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"Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

"Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda lucameni il 16/08/2011, 9:48

"FINALMENTE Monna Lisa arriva a Firenze. È questo, infatti, il nome dell' enorme fresa d' acciaio che scaverà sotto la città per realizzare sei chilometri di passante Tav e una nuova stazione ferroviaria. Lo dice il sito di Coopsette, il raggruppamento di imprese che si è aggiudicato l' appalto: l' arrivo della fresa in cantiere è previsto per ottobre. La "talpa" avanzerà di 15 metri al giorno alla profondità di 25 metri, insinuandosi tra l' altro sotto la Fortezza da Basso di Antonio da Sangallo. Arrivando invece del quadro di Leonardo vanamente reclamato da incauti assessori, questa Monna Lisa meno sorridente e più ingombrante farà egualmente felici Provincia, Comune e Regione, che il 3 agosto hanno firmatoa Roma, con le Ferrovie e il ministro Matteoli, l' accordo per il via ai lavori. Il progetto della stazione è di Norman Foster, ma il suo prestigio non basta a garantire la bontà dell' operazione, visto che a lui si deve anche il progetto del quartiere di Santa Giulia a Milano, i cui cantieri sono stati sequestrati perché posti sopra un gigantesco deposito illegale di scorie cancerogene provenienti da stabilimenti dismessi (viene in mente l' amara riflessione di Giancarlo De Carlo sul «fenomeno della copertura professionale» di grandi architetti in occasione di operazioni speculative). A Coopsette si devono anche i lavori della stazione Tav di Roma-Tiburtina, che verrà inaugurata in ritardo dopo il devastante incendio di cantiere del 24 luglio. Fra le partecipate di Coopsette c' è Milano Logistica Spa, partecipata al 50% da Argo, società del gruppo Gavio, uno degli azionisti principali (con Ligresti e Benetton) di Impregilo. L' ad di Impregilo è stato appena assolto in appello dalle gravissime accuse di disastro ambientale sulla tratta Bologna-Firenze (dove l' impresa partecipava al 75%): nel 2009 il tribunale di Firenze lo condannò, con altri 26 imputati, per aver inquinato con sostanze tossiche 24 corsi d' acqua e prosciugato 81 torrenti, 37 sorgenti, 30 pozzi e 5 acquedotti. Anche sul tunnel di Firenze pesano gravi dubbi, come risulta da un esposto di Italia Nostra. Il Genio Civile di Firenze ha contestato il 19 luglio l' adeguatezza delle indagini sul rischio sismico, che «non sembrano possedere i requisiti richiesti dalle Nct 2008», cioè dalla normativa antisismica in vigore. Inoltre, prosegue Italia Nostra, i materiali risultanti dallo scavo (tre milioni di metri cubi) sono destinati alla miniera abbandonata di Santa Barbara in comune di Cavriglia (Arezzo), che però non è una discarica autorizzata. Per di più, i due terzi del materiale sono "rifiuti di perforazione", classificati col codice Arpat 010599, che non esclude la presenza di sostanze inquinanti o tossiche, che metterebbero a rischio in particolare il lago di Castelnuovo, adiacente alla miniera di Cavriglia. Di rifiuti, Impregilo se ne intende. Oltre a cospicue opere pubbliche, fra cui il Ponte sullo Stretto, questa impresa ha infatti la concessione in toto della gestione dei rifiuti in Campania, coi metodi e i risultati a tutti noti e ben esposti nel libro Ecoballe (2008) di Paolo Rabitti, perito della Procura di Napoli, e ora anche da Antonio Polichetti, nell' ottimo Quo vadis, Italia? (La scuola di Pitagora, Napoli 2011); per non dire del "sistema Commissariato-Impregilo-Camorra" bollato da Adriano Sofri in questo giornale (28 giugno). Rischio sismico malcalcolato e dubbia gestione dei rifiuti dovrebbero essere ragioni sufficienti per qualche prudenza sul "passante fiorentino" e sulla stazione di Foster: ma questa non è la stagione della prudenza e delle attese. Al contrario, la tempesta dei mercati e le incapacità del governo concorronoa creare un' aria