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"Nuova" Scuola

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda FreeRider il 26/09/2008, 11:57

pagheca ha scritto:
FreeRider ha scritto:mi sembra che tu non abbia compreso (e mi meraviglio) che non stiamo discutendo di quantità ma di qualità.

FreeRider


Provo a spigarmi meglio. Mi sembra che una delle motivazioni, sia della legge Gelmini che della protesta e' il taglio degli insegnanti dovuto alla riduzione a 1 degli insegnanti per classe che permetterebbe una riduzione di costi e personale. Sono d'accordo che la scelta abbasserebbe la qualita', ma non vedo come possa abbassare la quantita'.

saluti
pagheca

Probabilmente il pasticcio nasce dal fatto che a me della gelmini interessa poco o nulla mentre mi interessa discutere della qualità delle nostre riforme, quelle da proporre e da fare quando saremo al governo.
Oggi ci sono troppi insegnanti, pagati male, di qualità modesta.
Io penso ad un sistema con meno insegnanti, pagati meglio, di qualità sensibilmente superiore.
La gelmini mi pare si concenti solo sul primo aspetto, noi dovremmo spingere sugli altri due, senza pero' rinnegare il primo, che è oggettivamente serio.

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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda FreeRider il 26/09/2008, 12:36

annalu ha scritto:Se lo metti tra gli auspici, i peggiori dovrebbero poter essere allontanati dalla scuola, certo. ma vorrei che i criteri di giudizio fossero molto chiari, e non ci fosse selezione in base alle ideologie o alla fede religiosa, cosa purtroppo molto possibile.

Vanno chiariti i criteri e devono esserci tutte le garanzie di oggettività e di democraticità.
Ci mancherebbe altro. Le cose "possibili" (hai ragione) pero' non devono farci buttare via il bambino insieme all'acqua sporca.

annalu ha scritto:Su questo argomento proprio non ti seguo. Che significa per te "eccellenza"? Per me significa che una certa persona sa fare il suo mestiere meglio della maggior parte degli altri, e questo non vedo perché non debba valere per i bambini delle elementari. A te non risulta che anche nella capacità pedagogiche ci siano maestri migliori della media?
ma tu, in una scuola, da adulto, sei mai entrato?

L'eccellenza è il rovescio speculare del pessimo. Sono entrambi gli estremi di una normale popolazione.
Abbiamo prima convenuto che bisogna allontatare i pessimi. Qui possiamo convenire che possiamo premiare i migliori (chi eccelle). Tutti gli altri sono nella normale distribuzione probabilistica (la normalità). Nella scuola di base (che dà le basi a tutti i bambini) noi dobbiamo sostenere la normalità, premiare l'eccellenza, eliminare i pessimi.

annalu ha scritto:Quanto all'idea della necessità prevalente di una "figura affettiva" e per giunto unica, questa è una tua personale opinione, ed è anche l'opinione della Gelmini. Io, come mi sembra di aver chiarito, la penso in modo diverso, e penso che una parola definitiva sull'argomento non sia ancora stata detta da nessuno, per cui la mia opinione ha diritto ad essere rispettata come la tua.

E' chiaro che ogni opinione va rispettata. Perché sollevi questo aspetto? Ti è parso che io non abbia rispettato le tue?
Vanno considerate pero' come piu' professionali le opinioni delle insegnanti delle elementari e continuo a ricevere segnazioni di insegnanti, anche di sinistra, che .... a microfoni spenti ... sostengono che per quell'età sia meglio il docente unico (che già oggi esiste e si chiama "prevalente"). Il fatto è che il coordimento di tre docenti su due classi non è una operazione a costo zero ma richiede impegno e fatica (ore di riunioni). L'argomento "se un insegnante non vale una cicca, meglio dividerlo su piu' classi" si riflette anche qui sulla programmazione comune perché come puoi immaginare chi vale poco lavora poco e lascerà il peso sugli insegnanti validi. Chi non è valido quindi non si lamenta ma chi nella scuola vale si trova a farsi un mazzo grande come una casa. Molti di costoro (quelli bravi) preferiscono fare da soli l'insegnamento, senza doversi coordinare con gli incapaci ed i lavativi. Che ci sono e sono molti di piu' di quanto siamo portati ad immaginare.

annalu ha scritto:A parte che le cose che un bambino dovrebbe imparare alle elementari sono ben di più delle banalità che citi. Ma limitiamoci a dire che un bimbo deve imparare che 2+2=4.

