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Un piano per l'energia

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Un piano per l'energia

Messaggioda Robyn il 28/01/2009, 15:20

Un piano per l'energia dovrebbe comprendere in modo particolare l'energia fotovoltaica.Spesso è difficile per i costi da sostenere dal cittadino privato,dotarsi di un impianto ad energia fotovoltaica.Un grande piano per l'energia potrebbe farsi realizzando delle vere e proprie centrali a pannelli fotovoltaici.Pensiamo al risparmio energetico che si realizzerebbe se ogn comune ed ogni zona industriale nel nostro paese realizzerebbe questo tipo di centrali per l'illuminazione pubblica e privata.Possono realizzarsi centrali anche a forma di grattacielo.Anche l'eolico permette di generare energia,ma si possono realizzare questi tipi di impianti con pale trasparenti al fine di limitare l'impatto paesagistico.Per quel che riguarda la Fiat si possono dare aiuti solo a patto che si realizzino vetture ecologiche.L'idrogeno ancora non è pronto,ma si possono realizzare vetture a ttrazionbe mista GPL/elettrica.Infatti il GPL oltre a costare poco non è inquinante.Per quel che riguarda la trazione elettrica ,questa si può ricaricare tramite dinamo interna alla vettura quando cammina a GPL.Speriamo però che il GPL non aumenti.L'energia nucleare invece ha il problema dei tempi di realizzazione lunghi e degli ingenti costi Ciao Robyn
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Re: Un piano per l'energia

Messaggioda pianogrande il 30/01/2009, 22:46

Un paese come l'Italia dovrebbe sfruttare le vie d'acqua.
Noi usiamo il mare solo per cementificare le coste.
Invece di fare "il ponte" dovrebbe essere vietato attraversare il paese con un TIR.
Tra Genova e Palermo, Napoli, Reggio Calabria c'è il mare nostro che non richiede manutenzione.
Il trasporto via acqua ha un consumo energetico minimo.
Nessun governo ,né di destra né di sinistra è andato molto al dilà delle chiacchiere su questo versante.
I TIR consumano, inquinano, sconquassano strade ponti e viadotti e sono pericolosi per l'incolumità dei loro conducenti e degli altri utenti della strada.
Gli autotrasportatori sono sempre a caccia di privilegi e sono sempre un rischio anche a livello politico.
Ne abbiamo avuto esempi anche di recente con lo stesso governo Prodi.
Ragazzi! L'Italia è lunga e stretta e circondata dal mare.
Cosa aspettiamoo?!
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Un piano per l'energia

Messaggioda ambientalistaPD il 31/01/2009, 10:36

forse che finisca la crisi dell'auto!! :D :D la iveco si risentirebbe :mrgreen:
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nel 2008 il solare supera idroelettrico

Messaggioda mauri il 05/02/2009, 15:24

mentre in italy siamo a lume di candela, fino a che ci sarà cera e poi...
se i nostri ministri sono così ostinati a negare l'evidenza e proseguire sulla via del nucleare, 8 centrali per coprire il 25x100 del ns fabbisogno dal costo di 50miliardi che inizieranno a produrre forse tra 10 anni è un pessimo investimento
50 miliardi immobilizzati e di conseguenza tolti alla ricerca e all'energia pulita di rapida attuazione che creerebbe 5centomila nuovi posti di lavoro
o sono stupidi o
qui gatta ci cova
ciao, mauri


Energia rinnovabile, in 2008 solare supera idroelettrico -report
Reuters - 05/02/2009 13:52:10
MILANO, 5 febbraio (Reuters) - L'energia solare ha superato quella idroelettrica come seconda maggiore fonte rinnovabile dopo l'eolico, raggiungendo il 20% del totale.

E' quanto emerge dal rapporto sul 2008 di PricewaterhouseCoopers, dal titolo "Renewables Deals", sui deal realizzati nel settore.

L'impatto del credit crunch ha fatto scendere il controvalore e il numero delle operazioni, ma il settore delle rinnovabili ha resistito meglio rispetto ad altri comparti che hanno visto crollare l'attività di M&A.

