matthelm ha scritto:Annalu, quando si scrive di "circa" parlando di vita umana per me, se me lo permetti, è una leggerezza contestabile e superficiale
Matt, scusa se ti rispondo ancora, ma mi è difficile capire cosa ti irriti nel "circa" applicato allo sviluppo ed alla vita umana. E' proprio nell'"imprecisione" nel succedersi degli eventi che risiede l'individualità di ogni singolo vivente, umano o non umano: se mancassero i "circa", cioè se gli eventi si succedessero con precisione cronometrica, non avremmo a che fare con esseri viventi ma con macchine che producono in serie unità tutte identiche, un incubo fantascientifico.
Ed è in quei "circa", in quelle soggettività e particolarità che si inserisce lo spazio per i dibattiti di etica e di diritto, che però, per essere dibattiti sereni, devono tener conto dei fatti.
Dunque. Dalla cooperazione di migliaia di spermatozoi, si ottiene che uno solo di loro riesca a fecondare un uovo. Questo è un evento ben preciso: prima avevamo un uovo e molti spermatozoi, dopo abbiamo un uovo fecondato. Questa cellula uovo fecondata (zigote) inizia a dividersi. Se le cellule che si originano dalle divisioni dello zigote restano unite, avremo una sola blastocisti che potrà dar origine ad unico embrione; se le cellule invece si separano, potremo avere due o anche tre diversi futuri embrioni e poi gemelli identici (omozigoti). Quindi a questo stadio l'individualità della futura persona non è ancora definita: possiamo dire che nella specie umana lo zigote darà origine a "circa" una o più persone.
Prendiamo in considerazione il futuro di una blastocisti: in "circa" una decina di giorni la blastocisti raggiungerà la parete uterina per l'impianto. Circa, non solo perché io non ho certezze, ma proprio perché il percorso della blastocisti verso l'utero dipende da parecchi fattori, che possono renderlo più lento o più veloce. Se la blastocisti tocca la parete uterina la momento giusto (cioè quando il suo sviluppo è quello giusto e la parete uterina è pronta ad accoglierlo. Se queste condizioni non si verificano la blastocisti viene semplicemente eliminata) le cellule superficiali della blastocisti scavano nella parete uterina e si annidano al di sotto dell'epitelio. Questo è l'impianto, un altro punto ben definito che segna il passaggio verso lo stadio embrionale.
Trascurando i vari passaggi dello sviluppo, dopo "circa" dieci mesi lunari dalla fecondazione avviene il parto. C'è qualcuno che sostiene che la durata della gravidanza non sia di nove mesi "circa"? C'è qualcuno che crede che, dato per noto il giorno della fecondazione, si possa sapere la data certa del parto? Sappiamo benissimo che ci sono bambini che nascono prematuri ed altri a termine od oltre. Eppure la nascita è un evento preciso, che segna un confine netto tra vita intrauterina e vita autonoma del bambino, ed anche un confine netto ed improvviso in alcune funzioni vitali del bambino, come la funzionalità dei polmoni, la circolazione del sangue, la stessa anatomia del cuore. Quindi la nascita è un momento preciso di discontinuità, che avviene però in una data solo approssimativamente prevedibile (circa) dello sviluppo prenatale.
Le leggi di tutto il mondo fanno una distinzione netta tra un bimbo ed un feto. Uccidere un neonato è omicidio, uccidere un feto è invece differente, anche se ovviamente è pur sempre un reato, di gravità differente nelle diverse culture ed anche in relazione allo stadio di sviluppo fetale (in Italia, l'aborto volontario è consentito sino alla 12^ settimana).
Questi sono i fatti.
Un cattolico come Matt considera significativa una sola di queste tappe: la fecondazione. Da quel momento in poi, che si tratti di una blastocisti, di un embrione o di un feto, a suo parere se si interrompe quella vita si commette sempre un omicidio. Per la legge italiana (e per la maggioranza dei paesi occidentali) non è così: sino a dodici settimane, se si interrompe lo sviluppo, non si commette reato.
Ora, siamo tutti d'accordo che l'aborto non è uno scherzo e meno vi si ricorre meglio è, ma siamo anche (spero) tutti d'accordo che l'aborto precoce non va punito e va fatto in piena sicurezza per la donna.
A questo punto, la scienza ha prodotto una nuova diavoleria: la fecondazione in vitro, al di fuori del corpo materno. Ciò è reso possibile dal fatto che, fino al momento dell'impianto, anche nella fecondazione naturale la blastocisti è una sferula di cellule che "nuota" nei fluidi corporei della potenziale madre.
Bene, per Mat ed i cattolici eseguire una diagnosi preimpianto sulla blastocisti in vitro e scartare quelle eventualmente portatrici di gravi patologie, è un aborto vero e proprio, per giunta aggravato dalla mancanza di drammaticità che gli aborti normalmente comportano. Quindi va assolutamente vietata.
Per me e per la maggior parte dei laici invece la blastula ha meno diritti di un embrione o di un feto, ed è quindi giusto evitare di impiantare nel corpo materno blastocisti portatrici di gravi patologie.
L'argomento su cui si discute è quello scritto in corsivo.
Il resto è una semplice descrizione degli eventi che caratterizzano lo sviluppo prenatale, e che sarebbe bene conoscere prima di aprire un dibattito sul tema.
annalu