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Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 02/10/2008, 12:26
da franz
Studio Usa: la maggior parte delle sostanze inquinanti deriva da gas organici
Inizialmente non nocivi, si combinano nell'atmosfera con altre microparticelle

Il barbecue inquina più dell'auto
Attenzione ai veleni insospettabili

di SARA FICOCELLI

LE ESALAZIONI della pittura con cui avete appena riverniciato il cancello, i fumi dell'arrosto del barbecue, il profumo fresco emanato dagli alberi: queste tre semplici percezioni hanno qualcosa in comune. Inquinano. E lo fanno sul serio, molto più dei gas di scarico delle automobili. Strano pensare che un albero rappresenti un danno per l'ambiente, eppure è così: a dirlo è uno studio dell'Università di Boulder, in Colorado, condotto dal ricercatore Kenneth Docherty, specializzato in chimica atmosferica. Docherty ha definito queste insospettabili fonti di inquinamento "secondary aerosols", e per studiarle ha analizzato alcuni campioni dell'aria di Riverside, una cittadina ad est di Los Angeles, famosa per avere un cielo piuttosto grigio.

Il distinguo tra fonti di inquinamento di primo e secondo livello si basa sulla capacità delle particelle di combinarsi con altri elementi e cambiare composizione e pericolosità. Le sostanze che contengono carbonio, come il gas di scarico della macchina, sono considerate di primo livello, ma l'aria pullula di altre microparticelle che, pur inizialmente innocue, a contatto con altre reagiscono in modo dannoso. Gli stessi scienziati non sanno ancora quantificare il loro peso sull'inquinamento progressivo del pianeta. "Sono sicuro, però - spiega Docherty - che le emissioni secondarie inquinino più dei gas di scarico delle macchine. Purtroppo tutte le misure anti-inquinamento utilizzate finora non tengono conto di queste fonti e agiscono solo sulle primarie: ma le auto sono l'ultimo anello della catena di veleni che ammorba l'atmosfera".

I dati raccolti da Docherty e dai suoi colleghi nella cittadina californiana non lasciano dubbi: circa l'80% delle sostanze inquinanti che soffocano Riverside deriva da reazioni gassose, vale a dire da quei "secondary aerosols" prodotti da solventi, detersivi, dai profumi che usiamo la mattina per farci belli prima di andare a lavorare. Persino un'operazione banale come la pulitura a secco di un vestito produce gas di secondo livello, con gran delusione di tutti quelli che credono, risparmiando una lavatrice, di fare un favore all'ambiente. La loro incidenza è tale che persino nelle ore di punta del traffico, quando cioè il livello di inquinamento automobilistico raggiunge il picco più elevato, oltre la metà dell'aria è comunque contaminata da gas di fonti secondarie.

Alcuni sono prodotti da materiali organici, quindi non immediatamente nocivi, ma capaci di combinarsi nell'atmosfera con altre microparticelle e formare cocktail inquinanti. Basti pensare a una grigliata o al profumo degli alberi, ma l'elenco può espandersi a tutti gli aromi prodotti quotidianamente dalla lavorazione di materiali naturali. Queste sostanze si chiamano propriamente "voc", composti organici volatili, perfetti per l'ossidazione. Hanno un diametro medio pari a 2,5 micron, meno di un decimo di quello di un capello umano. Una caratteristica che le rende ancora più pericolose, perché in grado di insinuarsi nei polmoni in modo soffocante, provocando asma e altri disturbi respiratori.

Test simili erano già stati condotti nel 2002 a Città del Messico e nel 2006 a Pittsburgh, con risultati analoghi. E' la prima volta, però, che gli scienziati riscontrano nell'aria una percentuale così alta di queste sostanze. Lo scarico delle automobili non sarà certo una boccata d'aria pulita, ma non è l'unico responsabile del nostro cielo grigio.

(2 ottobre 2008)
www.corriere.it

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 02/10/2008, 12:30
da franz
Tra le varie cose, da considerare l'uso delle fotocopiatrici e delle stampanti laser, vere fabbriche di veleni che si accumulano in ambienti chiusi (nanoparticelle) soprattutto in quegli uffici in cui non è possibile arieggiare aprendo le finestre.

