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Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 27/01/2012, 22:56

flaviomob ha scritto:Franz, nell'università italiana non ha senso "ripetere" un anno di studi, gli esami si danno singolarmente e si può ritentare, se si viene bocciati, in tempi relativamente brevi. In Svizzera è completamente diverso il sistema, ci sono le annualità e gli esami, tutti insieme, al termine dell'anno accademico. Sicuramente quest'ultimo è più selettivo come sistema, ma ricordiamoci anche che gli ingegneri italiani, ad esempio, sono ricercatissimi in tutto il mondo.

Non ha senso se le regole sono quelle che permettono i fuori corso. Non è un problema della sola svizzera ma del sistema nato con la riforma di Bologna (due livelli, bachelor e master). Per quanto riguarda le facoltà di ingenegia italiana ed i politecnici, nelle varie classifiche internazionali non ho mai visto quelli italiani nelle prime posizioni (al meglio siano verso il cinquentesimo posto, e siamo nel G8) quindi non prendiamoci in giro. So che i migliori vanno all'estero e sono quotati ma questo vale per medici, biologi e tutte le professioni. Il fatto che ci sia un 5-10% di qualità non dimostra che l'intero sistema sia di qualità.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda lucameni il 28/01/2012, 1:53

E per noi che sappiamo anche guardare il dito:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01 ... ta/186815/


La carriera lampo di Michel Martone
Diventò docente con una sola pubblicazione

Doveva essere la prima dichiarazione pubblica da viceministro, quella che lo rendeva famoso. Ha fatto un discorso complesso e articolato. E poi ha dato degli “sfigati” agli studenti fuoricorso. Se la mossa fosse casuale o studiata con attenzione non si sa. Di certo Michel Martone non si aspettava che una sola parola potesse diventare un velocissimo boomerang, tornato indietro in meno di due giorni che ora rischia di travolgerlo. Perché gli universitari e i ricercatori della “Rete 29 aprile” hanno fatto notare che la carriera del viceministro del Welfare è piuttosto anomala: laurea in Giurisprudenza a 23 anni, ricercatore a 26, professore ordinario di Diritto del lavoro a 31. Se si considera che nel nostro Paese i docenti under 40 sono circa l’ 1,5 % del totale e gli under 50 meno del 19%, si potrebbe definire un “eletto”. E sulle origini di questa ascesa-lampo da “non sfigato” si è scatenata la Rete dei ricercatori che ha pubblicato ampi stralci del verbale della riunione che consacrò Martone docente nel 2003.

La Commissione era presieduta da Mattia Persiani, professore con il quale Martone si era laureato, anomalia tutta italiana. Dalla relazione finale risulta che su otto concorrenti per il posto all’università di Siena, sei abbiano ritirato la domanda. L’unico sfidante del brillante Martone resta Franca Bargongelli, in servizio nella facoltà dal 1983. “Dei due, la Bargongelli è la più credibile – scrivono i ricercatori – diplomata nel 1970, si laurea nel 1975 in Scienze Politiche e nel 1982 prende una seconda laurea in Giurisprudenza. Tecnicamente, per restare nelle categorie di Martone, ‘una secchiona’, ma visto che la seconda laurea la prende a 30 anni, anche una sfigata”.

Ma la sfiga per la docente deve ancora arrivare. Tra i due, la commissione la ritiene più credibile e ottiene 5 voti su 5. Martone si ferma a 4, e nemmeno tutti espressi con convinzione. Oltre all’entusiasmo del professor Persiani e di Roberto Pessi, gli altri tre commissari, Francesco Liso, Marcello Pedrazzoli e Silvana Sciarra danno giudizi piuttosto negativi. Martone ha presentato un’unica pubblicazione ancora provvisoria. “Lo stile scorrevole rende agevole la lettura, ma permane la difficoltà di individuare una chiara ipotesi di lavoro” scrive la Sciarra, che però conclude “il candidato, nel complesso, risulta idoneo ai fini della valutazione comparativa”.

Pedrazzoli sottolinea la giovane età: “Nonostante questi elementi di discutibilità, da ascrivere per così dire alla sua giovinezza scientifica, il candidato, che si raccomanda anche per una scrittura fluida e chiara, appare visibilmente dotato di forte propensione alla riflessione giuridica. Le notevoli qualità su cui può contare avranno occasione di manifestarsi appieno, quando sarà trascorso il tempo occorrente per la loro sedimentazione”. Solo Liso chiede a Martone di ripresentarsi. Eppure alla fine la scelta cade proprio sul futuro vice-ministro. “Faccio notare al Presidente Monti e a tutti i lettori – ha scritto il professor Michele Ciavarella del Politecnico di Bari in una lettera aperta – che un caso simile in Germania, quello del ministro della Difesa Zu Guttemberg, per molto meno (fu accusato di plagio della tesi di dottorato, ndr) aveva causato una lettera unanime di tutti i Rettori nonché uno scandalo enorme, che causò le sue dimissioni”. In più, uno dei membri della commissione, a distanza di 9 anni e chiedendo di restare anonimo, ha dichiarato ieri a Francesco Margiocco del Secolo XIX che Martone ha vinto perché “è un raccomandato di ferro, iper spinto da tutto il mondo”.

