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Il caso ILVA di Taranto

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda franz il 07/10/2012, 12:08

pianogrande ha scritto:Un apprezzamento sulla impunità degli inquinatori potrebbe riequlibrare il conto.
Questa impunità, sarai d'accordo anche tu, è completamente a carico dei politici di merda, dei magistrati esibizionisti e degli ambientalisti da strapazzo.

Gli inquinatori erano, prima della vendita ai privati, quegli stessi politici di cui si parla, con i magistrati che stavano zitti, i sindacalisti che stavano muti, gli ambientalisti che erano impegnati con altri mulini a vento, per non turbare gli "equilibri occupazionali".
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda pianogrande il 07/10/2012, 12:27

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Un apprezzamento sulla impunità degli inquinatori potrebbe riequlibrare il conto.
Questa impunità, sarai d'accordo anche tu, è completamente a carico dei politici di merda, dei magistrati esibizionisti e degli ambientalisti da strapazzo.

Gli inquinatori erano, prima della vendita ai privati, quegli stessi politici di cui si parla, con i magistrati che stavano zitti, i sindacalisti che stavano muti, gli ambientalisti che erano impegnati con altri mulini a vento, per non turbare gli "equilibri occupazionali".


Vedo che siamo d'accordo.
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda pianogrande il 08/10/2012, 23:17

Si passa all'azione?

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/ ... ef=HREC1-6

L'altoforno numero 1 sarà fermo entro novembre.
L'altoforno più grande d'Europa il 5 sarà fermato e ricostruito entro il 2015.
Ricostruito.
Questa è una notizia più che positiva.

Accesi dibattiti sulla affidabilità dell'ILVA.

Aspettiamo i fatti.
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda flaviomob il 22/10/2012, 23:46

A Taranto e a Statte si registra un eccesso di mortalità nel primo anno di vita del 20% rispetto alla media regionale della Puglia. Il dato è contenuto nel Rapporto Sentieri. L'eccesso di mortalità diventa tra il 30% e il 50% per le condizioni morbose di origine perinatale che si manifestano oltre il primo anno di vita.
Ansa


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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda flaviomob il 05/11/2012, 15:58

dal Fatto:

Taranto sta cambiando perché l’Ilva non cambierà mai
di Sud Sound System | 5 novembre 2012

Volevo scrivere una canzone e per un attimo ho provato a calarmi nei panni di Emilio Riva e sono stato male: credetemi mi sono sentito come Dio quando seppe che era la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa.

Sì, ho detto Dio e non l’ho evocato per blasfemia ma perché è così che si sentivano i Riva quando mettevano piede a Taranto. Anche loro sentivano la puzza e il gusto dei veleni amari sul palato e sotto la lingua ma non avevano paura di morire perché gli dei non muoiono mai!

Muoiono gli operai per aver respirato troppo durante le colate, muoiono le mogli per aver lavato le tute blu infettate dai mariti, muoiono i figli per aver ereditato un Dna talmente precario che in alcuni casi si spezza prima della pubertà. Muoiono le pecore e le cozze, i pesci sprofondano all’inferno e gli uccelli non troveranno mai più il cielo.

Anche la rassegnazione appena ha potuto è scappata via. “Mica sono scema…” – avrà pensato – “Cambio aria, qui non c’è più posto per me…”.

E così è stato: appena la rassegnazione ha sbattuto la porta sulla città ionica sono caduti tutti i ruoli convenzionali e la natura ha imposto nuovi esseri umani con un patrimonio genetico modificato, capace di conferire intransigenza e nuove aspirazioni verso una città che tutto poteva, tranne che ridursi alla mercé di alcuni pazzi che fingono di essere Dio.

Così è cambiata Taranto. E’ cambiata perché i numeri valgono più delle ideologie, del capitalismo e di quel Dio denaro che ai tarantini non si è mai rivelato.

Sono i numeri a muovere l’Apecar dei “Lavoratori e Cittadini liberi e pensanti“ o dei ragazzi del rione Salinella che con l’associazione “Ammazza che Piazza” intendono tenere pulita la città affinché ritorni ad essere bella, ricordando a tutti che il bello per esistere si deve vedere, altrimenti il brutto ci divorerà!

I numeri assillano la vita dei tarantini perché il benzo(a)pirene, il C02, la diossina e tutti gli altri agenti patogeni devono essere tradotti in numeri per essere compresi. E allora sì che avrai paura, perché quei numeri li hai nel sangue e sono più forti di te, dei tuoi anticorpi, della chemio e dello Stato che non ti tutela e solo allora comprenderai che per superarli ci vuole una vita intera. La tua vita.

