l'emergenza in tempi di tagli
C'era una volta il preside - La dura vita di chi dirige una scuola

Il ministro consiglia a "chi non è capace" di cambiare mestiere. Ma loro non ci stanno
"Ci mancano i soldi pure per la carta igenica. Ci sentiamo soli assediati e accusati."
di MARIA NOVELLA DE LUCA da repubblica.it



La loro trincea è fatta di aule cadenti, di fotocopiatrici scassate, di bagni senza sapone, di bimbi che nello zainetto oltre al panino si portano la carta igienica, di caldaie a secco, di computer rotti, di laboratori in pezzi, di allievi abbandonati a se stessi perché la cassa è vuota e la supplente non c'è. Sono cronache da una bancarotta quelle che i dirigenti scolastici italiani raccontano, da scuole che sembrano fortini assediati dall'emergenza, mentre il ministero eroga "zero euro" per il funzionamento ordinario degli istituti, e le famiglie si tassano per affrontare, almeno, la quotidianità.


Dopo le 41 mila lettere inviate da 300 presidi del Lazio ai genitori dei loro alunni "per denunciare la grave situazione finanziaria della scuola", e la durissima risposta del ministro dell'Istruzione Gelmini ("chi non sa dirigere cambi mestiere"), i capi d'istituto si organizzano, replicano, provano a difendere l'orgoglio di un ruolo un tempo illustre, rispettato, riconosciuto. È un'Onda, una nuova Onda, seppure più pacata di quella degli studenti, ma arriva da tutta Italia, con l'indignazione di chi teme di non poter più garantire la sicurezza ai ragazzi che gli sono affidati.
Storie di presidi. Vite di funzionari dello Stato. Che dopo la riforma del 2001 si chiamano "dirigenti scolastici" e della scuola sono diventati anche manager. "Ci sentiamo soli, assediati, accusati di non saper fare il nostro lavoro semplicemente perché chiediamo i mezzi per farlo", dice con chiarezza Rita Coscarella, preside della scuola media "Virgilio" di Palermo, 960 allievi. "Da anni siamo costretti a chiedere contributi alle famiglie per la gestione ordinaria, ma la cosa più grave è che non abbiamo più i soldi per chiamare e pagare i supplenti. Così i ragazzi, se un docente manca, devono fare gli "ambulanti" di classe in classe, con grave rischio per la sicurezza. E l'anno prossimo sarà ancora peggio: se non arriveranno i fondi richiesti saremo costretti a far uscire i ragazzi prima dalla scuola. Ma questo vuol dire derubarli del loro diritto allo studio. Vi sembra giusto?".