Di conseguenza, un quarto dei deal nel settore energetico riguarda tecnologie o asset legati alle rinnovabili, mentre il controvalore ora rappresenta un decimo del totale.

Fra il 2007 e il 2008 sono stati annuncaiti 441 deal nelle rinnovabili, per un controvalore di 70,3 miliardi di dollari.

Le operazioni nel solare sono quadruplicate in numero e più che quadruplicate in controvalore l'anno scorso rispetto al 2007. La media dei deal nel solare è salita a 89,3 milioni di dollari da 76,7 milioni.

L'Europa, sottolinea il report di PwC, fra il 2007 e il 2008 ha visto balzare il valore dei deal nelle rinnovabili, arrivato a 17 miliardi di dollari, mentre nel resto del mondo c'è stata una flessione del 63%.

Complessivamente, i deal nelle rinnovabili sono calati del 7% nella prima parte del 2008, mentre nel secondo semestre la contrazione è stata più marcata, a 13,9 miliardi da 29,5 miliardi di dollari.

Fra le prime dieci operazioni del 2008, graduatoria guidata dalla portoghese Edp Renovàveis, non figura alcun deal italiano. Nel rapporto si legge che le transazioni in Italia hanno avuto un controvalore di 854 milioni di dollari, pari al 5% del totale europeo. In questa classifica, il nostro Paese è staccato rispetto a Portogallo, Spagna, Gran Bretagna e Germania.

Guardando al 2009, Pwc sottolinea che la chiave per il rilancio del settore sarà l'affievolirsi della crisi finanziaria.

Nel report si preconizza l'emergere di big player nelle rinnovabili, sia come conseguenza del crescente impegno delle industrie manifatturiere diversificate (General Electric (GE.N) e Bosch), sia per la focalizzazione dei gruppi nati da una costola delle utilities (PwC cita Iberdrola Renewables (IBR.MC) ed Edp Renovàveis), sia, infine, per la crescita dimensionale delle società nate e sviluppatesi nelle rinnovabili, come l'indiana Suzlon Energy.
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Crisi, la Cgil sposa la cura verde

Messaggioda mauri il 07/02/2009, 19:56

mi ha sorpreso questo cambiamento di mentalità, cercare soluzioni per incrementare l'occupazione
bene, si allargano gli orizzonti e benvenute nuove idee
buona domenica, mauri


Crisi, la Cgil sposa la cura verde
"Subito 350mila nuovi posti"
Il sindacato presenta un piano per rilanciare l'economia in collaborazione con Legambiente: "Finora dal governo pochi soldi e niente innovazione" di VALERIO GUALERZI

ROMA - La Cgil sposa la ricetta del new deal verde per uscire dalla crisi economica e si allea con Legambiente per lanciare un grande piano di interventi in grado di stimolare la ripresa, creare nuovi posti di lavoro (almeno 350 mila, solo per cominciare), favorire l'innovazione e risanare l'ambiente. Il pacchetto di stimoli "rossoverde" è stato presentato oggi nella sede nazionale del sindacato dal segretario confederale Paola Agnello Modica e dal presidente dell'associazione, Vittorio Cogliati Dezza. Una scommessa sulla quale la Cgil crede molto, tanto che inizialmente all'iniziativa avrebbe dovuto partecipare il numero uno Guglielmo Epifani, costretto poi a volare a Bruxelles per impegni più urgenti.

Il ragionamento della Confederazione parte dal durissimo giudizio, condiviso da Legambiente, sulle scelte fatte sino ad oggi dal governo. All'estero, fanno notare le due organizzazioni, da Londra a Pechino, da Washington a Madrid, tutti i principali paesi investono miliardi a tre cifre, puntando decisamente all'innovazione tecnologica legata all'ambiente e al contrasto dei cambiamenti climatici. "Da noi invece ne sono stati annunciati appena 45, dei quali solo 5 sono risorse fresche, mentre le altre sono già programmate da tempo", sottolineano.