Promisero ai nostri padri che il centro siderurgico avrebbe portato nella città ricchezza e tecnologia, elevando Taranto ad “area metropolitana dello Jonio” e che intorno all’Ilva sarebbero nati poli universitari, centri di ricerca e sviluppo capaci di attingere dal futuro per restituire al territorio conoscenze tecnologiche tali da trasformare il sud più misero del paese in avanguardia europea. Amen.

Tutte bugie. Lo sanno in tutto il mondo che qui sono cresciuti solo i tumori e ancora una volta i numeri ci segnalano che negli ultimi decenni gli indicatori sociali della capitale della Magna Grecia giacciono costantemente in coda alle classifiche (la classifica del Sole 24 Ore del 2011 pone Taranto al 100° posto su 107 città italiane). Sorge spontanea una domanda: a chi ha giovato questa esperienza industriale? Risposta: solo ai Riva.

Non a caso sentirete parlare di Taranto solo per colpa di strane e impronunciabili neoplasie o a causa delle povere cozze alla diossina, oppure in occasione di qualche sparatoria tra boss della Sacra Corona impegnati a spartirsi gli appalti pubblici. Non sentirete mai parlare di una città ricca, pulita e vivibile perché la promessa non è stata mantenuta e oggi sappiamo bene che non c’è stata mai nessuna promessa, semmai siamo stati venduti al peggior offerente: i Riva appunto.

Del piano di ristrutturazione aziendale c’è poco da dire. Qualcuno si ostina a sostenere che un impianto ormai vecchio di cinquanta anni come l’Ilva può essere messo in sicurezza permettendo di produrre senza inquinare. Solo che non ci dice quando intende intervenire e non ci spiega neppure come faranno a implementare le tecnologie attuali su un impianto inaugurato da Saragat il 10 aprile del 1965, e capirete anche voi che nessun imprenditore sano di mente spenderebbe miliardi per migliorare un’acciaieria costruita nel secolo scorso e prossima alla demolizione.

Intanto le istituzioni (o chi ne fa le veci) non danno risposte valide sul futuro della città, mentre le domande dei cittadini sono chiare e concise: bonifica del territorio e risarcimento dei danni verso le cose e le persone. Chi ha danneggiato deve pagare e basta. E’ fin troppo semplice, non vi pare?

Per il momento l’unica certezza per Taranto è che potrà rinascere solo se tornerà a vigere la legalità negata in questi tristi, maledetti e sporchi cinquanta anni.
Oggi gli spartani hanno riconquistato Taras e intendono ricostruirla a modo loro: senza il bisogno di inutili assistenzialismi ma con i soldi di chi gli ha devastato l’esistenza.
Perché è così che deve andare a finire: chi ha sbagliato deve pagare caro. Nessuno deve più permettersi di far ammalare i bambini! Nessuno deve più permettersi di ricattare una città con un impiego in cambio di un tumore.

Mai più.

di Nandu Popu


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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda pianogrande il 23/11/2012, 12:14

Il ministro Clini ha intenzione di nominare Vendola come commissario per la bonifica.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/ ... f=HREC2-10

Molto interessante.
Da seguire.
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda mauri il 23/11/2012, 19:53

eh quante cose deve fare povero vendola, se vince le primarie sistama l'ilva in 4 e 4trotto
clini aveva anche detto, a settembre, che avrebbe dato un taglio alla cementificazione dell'italia

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/ ... lva-suolo/

e poi è saltato fuori il condono...
ciao mauri
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda flaviomob il 23/11/2012, 22:12

Quale condono? Solo il PDL sembra volerlo, ma non riesce a farlo passare.


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Re: ambiente svenduto

Messaggioda pianogrande il 26/11/2012, 17:34

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/ ... ef=HRER1-1

Perché i posti di lavoro debbono costare così cari?
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda ranvit il 26/11/2012, 20:21

AMEN Adesso le famiglie tarantine saranno sovvenzionate dagli ambientalisti!


