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Inceneritori e tumori

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Inceneritori e tumori

Messaggioda flaviomob il 25/04/2012, 15:09

Vicino agli inceneritori aumenta la mortalità per il cancro. Il caso di Forlì


di Maria Ferdinanda Piva

Vicino agli inceneritori il cancro colpisce più duramente. L’Arpa Toscana (non un comitato di cittadini preoccupati, ma l’agenzia regionale per la protezione ambientale) ha messo sotto la lente di ingrandimento la situazione a Forlì. Già uno studio francese, qualche anno fa, aveva mostrato un legame fra incidenza del cancro e presenza di inceneritori.
Però, si disse allora per tranquillizzare, quel lavoro riguardava le persone esposte alle emissioni negli Anni 70 ed 80, ed ammalatesi nel periodo 1990-1999: in seguito le norme anti inquinamento sono migliorate. Ma i dati di Forlì sono più recenti.

La notizia su Forlì è on line sull’ultimo numero del notiziario dell’Arpa Toscana, e cita come fonte uno studio pubblicato l’anno scorso su Environmental Health relativo all’impatto sulla salute di inceneritori e discariche in Italia, Inghilterra e Slovacchia (tutti i link in fondo, come sempre).

Il testo su Environmental Health non cita mai Forlì, nè alcun sito specifico in Italia o all’estero. E’ presumibile che l’Arpa Toscana abbia scavato nei numeri che vi sono confluiti. Presumibile, ma non dichiarato. Per la cronaca, sul saggio di Environmental Health da cui ha attinto l’Arpa Toscana i ricercatori calcolano che nel periodo 2001-2050 saranno legati ai 49 inceneritori italiani (il dato riguarda quelli che erano in funzione nel 2001) 2.729 casi di cancro su persone che abitano entro i tre chilometri dagli inceneritori stessi (55 casi per impianto); la grande maggioranza di questi attesi casi di cancro, aggiungono, sarà dovuta all’esposizione avvenuta prima del 2001. Concludono inoltre – a livello generale, e non solo italiano – che l’impatto sulla salute degli inceneritori è modesto se comparato ad altre fonti di inquinamento, quali il traffico o le emissioni delle industrie.

Fin qui il background. La notizia pubblicata da Arpa Toscana avverte che a Forlì sono in funzione, a 300 metri uno dall’altro, due inceneritori: di rifiuti solidi urbani, dal 1976, e di rifiuti ospedalieri, dal 1991.
E’ stata presa in considerazione l’area nei 3,5 chilometri attorno al punto equidistante fra i due inceneritori, e la popolazione qui residente dal 1990. Coloro che vi sono arrivati in seguito sono entrati nello studio solo dopo aver “maturato” cinque anni di residenza.
Gli altri ingredienti dell’analisi: un modello di dispersione delle sostanze inquinanti tarato sulla realtà locale, le banche dati di mortalità regionale del Registro Tumori Romagnolo (dal 1990 al 2003), il database delle Schede di Dimissione Ospedaliera dal 1999 al 2003.

Il tutto è stato ulteriormente filtrato in modo statisticamente opportuno tenendo conto sia delle caratteristiche socio economiche degli individui sia della loro esposizione all’inquinamento da traffico.

Risultato. Negli uomini sono risultati associati alla presenza degli inceneritori i casi di cancro al colon retto. Nelle donne è risultata associata alla presenza degli inceneritori la mortalità per tutti i tipi di tumore, in particolare per il cancro a stomaco, colon, fegato e seno.

http://www.articolo21.org/2012/04/vicin ... -di-forli/


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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda franz il 25/04/2012, 16:40

