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Il caso ILVA di Taranto

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda ranvit il 08/08/2012, 9:45

flaviomob ha scritto:E' strano: tanta gente a sparare alzo zero sui magistrati, poi si scopre che la cosa più saggia l'ha fatta proprio la magistratura...




Ci sono Magistrati e Magistrati....ovviamente!

Mediamente non ne ho una grande stima, ma questo non esclude che ci siano persone ragionevoli e che non amano le luci della rbalta come tanti Pm e qualche Giudice.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda trilogy il 11/08/2012, 20:52

Ilva, l'ordinanza del Gip: risanare gli impianti ma stop alla produzione. L'azienda ricorre

Un nuovo colpo di scena. L'Ilva dovrà risanare gli impianti dell'area a caldo sequestrati per disastro ambientale ma «senza prevedere alcuna facoltà d'uso» degli stessi «a fini produttivi». Lo ha disposto il gip di Taranto Patrizia Todisco in un nuovo provvedimento notificato ieri all'Ilva nel quale si specifica anche il ruolo dei custodi giudiziari. Con un nuova ordinanza il magistrato, che ha disposto il 25 luglio scorso il sequestro dell'acciaieria, intima ai custodi giudiziali - Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e Bruno Ferrante - di adottare «tutte le misure tecniche necessarie a scongiurarsi il protrarsi delle situazioni di pericolo e ad eliminare le stesse, situazioni in ragione delle quali il sequestro preventivo è stato disposto e confermato». In sostanza, la fabbrica si deve fermare per essere risanata sotto il profilo ambientale.

L'atto del gip cambia anche il quadro delle aspettative se si considera che in questi giorni Ilva e sindacati hanno auspicato che il risanamento fosse possibile con l'acciaieria in attività, sia pure a regime ridotto. La valutazione delle parti discendeva dal fatto che il Riesame, al quale l'Ilva ha fatto ricorso dopo l'ordinanza del 25 luglio scorso dello stesso gip, aveva sì confermato il sequestro ma anche disposto che i custodi giudiziali, tra i quali era stato inserito anche Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, garantissero «la sicurezza degli impianti» utilizzandoli «in funzione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e dell'attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbYcK6MG

Pd e Pdl: "Preoccupa decisione del gip" Mentre l'Idv difende la magistratura

Il ministro Clini auspica che prosegua "il percorso di risanamento degli impianti". Fassina: "Fare chiarezza al più presto. In gioco le prospettive dei lavoratori". Napoli: "Non c'è logica nella decisione". Zipponi: "Fassina ha preso un colpo di sole. I giudici applicano la legge". Bonelli attacca l'azienda
Lo leggo dopo

Pd e Pdl: "Preoccupa decisione del gip" Mentre l'Idv difende la magistratura (ansa)
E' polemica dopo la decisione del gip di Taranto 1, Patrizia Todisco, sul caso Ilva. Il magistrato ha stabilito che l'azienda dovrà risanare gli impianti dell'area a caldo sequestrati per disastro ambientale, ma "senza prevedere alcuna facoltà d'uso" degli stessi "a fini produttivi".

Clini. Sulla questione interviene il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, auspicando che prosegua "il percorso di risanamento degli impianti" dell'Ilva. "La decisione di interrompere le attività di produzione dovrebbe essere guidata dalla tipologia degli interventi da realizzare che in alcuni casi richiedono la fermata di parti degli impianti e in altri casi suggeriscono invece il contrario", ha detto Clini.

Vendola. "Credo che la drammaticità del momento imponga a tutti gli attori di questa vicenda di dare un contributo di chiarezza e di responsabilità", ha detto in una nota il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. "Credo che non corrisponda al comune sentimento di preoccupazione - prosegue Vendola - non poter comprendere in modo univoco quale sia, secondo la magistratura, il destino dell'Ilva. Se siamo dinanzi ad un provvedimento irreversibile di spegnimento della fabbrica oppure se siamo invece dinanzi ad un percorso di prescrizioni da rispettare". Per Vendola "è paradossale che un'intera città, e tutte le istituzioni dello Stato, non possano sapere se la soluzione che sia di svolta ambientale ma insieme di salvezza dell'azienda risulti interdetta per via giudiziaria".