di crollo imminente che non solo mette fretta alle istituzioni, ma incrementa il peggior cinismo speculativo, e non solo in borsa ma nei territori. Qualche esempio, come in un bollettino di guerra che vede ogni giorno nuove devastazioni del paesaggio, nuovi crimini contro l' ambiente in nome del profitto d' impresa. Con un blitz estivo, la giunta leghista di Treviso ha raddoppiato il territorio agricolo cementificabile, portandolo a 338 mila metri quadrati: mossa irresponsabile in una città in cui il 40% del costruito negli ultimi anni risulta invenduto. A Milano continuano indisturbati gli scavi per un parcheggio sotto la basilica di Sant' Ambrogio, dato che (pare) il Comune teme di dover pagare una qualche penale alle ditte interessate: ma oltre ai soldi, ci sono anche moralità, dignità, decenza. Più alto di qualsiasi penale (ammesso che una ve ne sia) è il prezzo che Milano pagherebbe danneggiando uno dei massimi santuari della cristianità e l' immagine della città. Nel mirabile sito archeologico di Sepino in Molise si vuol collocare un vasto parco eolico calpestando il vincolo paesaggistico e il provvedimento cautelare del tribunale di Campobasso; singolarmente anzi, in presenza di un' azione penale, il Consiglio di Stato sembra voler dare una mano all' impresa contro la Soprintendenza. A Cecina in Toscana, su una costa già funestata da cementificazioni, si minaccia di cancellare dune e pinete per aggiungere un nuovo "porto turistico" a quelli che sorgono, semivuoti,a pochi chilometri di distanza. Dalle Alpi alla Sicilia, tutto è ridotto a terreno di caccia per i professionisti della razzia, mentre le pubbliche istituzioni che dovrebbero tutelare il bene comune e l' interesse della collettività somigliano sempre più spesso a comitati d' affari, intenti ad aggirare le leggi per favorire chi divora il paesaggio. In questa corsa al saccheggio, il confine fra le parti politiche si attenua talvolta finoa sparire. Il pessimo "piano casa" della regione Lazio, approvato in questi giorni con la complicità di frange di "sinistra", è stato subito accusato dal ministro Galan di palese incostituzionalità (illecito condono edilizio, raddoppio della cubatura nelle aree vincolate, sgangherate deroghe alla pianificazione paesaggistica): possiamo sperare che dai Beni culturali arriveranno sanzioni altrettanto severe agli altri "piani casa" regionali, dal Veneto alla Sardegna? Sarebbe una degna risposta alla proposta di Confculture di chiudere il ministero, passando i Beni Culturali fra le competenze del ministero dello Sviluppo (V. Emiliani, L' Unità, 11 luglio), cioè monetizzando patrimonio culturale e paesaggio in dispregio non solo di ogni competenza specifica, ma della Costituzione. L' assalto alla diligenza a cui stiamo assistendo è senza precedenti, anche se insiste nell' abusata retorica degli ultimi trent' anni: i "giacimenti culturali", l' espansione edilizia senza regole e senza fine come cura della crisi. Eppure dovremmo esserci accorti che perseguire (a destra come a "sinistra") questo modello ha contribuito a portarci nel vicolo cieco in cui siamo. Secondo la Cnn (5 agosto) «l' economia italiana cresce dello 0,3% annuo, e così sarà nei prossimi anni: un tasso fra i più bassi al mondo, che si unisce all' enorme debito pubblico, fra i più alti al mondo. Perciò l' economia italiana non è in grado di generare risorse sufficienti a ripianare il debito». A questo siamo giunti inseguendo l' idea perdente dell' edilizia come motore primario dell' economia, incoraggiandola con un' ondata di pianicasa, col "silenzio-assenso", con condonie sanatorie in materia urbanistica, paesaggistica e ambientale. Sarebbe tempo di capire che ogni degno progetto per l' Italia dovrà far perno sul rigoroso rispetto della nostra massima risorsa, patrimonio e paesaggio, per investire sul futuro anziché cannibalizzare il presente.
- SALVATORE SETTIS "