SE i casi di tumore sono legati a polveri fini, cosa piu' che verosimile, la causa puo' essere originata non tanto dalle emissioni dell'inceneritore in se' (che oggi sono ridotte e sotto controllo, nelle tecnologie piu' moderne) ma dall'inquinamento generato dai mezzi compattatori. Secondo uno studio che mi era pervenuto un paio di anni fa ed era stato discusso non ricordo se su forumista.it o su ulivo.it il 95% delle emissioni di polveri fini legate alla filiera dei rifiuti è causata dagli automezzi che trasportano i rifiuti. Naturalmente questa concentrazione sale nei dintorni dei luoghi finali di raccolta perché li' convergono, a raggiera, tutti gli automezzi. La cosa pero' sarebbe a questo punto del tutto indipendente dalla tecnologia impiegata per lo smaltimento e spiegherebbe anche i casi di tumore attorno alle discariche ed altre aree di raccolta, anche quelle senza incenerimento.
Maggiore è la dimensione del luogo di raccolta, maggiore è il numero di automezzi che vi si recano, carichi, e che abbandonano il luogo, scarichi. Spesso contretti ad attese per poter scaricare. Normalmente un compattatore ha capacità attorno alle 6 tonnellate e quindi gli apporti verso un inceneritore come quello di acerra (41'000 T/mese) causano dal 6 ai 7mila viaggi al mese (non tutti i veicoli poi sono pieni al 100%) e quindi quasi 82'000 viaggi all'anno. La mole di inquinamento nelle vicinanze è quindi fortemente influenzata dagli automezzi, piu' che dalla canna fumaria, dotata di filtri.
http://www.osservatorioacerra.it/erc/ER ... re2009.pdf
Pe esempio la produzione di febbraio 2012 http://www.osservatorioacerra.it/erc/ER ... 202012.pdf ha visto l'arrivo di 47'300 tonnellate e quindi presumibilmente di quasi 8'000 camion.
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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda lucameni il 25/04/2012, 18:56

Tant'è in Europa, in teoria, in attesa che gli studiosi (si spera in buona fede) disquisiscano, dovrebbe essere in vigore uno dei principi base: quello della precauzione.
Che però contrasta con altre istanze di tipo economico, e allora spesso viene interpretato con molta disinvoltura o proprio non ricordato. Oppure considerato uno strumento politico di gestione del rischio, non altro.
Da noi, mi sa, si prescinde proprio e non credo il motivo sia sempre "popperiano" o fondato sull'analisi costi-benefici.
Penso, ma ovviamente la cosa è contestabile, che da noi valga più il detto "fare i finocchi col culo degli altri".
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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda flaviomob il 26/04/2012, 0:21

Io credo che dipenda molto anche dal tipo di rifiuti che entrano nell'inceneritore. Se la selezione non viene effettuata correttamente ci può essere la produzione di diossina, notoriamente cancerogena (è questo il caso dell'inceneritore di Acerra, come denunciato da Saviano nel libro "Vieni via con me", in cui entra praticamente di tutto).


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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda franz il 26/04/2012, 8:39

flaviomob ha scritto:Io credo che dipenda molto anche dal tipo di rifiuti che entrano nell'inceneritore. Se la selezione non viene effettuata correttamente ci può essere la produzione di diossina, notoriamente cancerogena (è questo il caso dell'inceneritore di Acerra, come denunciato da Saviano nel libro "Vieni via con me", in cui entra praticamente di tutto).

Chiaro, ma altrettanto chiaro che il monitoraggio, fatto sia dai tecnici della centrale sia da quelli dell'ARPA e pubblicato costantemente in modo trasparente http://www.osservatorioacerra.it/erc/Ac ... C_Aria.htm http://www.arpacampania.it/acerra/home.asp serve proprio a verificare la qualità del filtraggio. Il fatto è poi che un inceneritore non è inserito solitamente in un contesto "bucolico" ma in contesti industriali particolarmente densi, vicino a grandi vie di traffico per cui viene difficie poi individuare, tra le tante fonti, quella responsabile del superamento eventuale di soglie.

Sul principio di precauzione va detto che esso si applica non in presenza di vaghi sospetti ma di una concreta serie di indizi scientifici, pur non completi e anche se la valutazione del rischio non è definitiva. Insomma ci deve essere qualche cosa di concreto e non si puo' pretendere il rischio zero. Inoltre si valutano anche le alternative. Per i rifiuti, tra lasciarli in strada (dove verranno bruciati) oppure depositarli in discarica (dove potrebbe essere a rischio la falda freatica) oppure bruciarli in un apposito termovalorizzatore, l'ultima soluzione appare per ora la migliore, pur non essendo priva di rischi per la salute (visto che il rischio zero non esiste). Chiaro che prima occorre una sana politica di separazione dei rifiuti e riciclaggio di tutto quanto è riciclabile, compostaggio compreso (e dovremmo imparare anche a produrre meno rifiuti) ma alla fine una parte da conferire da qualche parte ci sarà sempre (almeno per i prossimi decenni) ed una soluzione (lo abbiamo capito a napoli) va trovata oggi, non fra secoli. Altro fatto: non tutti i termovalorizzatori sono uguali ed esiste un costante progresso tecnologico. Un inceneritore costruito oggi è migliore di uno di 10 anni fa e tra 10 anni la situazione sarà ulteriormente migliorata, o magaria avranno trovato una soluzione migliore.

