La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Il caso ILVA di Taranto

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda ranvit il 14/08/2012, 16:33

Impossibile in quanto cavernicoli e dediti alla raccolta di bacche e erbe per la propria sopravvivenza.


Pazienza, vi procurerete i soldi necessari andando a lavorare in una acciaieria che emetta 1/2 chilo di diossina all'anno (come l'Ilva solo fino a 7 anni fa....oggi 3 grammi all'anno) o in un inceneritore (ma di quelli tradizionali) :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda lucameni il 14/08/2012, 20:33

franz ha scritto:
lucameni ha scritto:Quindi, come nel caso della mafia, se prima hanno dormito che dormano anche ora.
Logica che non fa una grinza. E quindi prendiamocela con chi adesso fa rispettare la legge. Pretendere le omissioni in quanto consuetudine.
Non male. Logica cristallina, complimenti.

Veramente sulla mafia i giudici, a che mi risulta, non hanno mai dormito. Infatti molti sono le vittime nella magistratura.
Sull'acciaieria di Taranto invece si. Se esiste un obbligo di azione penale, non è stato esercitato quando l'acciaieria si chiamava "Italsider". Questo vuol dire che oggi la legge non debba essere fatta rispettare? Si, certo che che va fatta rispettare ma con il buon senso. Non si puo' chiudere dall'oggi al domani uno stabilimentio che dà lavoro, indotto compreso, a 24'000 persone e rappresenta il 75% del reddito di una città. Quindi chi è stato colpevolmente inerte in passato (che sia un politico oppure un giudice) sa che deve agire con gradualità, anche perché nel frattempo la situazione dell'inquinamento è oggettivamente migliorata. Se esiste discrezione nell'azione penale, come in quella politica, si puo' e si deve procedere per gradi. Cosa che si sta facendo da vari anni con notevoli invenstimenti.
Ci sono mille modi per farlo e bloccare la produzione non è certo il piu' intelligente.



Veramente sulla mafia i giudici hanno dormito eccome. Basta andare a leggere le sentenze della Cassazione degli anni '60 e '70. Della seria "la mafia non esiste".
Poi altri giudici hanno avuto coraggio, si sono dimostrati alieni da connivenze e hanno fatto il loro dovere.
Altrimenti parlando di giudici si dovrebbe mettere insieme Corrado Carnevale e Borsellino. La cosa peraltro non farebbe piacere al noto giudice di Cassazione, dato che definiva Falcone un cretino.
La legge o si rispetta o non si rispetta. Non ci sono vie di mezzo.
"Se esiste discrezione nell'azione penale". Veramente c'è l'obbligatorietà della legge penale anche se è un risultato mai raggiunto per meri limiti umani. Non certo perchè vi sia una discrezionalità.
Vuol dire che innanzitutto si applica la legge, come prima cosa. Se poi questa applicazione provoca problemi allora sarà la politica a doversi prendere le sue responsabilità. Quelle che fino ad ora non si è presa. Peraltro è già abbastanza imbarazzante la sola idea di fare baratti tra salute (non soltanto quella dei lavoratori) e posti di lavoro.
Questi sono sono i risultati: il "colpevole" non sono le precendenti omissioni di politica, industriali e magistratura, ma del magistrato che, non guardando in faccia nessuno (com'è suo dovere) ha scoperchiato questo troiaio. E, non volendo prendere anche decisioni forti nei confronti di chi fino ad ora ha foraggiato la politica, si chiede alla magistratura un occhio di "riguardo". A tutti i costi.
Ribadisco. Tecnici? Burocrati che mostrano un volto paro paro a quella dei loro mentori corrotti.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda franz il 14/08/2012, 20:55

lucameni ha scritto:La legge o si rispetta o non si rispetta. Non ci sono vie di mezzo.