Pd. La decisione del gip non piace al responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. "E' irrituale e molto preoccupante il provvedimento del gip di Taranto dopo la decisione del Tribunale del Riesame, dopo gli impegni assunti dall'azienda per la realizzazione degli interventi necessari alla salvaguardia della salute e dopo il Decreto del Governo sull'avvio delle bonifiche", si legge in una nota Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd. "E' necessario fare chiarezza al più presto", spiega Fassina, "Sono in gioco le prospettive di un'azienda strategica e il futuro di decine di migliaia di lavoratori".

Pdl. Critico anche Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl. "La decisione del gip di Taranto è grave, illogica e contraddittoria - ha detto Napoli - . Si comprende la necessità di tutelare un bene come l'ambiente, interesse generale e di tutti. Si comprende meno invece l'insistenza sul blocco produttivo dell'Ilva che lesiona un interesse non meno generale, visto che riguarda il lavoro di migliaia di operai oltre che gli interessi dell'Italia nel settore dell'acciaio". Gli fa eco Maurizio Sacconi del Pdl: "E' allarmante la decisione del Gip di bloccare la produzione dell'impianto di Taranto paralizzando il più grande sistema siderurgico europeo. La produzione è infatti compatibile con gli obiettivi di risanamento ambientale".

Idv. Scende in campo per difendere la scelta del gip invece l'Italia dei Valori. "E' incomprensibile la posizione del Pd che attacca il gip di Taranto, forse Fassina ha preso un colpo di sole in quanto parla, inoltre, di un piano aziendale che a nessuno è dato conoscere - ha detto il responsabile Welfare e Lavoro dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi. "La magistratura di Taranto, in tutte le sue istanze - aggiunge - sta tentando di applicare la legge italiana anche dentro l'Ilva, permettendo all'azienda di ristrutturarsi, mettendo in sicurezza gli impianti con la cessazione dell' inquinamento dell'aria, della terra e del mare. Sin dall'inizio la magistratura ha sopperito alla totale assenza delle istituzioni sul dramma che oggi stanno vivendo i lavoratori dell'Ilva e le loro famiglie".

Verdi. Sulla questione intervengono anche i Verdi che criticano invece il comportamento dell'azienda. "La scelta di Ilva di impugnare la decisione del gip è gravissima e dimostra che l'azienda è alla ricerca di una scorciatoia per evitare le prescrizioni della Procura e confermate dal Tribunale del riesame", ha detto il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "La più volte manifestata volontà dell'Ilva di collaborare con le istituzioni (a cui noi non abbiamo mai creduto) si è già esaurita? Su questo aspetto il governo dovrebbe riflettere attentamente visto che al comma 8 dell'articolo 1 del decreto su Taranto ha addirittura deciso di mettere a disposizione dei fondi per gli investimenti dell'azienda".

(11 agosto 2012)
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda franz il 12/08/2012, 10:03

La situazione è decisamente preoccupante.
Non vorrei essere nei panni dei lavoratori dell'ILVA, che rischiano una lunga cassa integrazione straordinaria (che tra l'altro significa se non sbaglio l'impossibilità di trovarsi altri eventuali lavori). E che significa per la città un calo immediato del reddito di oltre il 20% ed un enorme esborso di denaro pubblico (la CIGS è a carico dello Stato, non delle aziende).
La legalità è importante ma dovrebbe esserlo sempre (e doveva essere esercitata anche 30 anni fa).

La politica, responsabile del disastro, deve trovare un compromesso che coniughi lavoro e salute.
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda Robyn il 13/08/2012, 9:40

L'Ilva non può fermare la produzione perchè ne deriverebbero danni per l'occupazione e per l'industria italiana.La migliore cosa è che il governo dia mandato ad una delegazione governativa che stia sempre all'Ilva affinche verifichi che i lavori di bonifica ci siano,vengano realizzati in breve tempo e bene,senza interruzioni ciao robyn
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda ranvit il 13/08/2012, 12:03

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id ... sez=ITALIA

Ilva, governo verso il ricorso alla Consulta
Catricalà: la chiusura è un fatto gravissimo
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Sentenza sproporzionata, mette a rischio l'intera produzione dell'acciaio in Italia»


ROMA - «Partiamo dal presupposto che la tutela della salute e dell'ambiente è un valore fondamentale che anche il governo vuole perseguire e anche dal presupposto che noi rispettiamo le sentenze dei giudici - ha detto oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, in un'intervista al Gr1 sulla vicenda Ilva - Però, alcune volte queste sentenze non sembrano proporzionate rispetto al fine legittimo che vogliono perseguire e quindi noi chiederemo alla Corte costituzionale di verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale».