C'è poi un aspetto importante che va compreso. Una massaia che vive a 3 km da un termovalorizzatore e cucina due volte al giorno con una cucina a gas, è soggetta ad un inquinamento in polveri fini dai fornelli che é mi pare di ricordare un milione di volte superiore a quello dell'inceneritore. Quello che conta è la distanza tra la persona e la fonte e quando la massaia si china sulla pentola per odorare cio' che sta preparando, gesto tipico, istintivo e ritenuto innocuo, in realtà sta inalando polveri fini in una quantità spropositata, che se fosse emessa dal termovalorizzatore porterebbe alla sua immediata chiusura. Nessun principio di precauzione impedisce alla massaia di cucinare, tuttavia se il fornello fosse elettrico o a induzione magnetica, per la sua salute sarebbe mille volte meglio, anche se piu' costoso. Anzi approfittando della vicinanza del termovalorizzatore, che produce energia elettrica, il bilancio per la salute umana è assolutamente positivo. Nel senso che tra una discarica e 100'000 famiglie che usano il gas per cucinare e un termovalorizzatore e 100'000 famigle che usano l'elettrico in cucina, il guadagno di salute nel secondo caso è enorme. Rischi anche superiori li vive chi in ufficio o a casa ha una stampante laser, una fotocopiatrice e non arieggia costantemene i locali. I livelli di inquinamento per polveri fini in una copisteria sono allucinanti, come letto sullo stesso studio di cui parlavo prima e naturalmente il rischio maggiore è per chi ci lavora. Il principio di precauzione è mai stato usato per chiudere una copisteria o vietare stampanti laser e fotocpiatrici in ambienti chiusi e poco arieggiati?
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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda lucameni il 26/04/2012, 10:54

Diverso discorso. Lì si parla di chiari ambienti lavorativi, di persone che ci lavorano volontariamente.
In merito agli inceneritori di ampie comunità che non scelgono un bel nulla ma si ritrovano così a giochi fatti e sulla base di decisioni, come sempre avviene in Italia, prese senza autentica consultazione democratica.
I processi decisionali in Italia, almeno rispetto altri paesi europei, da quel lato sono carenti e quando poi soltanto si sfiorano aspetti che implicano danni alla salute, mi pare scontato che ne vengano fuori proteste.
E poi: in un Italia dove la raccolta differenziata latita, l'unico modo per ovviare a carenze organizzative sono gli inceneritori.
Altro motivo di protesta, anche questo piuttosto scontato.
Rimane il fatto che il principio di precauzione è controverso proprio quando si vanno a toccare interessi economici; tanto più amplificati in presenza di uno Stato che latita e non organizza.
Ma una sana politica deve essere in grado sia di organizzare sia di dare priorità.
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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda franz il 26/04/2012, 11:53

lucameni ha scritto:E poi: in un Italia dove la raccolta differenziata latita, l'unico modo per ovviare a carenze organizzative sono gli inceneritori.
Altro motivo di protesta, anche questo piuttosto scontato.
Rimane il fatto che il principio di precauzione è controverso proprio quando si vanno a toccare interessi economici; tanto più amplificati in presenza di uno Stato che latita e non organizza.
Ma una sana politica deve essere in grado sia di organizzare sia di dare priorità.

Sul primo punto credo vada precisato che in Ct. Ticino, dove la raccolta differenziata è avanzatissima e si ricicla circa il 50% del volume totale ( http://www4.ti.ch/dt/da/spaas/ugr/temi/ ... o-rifiuti/ ) è stato appena costruito, un termovalorizzatore proprio per la parte che non è possibile smaltire diversamente, che funziona nei limiti, ben piu' severi, delle disposizioni ambientali elvetiche http://www3.varesenews.it/scienza_tecno ... ?id=174808.
Il principio di precauzione è controverso perché è tutto sommato ancora non ben definito; è una saponetta sgusciante che molti tentano di afferrare per usarla impropriamente. Ma non certo perché si vanno a toccare interessi economici. Dato che tutto tocca interessi economici e che gli interessi economici sono dietro ogni soluzione, tecnologica e non. Il problema è che è possibile abusare, ideologicamente, del principio di precauzione in ogni momento e soprattutto contro le nuove tecnologie (proprio perché nuove e quindi con maggiori incognite) e che questo puo' essere agilmente fatto da chi difende gli interessi delle vecchie tecnologie.

