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Una legge .. per salvare internet

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Una legge .. per salvare internet

Messaggioda Gab il 26/03/2009, 21:23

«Una legge per la rete», proposta per salvare internet
di Francesco Costa

E' stato depositato in Senato un nuovo ennesimo disegno di legge su internet. Niente panico, però: stavolta sembra essere una buona legge. La proposta è stata presentata da due senatori del Pd, Luigi Vimercati e Vincenzo Vita, ed è stata scritta grazie alla consulenza di NNsquad, un gruppo formato da esperti di nuove tecnologie con l'obiettivo di difendere la neutralità della rete e «contribuire a mantenere Internet libera da irragionevoli restrizioni». Il risultato è un testo che entrando in vigore colmerebbe il gap che separa oggi la legislazione italiana da quella dei suoi partner europei e metterebbe il paese su un piano di assoluta avanguardia sul fronte della difesa della neutralità della rete, della lotta al digital divide e della diffusione del software libero.

Il contenuto della proposta
Suddivisa in tre parti, la legge (che è scaricabile sul sito Una legge per la rete) imporrebbe alle società da cui i cittadini acquistano il collegamento a internet - i provider - condizioni trasparenti nell'accesso e nell'erogazione dei servizi, «garantendo l'accesso alla rete con qualsiasi dispositivo e a condizioni di neutralità rispetto ai contenuti, ai servizi, alle applicazioni e agli apparati terminali»: così facendo si impedirebbe, ad esempio, il filtraggio, la riduzione e l'interruzione delle prestazioni dei collegamenti internet per gli utenti che utilizzano programmi di file sharing. La legge impegnerebbe inoltre il governo a darsi un programma per lo sviluppo e la diffusione sul territorio di internet a banda larga, così da superare le carenze infrastrutturali che impediscono le piena parità di accesso alla rete da parte dei cittadini; la pubblica amministrazione sarebbe invece incentivata a dotarsi di software open source (cioè programmi disponibili gratuitamente e basati su protocolli e formati aperti) e utilizzare la rete per comunicare efficacemente coi cittadini. La parte finale della legge istituirebbe un «Piano per l'innovazione digitale» che punti a coordinare e definire le azioni, gli strumenti, le risorse e le misure da disporre per l'ammodernamento tecnologico del paese e la difesa del principio di neutralità della rete.

La neutralità della rete
Di cosa parliamo quando usiamo l'espressione «neutralità della rete»? Tim Berners-Lee, co-inventore del World Wide Web, risponderebbe che «vent'anni fa, gli inventori di Internet progettarono un'architettura semplice e generale. Qualunque computer poteva mandare pacchetti di dati a qualunque altro computer. La rete non guardava all'interno dei pacchetti. È stata la purezza di quel progetto, e la rigorosa indipendenza dai legislatori, che ha permesso ad Internet di crescere e essere utile». Neutralità della rete vuol dire quindi separare il piano dell'infrastruttura - la rete internet, appunto - da quello dei suoi servizi e dei suoi contenuti: una rete neutrale è una rete in cui i provider forniscono lo stesso accesso ai contenuti, che permette a tutti gli utenti di collegarsi liberamente tra loro e a tutti i servizi. «Se mancasse la neutralità – [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Neutralità_della_Rete]si legge su Wikipedia[/url] - i provider potrebbero fornire il servizio di connessione ad internet favorendo alcuni contenuti del web rispetto ad altri». Sarebbe la fine di internet così come lo conosciamo; forse sarebbe la fine di internet e basta.

Cosa succede
Non si può dire che le altre proposte di legge oggi depositate in Parlamento siano ispirate alla difesa della neutralità della rete: la norma D'Alia, inserita nel pacchetto di sicurezza già approvato al Senato, imporrebbe infatti ai provider l'oscuramento globale di interi servizi, qualora si riscontrassero messaggi inopportuni o apologie di reato. Non bastasse quello che accade in Italia, poi, ci si mette pure l'Europa. Il 31 marzo il Parlamento Europeo dovrà esprimersi a proposito delle proposte di modifica a un pacchetto di norme sulle telecomunicazioni definito Pacchetto Telecom. Se approvati, questi emendamenti potrebbero autorizzare i provider ad applicare una serie di "sistemi di gestione del traffico". Il risultato sarebbe una rete in cui l'utilizzo di alcuni siti internet o software sia privilegiato rispetto all'utilizzo di altri. Migliaia di persone si stanno mobilitando tentando di convincere gli europarlamentari a non votare queste norme, che avrebbero una inevitabile ricaduta sulle legislazioni dei paesi comunitari. Se una proposta di legge come quella dei senatori Vita e Vimercati fosse stata presentata e approvata lungo la passata legislatura, forse l'Italia potrebbe dirsi al riparo dall'entrata in vigore di misure così illiberali e restrittive.

