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Fujifilm è riuscita dove Kodak ha fallito

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Fujifilm è riuscita dove Kodak ha fallito

Messaggioda franz il 20/01/2012, 9:55

casi aziendali
Una rivoluzione, due destini
Fujifilm è riuscita dove Kodak ha fallito

La digitalizzazione della fotografia ha posto i colossi della pellicola davanti all'esigenza di trasformare il proprio modello di business o scomparire. La casa giapponese ci è riuscita, i suoi competitor americani no e si avviano alla bancarotta
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Un'azienda ha la leadership del suo settore, guadagna miliardi, gode di una situazione di quasi monopolio nel proprio paese. Poi arriva una nuova tecnologia che in breve tempo la distrugge. E' sempre accaduto, in tanti campi, fa parte delle leggi del capitalismo. Ma quando un'azienda subisce una sorte di questo tipo e un'altra quasi identica, nel medesimo settore, nelle medesime condizioni, sopravvive alla sfida tecnologica e riesce a dominare nuovamente il mercato, allora il capitalismo ci fa capire che le sue leggi non hanno per tutti le stesse conseguenze. C'è chi si adatta al cambiamento e sa cavalcarlo, e chi no. E' una lezione a cui il settimanale britannico Economist dedica nel numero oggi in edicola un ampio servizio, partendo dalla storia di due aziende che si sono a lungo somigliate, l'americana Kodak e la giapponese Fujifilm, fino al momento in cui, reagendo in modo differente alla rivoluzione digitale, la prima è quasi sul punto di scomparire e la seconda ha trovato nuove vie per affermarsi.

L'Economist ricorda la massima (forse apocrifa) di Lenin, secondo cui un capitalista venderebbe anche la corda con cui impiccarsi: quello che è accaduto, più o meno alla Kodak. Nel 1975 l'azienda Usa creò una delle prime macchine fotografiche digitali. Quella invenzione, seguita dalla sviluppo degli smartphone, i telefonini intelligenti che fanno di tutto, incluso fotografare come un'ottima macchina fotografica (è dei giorni scorsi la notizia che l'iPhone 4 è diventato lo strumento più usato per scattare foto e che le macchine fotografiche digitali sono dunque sul viale del tramonto), ha sostanzialmente condannato la Kodak a morte.

E' difficile da credere per chi appartiene alla generazione dei baby-boomers, perché la compagnia americana, fondata nel 1880, è stata in pratica un sinonimo di fotografia e di apparecchio fotografico per tutto il ventesimo secolo. Nel 1976, il 90 per cento delle pellicole e l'85 per cento delle macchine fotografiche vendute negli Stati Uniti erano Kodak. Fino agli anni '90 era regolarmente considerata una delle marche di maggiore valore al mondo. Poi sono arrivate le macchine fotografiche digitali. Se nel 1996 la Kodak aveva un fatturato di 16 miliardi di dollari annuo, con 2 miliardi e mezzo di dollari di profitti, nel terzo trimestre 2011 ha riportato una perdita di 222 milioni di dollari, il nono trimestre in rosso negli ultimi tre anni. Nel 1988 aveva 145 mila dipendenti sparsi per tutto il pianeta; oggi non ne ha neanche un decimo di quel totale. A Rochester, il suo quartier generale negli Usa, circolano da tempo voci di amministrazione controllata e bancarotta.

La Fujifilm ha goduto a lungo in Giappone della stessa situazione di semi monopolio di cui ha goduto la Kodak in America. La rivoluzione digitale le ha creato gli stessi problemi. Ma oggi l'azienda giapponese ha una capitalizzazione di mercato di 12 miliardi e mezzo di dollari - contro quella di 220 milioni di dollari della Kodak. Come mai?

Perché ha reagito alla sfida tecnologica in modo completamente differente, è la risposta dell'Economist. Mentre la Kodak ha affrontato il cambiamento con una mentalità conservatrice, la Fuji ha sviluppato da subito una strategia innovatrice su tre piani: tirare fuori più soldi possibile dal vecchio business della fotografia (riducendo il personale e tagliando i costi), sfruttando il digitale in nuove direzioni e diversificando il proprio business. Ha avuto anche fortuna, perché la Kodak ha provato a utilizzare le sue riserve di migliaia di agenti chimici in campo farmaceutico, ed ha fallito, mentre la Fuji ha fatto la stessa cosa in campo cosmetico, e ha fatto centro. Ma soprattutto non ha esitato a smantellare la vecchia mentalità e a percorrere strade inedite. Il nuovo amministratore delegato della Fuji, Shigetaka Komori, ha fatto qualcosa di impensabile per la mentalità giapponese: ha distrutto i piani e la filosofia dei suoi predecessori, ovvero di coloro che lo avevano scelto per l'incarico, un tabù che in Giappone equivale al tradimento. E mentre nella company-town di Rochester, negli Usa, i manager della Kodak cercavano di controllare la rivoluzione digitale senza cambiare troppo, il nuovo boss della Fuji ha licenziato a briglia sciolta (altro tabù nell'impero del Sol Levante), fatto a fette i costi e speso 9 miliardi di dollari in investimenti in 40 nuove società nel corso di un decennio (gli anni Duemila). "E' stata un'esperienza dolorosa", confida Komori al settimanale londinese, "ma senza ricostruire da cima a fondo il nostro business model, il nostro modello aziendale, non avremmo potuto sopravvivere".

E' il modus operandi prescritto da "The innovator's dilemma", un nuovo manuale d'azione per le aziende confrontate dal cambiamento tecnologico, scritto dal guru del business Clay Christensen e di crescente influenza in tanti settori dell'economia globale, osserva l'Economist. La cui lezione si conclude con una morale paradossale: l'americana Kodak si è comportata come lo stereotipo dell'azienda giapponese ostile ai mutamenti; e la giapponese Fujifilm si è comportata come una flessibile azienda americana sempre capace di reinventarsi. Dall'introduzione della strada ferrata al web, è sempre stato quest'ultimo il modello vincente.


(13 gennaio 2012) www.repubblica.it
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Re: Fujifilm è riuscita dove Kodak ha fallito

Messaggioda flaviomob il 21/01/2012, 0:50

l'iPhone 4 è diventato lo strumento più usato per scattare foto e che le macchine fotografiche digitali sono dunque sul viale del tramonto


beh insomma... l'iPhone 4 costa 6-8 volte il prezzo di una macchina digitale...


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Re: Fujifilm è riuscita dove Kodak ha fallito

Messaggioda franz il 21/01/2012, 10:06

flaviomob ha scritto:
l'iPhone 4 è diventato lo strumento più usato per scattare foto e che le macchine fotografiche digitali sono dunque sul viale del tramonto


beh insomma... l'iPhone 4 costa 6-8 volte il prezzo di una macchina digitale...

Vero, ma fa molte altre cose in più. In pratica è un vero e proprio computer, con wi-fi, navigatore, fa foto e film,e con le app puo' fare migliaia di cose. Ho da un paio di anni un sistema con Android (che ritengo superiore come complesso, pur inferiore come macchina fotografica) e difficilmente potrei farne a meno, soprattutto per il lavoro.
Le foto serie pero' le faccio con una macchina digitale a ottica intercambiabile, non con il telefonino.
Sicuramente non faccio piu' foto con pellicola dal 2002, quindi da una decina di anni.
Pensiamo solo a quanto inquinamento in meno, sia per lo sviluppo del negativo o delle dia, sia per la stampa delle foto.
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