Sul fatto che alcuni ambianti lavorativi siano pericolosi (vero) mi pare una buccia di banana, se i lavoratori "volontari" (ma quando?) non sanno i rischi a cui si espongono e nemmeno chi a casa usa un fornello a gas (o la vecchia cucina economica) per cucinare.
Quindi forse gli interessi piu' forti (e concordanti) ci sono quando non si denuncia un pericolo, mentre quando lo si denuncia dietro potremmo avere solo i concorrenti di una nuova (o vecchia) tecnologia e quindi un conflitto di interessi.
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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda lucameni il 26/04/2012, 14:17

vabbè ma qui si parla di inceneritori: rimedio facile alla disorganizzazione italica, associata ad appalti. E ad un inquinamento sul quale è proprio difficile minimizzare.
Io fossi nei panni di un cittadino con un inceneritore prossimo venturo dalle sue parti sarei parecchio seccato; sia nel rilevare la mancanza di alternative proposte per eliminare i rifiuti, sia nel vedere tutti gli arrampicamenti sugli specchi, lsia e statistiche (opinabili) tirate fuori da coloro che, colpevolmente, non hanno trovato di meglio che ricorrere - ancora - all'inceneritore e non hanno fatto di meglio che lasciare dubbi e timori in capo alla cittadinanza.
Le statistiche (opinabili) lasciano il tempo che trovano in carenza di una politica efficiente e che - un minimo - tenga conto del fantomatico principio di precauzione.
E sicuramente irrita la sicumera di qualche politico che vuole costruire inceneritori senza troppo ascoltare e senza dover dare troppe risposte.
In provincia di Firenze è successo proprio così, anche da parte di un presunto "nuovo".
Quindi ritengo siano tutti progetti e soluzioni da non prendere sotto gamba e semplicemente facendosi forza della possibile (presunta) demagogia "verde".
Esiste un'altra demagogia che nasconde inefficienza e menefreghismo. E a volte interessi poco limipidi.
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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda franz il 26/04/2012, 14:36

lucameni ha scritto:vabbè ma qui si parla di inceneritori: rimedio facile alla disorganizzazione italica, associata ad appalti. E ad un inquinamento sul quale è proprio difficile minimizzare.
Io fossi nei panni di un cittadino con un inceneritore prossimo venturo sarei parecchio seccato; sia nel rilevare la mancanza di alternative proposte per eliminare i rifiuti, sia nel vedere tutti gli arrampicamenti sugli specchi, le statistiche (opinabili) tirate fuori da coloro che, colpevolmente, non hanno trovato di meglio che ricorrere - ancora - all'inceneritore.

La mancanza di alternative valide non dobbiamo certo chiederla (o imputarla) alla politica.
Scienza, tecnologia, invenstimenti qui la fanno da padrone e questo vale naturalmente anche nei paesi diversi dal contesto italiota. Nel senso che se oggi nasce una nuova tecnologia, per dire, in Canada, tutti gli addetti lo sanno e possono verificare la sperimentazione, i pro ed i contro (ci sono sempre entrambi). E questo non c'entra con il principio di precauzione. Sarei molto piu' seccato molto di piu' se vicino avessi una discarica a cielo aperto oppure una situazione tipo napoli o palermo.
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Re: Inceneritori e tumori

Messaggioda lucameni il 26/04/2012, 15:09

Le alternative ci sono e alcuni casi, italiani e non, lo dimostrano.
Iniziative partite da amministratori locali che magari hanno voluto cambiare rotta rispetto usi e costumi consolidati.
E comunque il fatto che vi siano innumerevoli occasioni per farsi del male, senza che si metta in mezzo il principio di precauzione, sia in casa propria sia sul lavoro, non significa dare il via libera ad altro che può legittimamente essere considerato nocivo.
Non è che la presenza di inquinamenti in casa o sul lavoro deve diventare pretesto per oberare il cittadino di altre porcherie e così chiedere il suo silenzio.
Sarebbe (ed è) un'ulteriore forma di benaltrismo.
Statistiche o non statistiche (quali poi?).
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