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Un budget di 42 miliardi: 97 per cento è in stipendi

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Un budget di 42 miliardi: 97 per cento è in stipendi

Messaggioda franz il 27/08/2008, 20:54

Il ministero dell'Istruzione pubblica il bilancio di previsione per il 2008
Gelmini: "Insostenibile". Obiettivo, taglio di quasi 110mila posti di lavoro

Scuola, un budget di 42 miliardi
il 97 per cento se ne va in stipendi

di SALVO INTRAVAIA

ROMA - Il personale assorbe quasi tutti i fondi destinati alla scuola italiana. Per il resto, non c'è molto spazio. Il ministero dell'Istruzione ha appena pubblicato il bilancio di previsione relativo al 2008 e i dati confermano le perplessità manifestate qualche settimana fa dallo stesso ministro, Mariastella Gelmini, che intende mettere mano ad una mezza rivoluzione per modificare un andazzo che considera una specie di palla al piede per il sistema di istruzione nazionale.

Scorrendo i numeri della tabella sintetica fornita dai tecnici di viale Trastevere si evince che su 100 euro del faraonico bilancio della scuola italiana 97 vanno direttamente nelle tasche dei dirigenti scolastici, degli insegnanti e del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario). La quota destinata alle spese di funzionamento (Informatica di servizio, cancelleria e spese di pulizia esternalizzate) supera di poco l'1 per cento. La restante parte (il 2 per cento circa) viene trasferito ad enti pubblici e privati o viene utilizzato per l'edilizia scolastica (la cui competenza in materia di costruzione e, ristrutturazione e ammodernamento degli edifici scolastici compete agli enti locali) e per l'innovazione tecnologica nelle scuole.

Quelle contenute nel bilancio dell'istruzione statale sono cifre da capogiro. Le autorizzazioni di cassa, i soldi effettivamente spendibili, ammontano a 42 miliardi e mezzo di euro. Al personale tutto, che conta un milione e cento mila addetti ai lavori, vanno 41 miliardi e 174 milioni. Anche per questa ragione la manovra economica estiva, recentemente approvata dal governo Berlusconi non senza polemiche, ha preso di mira le casse di Palazzo della Minerva. L'obiettivo da raggiungere in tre anni è quello di tagliare 67 mila posti di insegnante e 42 mila e 500 fra bidelli, assistenti di laboratorio e addetti alle segreterie. Dai tagli in questione, cui vanno aggiunti quelli previsti da Padoa Schioppa, il governo conta di racimolare qualcosa come otto miliardi di euro che solo in parte verranno utilizzati per rilanciare la scuola pubblica. E proprio su questo punto i rappresentanti dei lavoratori hanno attaccato la manovra.

Spulciando tra i numeri si scopre che gli uffici centrali (del ministero) e periferici (i 20 Uffici scolastici regionali e gli oltre 100 uffici scolastici provinciali) assorbono circa mezzo miliardo di euro. Che i trasferimenti diretti alle scuole non statali, sui quali alcuni sindacati manifestano dubbi di costituzionalità, ammontano al oltre 535 milioni, mentre Educazione degli adulti, istruzione post secondaria e Diritto allo studio e condizione studentesca, Ricerca e innovazione rappresentano ancora autentiche cenerentole.

"Quando la spesa per il personale ha una tale incidenza sul bilancio complessivo del ministero - ha commentato il ministro Mariastella Gelmini - questo significa che la nostra scuola non ha la capacità, se non si interviene strutturalmente, di rinnovarsi e di guardare con serenità al futuro. Dobbiamo assolutamente porre rimedio ad una situazione insostenibile. La scuola italiana è stata troppo spesso usata in passato come un ammortizzatore sociale. E' un dovere morale verso le nuove generazioni rivedere completamente il sistema scuola in Italia".
(27 agosto 2008)
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Non è una novità. Lo si sa da circa una decina di anni.
Perché deve fare notizia oggi?
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Re: Un budget di 42 miliardi: 97 per cento è in stipendi

Messaggioda pagheca il 28/08/2008, 9:47

siamo sicuri che una valutazione della Scuola puo' essere fatta sulla base di questo criterio? Perche' in Italia non esistono agenzie di rating per i servizi esattamente come in tanti paesi europeI (UK) in grado di fornire un aggiornamento periodico della situazione?

Polemiche come questa o quella sugli insegnanti meridionali distraggono l'attenzione del pubblico fino a quando non si hanno dati precisi su cui basarsi per valutare la qualita' della scuola e i suoi problemi e fissare delle policy (parola intermedia tra criteri e procedure) su cui basarsi per valutare la qualita' della Scuola e delle scuole. La valutazione delle cose diventa aneddotica anziche' basarsi su dati reali e si presta ad inconcludenti interpretazioni di parte.

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Re: Un budget di 42 miliardi: 97 per cento è in stipendi

Messaggioda mario il 30/08/2008, 13:35

Il problema principale della scuola italiana non credo sia il monte-stipendi, quanto la qualità dell’insegnamento.
Se vogliamo migliori risultati si dia incarico a qualcuno di valutare scuole e singoli docenti, sulla base di test effettuati sugli studenti a inizio e fine anno, che portino all’attribuzione di un punteggio relazionato anche alle maggiori difficoltà di chi insegna ai ragazzi appartenenti alle fasce sociali meno avvantaggiate.
Si mettano, nelle scuole pubbliche che operano negli ambienti più difficili, gli insegnanti migliori pagandoli il doppio degli altri.
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Re: Un budget di 42 miliardi: 97 per cento è in stipendi

Messaggioda franz il 30/08/2008, 15:26

pagheca ha scritto:siamo sicuri che una valutazione della Scuola puo' essere fatta sulla base di questo criterio? Perche' in Italia non esistono agenzie di rating per i servizi esattamente come in tanti paesi europeI (UK) in grado di fornire un aggiornamento periodico della situazione?