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 57365.html

Ilva annuncia, chiude stabilimento Taranto. Oggi nuova bufera giudiziaria, 7 arresti
Stop anche per impianti collegati. Azienda: Decisione dovuta al sequestro produzione Fiom: 'Operai non abbandonino posto di lavoro'. Fassina: 'Intervenga il Governo'
26 novembre, 19:11

E' ancora bufera sull'Ilva di Taranto: oggi sette arresti ''eccellenti'' e un indagato, il presidente Bruno Ferrante. Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha espresso allarme: "Non sono disponibile a subire una situazione che avrebbe effetti terribili: sono preoccupato che questa iniziativa blocchi l'Autorizzazione integrata ambientale con effetti ambientali gravissimi e sociali devastanti", ha commentato il ministro.

L'Ilva, in una nota, dice che il sequestro della produzione disposto dalla magistratura "comporterà in modo immediato e ineluttabile l'impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto".

Ilva annuncia che farà ricorso contro il provvedimento di sequestro della produzione degli ultimi quattro mesi. Sul provvedimento di sequestro, la società rileva che "Ilva non è parte processuale nel procedimento penale ed è quindi estranea a tutte le contestazioni ad oggi formulate dalla Pubblica Accusa". Sottolinea inoltre che "lo stabilimento Ilva di Taranto è autorizzato all'esercizio dell'attività produttiva dal decreto del ministero dell'ambiente in data 26.10.2012 di revisione dell'Aia" e che "il provvedimento di sequestro emesso dal Gip di Taranto in data odierna si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto al provvedimento autorizzativo del ministero dell'ambiente".

A Taranto non c'é "un pericolo per la salute pubblica": lo ribadisce Ilva rendendo noto che "mette a disposizione sul proprio sito le consulenze, redatte dai maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale, le quali attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l'assenza di un pericolo per la salute pubblica".

Ilva "ribadisce con forza l'assoluta inconsistenza di qualsiasi eccesso di mortalità ascrivibile alla propria attività industriale, così come le consulenze epidemiologiche sopraccitate inequivocabilmente attestano".

Il segretario della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli: 'Invitiamo invece i lavoratori che devono finire il turno a rimanere al loro posto e a quelli che montando domani mattina di presentarsi regolarmente'. "Questo atteggiamento ricattatorio 'andate a casa' - aggiunge Stefanelli - non esiste. Abbiamo chiesto cosa significa sul piano lavorativo, ma non lo sanno nemmeno loro. E' un'azienda allo sbando e l'unica cosa che sa fare è mettere in atto una rappresaglia. Hanno subito stamattina - dice il sindacalista - i provvedimenti giudiziari e ora scaricano tutto sui lavoratori". Stefanelli fa presente che i sindacati stanno valutando "le cose da fare" e hanno già sollecitato "il governo Monti a convocare immediatamente il tavolo nazionale suul'Ilva". "Se il Governo - sottolinea Stefanelli - continuerà a tergiversare, noi nei prossimi giorni saremo tutti sotto Palazzo Chigi".

Se il presidente del Consiglio, Mario Monti, non convocherà nelle prossime ore un incontro sulla situazione dell'Ilva giovedì i lavoratori del Gruppo manifesteranno sotto palazzo Chigi. Lo annunciano i sindacati in una nota. I lavoratori "messi in libertà" dall'azienda nello stabilimento di Taranto sono circa 5.000. Fim, Fiom, Uilm nazionali - si legge nella nota dei sindacati - "ritengono che la situazione che si sta venendo a creare per tutto il Gruppo Riva sia gravissima e necessiti di risposte chiare e immediate da parte del Governo. L'annuncio da parte dell'azienda che intende mettere in libertà tutti i lavoratori dell'area a freddo dello stabilimento di Taranto (circa 5.000 persone), che per lo stabilimento di Genova c'é materiale ancora solo per una settimana (1.600 i lavoratori dello stabilimento, ndr)e per quello di Novi Ligure per due settimane (800 gli occupati nel sito, ndr), e a cascata Racconigi (80 lavoratori, ndr), Marghera (120 dipendenti) e Patrica, rende necessario che il Governo, dopo l'approvazione dell'Aia, dica a chiare lettere se vuole salvaguardare un patrimonio industriale e occupazionale essenziale per il Paese". "Fim, Fiom, Uilm nazionali - conclude la nota - ritengono che se non arriverà una convocazione presso la Presidenza del Consiglio nelle prossime ore, decideranno di proclamare uno sciopero nazionale di tutto il Gruppo per giovedì 29 novembre con manifestazione sotto Palazzo Chigi, a Roma".