Catricalà: nessuno scontro con la magistratura. Secondo Catricalà non c'è nessun rischio di uno scontro con la magistratura: «No - dice - Noi contestiamo un singolo atto ritenendolo sproporzionato. Noi abbiamo stabilito con un decreto legge in linea con un orientamento preciso del Tribunale della libertà di continuare le lavorazioni che non sono dannose, che non sono nocive e nel frattempo cominciare seriamente la politica di risanamento. E abbiamo stanziato centinaia di milioni proprio per questo. Questo decreto legge resterebbe privo di qualsiasi valore se l'industria dovesse smettere di lavorare, se il forno si dovesse spegnere. Sarebbe un fatto gravissimo per l'economia nazionale, sarebbe un fatto grave non solo per la Puglia ma per l'intera produzione dell'acciaio in Italia».

«Missione dei ministri potrebbe evitare il rcorso alla Consulta». Catricalà definisce importante la missione dei ministri: «Dovranno parlare con il presidente della Regione, con la Provincia, con il Comune - dice - Speriamo che possano parlare anche con il Procuratore della Repubblica. E' chiaro che dovranno parlare anche con l'Ilva. La missione è molto importante e potrebbe anche servire a evitare il ricorso alla Corte costituzionale».
Lunedì 13 Agosto 2012 - 09:09 Ultimo aggiornamento: 09:12
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda lucameni il 13/08/2012, 13:16

LO STUDIO/A TARANTO MORTALITA'
PER TUMORI MAGGIORE DEL 15%

http://www.quotidianodipuglia.it/artico ... p?id=51557


TARANTO - È maggiore del 15 per cento l'incidenza dei tumori nell'area del sito dell'Ilva di Taranto, con un picco del 30 per cento in più per quelli al polmone: i dati saranno presentati al ministero della Salute a metà settembre prossimo.
Il ministro Renato Balduzzi riceverà nei prossimi giorni nuovi dati sul rischio dal Centro per il controllo delle malattie. Lo studio è stato già pubblicato sulla rivista Epidemiologia e Prevenzione e riguarda tutti i Siti di interesse nazionale per le bonifiche (Sin), 44 in tutto. La ricerca, che il 18 settembre sarà presentata al ministero, ha trovato per l'area di Taranto un «eccesso di circa il 30 per cento nella mortalità per tumore del polmone, per entrambi i generi, un eccesso compreso tra il 50 per cento (uomini) e il 40 per cento (donne) di decessi per malattie respiratorie acute», e un aumento del 10 per cento nella mortalità per le malattie dell'apparato respiratorio.


<<<<<<<<<<

http://qn.quotidiano.net/primo_piano/20 ... sche.shtml

Nella speranza che l'intero governo si trasferisca in pianta stabile a Taranto.


Qui l'opinione di un medico cavernicolo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... e/325111/+

La parola ambientalista, apparsa da pochi decenni nel vocabolario, ha subito disastrose distorsioni di significato e di senso. Così oggi qualcuno parla di ambientalismo massimalista, di lobby ambientaliste, di ambientalisti affamatori del popolo, di ambientalismo terrorista e perfino di ambientalismo che fa stragi. Mai di ambientalismo come comune esercizio di civiltà e coscienza. Addirittura, capovolgendo la realtà, il presidente della Puglia ha evocato, a proposito dell’Ilva, un certo “ambientalismo isterico” corresponsabile della perdita del lavoro a Taranto. Ripete il presidente – e il Governo con lui – l’ovvietà che bisogna abolire «la scelta tra lavoro e salute, perché in quel dilemma c’è la sconfitta della civiltà». Anche un bimbo è d’accordo e sa che il lavoro non deve avvelenare e uccidere, che l’acciaio serve e che bisogna produrlo senza ammazzare chi lo produce. Ma non è andata così.