Questo è vero solo in teoria, in un paese immaginario e perfetto ... che non corrisponde all'Italia.
In Italia con centomila leggi, incomprensibili e contraddittorie, deroghe, circolari, telegrammi, sentenze, commi, emendamenti, ricorsi, provvedimenti d'urgenza (e perché no, anche scioperi) e quant'altro la legge la devono rispettare solo i poveri cristi, quelli che rubano la mela.
Tutti gli altri, che si chiamino SB o che siano un'acciaieria di stato (o anche ex statale) vivono in un limbo che non si sa bene quale sia la legge, che forse è quella ma anche l'altra ... o forse tutte o nessuna. Non c'è certezza del diritto ma al momento giusto una legge la si trova sia per condannare sia per assolvere. Il sistema è cosi' contorto ed illogico che le vie di mezzo sono milioni. Bella quindi la frase ad effetto ma surreale se riferita all'Italia.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda lucameni il 14/08/2012, 20:58

L'analisi di Bruno Tinti, ex magistrato.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... ni/325493/


"Riepiloghiamo i fatti. Ilva ammazza, dal 1982, migliaia di persone, tra cittadini e lavoratori negli stabilimenti. La Procura di Taranto, il gip e il Tribunale della Libertà, fanno quello che possono per evitare che la gente continui a morire. C’è un solo modo: impedire che Ilva continui a spargere veleni. E siccome Ilva non lo fa, il suo stabilimento è sequestrato. Ferrante, nominato custode, approfitta di questa sua carica istituzionale per progettare iniziative contrarie alle prescrizioni dei giudici. Quindi è rimosso. I padroni di Ilva, alcuni ministri e i sindacati aggrediscono la magistratura, l’accusano di insensibilità, eccesso di zelo, protagonismo, creatrice di conflitto con la politica. Addirittura sproloquiano di veleni micidiali nel passato ma non più presenti (o presenti oggi in minima parte), sicché nulla osterebbe a riprendere la produzione, ferma restando la necessità di risanamenti da realizzare in contemporanea; e pensano a un conflitto di attribuzioni contro la magistratura che, con i suoi provvedimenti, contrasta l’azione del governo. Padroni e sindacati, paradossalmente uniti, presentano ricorsi e occupano strade: vogliono che la produzione riprenda. Tra vuoti proclami e accuse ridicole, nessuno (ma proprio nessuno) sottopone alla pubblica opinione i fatti che seguono.

Ilva produce veleno. Lo ha prodotto per 30 anni e continua a produrlo. Così dicono le perizie realizzate nell’incidente probatorio, cui avrebbe potuto intervenire la difesa; che invece non l’ha fatto, non ha contestato, non ha proposto argomenti o soluzioni alternative a quelle dei periti. Silenzio completo. Ferrante e Clini (in particolare quest’ultimo) straparlano di progetti di risanamento, interventi concreti, decreti miracolistici e tutta la solita fuffa propinata da una politica inconcludente. E tuttavia, ammesso che simili baldanzosi propositi abbiano seguito, i risultati si vedrebbero (se si trovassero i soldi), secondo Clini e Ferrante, in 4 mesi, secondo i periti, in 4 anni. Sicché, sta di fatto che, se la produzione continuasse, Ilva ammazzerebbe ancora, a dir poco, per i prossimi 4 mesi. L’oggetto del contendere è dunque la vita delle persone. Nemmeno B. avrebbe la faccia di sostenere che i giudici stiano perseguendo un progetto eversivo di lotta alla politica per via giudiziaria; in questo caso opponendosi (perché poi?) a fantomatici progetti industriali. Ma Catricalà vuole proporre un conflitto avanti alla Corte Costituzionale perché rimuova gli illegittimi ostacoli frapposti dalla magistratura al progetto del governo. Nonostante autorevoli precedenti, l’iniziativa muoverebbe al riso; se non rivelasse una cultura ispirata a disprezzo per i più elementari principi costituzionali; alludo, ovviamente, alla separazione tra il potere esecutivo e quello giudiziario. Se i provvedimenti dei giudici sono sbagliati, la via per correggerli è quella giudiziaria: un primo ricorso è stato respinto; altro è possibile avanti alla Corte di Cassazione: lo propongano e stiano a vedere.