Non ci siamo capiti. Non sono le cose da insegnare che contano ma il metodo didattico. È qui che vedi se un docente vale o no (se eccelle, se è assolutamente carente o se è normale). Ho sbagliato a banalizzare l'esempio ma speravo che si capisse. Un insegnante che sia tale ha il metodo (per dirla in linguaggio genitoriale.... ci sa fare con i bambini e sa spiegare bene le cose) e non importa cosa sta spiegando: storia, scienze, italiano, matematica.

annalu ha scritto:Scusami, ma le "formulette" non sono il mio forte.
Se vogliamo restare in F1, tu esemplifichi un caso estremo e quindi semplice. Credo invece che il problema si (mi spiace) più complesso, perché un pilota può essere più abile in curva, mentre un altro può avere un modo differente di guidare sui rettilinei o nei sorpassi, C'è chi guida meglio sulla pista asciutta, e chi è molto abile sul bagnato.
Se vuoi vincere la gara, è anche di queste cose che devi saper tenere conto, calibrare la macchina, le gomme e tutto in relazione al pilota che la guiderà. Il migliore dei piloto possibili, ma anche lui coi suoi punti di forza ed i suoi punti deboli.
Naturalmente devi fare anche l'inverso, se hai una macchina con certe caratteristiche, sceglierai, tra i piloti migliori, quello più adatto a guidare quel tipo di macchina ... o no?

Il problema non è vincere la gara ma il campionato. Che tradotto nel caso scolastico significa portare i bambini (tutti) a raggiungere gli obiettivi didattici prefissati dai programmi. Per farlo ripeto che non prendi il peggior pilota sulla peggiore macchina. La tendenza direi innata è scegliere il migliore di entrambi anche se qui so di certo che non è affatto detto che l'accoppiata sia vincente. Anche un pilota normale su una macchina normale riuscirà in media, malgrado gare bagnate e circuiti ostici, ad avere una buona posizione. La scuola dell'obbligo si occupa di questo. Delle basi (solide e di buona posizione) di tutti i bambini (ognuno con il suo titmo ed i suoi tempi). Le eccellenze qui servono poco (servono all'università) ma i pessimi invece possono fare disastri. Invece della tesi (bossiana, ma non solo) "dividiamo i peggiori su piu' classi" io dico "allontaniamoli dalla scuola". Questo era il punto iniziale e aui tornare dopo le divagazioni sulle eccellenze che ho fatto solo perchè tu hai posto il tema.

Ciao,
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda annalu il 26/09/2008, 14:17

FreeRider ha scritto:L'eccellenza è il rovescio speculare del pessimo. Sono entrambi gli estremi di una normale popolazione.
Abbiamo prima convenuto che bisogna allontatare i pessimi. Qui possiamo convenire che possiamo premiare i migliori (chi eccelle). Tutti gli altri sono nella normale distribuzione probabilistica (la normalità). Nella scuola di base (che dà le basi a tutti i bambini) noi dobbiamo sostenere la normalità, premiare l'eccellenza, eliminare i pessimi.
[...]
Vanno considerate pero' come piu' professionali le opinioni delle insegnanti delle elementari e continuo a ricevere segnazioni di insegnanti, anche di sinistra, che .... a microfoni spenti ... sostengono che per quell'età sia meglio il docente unico (che già oggi esiste e si chiama "prevalente"). Il fatto è che il coordimento di tre docenti su due classi non è una operazione a costo zero ma richiede impegno e fatica (ore di riunioni).
[...]
Non sono le cose da insegnare che contano ma il metodo didattico. È qui che vedi se un docente vale o no (se eccelle, se è assolutamente carente o se è normale). Ho sbagliato a banalizzare l'esempio ma speravo che si capisse. Un insegnante che sia tale ha il metodo (per dirla in linguaggio genitoriale.... ci sa fare con i bambini e sa spiegare bene le cose) e non importa cosa sta spiegando: storia, scienze, italiano, matematica.
[...]
Il problema non è vincere la gara ma il campionato. Che tradotto nel caso scolastico significa portare i bambini (tutti) a raggiungere gli obiettivi didattici prefissati dai programmi. Per farlo ripeto che non prendi il peggior pilota sulla peggiore macchina. La tendenza direi innata è scegliere il migliore di entrambi anche se qui so di certo che non è affatto detto che l'accoppiata sia vincente. Anche un pilota normale su una macchina normale riuscirà in media, malgrado gare bagnate e circuiti ostici, ad avere una buona posizione. La scuola dell'obbligo si occupa di questo. Delle basi (solide e di buona posizione) di tutti i bambini (ognuno con il suo titmo ed i suoi tempi). Le eccellenze qui servono poco (servono all'università) ma i pessimi invece possono fare disastri. Invece della tesi (bossiana, ma non solo) "dividiamo i peggiori su piu' classi" io dico "allontaniamoli dalla scuola". Questo era il punto iniziale e aui tornare dopo le divagazioni sulle eccellenze che ho fatto solo perchè tu hai posto il tema.