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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda flaviomob il 17/08/2011, 23:38

Non sarà per caso che il Bel Paese, il quale nel 1980 attirava oltre il 9% del totale del turismo mondiale, attualmente sia sceso al 5%. Gli scempi si pagano.


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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda lucameni il 18/08/2011, 7:48

Verissimo, anche se spesso si replica con l'argomento fasullo che cementificare, anche inutilmente, comunque fa girare denaro e quindi lavoro.
In realtà l'incremento di lavoro manuale e non manuale per queste cementificazioni è minimo e l'attività lavorativa sarebbe posssibile anche nel praticare le manutenzioni all'esistente. Oppure nel rimediare ai problemi idrogeologici del nostro territorio.
Ma i sistemi contrattuali attuali e la voracità degli speculatori, ben supportati dai nostri politici e dai pennivendoli che si travestono da giornalisti, la rendono ad oggi un'utopia.
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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda ranvit il 18/08/2011, 9:17

In linea di principio qui sono d'accordo con lucameni.

La manutenzione scarseggia grandemente un po' ovunque e se attivata su vasta scala porta indubbi vantaggi di posti di lavoro e relativa crescita economica dovuta all'aumento dei consumi.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda flaviomob il 18/08/2011, 11:45

Senza contare che nel cemento la longa manus della criminalità organizzata è molto pericolosa e più presente di quanto si creda, in tutte le regioni. Forse è per questo che riesce ad ottenere tanto dalla politica corrotta di questo paese.


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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda franz il 18/08/2011, 15:50

flaviomob ha scritto:Non sarà per caso che il Bel Paese, il quale nel 1980 attirava oltre il 9% del totale del turismo mondiale, attualmente sia sceso al 5%. Gli scempi si pagano.

Si, vero ma anche i prezzi alti non scherzano, quanto a scoraggiare il turismo.
Una volta si svalutava la Lira ed il gioco era fatto, oggi puoi comparare i prezzi in euro di albergi, residence, ristoranti tra grecia, spagna, francia e portogallo. E l'Italia è troppo cara. Inoltre per arrivarci in macchina fai code estenuanti sul brennero, sul bianco, al gottardo. Io comunque sono stato in toscana e di cemento non no ho visto (e ci vado con regolarità da 40 anni). Vedo pero' i prezzi.
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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda lucameni il 19/08/2011, 11:37

Io in Toscana ci vivo da più di 40 anni e di oscenità cementizie ne vedo sempre di più.
Proprio Settis, con dovizia di dati e una chiarissima analisi giuridica sui vari "piani casa", ne ha dato conto in un bellissimo libro, autentico manuale di resistenza civile, "Paesaggio Costituzione Cemento".
Col pretesto della "crescita", in realtà decrescita pianificata in favore di pochi devastatori, è stato dato il via al saccheggio.



Rimigliano a rischio cemento
Settis:
«CON il cemento non si torna mai indietro. Quando si deturpa e si distrugge, la ferita inferta al paesaggio non si rimargina. A San Vincenzo siamo ancora in tempo, il sindaco ci ripensi». Salvatore Settis, ex direttore della Normale di Pisa, conosce bene i progetti sul parco di Rimigliano. SETTIS si è occupato di San Vincenzo anche in Paesaggio, Costituzione, cemento, un saggio uscito per Einaudi nel 2010. Professore, il sindaco Biagi si dice pronto a portare in consiglio comunale la variante al regolamento urbanistico che darà il via al progetto dei privati.

«Spero che non lo faccia e che dia ascolto all'assessore Marson, che ha suggerito di aprire il confronto con i cittadini, i comitati e le associazioni ambientaliste.

Quel progetto non ha nulla a che vedere con quello che mi prospettò mesi fa, quando mi fece visitare la tenuta. Così come è, la variante rischia di rovinare un parco naturale meraviglioso, dove ancora resistono la macchia mediterranea e specie faunistiche da salvaguardare». Il sindaco dice di aver ridotto di molto le ambizioni dei costruttori rispetto ai programmi di Tanzi.

«Nonè un argomento valido. Se dicessi che ho intenzione di uccidere 25 persone e poi ne ammazzassi solo 15, nulla ridurrebbe la mia colpa. Durante quella visita, un anno fa, il sindaco mi parlò del pieno recupero della case poderali, senza un aumento di cubature e nel rispetto delle caratteristiche architettoniche. Poi ho appreso dai giornali dell'albergo da 6.000 metri quadrati e che le residenze si costruiranno considerando addirittura le volumetrie di vecchi pollai e tettoie».