Si tratta della vita delle persone; non dell’obbligo di Ilva di procedere al risanamento dello stabilimento. Non è compito dei giudici imporre misure di questo genere: essi infliggono sanzioni per la violazione di norme (per esempio di quelle in materia ambientale e antinfortunistica) e impediscono, con il sequestro, il perpetuarsi dei reati. Se poi la proprietà non intende adeguare lo stabilimento alle norme di legge, questo non è un problema della magistratura. Semplicemente, finché lo stabilimento non è a norma, lì dentro non si può lavorare. Clini potrebbe risolvere la situazione prendendo a prestito i sistemi di B: una legge che innalzi i limiti entro i quali la produzione di veleno è lecita e che tramuti Ilva in uno stabilimento perfetto. Invece si arrampica sui vetri sostenendo che Ilva ha ammazzato; e che ammazza ancora, ma non poi tanto. Proponga una legge che dica che è lecito ammazzare poco. Severino imita Napolitano e chiede gli atti al gip. Per farne cosa non si sa. Certo il ministro della Giustizia non può né annullarli né modificarli. Quando ben bene se li sia letti, le cose resteranno come sono. Può avviare un procedimento disciplinare, questo sì; il che, al momento sembra essere l’attività preferita dalla politica pescata con le mani nel sacco. Sanno, naturalmente, che si tratta di procedimenti infondati ma confidano nell’intimidazione. E ignorano (ma non è strano vista la loro formazione culturale – diciamo così) che i magistrati non collusi con il potere non si lasciano intimidire; gli altri, naturalmente, obbediscono spontaneamente. Sfortunatamente, tra i magistrati che si occupano di Ilva, di questa seconda categoria non ce n’è.

Resta una domanda cui sarà difficile rispondere. Ilva è un’impresa privata. Risanarla costa un sacco di soldi. Perché dovrebbe essere lo Stato a spenderli? I padroni hanno guadagnato parecchio gestendo, negli anni, questa fabbrica di morte. Usino il bottino per ricondurla nella legalità. Se non lo fanno, dico subito che io non sono per niente contento di pagare, pro quota, il risanamento del loro stabilimento. A meno che, si capisce, questo non venga ceduto allo Stato. Una due diligence ben fatta, un conguaglio (da Ilva allo Stato si capisce, ci mancherebbe altro, con tutto quello che c’è da spendere e da risarcire) e allora possiamo discuterne.

Il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2012"
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

I Riva: "Vendiamo fumo Diciamo che tutto va bene"

Messaggioda lucameni il 15/08/2012, 11:11

http://www.corriere.it/cronache/12_agos ... ec0a.shtml


"Ilva, le intercettazioni. I Riva: «Vendiamo fumo
Diciamo che va tutto bene»
I contatti con il tecnico nominato dai magistrati e i rilevamenti della diossina: «Diamogli i nostri dati»

L'Ilva di Taranto (Eidon)L'Ilva di Taranto (Eidon)
TARANTO - Operazioni spregiudicate, tecnici compiacenti, commenti in libertà. Dalle carte del caso Ilva ecco nuove sorprese: intercettazioni finora inedite contenute nell'informativa della Guardia di Finanza che ha dato vita al fascicolo per corruzione in atti giudiziari contro Girolamo Archinà, il responsabile delle pubbliche relazioni dell'Ilva che il presidente Bruno Ferrante ha licenziato pochi giorni fa. Le Fiamme gialle partono dall'ormai famoso incontro fra Archinà e Lorenzo Liberti - consulente tecnico dei magistrati che secondo la Procura avrebbe ricevuto da Archinà diecimila euro per favorire il gruppo siderurgico nelle relazioni da consegnare ai pubblici ministeri - e finiscono col disegnare uno scenario inquietante di accordi sottobanco, tentativi di condizionamenti, versioni da costruire a tavolino per la stampa. L'episodio Archinà-Liberti viaggia su una strada giudiziaria autonoma ma è finito nelle indagini che hanno portato al sequestro dello stabilimento e ai domiciliari per otto persone (fra le quali Emilio Riva, proprietario dell'Ilva, e suo figlio Nicola) perché il giudice Patrizia Todisco lo ha citato riferendosi alla capacità di inquinamento delle prove della famiglia Riva.