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Vedi, ho proprio l'impressione che parliamo su due piani diversi, e mi spiace.
Cominciamo dalla fine: concordiamo senz'altro che l'obiettivo della scuola è portare tutti i bambini al livello didattico che viene considerato necessario per tutti.
Inoltre, questo risultato deve poter essere ottenuto da insegnanti "normali", perché sono loro la maggioranza.
Fin qui va tutto bene.

I problemi tra noi due cominciano a sorgere quando si parla del significato del termine "eccellenza".
Per me "eccellenza" nelle elementari non significa sapere la propria materia meglio degli altri, ma sapere meglio come questa deve venir insegnata. Il "metodo didattico" appunto, cosa niente affatto banale.

Che i maestri (per lo più maestre, ma fa lo stesso) "normali" preferiscano evitare il confronto con altri insegnanti e seguire da soli il proprio personale metodo, non ne dubito, è certo meno impegnativo. Ma è proprio dal confronto che nasce l'arricchimento e si impara a risolvere meglio i problemi. Ormai in quasi nessuna professione c'è qualcuno che fa tutto da solo, senza confrontarsi con altri, sarebbe troppo limitante.
E poi, tra tre maestri per classe ed uno solo, esiste la via di mezzo, cioè due maestri (ognuno "prevalente" in una classe) e penso che quel poco di tempo in più richiesto per coordinarsi non sia così gravoso, e si possa pretendere.
Quando tu definisci il metodo didattico "con linguaggio genitoriale" (... ci sa fare con i bambini e sa spiegare bene le cose) dai per scontate e banali due caratteristiche del buon insegnante diversissime tra loro.
"Saperci fare con i bambini" è in parte un'attitudine innata (ci si augura che la persona cui i bambini non piacciono non insegni a scuola) e in parte è frutto di studi attenti di psicologia infantile. Quanto allo "spiegare bene le cose", questa è un'arte molto complicata, che sta subendo grandi evoluzioni in questi ultimi decenni.
Lo studio dello sviluppo del bambino ha permesso di valutare in modo molto diverso da prima sia le sue capacità innate, sia l'evoluzione delle sue percezioni e del suo apprendimento (lo sapevi che un lattante di tre mesi sa contare almeno sino a tre e in quell'ambito sa anche fare somme e sottrazioni? Del resto, sanno farlo anche molti uccelli, tra cui le galline). E i risultati si vedono, perché i bambini di oggi imparano molte più cose in tempi molto più brevi di un tempo.

Penso che tu sua anche rimasto perplesso quando ho scritto di concetto "astratto" di numero, forse hai immaginato un modo di insegnare ai bimbi cose astruse, ma così non è. Le cose astruse le deve sapere l'insegnate, e solo sapendole riuscirà a trovare i modi semplici e opportuni per far sì che i bimbi apprendano, magari quasi senza accorgersene, magari come un gioco ... ma un gioco che sia didatticamente valido non è così banale da progettare.

Quindi, se ho un insegnate più preparato e più capace della media, cercherò di affiancarlo ad insegnanti bravini (altrimenti non ne ricaverebbero profitto) ma meno preparati, in modo che gli insegnanti normali trovino spunti stimoli dalla collaborazione col migliore (che a sua volta avrà probabilmente qualcosa da imparare) ed i bambini non potranno che trarne vantaggio.

Spero di essermi spiegata. Ho fatto molti sforzi nella mia vita lavorativa per riuscire a spiegare con parole semplici cose anche molto complesse, ma è diverso quando si vede in faccia il proprio interlocutore (adulto o bambino, fa lo stesso) e si colgono i momenti di noia e di interesse al volo, da uno sguardo, un sorriso, un moto del capo ...