Polemiche come questa o quella sugli insegnanti meridionali distraggono l'attenzione del pubblico fino a quando non si hanno dati precisi su cui basarsi per valutare la qualita' della scuola e i suoi problemi e fissare delle policy (parola intermedia tra criteri e procedure) su cui basarsi per valutare la qualita' della Scuola e delle scuole. La valutazione delle cose diventa aneddotica anziche' basarsi su dati reali e si presta ad inconcludenti interpretazioni di parte.

pagheca

La valutazione: no, non è certo un parametro diretto ma in mancanza di altri è pur sempre un parametro.
Altri sistemi scolastici vedono l'80% circa in stipendi ed il 20% in investimenti, sussidi didattici, aiuto allo studio (sussidi, borse di studio, prestiti di studio) biblioteche, laboratori etc. E per gli stipendi si ritrovano molti meno insegnanti ma pagati molto bene. Questi sistemi funzionaneo meglio (dati PISA/OECD alla mano).

Le polemiche sugli insegnanti meridionali o settentrionali non hanno ne' capo ne' coda, perché non è chiaro chi sia meridionale: uno che è venuto al nord 2 mesi fa o anche uno che vive a milano o bergamo da 30 anni?
Non esistono quindi statistiche oggettive e scientifiche a riguardo. Il malato in Italia è la scuola e non la "etnia" dei docenti.

Comunque dagli studi PISA emerge che le scuole (sedi scolastiche) del sud sono le piu' disastrate quanto a risultati sulla preparazione dei ragazzi. Un singolare esperimento parallelo, condotto con i dati PISA ma non nell'ambito OECD evidenzia problemi anche con il corpo insegnante. Nel senso che rifacendo ai docenti le stesse domande fatte ai ragazzi si trovano le stesse percentuali (elevate) di risposte errate. Non è una sorpresa. Poiché la scienza puo' arrivare nelle nostre menti solo per insegnamento, è evidente che risultati pessimi dei ragazzi (diversi nelle scuole tra nord, centro e sud) sono accompagnati da una diversa qualità della docenza nelle diverse sedi scolastiche. Emerge quindi che al sud ci sono promenli sia nei ragazzi che negli insegnanti mentre le scuole del Nord vanno bene (sono nella media OECD) anche se nelle scuole del Nord ci sono (si dice) molti insegnanti meridionali.

Dico e sottolineo "si dice" perché non esiste alcuna rilevazione statistica sulla origine dei docenti.
Facile in certi paesi vedere se uno è "di colore" o bianco ma per quanto riguarda la nostra origine non sta scritto "terrone" in nessuna parte (per fortuna) e tanto meno sulla carta di identità. Quindi si tratta solo di demagogia leghista.
L'unico dato oggettivo (PISA) riguarda le suole del SUN nel loro complesso, senza considerare affatto la provenienza "etnica" del corpo insegnante, cosa che una organizzazione seria come OECD non si permetterebbe (spero) di fare.

Ciao,
Franz
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Re: Un budget di 42 miliardi: 97 per cento è in stipendi

Messaggioda franz il 30/08/2008, 15:33

mario ha scritto:Il problema principale della scuola italiana non credo sia il monte-stipendi, quanto la qualità dell’insegnamento.
Se vogliamo migliori risultati si dia incarico a qualcuno di valutare scuole e singoli docenti, sulla base di test effettuati sugli studenti a inizio e fine anno, che portino all’attribuzione di un punteggio relazionato anche alle maggiori difficoltà di chi insegna ai ragazzi appartenenti alle fasce sociali meno avvantaggiate.
Si mettano, nelle scuole pubbliche che operano negli ambienti più difficili, gli insegnanti migliori pagandoli il doppio degli altri.

monte stipendi e qualità dell'insegnamento sono aspetti diversi che pero' sono collegati.
Ottimi stipendi invogliano le persone migliori (piu' preparate) ad essere inserite in un sistema formativo.
Questo è sicuramente vero nelle università del mondo (che si contendono i migliori docenti) ma anche a tutti i livelli, anche alle scuole elementari.
Da noi, fin dai temi del 1960 - modello democristiano - vige il modello "tanti insegnati ma pagati poco".
Questo non attira le eccellenze ma troppo spesso attira chi non trova soluzioni migliori e piu' adatte alla sua professionalità.

Ottima la tua proposta. Considera che in ambito federalistico sarebbe immediatamente attuabile, ove ci sia una maggioranza locale disposta ad attuarla.

Ciao,
Franz
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Re: Un budget di 42 miliardi: 97 per cento è in stipendi

Messaggioda bladerun il 31/08/2008, 6:22

Solita notizia inutile! Ditemi quanto si spende per alunno, ditemi quanti sono gli alunni per insegnante, datemi delle valutazioni ex-post sulla qualità dell'apprendimento, tutto sempre paragonato agli altri paesi europei. Poi, se volete, tagliamo il personale in eccesso, ma, per favore, reinvestendo ogni centesimo risparmiato nella scuola stessa (pubblica!!!).
Claudio
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