«Comunicato fuorviante»
Il 15 luglio 2010 Archinà e Fabio Riva incontrano Vendola per discutere di Ilva. Dopo l'incontro Fabio Riva parla con suo figlio Emilio e gli dice che l'incontro è andato bene. «Emilio suggerisce di fare un comunicato fuorviante» annotano i finanzieri: «Si dice... si vende fumo, non so come dire! Sì, l'Ilva collabora con la Regione, tutto bene...».
In una chiamata del 31 marzo 2010 Archinà parla di Liberti con Fabio Riva: «Io ritengo che sia oramai... sta in linea con quelle che sono le nostre esigenze». Liberti aspetta dall'Arpa (Agenzia regionale protezione e ambiente) alcuni dati sui rilevamenti della diossina. «E diamoglieli noi, dai!» dice Fabio Riva. E Archinà: «In modo che io potrei lavorargli... a dire... sulla quantità piuttosto che sul profilo». «Darglieli in anteprima - traducono i finanzieri - significa che così Archinà potrà iniziare a lavorare sul Liberti affinché (...) attesti che comunque le emissioni di diossina prodotte dal siderurgico siano in quantitativi notevolmente inferiori a quelli accertati all'esterno».


«Ci serve un parere positivo»
Scrive la Finanza: «Emerge come anche a livello ministeriale servano i contatti non propio istituzionali per ammorbidire alcuni componenti della Commissione Ipcc-Aia. Con i predetti le relazioni vengono mantenute da tale Vittoria Romeo».
Romeo: «Dicevo ad Archinà, se Palmisano che è quello della Regione, tira fuori l'argomento in Commissione, siccome l'Arpa deve ancora dare il parere sul barrieramento (le barriere contro le polveri sottili dei parchi minerari, ndr ) e a noi serve un parere positivo... non vorrei che quelli... siccome c'è l'Arpa.. fanno un parere negativo».
Fabio Riva: «È chiarissimo. Però siccome noi non possiamo assolutamente coprire i parchi perché non è fattibile... tanto vale rischiarla così».
Romeo: «Valutiamo se la cosa in questi giorni la teniamo al livello di Ticali, Pelaggi, Mazzoni (presidente e membri della commissione ministeriale Ipcc, ndr ) oppure...».
Fabio Riva: «No, picchiamo duro... appena c'è l'occasione picchiamo come fabbri».


Trasparenza
È sempre Archinà che in un'altra telefonata spiega al suo interlocutore «Mi sto stufando... io so' stato accusato di mantenere tutto sotto coperta, però nulla è mai successo... quando abbiamo sposato la linea che sicuramente è più corretta, della trasparenza... La situazione è complicata e se non si ha l'umiltà di dire ritorniamo tutti a nascondere tutto...».
Il 29 giugno 2010 Liberti viene a sapere dall'ingegnere Roberto Primerano che la Procura di Taranto vuole un indicente probatorio e s'infuria: «Cerca di appurare qualcosa, và dal magistrato» se la prende col pubblico ministero Mariano Buccoliero. «Che soggetto da guerra», dice. «Ma vada a..., sto cretino! Antipaticissima sta storia (...) ma si prenda consulenti i vigili del fuoco e se la veda con loro, non ci rompa più le scatole a noi».