26 marzo 2009
da l'Unità.it
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Re: Una legge .. per salvare internet

Messaggioda trilogy il 27/03/2009, 22:58

La proposta presentata da Vimercati e Vita sembra buona.
Purtroppo ogni giorno spuntano in parlamento, e non solo in Italia, norme per limitare l'accesso alla rete. La scuse sono sempre "nobili" dietro però ci sono lobby economiche o politiche. La logica che c'è dietro queste operazioni restrittive è: "in giro per la città ci sono anche dei criminali, quindi per proteggere i cittadini, da oggi è proibito uscire di casa. Se proprio volete uscire lo fate con l'automezzo che vi diciamo noi, e per andare dove diciamo noi"
Comunque il bravo cittadino non naviga in rete, guarda la TV, lì è tutto sotto controllo e non si corrono rischi :mrgreen:
saluti
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Re: Una legge .. per salvare internet

Messaggioda Gab il 17/04/2009, 9:06

Libertà di Rete. Libertà di software. Il Pd presenta il ddl
di Alessia Grossi

«La Rete come metafora di un’idea diversa di sviluppo». Il Pd raccoglie la sfida della regolamentazione delle reti di comunicazione, di Internet in particolare, e presenta a Roma a Palazzo Marini il disegno di legge firmato dai senatori Vincenzo Vita e Luigi Vimercati.

«Più che una proposta definitiva un pretesto – spiega Vita – per rispondere alle iniziative censorie che riaffiorano in tutta Europa, in Italia ne è un esempio il ddl Carlucci che vuole limitare la Rete in nome di rischi che niente hanno a che vedere con la neutralità di Internet».

Tra i punti fondamentali della proposta dei senatori del Partito Democratico quello dell’accesso neutrale alle reti di comunicazione, assicurare il diritto alla cittadinanza, diffondere l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione nelle Università come nelle scuole e metterle anche a disposizione delle imprese. Ultimo ma non ultimo rimuovere gli ostacoli alle Reti, abbattere il digital divide, insomma, per colmare il disagio economico e sociale e valorizzare le diversità.

Ma Internet è anche «il nuovo spazio pubblico comune» nel quale la libertà e la neutralità giocano un ruolo fondamentale. «Quella che raccogliamo – spiega Vincenzo Vita – è la sfida post democratica. Bisogna scegliere fra la Rete partecipata, matura e interattiva e quella autoritaria, quella della Tv, populista».

Due gli obiettivi, dunque, anche per l’ex ministro delle comunicazione Paolo Gentiloni intervenuto alla presentazione – da una parte quello di assicurare a tutti gli italiani il diritto all’inclusione digitale attraverso la banda larga per tutti; il secondo, quello di rafforzare la libertà della Rete in un momento in cui i rischi vengono presi a pretesto per limitarla».

Ma la neutralità della Rete non può che passare anche per la libertà del software. E infatti il ddl propone la diffusione dell’Open Source anche nella pubblica amministrazione.

«A Brunetta domandiamo come mai la Pa rinnovi i contratti con Microsoft e non usi e sviluppi, al contrario, i software open source con un risparmio non indifferente della spesa pubblica» conclude Vita.

Critiche al governo vengono anche dall’ex ministro Gentiloni che richiama l’attenzione sulla mancanza di investimenti per il digital divide: «Questo è l’unico governo che non investe nella banda larga in un momento di crisi in cui Internet è considerato il volano dell’economia». A tutto questo poi si aggiunge la preoccupazione del senatore Vimercati sul rischio che «gli 800 milioni stanziati per la lotta al digital divide spariscano nei fondi per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Abruzzo».

Quella di giovedì, comunque, è solo una delle tante tappe della discussione sul ddl Vita-Vimercati che continua ad essere «aperto a suggerimenti e critiche», dal confronto con la maggioranza al governo, alla discussione in Rete con il popolo di Internet su ("Una legge per la rete"). Intanto «entusiasti e felici» si sono detti blogger e rappresentanti del variegato mondo di Internet intervenuti a Palazzo Marini. Perché, per dirla con Alberto Castelvecchi, editore e blogger de «Il Cannocchiale», «non si può mettere limiti alla nuova civiltà della conversazione».
16 aprile 2009 da l'Unità
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Re: Una legge .. per salvare internet

Messaggioda mauri il 17/04/2009, 18:45

ben fatto condivido
anche se preferirei che le cose rimanessero come sono ma visto che il mister vuole imbavagliare anche la rete, con la tivvù lo ha già fatto e persegue i pochi giornalisti rimasti liberi perchè abiurino come ai tempi di galileo, anche la stampa sarà imbavagliata
quindi a malincuore credo che l'unica sia prenderli in contropiede e proporre una legge che contrasti questo efferato progetto antidemocratico e fascista che utilizza scuse pretestuose come la privaci della quale a me non frega niente, frega a loro per nascondere le malefatte di questa gente che è al governo
vola rete libera, mauri
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