Per favore, cerchiamo di trovare un linguaggio comune anche qui, dove comunichiamo solo con testi scritti.

Ciao
annalu

PS. Hai letto su Repubblica, che la Gelmini nella sua riforma prevede la bocciatura anche per i bimbi delle prime classi elementari?
Sai che bell'effetto, per lo sviluppo armonioso dei bambini, etichettarne alcuni come "incapaci" sin dai sei anni di età?
annalu
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda FreeRider il 26/09/2008, 15:39

annalu ha scritto:Vedi, ho proprio l'impressione che parliamo su due piani diversi, e mi spiace.
Cominciamo dalla fine: concordiamo senz'altro che l'obiettivo della scuola è portare tutti i bambini al livello didattico che viene considerato necessario per tutti.
Inoltre, questo risultato deve poter essere ottenuto da insegnanti "normali", perché sono loro la maggioranza.
Fin qui va tutto bene.

I problemi tra noi due cominciano a sorgere quando si parla del significato del termine "eccellenza".
Per me "eccellenza" nelle elementari non significa sapere la propria materia meglio degli altri, ma sapere meglio come questa deve venir insegnata. Il "metodo didattico" appunto, cosa niente affatto banale.

Qui i problemi finiscono subito perché è esattamente quello che ho scritto. Il "saper fare" del docente è il suo metodo.

annalu ha scritto:Che i maestri (per lo più maestre, ma fa lo stesso) "normali" preferiscano evitare il confronto con altri insegnanti e seguire da soli il proprio personale metodo, non ne dubito, è certo meno impegnativo. Ma è proprio dal confronto che nasce l'arricchimento e si impara a risolvere meglio i problemi. Ormai in quasi nessuna professione c'è qualcuno che fa tutto da solo, senza confrontarsi con altri, sarebbe troppo limitante.

Mi riferivo al coordinamento con quelli incapaci che il Bossi vorrebbe suddividere tra piu' classi.
Quello tra persone capaci non è un problema.
Avessimo statistiche certe potremmo vedere quale è in caso piu' frequente, zona per zona.
annalu ha scritto:PS. Hai letto su Repubblica, che la Gelmini nella sua riforma prevede la bocciatura anche per i bimbi delle prime classi elementari?
Sai che bell'effetto, per lo sviluppo armonioso dei bambini, etichettarne alcuni come "incapaci" sin dai sei anni di età?

No, non ho letto ma sono perfettamente d'accordo con la proposta.
Fuori dai denti ma in senso buono, se uno è "tonto", prima lo si boccia e meglio è per lui.
Ogni bambino ha i suoi ritmi, il suo passo. L'età evolutiva non sempre corrisponde con quella anagrafica.
Se uno è pronto alla prima elementare solo a sette anni, deve rifare l'anno.
Se non lo si boccia accumula ritardi e danni seri, perché somma cognizioni sempre nuove su basi deboli.
Ovviamente se un docente (dubito) o un genitore (capita) dice al bambino che è incapace allora si' che si fanno danni per la sua autostima.
Ma se gli si spiega che le regole sono che chi non studia e non è preparato perde l'anno e deve rifarlo allora puo' farsene una ragione. Chi non se ne fa una ragione invece sono i genitori, che spesso sono il vero problema: dietro un bambino con problemi ci sono spesso genitori con probemi ancora piu' seri. I genitori in gamba capiscono se il figlio deve rifare l'anno e non ne fanno un dramma. Quelli problematici lo vivono come un affronto personale e colpevolizzano il bambino.

Ciao,
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda annalu il 26/09/2008, 15:58

FreeRider ha scritto: [...] Mi riferivo al coordinamento con quelli incapaci che il Bossi vorrebbe suddividere tra piu' classi.
Quello tra persone capaci non è un problema.
Avessimo statistiche certe potremmo vedere quale è in caso piu' frequente, zona per zona.
annalu ha scritto:PS. Hai letto su Repubblica, che la Gelmini nella sua riforma prevede la bocciatura anche per i bimbi delle prime classi elementari?
Sai che bell'effetto, per lo sviluppo armonioso dei bambini, etichettarne alcuni come "incapaci" sin dai sei anni di età?