Da dove ripartire, allora? «Dalla salvaguardia e quindi da un recupero vero che prediliga la vocazione agricola. Non un metro cubo in più deve essere costruito rispetto a ciò che esiste. Si dice di voler promuovere un turismo di alta qualità. Bene, l'alta qualità non si ottiene con le strutture ricettive, villaggi per ricchi e uno sviluppo che prelude ad altro consumo di suolo».

Che intende? «I confini della tenuta di Rimigliano sono a meno di 300 metri dal mare. Se penso agli ultimi anni di urbanistica a San Vincenzo, non faccio fatica ad immaginare altro cemento e altro business alimentato dal mattone. San Vincenzo è già martoriato. Le amministrazioni, spiace dirlo, tutte di sinistra, hanno gettato colate su colate rendendolo uno dei Comuni meno virtuosi in fatto di consumo del territorio. In Toscana la media è del 4%, qui siamo al 17%.

Qui sono riusciti perfino a ricoprire di calcestruzzo 700 metri di spiagge per fare un porto».

Del resto, gli oneri di urbanizzazione e l'Ici sulle seconde case fanno gola? «Questo è l'effetto perverso della legge Bassanini, che consente di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. In Italia ormai il territorio è diventato la mucca da mungere per risolvere qualsiasi cosa. Così, in nome delle difficoltà economiche, ci si lancia in un'aggressione al paesaggio scellerata. La regola è: consumare fino all'ultimo centimetro. Invece, oltre una certa soglia, uno dovrebbe riflettere e dire: fermiamoci. E' arrivato il momento che lo faccia anche Biagi». Il sindaco sostiene di non poter negare un «diritto sacrosanto» che la proprietà ha acquisito 13 anni fa.

«Per me sacrosantaè solo la Costituzione, e all'articolo 9 proclama la priorità del bene comune sul profitto privato. Ma spesso l'unica moralità espressa dalla politica in Italia è quella di un asservimento totale al denaro e a intrecci vischiosi che hanno consegnato il paesaggio nelle mani sbagliate ». (m.n.)

- MARIO NERI
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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda flaviomob il 20/08/2011, 2:10

Bene Franz, allora torniamo alla lira, svalutiamo, e torneranno anche i turisti... :lol:


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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda franz il 20/08/2011, 8:37

flaviomob ha scritto:Bene Franz, allora torniamo alla lira, svalutiamo, e torneranno anche i turisti... :lol:

Io sono nettamente contrario ma vedo che invece sono in tanti a rimpiangere quel tempo.
Dimenticano che cosi' si pagavano a caro prezzo le importazioni (petrolio in primis) e che l'inflazione galoppante si mangiava in pochi mesi il vantaggio della svalutazione.

No, io direi che tutto sommato i prezzi italiani sono elevati perché rispecchiano fedelmente le componenti di costo imposti da uno stato elefantiaco e incapace. Il costo previdenziale (42%) che incide sul costo del lavoro, le tasse come l'IRAP, il costo della burocrazia (che alla fine la paghi comprando il pane ed un CD) il costo del malaffare, delle mafie, dalla giustizia lenta, della carenza di servizi, insomma il costo di uno stato che "pesa" quanto il 50% del valore aggiunto prodotto in Italia senza dare in cambio servizi adeguati.

Diminuire le spese dello stato, la macchina burocratica, non ha solo l'effetto di alleggerire i conti dello stato. Deve poter alleggerire i conti delle famiglie, dei commercianti, delle aziende. Ridando competività al Sistema Italia.
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Re: "Il tarlo del cemento che divora il Belpaese" di S. Settis

Messaggioda lucameni il 20/08/2011, 11:58

In merito alla giustificazione delle penali milionarie, di cui Settis accenna in diversi suoi articoli, mai ben definite ma generalizzate per rimandare al mittente ogni refolo di protesta. Questo sia a destra che a sinistra:


IL CASO
Stop al parcheggio in Sant'Ambrogio
nuovo appello dei cittadini al sindaco
Già raccolte 200 firme. L´assessore Castellano: "Rischiamo delle penali milionarie"
"Uno scempio gli scavi vicini alla basilica". Il mondo ambientalista invoca una svolta
di ANNA CIRILLO

