ENERGIA
Il nuovo corso virtuoso
dei Paesi in via di sviluppo
Documento della Banca Mondiale presentato al G8 di Siracusa: diventa concreto l'impegno della Cina e degli altri stati di nuova industrializzazione
dal nostro inviato ANTONIO CIANCIULLO
SIRACUSA - La partita energetica si apre a tutto campo. Dopo l'ingresso sulla scena di un big player come gli Stati Uniti di Obama si moltiplicano i segnali di cambiamento. E a sorpresa, nel documento presentato dalla Banca Mondiale al G8 di Siracusa, i paesi di nuova industrializzazione non figurano più solo alla voce "problemi". E' vero che l'87 per cento della crescita dei consumi sarà concentrata in questi Paesi, un processo inevitabile visto che oltre un miliardo di nuovi consumatori si apprestano a entrare nel mercato. Ma l'impegno dei governi comincia a diventare concreto aprendo così uno spiraglio di ottimismo per il vertice di Copenaghen che a dicembre dovrà tracciare la mappa del rilancio degli impegni di Kyoto coinvolgendo - in vario modo - Stati Uniti e Paesi di nuova industrializzazione.
Ad esempio, se si prova a misurare il peso percentuale delle misure pro green economy sull'intero pacchetto fiscale, si scopre che la Corea del Sud sta all'81 per cento, la Cina al 38 per cento, la Francia al 21, la Germania al 13, gli Stati Uniti al 12, il Canada all'8, il Regno Unito al 7, la Spagna al 6. E l'Italia? L'Italia è ferma a quota 1,3 per cento.
Se aggiungiamo che la Cina ha adottato un target di aumento dell'efficienza energetica del 20 per cento tra il 2005 e il 2010, che conta la maggiore industria mondiale nel campo del fotovoltaico, che ha il record di solare termico e il più alto tasso di crescita dell'eolico, otteniamo la misura del cambiamento di rotta del gigante asiatico. Mentre il Brasile ha per la prima volta proposto di abbattere drasticamente il tasso di deforestazione dell'Amazzonia che costituisce il principale problema climatico dell'America meridionale.
La partita si apre anche perché in ballo c'è una torta che suscita molto interesse. Secondo la Banca Mondiale sarebbe opportuno prevedere il prossimo anno un stimolo fiscale verde globale da 400 miliardi di dollari. Nei Paesi in via di sviluppo bisognerà poi investire 220 miliardi di dollari all'anno per mitigare gli effetti del cambiamento climatico (rilanciando soprattutto efficienza energetica e rinnovabili) e 30 miliardi di dollari l'anno per l'adattamento alle conseguenze negative ormai inevitabili (il danno può essere significativamente ridotto ma non annullato).
La non azione del resto avrebbe un costo insostenibile. Secondo il rapporto "Diritto alla sopravvivenza" realizzato da Oxfam Internazionale e diffuso in Italia da Ucodep, nel 2015 potrebbero essere 375 milioni le persone colpite ogni anno da calamità legate al cambiamento climatico (oggi sono 250 milioni).
(23 aprile 2009)