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Università e ricerca italiana non sono poi cosi' male...

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Università e ricerca italiana non sono poi cosi' male...

Messaggioda ranvit il 30/11/2011, 14:07

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol ... 2fc6.shtml


Brevettata dall'Università La Sapienza, Politecnico di Milano e Cnr
È italiana la «porta logica»
del computer quantistico
Un chip di vetro di due centimetri per il calcolatore che userà i fotoni al posto degli elettroni

La «porta logica» italianaLa «porta logica» italiana
MILANO - È un chip di vetro di due centimetri di lato la nuova «porta logica» del futuro computer quantistico che invece degli elettroni userà la luce, cioè i fotoni. L’hanno ideata, costruita e brevettata un gruppo di ricercatori italiani dell’Università La Sapienza di Roma, del Politecnico di Milano e dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr. I dettagli sono ora pubblicati sulla rivista britannica Nature Communications.

QU-BIT - Sul chip con un laser è stato inciso un circuito integrato che pilota i fotoni in maniera precisa governando la luce polarizzata e trasferendo così una maggiore quantità di informazione in qu-bit che sono gli elementi di base di un computer quantistico. «Finora si lavorava con specchi e altri elementi convenzionali», spiega Paolo Mataloni, professore di ottica quantistica all’Università La Sapienza. «Adesso il nuovo dispositivo miniaturizzato consente risultati prima inimmaginabili e permette di utilizzare l’informazione contenuta nel fotone sfruttando appunto la polarizzazione dello stesso fotone».

CNOT - Il chip di vetro è stato battezzato Cnot e rappresenta uno degli elementi fondamentali per la realizzazione dei computer quantistici ottici. La loro capacità farà impallidire le possibilità offerte dagli elaboratori odierni. Il risultato ottenuto con vari collaboratori, tra cui Fabio Sciarrino e Roberto Osellame, è frutto di un piano finanziato dal ministero Istruzione, università e ricerca e dal progetto europeo Quasar.

Giovanni Caprara29 novembre 2011 (modifica il 30 novembre 2011)
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Re: Università e ricerca italiana non sono poi cosi' male...

Messaggioda pianogrande il 01/12/2011, 0:48

Se non la qualità (che, nonostante tutto c'è) è, sicuramente, la quantità ad essere "male".
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Università e ricerca italiana non sono poi cosi' male...

Messaggioda ranvit il 06/12/2011, 19:40

http://www.ansa.it/web/notizie/speciali ... 77068.html



Dal tabacco un anticorpo contro il virus dell'Aids
Le piante, geneticamente modificate, trasformate in fabbriche di biofarmaci
06 dicembre, 16:12



Piante di tabacco geneticamente modificate per produrre biofarmaci (fonte: ENEA) Piante di tabacco geneticamente modificate per produrre biofarmaci (fonte: ENEA)

Un anticorpo contro l'Aids e' stato ottenuto da piante di tabacco geneticamente modificate, che si sono rivelate in questo modo le ''fabbriche'' ideali per produrre in modo efficacemente e a basso costo biofarmaci capaci di contrastare virus come l'HIV.

Lo studio, tutto italiano, fa parte del progetto di ricerca europeo Pharma-Planta, ed è frutto della collaborazione tra Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Enea e università di Verona.

''Grazie a piante geneticamente modificate di tabacco - spiega Eugenio Benvenuto, responsabile del Laboratorio Biotecnologie dell'Enea - è stato prodotto e purificato un anticorpo umano che neutralizza ad ampio spettro molti isolati del virus HIV-1 e potrebbe presto diventare strategico per ridurre la diffusione del virus nei paesi più poveri e più colpiti''. I risultati di laboratorio sono stati sviluppati in una linea industriale e la quantità di farmaco prodotta è stata sufficiente per la sperimentazione clinica, che ha avuto inizio nel giugno 2011 in Gran Bretagna, presso l'università del Surrey.

''I farmaci sviluppati su base vegetale - aggiunge Alessandro Vitale dell'Ibba-Cnr - rispetto a quelli prodotti per via biotecnologica in microorganismi o cellule animali, hanno costi di produzione notevolmente inferiori, e ci si aspetta che siano altrettanto efficaci e più sicuri''. L'impianto realizzato per questo primo farmaco 'verde', sottolineano i ricercatori, potrà essere utilizzato per produrre e purificare dalle piante altre proteine ricombinanti con effetti farmacologici.
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