È l´ultimo appello per tentare di scongiurare la costruzione del parcheggio interrato in piazza Sant´Ambrogio, «uno scempio», di fianco alla basilica romanica, uno dei monumenti più importanti di Milano, che ha visto per 10 anni cittadini, residenti, associazioni come Italia Nostra combattere per raggiungere, senza risultato, questo obiettivo. Ma ora la giunta è cambiata, il sindaco si chiama Giuliano Pisapia e non Letizia Moratti, che lo scorso anno fece approvare l´avvio ai lavori dalla giunta di centro destra. E allora forse qualche speranza di fermare il parcheggio c´è ancora, anche se il lavori di scavo sono già iniziati, dice Luca Carra, presidente di Italia Nostra Milano, l´associazione da sempre in prima linea su questo fronte. Che adesso rilancia. «Pisapia - puntualizza Carra - aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe fermato il cantiere».

La lettera aperta, che ha raccolto già quasi 200 firme anche via Internet, è stata inviata, ma Italia Nostra prima ha voluto incontrare l´assessore al Demanio Lucia Castellano che ha ribadito il problema economico: se il parcheggio non si fa, il Comune deve pagare al costruttore Claudio De Albertis alcuni milioni di euro in penali. «La cifra dovuta a titolo di rimborso merita una seria verifica pubblica - dicono i firmatari (tra cui spiccano Cini Boeri, Carlo Bertelli, Giulio e Giuseppe Cederna, Jacopo Gardella, Giovanni Losavio, Alessandra Mottola, Salvatore Settis) - e l´esame di forme alternative
di risarcimento».

Anni di proteste, ricorsi al Tar, appelli a ministri, con l´assessore alla Cultura del Comune (Sgarbi) in rotta di collisione con il suo sindaco (Moratti): il parcheggio di piazza Sant´Ambrogio ne ha viste di tutti i colori, ancor prima che fossero spostate le pietre del selciato attorno alla cattedrale per valutare, con saggi archeologici voluti dalla Sovrintendenza, se lì sotto ci fosse qualche cosa di importante. Scavi indispensabili per poter dare il benestare ai lavori di cinque piani di box interrati per 586 posti auto, investimento da 20 milioni di euro in project financing.

La ricerca archeologica cominciò nel maggio del 2005 e sovvertì la piazza a lato della basilica. Andò avanti un bel po´, fino a quando la Sovrintendenza disse che di rilevante non c´era nulla. Intanto Italia Nostra già tuonava per lo scavo a dieci metri dalla basilica e per il fatto che il Comune nel gennaio del 2000 (sindaco Albertini) aveva approvato il progetto «e rilasciato la concessione di costruzione prima dell´esame della Sovrintendenza». Ma l´idea del parcheggio proprio lì risale addirittura alla giunta Tognoli degli anni Ottanta.

Finite le indagini, la piazza rimane così, sottosopra, con l´area interessata transennata. La Sovrintendenza chiede alcune modifiche, nel 2006 la giunta Moratti nomina un comitato di saggi per vigilare sul cantiere, ma si mette di traverso l´assessore alla Cultura Sgarbi, contrario al parcheggio. Nello stesso anno Italia Nostra porta un esposto in Procura e l´anno seguente i saggi presentano la loro relazione: tutto può andare avanti, per loro. Sgarbi protesta sempre, il suo sindaco lo zittisce e dice che il parcheggio si farà. Il via libera viene dato anche da una commissione di tecnici del ministero nel luglio 2007. Nel 2008 cento milanesi illustri (tra gli altri Gregotti, Rampello, Archinto, Aulenti, Tronchetti Provera) scrivono alla Moratti e al cardinale Tettamanzi, chiedendo di «fermarsi di fronte ad un patrimonio dell´umanità».

L´11 giugno 2010 la giunta Moratti vota la delibera finale, i lavori iniziano in agosto, con previsione di fine nel 2013. A nulla sono valsi, sempre nel 2010, gli appelli di Italia Nostra e Legambiente all´allora ministro dei beni Culturali, Bondi: il via libera arriva anche da lui. Intanto il gip Gaetano Brusa dispone l´archiviazione dell´indagine in cui la Moratti era accusata di danneggiamento aggravato. E sfuma nel nulla anche un´altra inchiesta in cui erano indagati per abuso d´ufficio i sovrintendenti ai beni architettonici Artioli e Turetta. Gli scavi vanno avanti, ma la protesta non si è fermata.

(13 agosto 2011)
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