A questo si aggiunge il fatto che, secondo il sindacato, palazzo Chigi ha puntato "a rompere la coesione sociale, scegliendo di far pagare l'onere della crisi ai lavoratori". Linea confermata, secondo Agnello Modica, dalle indicazioni che arrivano sugli incentivi auto. "A leggere i giornali - fa notare - c'è ben poco di cui rallegrarsi, manca completamente la questione degli investimenti nei nuovi motori e la salvaguardia degli stabilimenti".

L'alternativa proposta da Cgil e Legambiente è fatta invece di "misure immediatamente cantierabili" che nell'immediato possono dare lavoro a 350 mila persone, "facendo scattare però un effetto volano in grado di creare molta più occupazione". I settori su cui agire sono quattro: energia, edilizia, trasporti e sicurezza ambientale. Ma per farlo, stando all'analisi delle due organizzazioni, non c'è bisogno di risorse aggiuntive. Il primo strumento è cambiare l'ordine delle priorità. "E' sufficiente privilegiare quegli interventi che hanno la capacità di abbattere gli sprechi sociali, ambientali ed economici prodotti dal nostro sistema produttivo", sottolinea la proposta "rossoverde". La seconda leva è "rilanciare la lotta spietata all'evasione fiscale". Infine occorre "qualificare la spesa nella pubblica amministrazione, contrastando attivamente gli sprechi ad ogni livello".

Cgil e Legambiente non sono entrate nel dettaglio dei possibili interventi, rimandando a un confronto annunciato per il 10 marzo con tutte le categorie produttive, da Confindustria, agli artigiani, agli agricoltori, nella speranza di coinvolgerle nel progetto. "E vero che Confindustria sulla vicenda del pacchetto europeo 20-20-20 ha fatto una battaglia di retroguardia, ma era una battaglia ideologica, mentre noi ci presentiamo con la forza della ragione", sottolinea Cogliati Dezza. All'appuntamento del prossimo mese il sindacato si presenterà forte delle proposte specifiche elaborate in queste settimane dalle organizzazioni territoriali e di categoria.

Un esempio di come si può tenere insieme il circolo virtuoso del new deal verde, Agnello Modica lo ha voluto però anticipare. "In Italia - ricorda - esistono ancora 2 miliardi e mezzo di metri quadrati di coperture in amianto: sostituirle tutte con pannelli solari significherebbe creare occupazione, risparmiare sulle spese sanitarie future e contribuire a tagliare la bolletta energetica delle aziende. Ci guadagnerebbero tutti ed è una cosa che si può fare subito".

(5 febbraio 2009)
http://www.repubblica.it/ambiente/index.html?ref=hphead
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"Guerra allo smog" in cina

Messaggioda mauri il 08/02/2009, 20:38

se si muovono loro avremo presto tecnologia pulita made in china a basso prezzo
ha dell'incredibile i tre anni per costruire 8 centrali nucleari quando in finlandia per 1 ci metteranno 7 anni
in italia ce ne vorranno almeno 14 ma il padrone insiste sul nucleare
buona settimana, mauri



"Guerra allo smog"
Il New Deal cinese
Svolta ecologista di Pechino sul modello di Obama: "La crisi diventi l'occasione per accelerare il cambiamento". Investimenti da 58 miliardi di euro per potenziare energia eolica e solare e per nuovi impianti nucleari
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
QUESTA crisi può diventare l'occasione per accelerare il cambiamento". Sembra uno slogan di Barack Obama invece lo ha detto Zhang Guobao, direttore generale del ministero dell'Energia a Pechino. La Repubblica Popolare sfida l'America sul tema favorito dell'Amministrazione Obama: anche il New Deal cinese si colora di verde.