Già l'anno scorso fece scalpore il risultato di una analisi sulle emissioni giornaliere di un moderno inceneritore (da non confondere con quelli delle passate generazioni) che erano comparabili a quelle di una cinquantina di macchine euro4.

Ciao,
Franz

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 02/10/2008, 19:02
da mauri
qui stiamo esagerando
noi sapiens ci siamo evoluti a suon di bistecche alla brace per arrivare a dire oggi queste corbellerie per giustificare e stornare e sminuire le vere cause dell'immenso problema che è riscaldamento della terra, meccanismo innestato dalla rivoluzione industriale
ma chi vogliono prendere in giro, e spendono soldi per fare queste ricerche che in termini di inquinamento non ho idea di quanto ci è costato, i mezzi vanno impiegati per rimediare ai nostri danni non spesi per contare quanti batteri abbiamo nei peli del buco del cuculo
bah è iniziata l'era dell'homo deficens
un abbraccio, mauri

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 03/10/2008, 9:03
da pagheca
mauri ha scritto:qui stiamo esagerando
noi sapiens ci siamo evoluti a suon di bistecche alla brace per arrivare a dire oggi queste corbellerie per giustificare e stornare e sminuire le vere cause dell'immenso problema che è riscaldamento della terra, meccanismo innestato dalla rivoluzione industriale
ma chi vogliono prendere in giro, e spendono soldi per fare queste ricerche che in termini di inquinamento non ho idea di quanto ci è costato, i mezzi vanno impiegati per rimediare ai nostri danni non spesi per contare quanti batteri abbiamo nei peli del buco del cuculo
bah è iniziata l'era dell'homo deficens
un abbraccio, mauri


Io prima di trarre conclusioni cosi' radicali mi andrei a leggere l'articolo originale. La scienza si confuta con la scienza, non con questioni del tipo credo non-credo.

saluti,
pagheca

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 03/10/2008, 9:29
da franz
mauri ha scritto:qui stiamo esagerando
noi sapiens ci siamo evoluti a suon di bistecche alla brace ...

No, la scoperta della cottura dei cibi è un fatto relativamente recente nella storia evolutiva dell'uomo e comunque fino a 100 anni fa la speranza media di vita era attorno ai 45 anni. Oggi è superiore perché con la medicina riusciamo a porre rimedio a tanti guasti, compresi quelli generati da una alimentazione insana.

Dal punto di vista evolutivo poi il nostro corpo è stato selezionato per una efficenza limitata al raggiungimento della autosufficenza della nostra prole. Quindi una volta chei nostri figli sono in grado di badare a se stessi cessa ogni selezione naturale che possa premiare o meno le nostre caratteristiche genetiche. Questo vuol dire che se un eccesso di consumo di carne alla griglia facesse sentire i suoi effetti negativi a 18 anni questo avrebbe influsso sulla nostra evoluzione ma se avesse influsso a 60 anni, no. L'evoluzione qundi non ci dice sempre se una cosa che mangiamo fa male.

Ciao,
Franz

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 03/10/2008, 10:52
da pagheca
pensavo anch'io che fosse vero quello che dici, Franz, fino al momento in cui mi sono reso conto che la longevita' di generazioni precedenti (nonni etc.) potrebbe rappresentare un vantaggio evolutivo da qualche migliaio di anni in qua. E siccome l'evoluzione e' molto piu' rapida di quello che in genere si pensi (un esempio e' il caso delle "Tame silver foxes", un esperimento che dura da oltre mezzo secolo per verificare l'effetto della selezione naturale, ma anche il caso degli animali da compagnia, o quello del mais ad alto contenuto di olio), non e' detto che non ci sia stato gia' un effetto che abbia premiato la longevita' nell'uomo.

Ho messo il termine "potrebbe" in corsivo, e usato molti condizionali, perche' non conosco (io) alcun motivo per dire che sia effettivamente cosi'. Potrebbe in realta' essere il contrario, in quanto la presenza di nonni potrebbe in certi casi gravare sulla capacita' di successo della generazione successiva. Ma fino a che non ci sono evidenze in proposito non si puo' escludere a priori che l'effetto dell'allungamento della vita nell'uomo, un animale (non so se l'unico) che si occupa dei nipoti, non possa sortire un beneficio in termini di selezione.