La strada sotto i piedi Michel l’ha trovata spianata anche dal padre Antonio, avvocato generale della Cassazione, coinvolto come testimone nell’inchiesta P3 e presidente della Commissione per la trasparenza nella Pubblica amministrazione, nominato da Brunetta. Ma sicuramente il rampollo è dotato di grande ambizione. “Se questo va negli Stati Uniti lo mettono a pulire i cessi” scrive senza mezzi termini Pora Stella su Facebook dov’è esplosa la rivolta contro la carriera-lampo di Martone. E sul blog del viceministro i commenti hanno raggiunto cifre record: “Io ho 29 anni e sono laureato – scrive un lettore – però vivo fuori dall’Italia per colpa degli ‘sfigati’ come te che governano il Paese!”.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 28/01/2012, 9:51

È la terza volta che in questo stesso thread si posta la stessa cosa (dito) ... noto una certa mancanza di argomenti :lol:

Sono costretto quindi a citarmi:

Come troppo spesso accade, invece di discutere del problema si discute delle qualità vere o presunte di chi lo ha posto.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda flaviomob il 28/01/2012, 12:12

Si discute delle qualità di chi è pagato da noi per governarci, il che presuppone anche che sia in grado di formulare e articolare proposte per affrontare e risolvere i problemi del paese, non di sparare sentenze utilizzando peraltro espressioni volgari e affettate...
Comunque in un paese libero la gente discute di quello che le pare ;)


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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda lucameni il 28/01/2012, 12:21

Bè a me invece pare che di spunti per altrettanti problemi veri, pratici, non teorici svincolati da quanto succede realmente nella nostra Italia, li abbia già posti.
E' questo viceministro che pare se ne sbatta altamente.
Quindi una logica c'è eccome.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda Stefano'62 il 28/01/2012, 15:18

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:Mah,io penso che uno studente fuori corso non faccia nessun danno all'Ateneo.
Caso mai lo fa alla sua famiglia.

Quindi se un ateneo ha 10'000 iscritti non dovrebbe predisporre corsi per 10'000 studenti, con tanto di aule, professori, laboratori, perché tanto il 40% è fuori corso e manco frequenta? :o
Capisco perché l'uni italiana è cosi' disastrata ... ma questo è altro tema.
1) borse di studio per i meritevoli e bisognosi
2) Non si va fuori corso ma si ripete l'intero anno (e qui salta la borsa di studio, per l'anno ripetuto).
3) chi perde due anni è fuori da quell'università e non puo' piu' reiscriversi
4) abolire il valore legale del titolo di studio

I punti due e tre non mi piacciono.
La necessità di costruire figure professionali adeguatamente istruite,non può ridurre a questa sola funzione l'utilità della conoscenza.

Per una società sana non è sufficiente (ma è necessario) avere professionisti laureati al top e competenti,se poi il popolo ignorante ma che vota lo stesso non ha gli strumenti culturali per riconoscerne il valore e distinguerli dai bovari ben vestiti,e farli diventare classe dirigente.
Perciò è sbagliato considerare spreco le risorse spese per imparare qualcosa che non produce soldi.
La concezione produttivistica della conoscenza è un'idea perdente e anticulturale.

Dunque gli scopi dell'istruzione non possono e non devono essere limitati alla creazione di figure professionali,ma devono invece mirare allo sviluppo culturale di tutta la popolazione.
Quindi è necessario il libero accesso alle Università che ora invece non c'è e costano troppo.
E se qualcuno ha i suoi tempi,perchè lavora,perchè si iscrive non per trovare lavoro ma solo per imparare qualcosa nel poco tempo libero invece che guardare la tv o connettersi a internet,o per altri motivi....ebbene chissenefrega.
Libero arbitrio.
E poi un fuori corso è sempre un pò meno ignorante di quello che era prima,e questo influisce sulla qualità media della cultura di un popolo,e magari si riflette pure nelle urne.
Non ruba niente perchè la retta la pagano pure loro.
In più non tolgono il posto a qualcuno più volenteroso,perchè gli Atenei prendono su i soldini da ogni parte che arrivano,e se li intascano senza modificare di una virgola la loro dotazione strutturale.

Quando io studiavo a Bologna le aule più grandi avevano trecento posti a sedere.
Gli iscritti erano duemila,nessuno ha costruito posti in più,e a nessuno dell'Ateneo fregava un granchè se noi si stava in piedi e se quegli altri tornavano a casa.