Tra i sette arrestati c'e' anche Fabio Riva, vicepresidente di Riva Group e figlio del patron Emilio ai domiciliari dal 26 luglio scorso. Il provvedimento nei suoi confronti non è stato ancora eseguito. C'è anche l'ex assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto, Michele Conserva, tra le persone destinatarie di provvedimenti cautelari. Conserva è agli arresti domiciliari e si è dimesso circa due mesi fa. Tra gli arrestati c'è l'ex dirigente dell'Ilva per i rapporti istituzionali Girolamo Archinà, che è stato trasferito in carcere. Archinà era stato 'licenziato' tre mesi fa dall'azienda dopo che, dall'inchiesta per disastro ambientale, era emerso un episodio di presunta corruzione che coinvolgeva l'ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti, al quale Archinà avrebbe consegnato una busta contenente la somma di 10mila euro in cambio di una perizia addomesticata sull'inquinamento dell'Ilva. Anche Liberti é destinatario di un provvedimento di arresto.

I destinatari delle ordinanze sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, disastro ambientale e concussione.

Gli arresti vengono eseguiti dalla Guardia di Finanza sulla base di due ordinanze di custodia cautelare firmate dai Gip Patrizia Todisco e Vilma Gilli. I provvedimenti sono legati anche ad una inchiesta, parallela a quella per disastro ambientale che il 26 luglio scorso ha portato al sequestro degli impianti dell'area a caldo del Siderurgico. Questa inchiesta parallela è stata denominata 'Environment Sold Out' (Ambiente svenduto).

Dalle nuove indagini sull'Ilva emergono "numerosi e costanti contatti di Girolamo Archinà, direttamente, e di Fabio Riva, indirettamente, con vari esponenti politici tra cui il governatore della Puglia Nichi Vendola", scrive il gip di Taranto nell'ordinanza di custodia cautelare per i vertici dell'Ilva. "State tranquilli, non è che mi sono scordato!!... Il presidente non si è defilato". E' quanto Vendola dice a Archinà, in una telefonata intercettata il 6 luglio del 2010 e contenuta nell'ordinanza del gip. Ci sarebbe "la regia" del governatore della Puglia nelle "pressioni" per "far fuori" il direttore generale dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato, autore della relazione sulle emissioni inquinanti prodotte dall'Ilva, scrive il gip di Taranto.

I NOMI DEGLI ARRESTATI, ANCHE EMILIO RIVA - Sono in tutto sette i destinatari di provvedimenti di restrizione della libertà personale per le inchieste sull'Ilva. Cinque le misure di detenzione disposte dal gip Patrizia Todisco e due nell'ordinanza del gip Vilma Gilli. Tra gli arrestati per disposizione del gip Todisco figura il patron Emilio Riva, 86 anni, che è già agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso. Per lui, l'arresto è ai domiciliari e non potrebbe essere altrimenti anche a causa della sua età. La detenzione in carcere è stata disposta dallo stesso gip per il vicepresidente di Riva Group Fabio Riva, l'ex direttore dell'Ilva di Taranto Luigi Capogrosso e l'ex dirigente Ilva Girolamo Archinà. Ai domiciliari l'ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti. Per la parte Ilva, il gip Todisco ha respinto al richiesta formulata dalla procura di ulteriore arresto per l'ex presidente di Ilva Nicola Riva, anch'egli già ai domiciliari dal 26 luglio scorso. Dal gip Vilma Gilli ai domiciliari è stato posto oggi l'ex assessore all'Ambiente della Provincia di Taranto Michele Conserva, dimessosi circa due mesi fa dall'incarico quando si seppe che poteva figurare tra gli indagati della inchiesta sull'Ilva collaterale a quella per disastro ambientale. Ai domiciliari per disposizione del gip Gilli anche l'ing.Carmelo Delli Santi, rappresentante della Promed Engineering. Conserva e Delli Santi sono entrambi accusati di concussione.

"Non ho alcuna intenzione di rinunciare all'incarico di Presidente di Ilva S.p.A.", ha detto Bruno Ferrante che aggiunge: "le contestazioni che mi sono state rivolte dal PM di Taranto appaiono inconsistenti e strumentali". "Proseguirò nel mio compito nell'interesse dei tanti lavoratori e dell'Azienda, convinto sempre che è possibile e doveroso coniugare ambiente, salute e lavoro".

"L'azienda ci ha appena comunicato la chiusura, pressoché immediata, di 'tutta l'area attualmente non sottoposta a sequestrò e ciò riguarda oltre 5000 lavoratori cui si aggiungerebbero a cascata, in pochi giorni, i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica". Lo dice il segretario Fim Cisl Marco Bentivogli.
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