Parole amare, sofferte. Dopo la "base" è la dirigenza della scuola italiana a sentirsi incompresa, accusata ingiustamente. I dirigenti scolastici in Italia sono circa 10 mila e guadagnano in media 2.700 euro al mese. Si diventa presidi per concorso, di solito dopo lunghi anni di insegnamento. Un ruolo delicato e faticoso. "Noi siamo responsabili di tutto - spiega Armando Catalano, dirigente da 20 anni, e rappresentante di 2.200 presidi della Cgil - dobbiamo rispondere di ogni atto e di ogni decisione. Questo vuol dire entrare a scuola la mattina e uscirne la sera, quando si hanno anche novecento o mille allievi è impossibile fare diversamente. Non c'è tensione, difficoltà, criticità che non approdi nella stanza del preside. È giusto così, il rapporto con gli studenti e le famiglie è la vita della scuola. Ma la nostra autonomia è stata ridotta a fare lo slalom tra casse vuote e problemi immensi, non abbiamo i soldi per le pulizie, per i tecnici della sicurezza, e poi il ministero ci scarica addosso incombenze amministrative, come la ricostruzione delle carriere, impedendoci di lavorare sulla didattica". "Più che presidi - incalza Armando Catalano - ormai siamo dei tecnici dell'emergenza, facciamo economia domestica e la verità è che laddove le famiglie possono tassarsi la scuola sopravvive, ma nei quartieri a rischio, più poveri, è destinata alla bancarotta".
Una forbice che sarà sempre più larga. Di qua i figli delle classi benestanti, di là i bambini del ceto medio impoverito, gli immigrati. L'edilizia scolastica italiana è tra le peggiori d'Europa, e così la preparazione dei ragazzi, scivolati al trentatreesimo posto della Ue, quando fino a pochi anni fa eravamo tra i primi dieci. Livia Cangemi è la preside di un grande istituto comprensivo nel centro di Roma, nel cuore di Trastevere, la "Regina Margherita", 700 allievi tra infanzia, elementari e medie. Un istituto all'avanguardia, ricco di iniziative e di progetti, e dove ci si mette in fila per iscrivere i propri figli. E dove ogni classe, grazie alle famiglie, ha carta igienica, sapone, asciugamani. "Eppure - dice con amarezza Livia Cangemi, una tra le firmatarie della lettera dei presidi del Lazio inviata alle famiglie - potrei dire che non c'è rimasta che la passione a far funzionare le cose. La nostra di insegnanti e quella dei genitori, che qui, alla "Regina Margherita" sono presenti, sia economicamente che come supporto all'attività didattica. E finora ce l'abbiamo fatta. Laboratori, campi scuola, uscite, l'anno prossimo avremo tra i primi le lavagne interattive. Ma è tutto sulla buona volontà. Pur di fare la gita l'insegnante rinuncia a quello che dovrebbe percepire in più, il materiale lo pagano i genitori".

Perché anche qui non ci sono più i soldi per pagare le supplenze, "e se un docente si ammala il bilancio della scuola va in rosso e la classe resta scoperta. "Forse il ministro Gelmini dovrebbe conoscere meglio quanta dedizione c'è nel nostro lavoro. Ognuno di noi sente di far parte dello Stato. Come si può rispondere ad un grido di dolore dicendo che non sappiamo fare il nostro mestiere? Faccio la dirigente scolastica soltanto da due anni, e ci credo davvero, nonostante la burocrazia, i tagli, le difficoltà. Passo la mia giornata qui dentro, ma se ci si impegna i risultati si vedono. Perché vanificare esperienze così ricche?". Storie di funzionari che lavorano. Nel silenzio e senza clamori. In uffici dove sulla porta c'è ancora scritto "Presidenza" visto che nessuno ha cambiato né targa né vernice. Tra i bimbi disabili senza più insegnanti di sostegno, i ragazzi immigrati in cerca di integrazione, e gli insegnanti sottopagati. Una frontiera dove spesso manca la luce, a volte l'acqua, e si fa lezione con il cappotto. "Noi resistiamo però - dicono i presidi-manager - fino ai prossimi tagli...".
(29 maggio 2009)
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Re: giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda annalu il 29/05/2009, 20:57

SCUOLA & GIOVANI

S'inaspriscono i toni della polemica tra dirigenti scolastici e il ministro
Critiche anche dall'opposizione: "Non si può nascondere l'evidenza"
Presidi, la Cgil scrive a Napolitano
"Ci attacca per coprire la disfatta"


ROMA - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ribadisce il suo "no" ai presidi che fanno politica dopo l'iniziativa dei 250 dirigenti dell'Associazione delle scuole del Lazio (Asal). E lo fa attacando la Cgil per la "minoranza organizzata" di presidi-politici.

Pronta la replica della Flc Cgil, che ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per attirare l'attenzione "sulla drammatica situazione in cui versano le scuole pubbliche". Anche Cisl e Snal Confsal rispondono al ministro, attaccata pure dall'opposizione.

