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Allarme: i metalli si stanno esaurendo

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Allarme: i metalli si stanno esaurendo

Messaggioda pagheca il 11/08/2008, 14:15

vorrei porre una domanda che riporta al tema specifico della discussione: e' mai successo nel corso della storia che un materiale di base si sia esaurito e che l'umanita' o una particoloare societa' abbia dovuto trovare un suo sostituto? La risposta, penso, e' piu' no che si. Credo che per esempio in alcuni paesi le riserve di legname (una fonte primaria di calore ed energia fino alla rivoluzione industriale) si siano estinte. L'essere umano ha trovato degli equivalenti (petrolio, carbone, per dirne alcune) che hanno migliorato di fatto il ciclo produttivo, ma altre volte quella societa' si e' estinta (e penso al caso dell'Isola di Pasqua) o trasferita altrove.

A questo punto, sembrerebbe che oggi si intravveda, per quel che riguarda molti materiali, dai metalli ai combustibili, un fenomeno qualitativamente nuovo: l'esaurimento delle fonti. Un fenomeno che la nostra specie non ha mai veramente dovuto affrontare, mentre per esempio ha gia' affrontato, almeno in parte, cambiamenti climatici su larga scala o l'esaurimento di certi alimenti. Questo conduce alla domanda cruciale: sara' l'umanita' in grado di adattarsi e/o creare dei sostituti, magari utilizzando materiali piu' diffusi, visto che non l'ha mai dovuto fare finora?

Io non sono in grado di rispondere a questa domanda, che reputo cruciale, e anche per quel che riguarda quello che affermavo nel primo paragrafo, ho dei seri dubbi. Pero' credo che il punto fondamentale di tutta questa discussione sia questo. Perche' certe fonti si esauriranno, prima o poi, qualsiasi cosa si faccia e si pensi in materia.

saluti
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Re: Allarme: i metalli si stanno esaurendo

Messaggioda FreeRider il 11/08/2008, 16:10

pagheca ha scritto:A questo punto, sembrerebbe che oggi si intravveda, per quel che riguarda molti materiali, dai metalli ai combustibili, un fenomeno qualitativamente nuovo: l'esaurimento delle fonti. Un fenomeno che la nostra specie non ha mai veramente dovuto affrontare, mentre per esempio ha gia' affrontato, almeno in parte, cambiamenti climatici su larga scala o l'esaurimento di certi alimenti. Questo conduce alla domanda cruciale: sara' l'umanita' in grado di adattarsi e/o creare dei sostituti, magari utilizzando materiali piu' diffusi, visto che non l'ha mai dovuto fare finora?

Io non sono in grado di rispondere a questa domanda, che reputo cruciale, e anche per quel che riguarda quello che affermavo nel primo paragrafo, ho dei seri dubbi. Pero' credo che il punto fondamentale di tutta questa discussione sia questo. Perche' certe fonti si esauriranno, prima o poi, qualsiasi cosa si faccia e si pensi in materia.

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Tema interessante che va affrontato in termini sistemici, considerando che il nostro sistema (umano) è in espansione e non ha ancra toccato i limiti.
Già oggi siamo abituati al fatto che alcuni paesi non abbiano certe materie prime ed altri si'.
Questo genera un meccanismo di mercato e anche la ricerca di alternative.
Per le fonti io considererei due punti importanti:
il primo l'ho già citato ed è la fusione nucleare, in grado di produrre energia e materia.
il secondo rigurda l'allargamento lento ma costante del nostro orizzonte, con la graduale espansione verso il sistema solare (altre fonti) ed altri sistemi solari(quindi possibiltà di mercato con altre civiltà).
Probabilmente da qui a 100 o 200 anni avremo entrambi e durante questo periodo avremo periodi di scarsità in cui impareremo a dover essere "economici" ed "ecologici" sprecando il meno possibile e riciclando tutto, anche le lamette da barba. Forse tra 50 anni le attuali dischariche diventeranno vere e proprie miniere, ricche di ogni materiale.
Comunque se la fusione funziona non avremo mai il rischio di finire gli atomi alla base della nostra vita.
Sono tutto sommato ottimista anche se preoccupato dalla conseguenze geopolitiche della fusione nucleare, quand ci sarà.