No, non ho letto ma sono perfettamente d'accordo con la proposta.
Fuori dai denti ma in senso buono, se uno è "tonto", prima lo si boccia e meglio è per lui.
Ogni bambino ha i suoi ritmi, il suo passo. L'età evolutiva non sempre corrisponde con quella anagrafica.
Se uno è pronto alla prima elementare solo a sette anni, deve rifare l'anno.
Se non lo si boccia accumula ritardi e danni seri, perché somma cognizioni sempre nuove su basi deboli.
Ovviamente se un docente (dubito) o un genitore (capita) dice al bambino che è incapace allora si' che si fanno danni per la sua autostima.
Ma se gli si spiega che le regole sono che chi non studia e non è preparato perde l'anno e deve rifarlo allora puo' farsene una ragione. Chi non se ne fa una ragione invece sono i genitori, che spesso sono il vero problema: dietro un bambino con problemi ci sono spesso genitori con probemi ancora piu' seri. I genitori in gamba capiscono se il figlio deve rifare l'anno e non ne fanno un dramma. Quelli problematici lo vivono come un affronto personale e colpevolizzano il bambino.

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Bene, trovati i punti d'accordo sulla prima parte, possiamo passare a discutere di bocciature.

Secondo me il problema va graduato a seconda dell'età dell'alunno.
Ovviamente un ragazzo nullafacente delle superiori va bocciato al più presto, in modo che capisca che si fa sul serio e si metta in riga, senza accumulare insufficienze credendo che tutto sia permesso.
Inoltre, tra diciassette e diciotto anni, ma anche fra quattordici e quindici, l'età di sviluppo sociale ed emotivo non è così diversa, per cui un ragazzo indietro di un anno che vuole studiare non avrebbe particolari problemi con i compagni.

Diversa è la situazione di un bambino di sei anni.
Un bambino che ha già fatto la prima elementare e viene rimesso insieme ai bambini che frequentano la scuola per la prima volta, non può non trovarsi in grosse difficoltà.
Quando si parla di "maestro unico" lo si fa pensando allo sviluppo emotivo del bambino.
Che attenzione si dimostra verso questo sviluppo emotivo, quando il bambino viene respinto dalla scuola e fatto restare un anno indietro, ad un'età nella quale un anno di differenza si sente davvero?

Nelle prime classi elementari, almeno fino alla terza, la bocciatura dovrebbe essere totalmente esclusa e poi introdotta nelle classi successive in modo graduale, a seconda delle gravità delle carenze e delle potenzialità di recupero.
Per i bambini in difficoltà esistono i famosi "maestri di sostegno" che la Gelmini vuole appunto eliminare o almeno drasticamente ridurre.
E così si tornerà all'epoca precedente a don Milani ed alla scuola di Balbiana, all'epoca nella quale solo chi era favorito da una famiglia colta poteva andare avanti negli studi, e la selezione avveniva già in prima elementare.

Del resto, Berlusconi lo ha detto espressamente, nell'incontro TV con Prodi prima delle elezioni passate: per lui, che il figlio dell'operaio abbia diritto alle stesse aspettative, negli studi e nel lavoro, del figlio di un imprenditore, è un'eresia!

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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda FreeRider il 26/09/2008, 16:32

annalu ha scritto:Diversa è la situazione di un bambino di sei anni.
Un bambino che ha già fatto la prima elementare e viene rimesso insieme ai bambini che frequentano la scuola per la prima volta, non può non trovarsi in grosse difficoltà.
Quando si parla di "maestro unico" lo si fa pensando allo sviluppo emotivo del bambino.
Che attenzione si dimostra verso questo sviluppo emotivo, quando il bambino viene respinto dalla scuola e fatto restare un anno indietro, ad un'età nella quale un anno di differenza si sente davvero?

Un bambino che ha bisogno di essere bocciato in prima è un caso grave.
È già in grosse difficoltà di suo. Quelle che puo' accumulare ripetendo sono la minima cosa rispetto al vantaggio di ripartire da zero l'anno dopo, senza lo stress di andare avanti lo stesso anche se non ha le basi.