Questo non toglie nulla al fatto che dare per scontato che l'articolo in oggetto non e' corretto fino a quando non si vanno a guardare dati e conclusioni sull'articolo originale. Non ho avuto il tempo di farlo ma ho trovato l'articolo citato da fonti molto piu' serie di Repubblica e Corriere.

saluti
pagheca

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 03/10/2008, 11:08
da annalu
Dovrei studiare più a fondo il problema per rispondere in modo più informato, ma al momento posso dire che tutti i discorsi appaiono piuttosto superficiali.

Per esempio, che l'inquinamento di origine biologica sia rilevante, è stato ampiamente dimostrato: tutti i viventi, anche le piante e gli organismi marini, emettono gas serra, e di questo va tenuto conto, anche se non è facile valutare quanto sia l'impatto "inquinante" rispetto a quello che noi riteniamo non inquinante ma positivo, come la liberazione di ossigeno dalla fotosintesi.
Per la riduzione dell'inquinamento globale mi risulta comunque che il primo suggerimento sia di ridurre il consumo di carni per limitare il numero di animali da allevamento presenti sul pianeta, visto che ridurre il numero di uomini non appare un suggerimento accettabile, se non come controllo delle nascite.

Riguardo alla mancanza di selezione naturale dopo i diciotto anni di età dei figli (a proposito, un tempo, assimilando ancora di più l'uomo agli altri animali, si parlava solo di età della riproduzione, quindi ben prima dei diciotto anni dei figli), ho letto che ci sono notevoli vantaggi sulla sopravvivenza e sulla salute dei figli se i nonni (e soprattutto le nonne) sono vivi ed attivi, per cui anche la longevità dei nonni può influire sui successi riproduttivi.

Comunque questi sono tutti argomenti che cominciano ad essere affrontati con serietà solo da pochi decenni, e tutti i lavori su questi temi sono da considerarsi in una certa misura ancora preliminari: solo dopo molte ricerche condotte con metodologie diverse che portano alle stesse conclusioni, si può raggiungere una ragionevole certezza.

annalu

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 03/10/2008, 13:52
da franz
pagheca ha scritto:Ho messo il termine "potrebbe" in corsivo, e usato molti condizionali, perche' non conosco (io) alcun motivo per dire che sia effettivamente cosi'. Potrebbe in realta' essere il contrario, in quanto la presenza di nonni potrebbe in certi casi gravare sulla capacita' di successo della generazione successiva. Ma fino a che non ci sono evidenze in proposito non si puo' escludere a priori che l'effetto dell'allungamento della vita nell'uomo, un animale (non so se l'unico) che si occupa dei nipoti, non possa sortire un beneficio in termini di selezione.

Per gli animali sociali, come l'uomo, è la presenza di una "famiglia allargata" (leggi: sorelle, fratelli, zie e zii) ad essere la soluzione vincente (e geneticamente premiata). Non quella degli anziani.
La loro presenza pero' è fattore di successo in un altro tipo di selezione evolutiva: quella culturale. Ben diversa da quella genetica ed assai piu' recente.

Ma a parte le considerazioni sulla selezione culturale (che puo' premiare una società in cui gli anziani fungono da memoria storica e fonte di notevole autorevolezza) ritornando alla selezione genetica è evidente che nessun gene puo' essere selezionato se manifesta i suoi vantaggi o svantaggi dopo che la prole è diventata autosufficente.
Esistono vari fattori di selezione. Il primo e piu' evidente è quello che si manifesta tra il concepimento e l'età riproduttiva (menarca). Ogni gene che qui porta vantaggi o svantaggi è fortemente selezionato, perchè se l'individuo che lo porta non arriva a riprodursi ... la cosa si speiga da sola. Un altro fattore riguarda l'età in cui l'individuo si dedica alla prole. Anche qui vantaggi e svantaggi sono selezionati (perchè un genitore che non puo' dedicarsi pienamente alla prole o puo' farlo in modo piu' efficente puo' essere uno svantaggio o un vantaggio per la prole e la sua sopravvivenza). Tuttavia in questa fase la struttura sociale puo' sopperire alle carenze dei genitori e quindi la selezione è minore. Quando la prole è adulta e fa fligli, nessun gene del genitore che dia vantaggi o svantaggi o svantaggi a "scoppio ritardato" puo' essere selezionato retroattivamente.
Ogni gene che manifestasse vantaggi o svantaggi sarebbe libero di farlo ma ormai sarebbe stato immesso nel pool genetico nella prole la prole sarebbe ora pronta a sua vota a prolificare. Quindi questo gene non puo' essere selezionato. Si diffonde e basta, indipendentemente dai vantaggi o dagli svantaggi che comporta. Si diffonde senza premi o limitazioni.