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Plastica, le discariche come miniere

Messaggioda franz il 14/08/2008, 9:15

Secondo il Times nel Regno Unito 200 milioni di tonnellate di materiali riutilizzabili
Si dovrà aspettare almeno fino al 2020 per recuperare il "nuovo oro" dai rifiuti

Plastica, le discariche come miniere
Un tesoro che vale parecchi milioni


LONDRA - Se un tempo dalle miniere si estraevano diamanti o carbone, nel nuovo millennio si estrarranno bottiglie e piatti di plastica. Al posto di miniere e minatori, discariche e operatori ecologici. Un dato eloquente lo forniscono gli esperti inglesi intervistati dal Times: nelle discariche del Regno Unito si sono accumulati dagli anni '80 oltre 200 milioni di tonnellate di plastica riciclabile per un valore di svariati milioni.

Plastica come oro. Con il prezzo che la plastica ha raggiunto, 200 sterline (circa 250 euro) alla tonnellata, si fa presto a capire perché le discariche potrebbero diventare le nuove miniere. Infatti se le materie prime stanno raggiungendo prezzi esorbitanti - come non pensare al petrolio - i materiali riciclabili si stanno trasformando nei nuovi materiali preziosi. Secondo il quotidiano inglese, le discariche del Regno Unito nascondono un tesoro da circa 50 milioni di euro. E come se non bastasse tra gli strati di rifiuti si possono ripescare anche altri materiali ormai "preziosi" come rame e alluminio, che oggi costano sempre di più.

Ma prima di ritrovare il "nuovo oro" dovremo aspettare almeno fino al 2020, per dare tempo al materiale organico di decomporsi e ai gas di fuoriuscire. Secondo Peter Jones, un consulente per i rifiuti intervistato dal Times, si dovrà probabilmente attendere 12 anni prima di poter comunciare gli scavi nella maggior parte delle 1.500 discariche utilizzate negli ultimi 30 anni.

Mille modi per riciclare. Ma, invece che scavare in queste nuove minere, ci sono vari modi per riciclare, e non inquinare. La plastica dimostra di essere una risorsa anche quando, come per magia, si trasforma in uniformi per gli alunni della scuola inglese, in e-couture (ossia couture ecologica), in oggetti di design oppure in un'automobile, o addirittura in mattoni da costruzione.

Ad esempio l'artista Richard Liddle è diventato famoso con i suoi oggetti di design ottenuti fondendo la plastica riciclata. Oltre a dare una nuova vita "glamour" alla plastica di scarto, l'artista inglese pare riesca a mettere da parte guadagni di tutto rispetto grazie alla sua eco-arte: se una sedia in plastica di scarto vale circa 900 euro, una lampada in vetro riciclato è più abbordabile e costa solo 18 euro.

L'auto ecologica.
Probabilmente l'oggetto più ecologico è la Lacy Car presentata lo scorso anno al Salone Internazionale del Mobile di Milano. Se la carrozzeria è tutta in plastica riciclata, la macchina è quasi del tutto ecologica perché provvista di alimentazione ibrida, le emissioni inquinanti sono infatti quasi vicine allo zero.

E-couture.
Anche se la stilista Deborah Milner non è l'unica a essere stata ispirata dall'eco-moda, è stata lei a spalancare le porte dell'e-couture. Quindi via a pizzi in plastica riciclata, decori in legno di sandalo e tessuti ecologici. Ma anche altri hanno avuto quest'idea. Tra i tanti, recentemente anche la figlia dell'ex-Beatle, Stella McCartney, ha proposto la sua collezione eco-friendly, senza impatto sull'ambiente.

Dalla scuola ai mattoni. Ma le sorprese di plastica riciclata non finiscono qui. Lo scorso aprile una scuola inglese ha deciso di vestire i propri alunni con uniformi fatte interamente di vecchie bottiglie di Coca-Cola. E come se non bastasse uno studio tra Spagna, Lettonia e Lituania ha sviluppato una tecnologia per materiali da costruzione per riutilizzare quella plastica che non si può riciclare. I ricercatori hanno trasformato i polimeri termoplastici in una sostanza "collosa" che unita ad altri materiali, come la sabbia, permette di ottenere mattoni.

(13 agosto 2008)
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