Gelmini rincara la dose "I dirigenti che vogliono fare politica si candidino e la facciano dentro le istituzioni politiche". Spiegando che la loro presenza all'interno della scuola generano inutili allarmismi che si riflettono sulle famiglie." Assicurando però "Ho il massimo rispetto per chi svolge il suo ruolo con correttezza, ma trovo scandaloso utilizzare la scuola per fare politica."
"Ci sono molti problemi di natura economica - ha ammesso Gelmini - ma occorre senso di responsabilità da parte di tutti. Non si può investire in progetti quando poi mancano i soldi per comprare cartucce e stampanti. E' troppo comodo scaricare tutte le responsabilità sul ministero. La mia denuncia di ieri non era certamente riferita a tutti i presidi ma a una piccola parte, circa 60 su oltre 900 in tutto il Lazio, fortemente legata alla Cgil che usa la scuola per fare politica."

Parole che hanno sollevato critiche pesanti da parte della Flc Cgil: "Gelmini la smetta di attaccaci e cominci a risolvere i problemi della scuola italiana che per sua responsabilità è nella incertezza più totale. Le uniche cose certe sono i tagli che distruggono la scuola pubblica. Per la verità la maggioranza dei dirigenti scolastici del Lazio che hanno protestato, non sono iscritti alla Flc ma noi siamo onorati di avere condotto una giusta battaglia insieme a loro". Per la Cisl Scuola, "secondo Gelmini le difficoltà di bilancio delle scuole dipenderebbero dalla cattiva gestione di dirigenti che sprecano risorse in progetti inutili. Ci auguriamo che non lo pensi davvero, perchè se così fosse dovremmo concludere che non conosce una realtà ben nota al ministero".
Sul versante politico, l'opposizione attacca il ministro Gelmini: "Non sempre si può negare l'evidenza - ha detto Giuseppe Fioroni (Pd) e stavolta davvero non si può: invece di prendersela sempre con qualcuno, il governo spieghi alle scuole come uscire dall'asfissia nella quale si trovano a causa non dei presidi politicizzati ma dello stato confusionale di un esecutivo che non riesce non solo a dare indicazioni, ma neanche a trasferire risorse nei tempi e nei modi dovuti. E allora il problema non sono i presidi politicizzati: il problema è che la politica, intesa come perseguimento del bene comune, non la fa prima di tutto il governo quando riduce le scuole al collasso".
Critiche anche da Manuela Ghizzoni (Pd) e da Fabio Giambrone (Idv): "Rispondere ai presidi che lanciano un grido d'allarme di andar via se non sanno amministrare e di non fare politica a scuola è un esercizio di cattivo gusto che avrebbe potuto risparmiarci".
Repubblica.it(, 29 maggio 2009
annalu
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Re: giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda pianogrande il 29/05/2009, 23:25

Durante il fascismo, l'affermazione più usata dalla "brava gente" era: "Io non faccio politica".
Secondo la Gelmini, per incazzarsi bisogna essere eletti dal popolo.
Una questione di censo (o di casta).
Come ti permetti, cittadino qualunque, di incazzarti?
Chi ti ha autorizzato (o incaricato)?
Incazzarsi significa "fare politica" (senza essere iscritti all'albo).
Non riesco a dare una risposta ben articolata.
Le affermazioni sono troppo demenziali.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: giuliva gelmini afferma candidamente

Messaggioda mauri il 20/06/2009, 16:52

come è dolce maristella,
"Voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria".
http://www.adnkronos.com/IGN/Daily_Life ... 3439436914

e anche generosa, toglie soldi alla scuola pubblica e li dà per favorire la crescita della scuola privata
« Io le chiamo paritarie, o anche non statali. E, Costituzione alla ma­no, voglio che tutti abbiano il dirit­to di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando ad una rifor­ma che dia la possibilità di accede­re ad un bonus a chi vuole frequen­tarle. Un po’ come già succede in Lombardia».
http://www.chicago-blog.it/index.php/20 ... a-notizia/

peccato che maristella, e non solamente lei, interpreta in maniera del tutto personale la ns costituzione e di fatto l'obiettivo è sostituire "istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi" con "istituisce scuole private per tutti gli ordini e gradi"
ciao, mauri



Art. 33.

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Art. 34.

La scuola è aperta a tutti.

L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
mauri
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