Giusi Fasano<"
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: I Riva: "Vendiamo fumo Diciamo che tutto va bene"

Messaggioda Iafran il 15/08/2012, 19:27

lucameni ha scritto:Le Fiamme gialle partono dall'ormai famoso incontro fra Archinà e Lorenzo Liberti - consulente tecnico dei magistrati che secondo la Procura avrebbe ricevuto da Archinà diecimila euro per favorire il gruppo siderurgico nelle relazioni da consegnare ai pubblici ministeri - e finiscono col disegnare uno scenario inquietante di accordi sottobanco, tentativi di condizionamenti, versioni da costruire a tavolino per la stampa
... Liberti aspetta dall'Arpa (Agenzia regionale protezione e ambiente) alcuni dati sui rilevamenti della diossina. «E diamoglieli noi, dai!» dice Fabio Riva. E Archinà: «In modo che io potrei lavorargli... a dire... sulla quantità piuttosto che sul profilo». «Darglieli in anteprima - traducono i finanzieri - significa che così Archinà potrà iniziare a lavorare sul Liberti affinché (...) attesti che comunque le emissioni di diossina prodotte dal siderurgico siano in quantitativi notevolmente inferiori a quelli accertati all'esterno».

Queste notizie non meravigliano nessuno: in Italia testimoniano gli aggiustamenti che subiscono le analisi sull'ambiente quando non devono allarmare i cittadini.
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: I Riva: "Vendiamo fumo Diciamo che tutto va bene"

Messaggioda flaviomob il 16/08/2012, 2:34

Ilva, Riva al telefono: “Ho visto Vendola, vendiamo fumo”

Nel luglio 2010 dopo un nuovo e preoccupante rilevamento ambientale, i vertici dell'acciaieria incontrano il presidente della Regione. Una volta fuori si accordano sulla strategia: dire che tutto va bene e che l'azienda collabora con le istituzioni. Nell'indagine emerge la rete di contatti per "tenere tutto sotto coperta" e "distruggere" i dirigenti Arpa che non collaborano

di Francesco Casula | 15 agosto 2012

“Siamo stati da Vendola… e con Vendola avevamo concordato… però non sapevamo di quest’azione… avevamo concordato un certo discorso, in pratica che dovevamo fare con questo tavolo tecnico… ehm… che aveva più obiettivi. Uno di quelli in ordine di tempo, uno di quelli, il primo, sconfessare i lavori di ehm dell’Arpa Puglia”. È il 16 luglio 2010, Girolamo Archinà, ex dirigente dell’Ilva, silurato dopo il deposito delle intercettazioni della Procura nell’udienza di riesame per il sequestro dell’area a caldo dello stabilimento tarantino, manifesta al telefono il suo disappunto per la nuova iniziativa della magistratura.

La Procura ha infatti aperto un nuovo fascicolo dopo i dati sul monitoraggio del benzo(a)pirene realizzato da Arpa Puglia. I livelli di emissione nel periodo gennaio-maggio sono triplicati. Archinà lo sapeva: “in via confidenziale” è stato il capo di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, a inviargli con una mail con i dati ancora ufficiosi. Forse l’ex collaboratore della siderurgia ionica sperava che rimanessero tali. La notizia, però, trapela: il sindaco Ippazio Stefàno emana un’ordinanza, l’onda ambientalista cresce, l’opinione pubblica chiede misure. L’ex capo delle relazioni istituzionali dell’Ilva attiva il “sistema Archinà”: il giorno seguente, con Fabio Riva, vice presidente del gruppo dell’acciaio, è già in riunione con Vendola. All’uscita Riva chiama il figlio Emilio e gli comunica che il nuovo piano d’azione è basato sul “vendere fumo”: l’azienda comunicherà di essere disposta a collaborare con la Regione e questa spiegherà che il rapporto instaurato con l’Ilva è l’esempio da seguire anche con le altre grandi realtà industriali del territorio. Intanto Archinà ha raggiunto anche un obiettivo esemplare: “…convocato Assennato… Assennato è stato fatto venire al terzo piano però è stato fatto aspettare fuori…”.