Poi non comprendo la tematica. Già oggi si puo' bocciare in prima. Per motivi gravi, eccezionali, che vengono discussi collegialmente. E non ti nascondo che in certe zone di frontiera i casi gravi sono tanti. Anche uno in una piccola classe o due in quelle grandi.
Non mi parlare poi degli insegnanti di sostegno, che non esistevano nemmeno ieri.
Non sono quasi mai professionalmente preparati ma solo docenti normali (quindi senza alcuna specializzazione psicosociale) a cui per qualche ora vengono affidati i casi piu' gravi.
E come tali intendo gli handicappati seri, quelli con forti problemi psicici, problemi motori o sensoriali.
Il bambino con gravi problemi normali (scusa l'eufemismo ma intendo ritardi dell'apprendimento, anche seri, dovuti ad una differenza tra età evolutiva e età anagrafica) non li segue nessuno e sono lasciati solo al docente.

Se poi in classe ti trovi tre handicappati e tre bambini con forti ritardi dell'appredimento, cosa puo' fare un insegnante?
Ha un programma da portare avanti ma è chiaro che non puo'. La classe ne risente. E non è in caso di essere da sola o in 10.
Ho l'impressione che il mondo delle elementari non lo conosciate, se non per qualche ricordo del libro cuore o per la scuola di barbiana. O magari conoscete le scuole delle grandi città borghesi, dove la cultura è mediamente alta ed i bambini sono al 99% adattati. La relatà della periferia italiana, al sud (ma anche in lombardia) invece è tragica.

La situazione del bambino di sei anni non va presa sul piano dell'età anagrafica ma su quello del suo sviluppo evolutivo.
La maggioranza dei casi è ben allineata ma come sai come ci sono bambini "avanti" ci sono anche quelli "indietro" rispetto all'allineamento tra le due età. Bisogna vedere caso per caso. Non sempre far guadagnare un anno ad un bambino "precoce" è un vantaggio. Bisogna vedere tante cose. A volte è meglio farlo stare nella classe che la sua età anagrafica gli assegna. Lo stesso dicasi per uno "indietro". A volte bocciarlo è un vantaggio, a volte no. Qui sono solo i docenti a poter studiare il caso, di solito con l'aiuto di uno psicologo (purtroppo pero' i piu' bravi non si occupano di queste cose).
Prevedere la possibilità di bocciatura anche in prima quindi è del tutto normale. Oggi è già cosi'. Saranno poi i docenti (il consiglio di classe) ad esaminare ogni singolo caso. Dovremmo vedere i dettagli della proposta delle gelmini. Se prevede che l'insegnante unico da solo possa decidere, io non sono d'accordo. Anche perché per esperienza so' che bocciare i figli dei mafiosi (anche a loro capita) è pericoloso e la maestra è a forte rischio. La bocciatura deve essere un atto collegiale della scuola, per casi seri e motivati, con precise relazioni inerenti anche le conseguenze per lo stesso sviluppo del bambino e conoscendo la situazione della famiglia. Ma si deve poter fare.
Portare tutti avanti per forza è un errore che viene pagato sia dal mancato ripetente che dalla classe.

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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda Gab il 26/09/2008, 16:53

Sempre per aggiungere nuovi dati :
Scarica il rapporto citato sotto, dal sito di Cittadinanzattiva .


Il sesto rapporto di Cittadinanzaattiva che ha esaminato 132 istituti
dislocati in 12 regioni: due su tre sono "appena sufficienti" o "pessimi"

Aule e palestre fatiscenti
scuola bocciata in sicurezza

La situazione è gravissima e i fondi per adeguare le strutture sono scarsi
L'edificio meno sicuro della penisola è l'asilo Giacomo Leopardi a Lamezia Terme
di SALVO INTRAVAIA


Le scuole italiane rappresentano luoghi sempre più insicuri e i fondi per "adeguarle" scarseggiano. A fotografare lo stato di salute degli edifici scolastici del nostro Paese è il VI Rapporto (su sicurezza, qualità e confort) di Cittadinanzaattiva. L'enorme numero di incidenti scolastici che si verificano all'interno degli istituti scolastici ne è la controprova. L'indagine è stata svolta in 132 scuole di ogni ordine e grado, dislocate in 12 regioni, per un totale di oltre 41.269 studenti.