Tra gli obiettivi della manovra da 600 miliardi di dollari varata a Pechino per rilanciare la crescita, il risparmio energetico conquista una posizione di rilievo. La Cina investirà 580 miliardi di yuan (circa 58 miliardi di euro) per potenziare la sua produzione di energia nel corso del 2009, ma dal "tutto carbone" del passato la differenza è notevole. Tra i progetti selezionati figurano importanti aumenti di capacità nelle energie rinnovabili, eolica e solare, nonché nel nucleare. La capacità di produzione di energia eolica della Cina già oggi è seconda solo a quella degli Stati Uniti.

Uno studio del Global Wind Energy Council prevede che entro un decennio l'energia prodotta grazie al vento in Cina avrà raggiunto i 122 gigawatt, eguagliando così l'intera produzione di energia della celebre centrale idroelettrica costruita con la diga delle Tre Gole sul fiume Yangze (il più grande impianto idroelettrico del mondo). Uno sforzo importante riguarda anche il nucleare: entro tre anni il governo di Pechino punta ad aprire otto nuove centrali per un totale di 16 reattori. Se oggi il nucleare soddisfa appena l'un per cento del fabbisogno energetico cinese, l'obiettivo è di portarlo rapidamente al 5%.

Il carbone resterà per un bel po' di tempo la materia prima più usata per produrre elettricità in Cina, e i danni di questa dipendenza non riguardano solo l'ambiente: le stesse statistiche ufficiali del governo cinese rivelano che tra le vittime degli incidenti sul lavoro e quelli delle malattie respiratorie l'anno scorso quasi centomila minatori sono morti per estrarre il carbone.

Tuttavia anche in questo settore il New Deal ambientalista cerca di imprimere il segno del cambiamento. Il ministero dell'Energia di Pechino accelera la chiusura progressiva di molte centrali a carbone, prendendo di mira gli impianti più piccoli, vecchi e inquinanti. Complessivamente le centrali termoelettriche a carbone destinate alla chiusura rappresentano una potenza di 13 gigawatt quest'anno, 10 gigawatt nel 2010 e 8 gigawatt nel 2011.

Verranno sostituite con altre centrali a carbone di nuova generazione, più grosse e meno inquinanti, per un totale di capacità pari a 50 gigawatt. La progressiva chiusura di vecchi impianti ha già fatto scendere i consumi medi dai 370 grammi di carbone per kilowattora nel 2005 agli attuali 349. L'entrata in produzione dei nuovi impianti dovrebbe ridurre ulteriormente consumi e inquinamento.

Una centrale termoeletterica della nuova generazione come lo Huaneng Power International di Yuhuan (1 gigawatt) consuma solo 283 grammi di carbone per kilowattora. Resta aperta anche l'opzione del "carbone pulito", cioè i progetti che puntano a catturare e sotterrare le emissioni di Co2: ve ne sono in cantiere sia con aziende italiane che scandinave e giapponesi.

Finora il "carbone pulito" è stato rallentato dai costi elevati di queste tecnologie. Ma i leader cinesi sembrano orientati davvero a sfruttare le opportunità create dalla recessione, per operare dei cambiamenti che in passato non sono stati possibili. Fino all'anno scorso l'aumento esponenziale dei consumi di elettricità ha costretto la Cina ad aprire in media due nuove centrali a settimana: una folle corsa che non consentiva tregue e relegava in secondo piano la tutela dell'ambiente.

Con la crisi economica invece il consumo elettrico nel 2008 è cresciuto solo del 5,2% cioè poco più di un terzo rispetto al ritmo di crescita del 2007 (+14,8%). Si è trattato del più basso ritmo di crescita dei consumi elettrici da otto anni a questa parte. Un segnale confortante anche per ciò che sembra rivelare sul modello di sviluppo: la crisi ridimensiona soprattutto settori energivori come la siderurgia.