Il problema dell'istruzione in Italia non sono i fuori corso,che pagano per qualcosa ottengono solo in misura e in tempi differenti,ma i costi al pubblico.
Perchè quello che conta è la conoscenza,e per questo non serve il cronometro,basta metterla a disposizione.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 28/01/2012, 15:46

Stefano'62 ha scritto:I punti due e tre non mi piacciono.
La necessità di costruire figure professionali adeguatamente istruite,non può ridurre a questa sola funzione l'utilità della conoscenza.

Per una società sana non è sufficiente (ma è necessario) avere professionisti laureati al top e competenti,se poi il popolo ignorante ma che vota lo stesso non ha gli strumenti culturali per riconoscerne il valore e distinguerli dai bovari ben vestiti,e farli diventare classe dirigente.
Perciò è sbagliato considerare spreco le risorse spese per imparare qualcosa che non produce soldi.
La concezione produttivistica della conoscenza è un'idea perdente e anticulturale.

A mio parere l'istruzione di base, dell'obbligo è compito della società e suo onere economico.
Ma poi la cosa finisce qui. Se uno vuole continuare gli studi questo nasce da una sua necessità, professionale.
Anche la professionalità dei membri è interesse della collettività ma essa deve spendere solo per chi merita.
Di fatto da noi le tasse universitarie o negli istituti professionali sono solo una minima parte del costo reale.
La conoscenza, la cultura generale o anche piu' specialistica, uno potrà continuarla a farla crescere privatamente, a sue spese, frequentando se vuole seminari, conferenze, corsi leggendo libri, riviste. Nel tempo libero.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda Stefano'62 il 28/01/2012, 18:07

A mio parere invece non esiste nessun tipo di conoscenza che possa essere legittimamente resa accessibile solamente a qualcuno,e invece negata ad altri,sulla base di una qualsiasi altra discriminante che non sia il libero arbitrio del diretto interessato.

E' ora di inserire negli Ordinamenti Nazionali il diritto alla cultura.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda franz il 28/01/2012, 18:51

Stefano'62 ha scritto:A mio parere invece non esiste nessun tipo di conoscenza che possa essere legittimamente resa accessibile solamente a qualcuno,e invece negata ad altri,sulla base di una qualsiasi altra discriminante che non sia il libero arbitrio del diretto interessato.

E' ora di inserire negli Ordinamenti Nazionali il diritto alla cultura.

Non è il problema di "negarla" ma che ogni cosa in questa società ha un prezzo.
I libri si pagano, i corsi pure. L'università anche.
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Re: Martone: "Laurea dopo i 28 anni da sfigati"

Messaggioda lucameni il 28/01/2012, 19:05

Se ci sono problemi vuol dire che ci sono responsabilità.
A voler essere realisti, e non certo genericamente umanitari o di manica larga, questa responsabilità deve valere per tutti e non si può pensare di addossarla facilmente alla categoria del fannulloni entrati non si sa come nelle Università e con quello chiudere ogni discorso.
Diventa una formulina facile anche per pararsi le terga e evitare di prendersi qualche responsabilità.
Troppo facile salire in cattedra prescindendo dalla conoscenza di cosa succede negli Atenei.
Quello che dico è che un professore, uno che vive l'Università, sa benissimo quali sono le differenze tra corso e corso, quali sono i motivi che possono impedire di terminare velocemente l'Università a parità di voglia di studiare, oppure perchè ci sono risultati molto diversi a parità di capacità e impegno.
Tra i tanti esempio pratici:
Se in un corso di laurea, per una materia lettera A-L si studiano 2000 pagine e per il corso M-Z se ne studiano 400, allora qualcosa cambia.
Se si incappa in un prof che ti segue la tesi con attenzione ti sbrighi
Se si incappa in un prof che pensa ad altro e molto di più al suo studio professionale, perdi tempo e ti laurei più tardi.
Se segui il corso di un prof che è bravo studi meglio e fai prima.
Se segui il corso di un prof che se ne sbatte studi peggio e fai più tardi.
Se studi in un corso con poche persone e strutture adeguate fai prima
Se studi in un caos pazzesco senza possibilità di evitarlo perchè comunque devi presenziare per mettere una firma a fine lezione, ci metti di più.
Se studi giurisprudenza a Milano hai il doppio da studiare rispetto a quanti studiano a Camerino (tanto per dire).
E via e via.
Questa non è teoria: è normale vita universitaria italiana dove c'è tutto e il contrario di tutto.
E alla fine, senza prendere atto nemmeno di striscio di questo caos e situazioni che altrove (Europa) sarebbero già state affrontate da decenni, cosa produce il geniale Martone e i suoi emuli?
Gli sfigati.
E questo sarebbe un "rapportarsi all'Europa" o auspicare un'Università rigorosa come altrove?
No, è un modo di fare del tutto italiano, spacciato per "europeo" e destinato a quelli che, si spera in buona fede, vogliono proprio crederci e farsi un film secondo la vulgata Martone (che peraltro è in ottima compagnia).
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