Il campionario di casi "al limite" illustrato da Cittadinanzattiva è lunghissimo. "Una cantina umida per fare ginnastica, spazi verdi incolti e privi di recinzione, aule riscaldate con stufe elettriche alla faccia del risparmio energetico, termosifoni che cadono, aule poste sotto il livello stradale, porte scrostate, infiltrazioni di acqua, tubi e fili a vista, pavimenti e sanitari vecchi e rotti, impianti elettrici risalenti agli anni Quaranta, ascensori non collaudati". Ecco soltanto alcuni esempi di malascuola denunciati questa mattina da Cittadinanzattiva. In questa poco edificante graduatoria, la scuola meno sicura è quella per l'infanzia intitolata a Giacomo Leopardi nel centro di Lamezia Terme.

"Anche quest'anno - afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva - abbiamo registrato un peggioramento nella situazione delle nostre scuole, soprattutto per quelle situate in zone a elevato rischio sismico". "Per questo - continua - al governo, agli enti locali e a tutti i cittadini che hanno a cuore l'interesse dei più giovani chiediamo di considerare l'emergenza sicurezza delle scuole come priorità. Parlare di cento scuole da mettere in sicurezza è davvero troppo poco: al governo chiediamo di dedicare alla sicurezza delle nostre scuole un impegno economico pari ad una missione di pace all'estero".

Più di metà degli edifici monitorati (69 per la precisione) si colloca in zone a rischio sismico, il 38 per cento ha l'ingresso situato direttamente sulla strada, 35 su 100 hanno registrato episodi di vandalismo: "Tutti elementi che fanno da contorno ad una situazione generale di insicurezza", spiegano gli esperti dell'associazione che ad ogni scuola ha attribuito un voto. "A due scuole su tre è stato appioppato un punteggio che va da 'appena sufficiente' a 'pessimo'. Gli istituti che ottengono un giudizio di 'buono' e 'discreto' sono rispettivamente 12 e 33: il 34 per cento. Sei dei sette edifici trovati in pessime condizioni sono frequentati da piccoli della scuola dell'infanzia, che rischiano più di tutti".

I luoghi da "bollino nero" sono aule, palestre a bagni. Le prime "presentano crolli di intonaco in un caso su cinque e altri segni di fatiscenza nel 29 per cento dei casi". In un'aula su cinque il pavimento è sconnesso e in un quarto le finestre sono rotte. E le cose non vanno certo meglio sul versante arredi se il 15 per cento dei banchi è danneggiato e più della metà di armadi e librerie non sono ancorati alle pareti. Alle aule spetta anche il titolo di "ambiente più sporco" con polvere, sporcizia e imbrattamenti soprattutto sugli arredi almeno in un terzo dei casi.

"Le palestre sono poche e malmesse: il 39 per cento delle scuole" ne è sprovvista e nella restante parte la palestra è collocata in un locale spesso fatiscente, sporco e inadeguato allo svolgimento delle attività: gli impianti elettrici sono arretrati, le norme antincendio vengono spesso eluse e mancano le porte antipanico. E ancora: "Il 30 per cento delle palestre presenta segni di fatiscenza o crolli di intonaco, il 29 per cento ha attrezzature sportive danneggiate e in 9 casi su 100 le attrezzature sono inesistenti".

Altro luogo dove è consigliato stazionare il meno possibile è il bagno. In parecchi casi i pavimenti presentano numerose irregolarità e finestre non sono integre. Un locale igienico su tre è sprovvisto di bagni per studenti disabili e le porte sono spessissimo in cattive condizioni. La pulizia è una nota dolente: il 42 per cento dei bagni non ha gli scopini, in metà di essi non c'è carta igienica, nel 70 per cento manca il sapone.

"Sul tema della certificazione la situazione si conferma, come negli scorsi anni, gravissima". Poche le scuole (34 su 100) in possesso del certificato di agibilità statica, della certificazione di agibilità igienico-sanitaria e di quello di prevenzione incendi nel (37 per cento). Anche la segnaletica è carente: "Una scuola su quattro non ha la piantina con i percorsi di evacuazione e le uscite di emergenza non sempre sono segnalate". Scarsa è la formazione del personale e gli oltre 103 mila incidenti del 2007 ad insegnanti e alunni, che spesso richiedono l'intervento dell'ambulanza e il ricovero in ospedale, testimoniano che i numeri di Cittadinanzattiva sono probabilmente prudenti.

