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salasso scuola

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

salasso scuola

Messaggioda Gab il 20/10/2009, 18:21

Penso che su questo il PD debba spingere/aiutare i ragazzi che in questi giorni tentano/provano/vorrebbero occupare
ma senza un tema forte a cui appigliarsi!
Spronarli ad usarlo come motivo principe di un fallimento (anche economico) delle scuole.
Spronarli e guidarli senza aspettare sempre ci cavalcare un movimento in azione che rifiuterà ogni fantino.

Gab


da l'Unità.it
Lo Stato deve alle scuole un miliardo di euro
di Bianca Di Giovanni


Le autonomie scolastiche vantano crediti per un miliardo nei confronti dello Stato, che non provvede a trasferirli. Con quellasomma i vari istituti sparsi sul territorio fanno fronte alle spese quotidiane di gestione: anticipano le risorse, ma la copertura ancora non arriva. È solo l’ultima cifra del «salasso scuola » dell’era Gelmini-Tremonti. Una raffica di tagli, di ogni ordine e grado verrebbe da dire. Oltre al miliardo, denunciato dagli amministratori locali di Legautonomie in un recente convegno, L’ultima novità riguarda l’offerta formativa, quel «tesoretto» che le scuole utilizzano per sostenere formazione di personale, handicap, innovazione e alternanza scuola-lavoro. Già nel 2010 ci sarà un taglio di 40 milioni, che sarà seguito dalla stangata del biennio successivo. Alla fine della sforbiciata, quella «dote» sarà ridotta a un terzo: 99,5 milioni contro i 274 stanziati in origine. Ancora tagli, per un comparto che contribuisce alla manovra per circa tre miliardi nel triennio. Un taglio drastico, che arriva a toccare la pelle dei lavoratori.

DECRETO PRECARI
Le cifre del «sacco» della scuola pubblica arrivano mentre la Camera si appresta a votare oggi il decreto Gelmini sui precari. Il provvedimento riguarda «18.000 insegnanti chenonavranno néun incarico temporaneo né annuale», ha spiegato ieri in aula la relatrice Paola Pelino (Pdl). Il testo prevede una corsia preferenziale di accesso al le supplenze brevi per i docenti rimasti fuori dalle supplenze: le scuole dovranno chiamare prima loro. Possono poi essere promossi in accordo con le Regioni (5 si sono già dette favorevoli) e con le risorse di queste ultime, «progetti della durata di tre mesi prorogabili ad otto». In seguito alle modifiche avvenute in commissione, poi, le graduatorie sono state bloccate: i docenti non si possono spostare, chi va in un'altra provincia finisce in coda e non viene inserito in base al punteggio. Tra le altre modifiche c'è l'estensione della platea: potranno godere dei benefici previsti anche i docenti che lo scorso anno «hanno conseguito, attraverso le graduatorie di istituto, una supplenza temporanea di almeno 180 giorni». si parla almeno di altre 4.000 persone. Alla camera è stato ripresentato l’emendamento già proposto al Senato che favorisce il prepensionamento volontario dei docenti di ruolo, liberando così i posti per i giovani precari. Fonti vicine al Tesoro giudicano la proposta troppo costosa per essere praticata. Tecnici dell’Economia valutano invece che se si consentisse il prepensionamento di chi ha già raggiunto i 40 anni di contributi, si potrebbero liberare 2mila posti.

PROTESTE
Il decreto arriva al voto in un clima barricadero. Oggi due sit-in di protesta sono stati annunciati dall’Anief, l'associazione professionale e sindacale dei docenti, che aveva già capitanato i ricorsi al Tar del Lazio contro la decisione del ministro di inserire in coda i precari che si spostano nelle graduatorie di province diverse dalla propria. Nel frattempo sono gli enti locali a dover affrontare quotidianamente le emergenze dell’anno scolastico. «Noi non siamo contro i risparmi - ha dichiarato al convegno sulla scuola di Legautonomie Umberto D’Ottavio, assessore alla provincia di Torino - Ma decidere i tagli senza un solo incontro con noi, scaricandoci addosso responsabilità pesanti come quella della sicurezza, ci sembra davvero troppo». Proprio il caso sicurezza è ancora «caldo» in Piemonte, dove in primavera in una scuola di Rivoli è caduto un cornicione. In quell’occasione il governo annunciò controlli a tappeto. Ma i controlli si pagano: per farli bene ci vuole tempo. In Piemonte si è arrivati alla mappatura del 2% degli istituti in agosto. Per completarla servirebbero cinque anni. Senza risorse, inutile fare annunci.
20 ottobre 2009
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Re: salasso scuola

Messaggioda mauri il 20/10/2009, 19:12

giusto gab
ma le proposte ci sono
http://www.partitodemocratico.it/dettag ... a_pubblica

probabilmente non lo sa nessuno e nessuno se le ricorda
ciao, mauri

ps
http://www.flcgil.it/notizie/news/2009/ ... e_d_italia
mauri
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Re: salasso scuola

Messaggioda Gab il 20/10/2009, 19:48

Si si lo so che ci sono delle proposte.
L'argomento e' caldissimo.
Bisogna essere presenti. Fare un po' di casino.
Perche' no, deputati e segretari andare a parlare dentro scuole occupate e spiegare che i presidi non dovrebbero
chiamare la polizia se tentano di occupare ma assecondarli, programmare con loro delle forme di protesta.
Forme di protesta che mostrino la volonta' di essere a scuola ma anche la non accettazione di un "fallimento" anche economico.

Un partito puo' richiamare dirigenti ed assessori locali affinche' si muovano ed alzino la voce.
Alzino la voce invitando i ragazzi a proteste serie, costruttive e forti.

Gab
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Re: salasso scuola

Messaggioda Iafran il 23/10/2009, 18:06

Gab ha scritto:Si si lo so che ci sono delle proposte.
L'argomento e' caldissimo.
Bisogna essere presenti. Fare un po' di casino.
Perche' no, deputati e segretari andare a parlare dentro scuole occupate e spiegare che i presidi non dovrebbero
chiamare la polizia se tentano di occupare ma assecondarli, programmare con loro delle forme di protesta.
Forme di protesta che mostrino la volonta' di essere a scuola ma anche la non accettazione di un "fallimento" anche economico.

Un partito puo' richiamare dirigenti ed assessori locali affinche' si muovano ed alzino la voce.
Alzino la voce invitando i ragazzi a proteste serie, costruttive e forti.

Un partito è tanto nella mente di noi elettori di Cs!

Ma se “questo partito” dovesse essere sempre più “un accrocco di notabilati, al vertice e alla base. Una federazione di gruppi, nicchie locali, interessi e tradizioni. Allestita per «regolato» calcolo politologico“, come ha riportato da un’altra parte pierodm, le azioni che auspichi sono affidate alla buonavolontà dei singoli, e non saranno efficaci proprio perché non si vedono come iniziative di partito.

La propaganda pressante per le cariche locali connesse alla segreteria nazionale del PD di questi giorni non avrei voluta notarla. Non pone basi solide alla nascita di un grosso e forte partito.
Io andrò a votare lo stesso, domenica.
Iafran
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