Quell’attesa, secondo lui, è “come un segnale forte” che poi si manifesta chiaramente nelle parole che, secondo il racconto di Archinà, Vendola avrebbe rivolto al dirigente Antonicelli: “Esci fuori vai a dire ad Assennato… vai a dire ad Assennato che lui i dati non li deve utilizzare come bombe di carta che poi si trasformano in bombe a mano!”. Il sistema Archinà non conosce sfumature: i nemici vanno distrutti. È lui stesso a dirlo senza timore di chi lo ascolta. Anzi è una dimostrazione di forza. Come quando nello studio del consigliere regionale del Pd Donato Pentassuglia, appena nominato presidente della commissione ambiente, risponde alla chiamata di Alberto Cattaneo, responsabile della comunicazione dell’Ilva, e detta legge: “…Non ho timore di dirti, che mi trovo in ferie, ma mi trovo nell’Ufficio del presidente della commissione Ambiente della Regione, il Dott. Pentassuglia, per cui mi sta sentendo in diretta che dobbiamo distruggere Assennato”.

Così tesseva la rete di protezione della fabbrica. Con rapporti non proprio istituzionali che permettevano, come lui stesso spiega, di “tenere tutto sotto coperta”. Trema oggi la politica tarantina e pugliese. Trema anche la stampa: nell’informativa completa che appartiene all’indagine denominata “ambiente venduto” la rete di contatti dell’ex braccio destro di Emilio Riva potrebbe trasformarsi in un vero e proprio terremoto.

INTANTO a Taranto la tensione non si allenta. L’Ilva ha depositato il ricorso per annullare i due ultimi provvedimenti del gip Patrizia Todisco che «nega la realtà» dato che il Riesame ha convertito “la cautela reale in un sequestro con facoltà d’uso”. L’azienda attacca a testa bassa il gip Todisco che sarebbe intervenuto “sua sponte” perchè non avrebbe “digerita la profondissima riforma del Riesame” che avrebbe ribaltato il suo provvedimento di sequestro “incontrovertibilmente concepito per conseguire” in fretta “la chiusura definitiva dello stabilimento”. Ma proprio in quel provvedimento lo stesso gip Todisco scrive che “solo la compiuta realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo individuate dai periti chimici e l’attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni” potrebbe permettere all’azienda di produrre ancora. Un passaggio che sembra essere sfuggito a tutti: azienda e sindacati, avvocati e politici. Forse il sistema Archinà l’avrebbe sfruttato meglio.

da Il Fatto Quotidiano del 15 agosto 2012

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... mo/326234/

===

La morale è che in ogni campo ormai lo sport nazionale è proprio questo: la vendita di fumo, senza ritegno. Politica, imprenditoria, controllori e controllati...

===

Ved. anche

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... ni/326248/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... va/325939/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: I Riva: "Vendiamo fumo Diciamo che tutto va bene"

Messaggioda ranvit il 16/08/2012, 9:09

La morale è che in ogni campo ormai lo sport nazionale è proprio questo: la vendita di fumo, senza ritegno. Politica, imprenditoria, controllori e controllati...


E' cosi'!

Ma l'Ilva non va chiusa, pena la definitiva distruzione dell'industria italiana.

Va invece continuata l'opera di messa a norma dell'impianto.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: I Riva: "Vendiamo fumo Diciamo che tutto va bene"

Messaggioda pianogrande il 16/08/2012, 10:14

Benissimo.
"Opera di messa a norma dell'impianto".
Mi sembra la definizione giusta (tra bonifica, risanamento e sinonimi vari).

Un piccolo dettaglio.
Un progetto, un piano, pare non esistano.

Non è un dettaglio.

Se non si fosse mossa la magistratura si andava avanti così, tranquillamente.

Un grazie ai "magistrati coraggiosi".
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10610
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: I Riva: "Vendiamo fumo Diciamo che tutto va bene"

Messaggioda ranvit il 16/08/2012, 10:23

Certo che vanno ringraziati i Magistrati....ma non pecchino di protagonismo, stupido, isterico e pericolosissimo...piu' dell'inquinamento dell'Ilva!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

PrecedenteProssimo

Torna a Ecologia, Energia, Innovazione, Ricerca

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 52 ospiti