Per questo l'Associazione chiede al governo Berlusconi "continuità nei fondi per la messa in sicurezza delle scuole, il completamento rapido della Anagrafe dell'edilizia scolastica, percorsi di formazione ed informazione al personale docente e non, interventi immediati per evitare il sovraffollamento delle aule e per garantire l'adeguata assistenza degli studenti disabili nel rispetto di quanto previsto dalla legge". E il 25 novembre si svolgerà in tutta Italia la VI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole.
(26 settembre 2008)
da http://www.repubblica.it/2008/09/sezion ... ituti.html
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda annalu il 26/09/2008, 17:22

FreeRider ha scritto:Un bambino che ha bisogno di essere bocciato in prima è un caso grave.
[...]
Ho l'impressione che il mondo delle elementari non lo conosciate, se non per qualche ricordo del libro cuore o per la scuola di barbiana. O magari conoscete le scuole delle grandi città borghesi, dove la cultura è mediamente alta ed i bambini sono al 99% adattati. La relatà della periferia italiana, al sud (ma anche in lombardia) invece è tragica.
[...]
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Certo, la bocciatura in prima dovrebbe essere un caso molto grave. Ma se la istituzionalizza anche solo per un cinque in un'unica materia (progetto Gelmini) allora tutto torna alla preistoria.

Ma chiudiamola pure qui.
Tu che conoscenze hai della scuola elementare?
Io, oltre alla mia personale esperienza come mamma e come nonna (e forse i miei bimbi hanno frequentato scuole come dici tu, dato che abitiamo in una grande città), mi sono occupata anche di didattica delle scienze nella scuola elementare, non solo in teoria, ma anche "sul campo", andando cioè a fare alcune lezioni io stessa in classe. La scuola dove sono andata era una normalissima scuola elementare di campagna, con bimbi tutti figli di piccoli artigiani e contadini, quindi alcuni inseriti, altri meno, e certo nessuno particolarmente favorito socialmente.
Il "genietto" della classe, che capiva al volo qualsiasi cosa dicessi e anche qualcosa di più, estrapolando da quello che dicevo, era la figlia di un falegname e di una casalinga.
Le domande più "sprovvedute" le ho ascoltate dalle maestre presenti, che alla fine, tutte, si sono meravigliate non tanto di quello che avevo detto io, ma di quello che i bambini avevano dimostrato di sapere. E questo, semplicemente, perché loro i bambini non sapevano incoraggiarli a parlare liberamente, e poi, non sapendo loro le cose corrette, non capivano quanto di giusto dicessero i bambini, e li bloccavano.
Con le maestre ho avuto i miei problemi, coi bambini direi proprio di no.

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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda FreeRider il 26/09/2008, 18:29

annalu ha scritto:Certo, la bocciatura in prima dovrebbe essere un caso molto grave. Ma se la istituzionalizza anche solo per un cinque in un'unica materia (progetto Gelmini) allora tutto torna alla preistoria.


qui sono totalmente d'accordo. Una bocciatura come caso grave dovrebbe essere prevista solo nel caso di una insufficenza in un certo numero di materie e per l'insufficenza in una media generale (ma pesata).
annalu ha scritto:Ma chiudiamola pure qui.
Tu che conoscenze hai della scuola elementare?

30 anni di vita vissuta a fianco di una maestra in una "scuola di frontiera" che alla sera mi racconta (appunto da 30 anni) la sua giornata lavorativa, per filo e per segno, con tutti i problemi con i colleghi, con i bambini e con i genitori, con le altalenanti e shizofreniche riforme dei vari governi, concorsoni compresi. Ti assicuro che i disastri peggiori sono fatti, nell'ordine, dai governi, dai colleghi, con sempre all'altezza del ruolo, e dai genitori (ma quelli li possiamo giustificare, è la loro indole ...).

Ritengo che solo un "santo" possa avere la pazienza e la perseveranza di fare bene questo lavoro di docenza nello stato italiano.
Ma si tira avanti. Peccato che le vere professionalità non siano premiate e prendano lo stesso stipendio di chi fa il lavoro al minimo, senza impegnarsi piu' di tanto (e forse non ci riuscirebbe nemmeno volendo).

Ciao,
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda annalu il 26/09/2008, 18:58

FreeRider ha scritto:30 anni di vita vissuta a fianco di una maestra in una "scuola di frontiera" che alla sera mi racconta
[...]
Ciao,
FreeRider

Non male, come conoscenza diretta dei fatti.
Mi ha fatto piacere parlare con te, e certo ci sarà occasione di continuare il discorso.

Ciao
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