Nella sinistra italiana, mentre intere regioni cadevano in mano agli ayatollah del cemento e ai pasdaran impuniti di uno sviluppo malato, mentre il Paese era costellato di fabbriche tossiche e frana sotto i mattoni, un pensiero falso operaista propagandava l’idea che bisogna mediare tra ambiente, salute e lavoro. E oggi definisce estremista chi solleva il problema dell’avvelenamento di intere comunità per “dare” lavoro. Lo marchia addirittura come complice di una condizione che la stessa sinistra ha concorso a produrre, disinteressata per tradizione alle irritanti questioni ambientali buone per signorine di buona famiglia consacrate all’ecologia come al ricamo. Così al termine ambientalista è stato malignamente infuso, sino dalla sua nascita, il significato di estremismo immaturo. Mentre il vero fanatismo è nell’estremismo industriale che ha avvelenato migliaia di persone, nella frenesia del cemento che ha distrutto intere regioni. Distrutte materialmente, culturalmente e moralmente. Sono estremisti in Germania dove puntano a consumo di suolo zero? Estremisti in Francia dove il permesso di costruire è una faccenda seria mentre da noi è spesso un patto a due, tra chi amministra e chi imprende? Sono mediatori in Cina, ricoperti da una nube di veleno? Mediatori in Russia dove le norme ambientali sono roba per deboli di stomaco? Moderati all’Ilva, moderati gli industriali e i governi i quali per decenni hanno permesso che in cambio di un po’ di lavoro si crepasse al grido di “meglio il fumo della fame”?

Il presidente della Puglia e il Governo che invia ministri contro i giudici dicono che loro stanno nel giusto mezzo. Eppure sanno che la mediazione è possibile solo tra forze comparabili. E dimenticano che dalla “mediazione” di Taranto è stata spietatamente cancellata la parte debole. Sanno che è stato un pezzo della società civile e la magistratura che hanno sostituito la politica connivente e muta. La mediazione, quella buona, non è appannaggio dei giudici. Oppure sono isterici anche i magistrati che, non avendo funzioni di negoziatore, applicano le norme? O i morti hanno esagerato a morire, i malati ad ammalarsi e sono malati isterici?

Se la E di ecologia diventa una sottile vernice rossa o verde, le pagine oscure sono destinate a moltiplicarsi.

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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda flaviomob il 13/08/2012, 17:21

Nel delirio collettivo dimenticano di dire che nessun giudice ha ordinato di spegnere gli altiforni, ma di tenerli in funzione sospendendo la produzione di acciaio fino alla messa in sicurezza.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda pianogrande il 13/08/2012, 18:50

flaviomob ha scritto:Nel delirio collettivo dimenticano di dire che nessun giudice ha ordinato di spegnere gli altiforni, ma di tenerli in funzione sospendendo la produzione di acciaio fino alla messa in sicurezza.


Il che mi sembra l'unico giusto compromesso.

Permettere di inquinare pur di produrre significherebbe giustificare l'inquinamento fin qui prodotto.
Come potrebbe la magistratura condannare gli inquinatori e permettere contemporaneamente di continuare ad inquinare?
Non è la magistratura che governa il paese.
Il suo compito è indagare e punire i reati ed impedire la loro prosecuzione (insieme alla forze dell'ordine).

Tutti quelli che adesso si agitano si offendono si irritano si ritengono non rispettati, cosa vogliono dalla magistratura che si giri dall'altra parte?

La frittata non l'ha fatta la magistratura.
L'hanno fatta proprio proprio loro.

Tutti adesso sono alla ricerca di giustificazioni tra le quali quella economico occupazionale è privilegiata.

Anche la mafia ha un enorme volume di affari.
Che facciamo?

Una domanda fondamentale.
Esiste un progetto di risanamento?
Risanamento, non semplice bonifica.
Bonifica, almeno nel gergo della fabbrica, è una operazione una tantum che non modifica lo stato delle cose.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda lucameni il 13/08/2012, 19:16

Questi signori tanto equilibrati che - molto italiani - seguono l'adagio appunto italico per il quale la legge non si applica ma si interpreta, li manderei tutti a Taranto a farsi delle belle inalazioni. 'na botta di salute, tanto più che pare - no? - non ci siano siano prove schiaccianti che faccia tanto male. Quindi - coerentemente - inalino.
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Re: Il caso ILVA di Taranto

Messaggioda franz il 13/08/2012, 20:54

pianogrande ha scritto:Permettere di inquinare pur di produrre significherebbe giustificare l'inquinamento fin qui prodotto.

Ok ma allora bisognerebbe incriminare (e condannare) 40 anni di giudici a Taranto per omissione d'atti di ufficio.
E bisognerebbe anche incriminare e condannare chi ha messo le case vicino alla fabbrica (o viceversa).
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