Ribadisco quindi che una abitudine alimentare che dia uno svantazzio (o un vantaggio) visibile solo - per esempio - a 50 o 60 anni, non puo' far parte del nostro processo evolutivo genetico.
Farà parte tuttavia della nostra evoluzione culturale ma questo è assolutamente recente dato che è solo da un centinaio di anni che possiamo osservare i danni a 60-70 anni provocati dalle nostre abitudini alimentari errate cosi' come anche i vantaggi alla stessa età di una sana alimentazione.

Come ci siamo evoluti dall'età della pietra quindi in questo caso non c'entra.

Ciao,
Franz

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 03/10/2008, 15:25
da pagheca
franz ha scritto:è evidente che nessun gene puo' essere selezionato se manifesta i suoi vantaggi o svantaggi dopo che la prole è diventata autosufficente.


A me non sembra cosi' evidente.
Se un individuo vive piu' a lungo di un altro per motivi genetici, la sua prole e la prole della sua prole tenderanno ad ereditare quello stesso pool genetico. Se questo, per cause culturali, si traduce in un maggiore successo evolutivo, ci puo' essere un effetto che premia la longevita'. Quindi anche cio' che avviene dopo la riproduzione (e dopo l'allevamento dei figli, anzi esattamente per lo stesso motivo) puo' essere geneticamente importante.

un saluto
pagheca,

Re: Il barbecue inquina più dell'auto

MessaggioInviato: 03/10/2008, 15:40
da annalu
Franz, non sempre la semplificazione porta a una descrizione corretta di fenomeni complessi.

Se siamo tutti d'accordo che un gene che porta a morte prima della pubertà verrà selezionato negativamente (ma non sempre, come accade per alcune patologie gravi solo nella condizione omozigote), per il resto è difficile ricavare certezze da argomentazioni semplici.

Per esempio, per avere molti figli nei maschi la durata della vita può essere anche molto breve, mentre nelle donne la durata della vita fertile è rilevante, e così arriviamo a concludere che un donna, per avere molti figli dovrebbe superare i quarant'anni di vita, cioè quando il suo primo nato magari i diciotto anni li ha già superati da un pezzo. E poi perché i diciotto? Da un punto di vista puramente biologico, un quattordicenne sarebbe ben maturo per cavarsela, ed una donna magari non produce un figlio ogni quindici mesi, almeno non in quest'epoca storica.

Detto questo, quali statistiche hai per non prendere in considerazione la possibilità che una coppia con genitori viventi e validi non metta al mondo figli con maggiore serenità, e quindi alla fine in maggior numero?
Se questa ipotesi fosse verificata, la longevità ben oltre l'età fertile verrebbe favorita geneticamente, smentendo la tua ipotesi che una volta messi al mondo i figli, la selezione naturale smetta di agire.

E comunque, tutte le conclusioni fatte sono in larga parte semplici ipotesi, perché l'uomo è un animale sociale e le società umane sono molto diversificate, e non è facile generalizzare.

Le specie animali per assicurarsi la discendenza seguono due strategie principali: l'una consiste nel deporre moltissime uova e poi lasciare che i neonati se la cavino da soli e che solo alcuni sopravvivano, come accade p.es. tra gli anfibi. L'altra all'opposto consiste nel mettere al mondo pochi piccoli, ma poi accudirli il più a lungo possibile, in modo che sopravvivano tutti o quasi.
In natura entrambe le strategie sono a rischio, quando vengono portatate alle estreme conseguenze.
L'uomo (la specie Homo) ha fatta propria la seconda strategia, portandola proprio alle conseguenze più estreme.
Speriamo bene.

annalu