(6 febbraio 2009)
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Re: Un piano per l'energia

Messaggioda Gab il 20/03/2009, 12:23

Raising the share of renewable energy from 8.5% to 20% in the overall energy consumption is a necessary contribution to the global fight against climate change and towards better control over our energy dependence. The various uses of renewable energy are examined: electricity through wind and hydraulic energies; electricity or heat through geothermal and solar energies; electricity, heat, and biofuel coming from biomass. The EU is a world leader in the use and deployment of technologies …
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The Emerging Energy Technologies Summit 2006, part of UCSB’s Technology Management Program, takes a look at more efficient and renewable energy sources, solar and wind power, production of ethanol, and more energy-efficient cars. Series: “Technology Management Program”
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Silicon Valley leaders talk about smart cities throughout the world using control networks for operational and energy savings. The video looks at the amount of money saved by buildings, street lights and utility companies all over the world by deploying control networking infrastructure. Further, it shows how the investment in green energy can actually pull businesses out of the red.
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Re: Un piano per l'energia

Messaggioda Albert il 13/04/2009, 22:02

pianogrande ha scritto:Un paese come l'Italia dovrebbe sfruttare le vie d'acqua.
Noi usiamo il mare solo per cementificare le coste.
Invece di fare "il ponte" dovrebbe essere vietato attraversare il paese con un TIR.
Tra Genova e Palermo, Napoli, Reggio Calabria c'è il mare nostro che non richiede manutenzione.
Il trasporto via acqua ha un consumo energetico minimo.
Nessun governo ,né di destra né di sinistra è andato molto al dilà delle chiacchiere su questo versante.
I TIR consumano, inquinano, sconquassano strade ponti e viadotti e sono pericolosi per l'incolumità dei loro conducenti e degli altri utenti della strada.
Gli autotrasportatori sono sempre a caccia di privilegi e sono sempre un rischio anche a livello politico.
Ne abbiamo avuto esempi anche di recente con lo stesso governo Prodi.
Ragazzi! L'Italia è lunga e stretta e circondata dal mare.
Cosa aspettiamoo?!

:D
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Re: Un piano per l'energia

Messaggioda Albert il 13/04/2009, 22:19

Titoli come „Parigi sposta le merci sui fiumi“ o „Il porto a Milano, un sogno „ripescato“ confermano l’attualità del Progetto Tirol-Adria. Gli argomenti del Politecnico di Milano, riportati nel libro “Logistica fluvio-marittima in Europa” per il collegamento Danubio-Adriatico attraverso gli Stati Slovenia, Croazia, Ungheria e Slovacchia (Trieste - Bratisalva), suggerito nella Conferenza di Grado nel 1986, valgono ancora di più per il collegamento della rete italiana direttamente alla rete di navigazione interna dell’Europa sull’asse diretta e centrale (asse del Brennero) attraverso l’Inn, il Canale Transalpino, l’Adige, il Lago di Garda, il Mincio ed il Po, con le città capisaldi Passavia sul Danubio e Venezia.

Sarebbe proprio l’Italia che dovrebbe sviluppare una nuova logistica. L’Italia, circondata dal mare, con fiumi e canali esistenti o non terminati (Venezia-Padova), che portano il mare nel retroterra, ha i presupposti per trasformarsi e di spostare il traffico merci sulle idrovie e sulle autostrade del mare, già dotate di infrastrutture portuali.



L’introduzione della linea ferroviaria Berlino-Palermo con la galleria del Brennero (BBT) nell’elenco dei TEN avvenne ancora prima della nascita dell’idea progettuale, della cosidetta Idrovia Danubio-Tirol-Adria, che è talmente innovativa e di grande importanza per lo sviluppo in Europa. Da accentuare è anche la sua autofinanziabilità proprio in questo perido di crisi. Ho chiesto al Ministero delle Infrastrutture di esaminarlo urgentemente e di prenderlo in considerazione prima ancora di decidere definitivamente sulla costruzione della galleria di base del Brennero - BBT.

Invito a visitare il sito www.tirol-adria.com anche per scaricare dalla prefazione l’appello ed altra documentazione illustrativa. o dalla stampa l'articolo "Dall'Adriatico al Danubio : in nave sotto le Alpi"

Chiedo gentilmente di appoggiare questa mia iniziativa per cambiare la logistica in Europa.
Albert
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