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"Nuova" Scuola

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda pagheca il 09/09/2008, 18:45

franz ha scritto:Mi intrometto redazionalmente per dare i numeri :D come al solito.
Non ho dati sulle ore settimanali degli studenti (mai visto per ora nulla del genere) ma ho quelli OECD sul monte ore annuale.
Per quando riguarda l'istruzione primaria l'Italia viene indicata con un monte ore annuale di 748 ore.
Il che è il 22% in meno della media OECD. UK fa il 18% di ore in piu'.
Spagna, messico, germania e grecia fanno il 20% di ore in piu'.
Belgio il 21 (fiammingo) ed il 32 (francese).
La Svizzera il 37%. Australia e Finlandia il 39% in piu'. La Francia il 40%.
Seguono Irlanda (42%) , USA (49%), Olanda e Scozia (51%) ed infine la Nuova Zelanda con 53% in piu' delle ore italiane.
Meno dell'Italia solo Ungheria (-9.5%) e la Turchia (-33).
Questo è ovviamente una combinazione tra le ore settimanali ed il numero delle settimane annuali, cosa che comporta anche un maggior lavoro dei docenti.
Piu' ore non significa per forza piu' qualità ma è piu probabile avere piu' qualità con piu' ore.
Gli altri parametri (qualità dei docenti e dei sussidi didattici) li discutiamo la prosssima occasione.

OECD Indica anche il tempo settimanale dedicato alla/e classe/i dagli isegnanti.
Ci sono vari modelli:
1) orario fisso settimanale che include ore con la classe ed ore di preparazione e correzione fatte tutte a scuola.
la media è di 40 ore, con un minimo di 37 in spagna e di 44 in norvegia.

2) orario minimo di presenza scolastico per attività con gli studenti ed attività non educative (il resto a casa).
la media è sulle 28 ore, con un minimo di 25 (messico) ed un massimo di 38 (Australia)

3) Orario minimo a scuola per attività di insegnamento (tutto il resto si fa a casa).
la media è di 22 ore con un massimo di 30 (portogallo) ed un minimo di 19 (Belgio).
L'italia fa parte di questo gruppo ma è l'unico paese anon aver fornito dati a OECD per questa tabella

4) nessun orario formalmente fisso diviso fra scuola e casa
media 38 ore (germania ed australia, che essendo federali vedono anche orari locali).

5) orario stabilito a livello locale (usa, 33 ore di media)

media totale (non pesata) di insegnamento nelle scuole elementari OECD = 33 ore.
(31 ore per gli asili, 32 ore per le medie inferiori e superiori, 35,6 per l'università)

Ciao,
Franz

PS: è evidente che l'Italia con le 24 ore proposte dal nuovo ministro rimane il fanalino di coda OECD.


Caro Franz,
puoi dirmi per cortesia dove hai preso questi numeri? Da quale docuemnto OECD, quale tabella?
grazie,
pagheca
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda franz il 09/09/2008, 19:50

pagheca ha scritto:Caro Franz,
puoi dirmi per cortesia dove hai preso questi numeri? Da quale docuemnto OECD, quale tabella?
grazie,
pagheca

OECD: Education at a glance, 2000. Le scaricai a suo tempo, in formato html e con tutti i fogli excel allegati.
Il foglio excel è il D3.xls e le tabelle sono D3_1 e D3_2

Ciao,
Franz
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda pagheca il 09/09/2008, 20:29

franz ha scritto:
pagheca ha scritto:Caro Franz,
puoi dirmi per cortesia dove hai preso questi numeri? Da quale docuemnto OECD, quale tabella?
grazie,
pagheca

OECD: Education at a glance, 2000. Le scaricai a suo tempo, in formato html e con tutti i fogli excel allegati.
Il foglio excel è il D3.xls e le tabelle sono D3_1 e D3_2

Ciao,
Franz


Grazie. Avevo controllato in EAG2006 e trovato dati diversi. Per questo mi chiedevo da dove venivano i dati citati. In piu' tutti saprete che oggi e' uscito EAG2008...
pagheca
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda franz il 09/09/2008, 23:33

pagheca ha scritto:Grazie. Avevo controllato in EAG2006 e trovato dati diversi. Per questo mi chiedevo da dove venivano i dati citati. In piu' tutti saprete che oggi e' uscito EAG2008...

Puoi passare qui il link per scaricare studio ed eventuali tabelle?

Grazie,
Franz
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda pagheca il 10/09/2008, 11:27

franz ha scritto:
pagheca ha scritto:Grazie. Avevo controllato in EAG2006 e trovato dati diversi. Per questo mi chiedevo da dove venivano i dati citati. In piu' tutti saprete che oggi e' uscito EAG2008...

Puoi passare qui il link per scaricare studio ed eventuali tabelle?

Grazie,
Franz


il documento lo si trova a http://www.oecd.org/document/9/0,3343,e ... 55,00.html.
(troppo grande per attachment).

ciao,
pagheca
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda mauri il 10/09/2008, 18:04

appello
ciao mauri

SCUOLA PUBBLICA: UN BENE COMUNE IN GRAVE PERICOLO

Appello alla mobilitazione contro la privatizzazione della Scuola Pubblica in difesa della libertà d'insegnamento e dei diritti dei lavoratori

Lo stato d'animo dei lavoratori della Scuola oscilla dallo sconforto alla rabbia nel rilevare la persistente inadeguatezza del sindacato e delle opposizioni nel contrastare il processo di privatizzazione dei beni comuni in generale e dell'istruzione in particolare, come se non esistesse da parte di tali soggetti la consapevolezza che ci si stia avviando precipitosamente ad un punto di non ritorno, ragion per cui occorre ora e subito senza alcun indugio una massiccia mobilitazione per contrastare un attacco senza precedenti ai principi della Costituzione, ai diritti dei lavoratori e al loro salario e all'etica stessa della convivenza civile.

Il mondo della Scuola è molto preoccupato dalle nuove norme che ridisegnano il sistema dell'istruzione, già peraltro dissestato dai provvedimenti che si sono susseguiti negli ultimi tre lustri, le quali rappresentano il grimaldello per scardinare in via definitiva ciò che resta della Scuola Pubblica: si inquadrano infatti in una strategia più ampia di demolizione di tutte le strutture pubbliche e di disintegrazione dei diritti di chi vi lavora al fine di velocizzare il trasferimento di servizi e funzioni pubbliche ai privati. La riduzione del personale che interessa tutto il pubblico impiego e riguarda la Scuola nella misura di 100.000 docenti e 43.000 del personale ATA e la chiusura di più di 2000 istituti nei piccoli comuni determinerà il collasso di un sistema fiaccato peraltro dall'enorme riduzione dei finanziamenti (circa 8 miliardi di euro entro il 2012). Infatti, come in altri settori, il governo è deciso ad imporre alla Scuola con la forza le sue scelte, con una prova "muscolare" esternata mediante l'interessamento allo stesso disegno di ben tre Ministeri: MIUR, P.A. e MEF, con il cosiddetto "commissariamento" economico del Ministro Gelmini e con l'introduzione di regole neo-autoritarie che pretendono di coprire il vuoto creato con la riduzione della Scuola ad un involucro pressoché vuoto da dare in pasto all'iniziativa privata.

Premesso che per poter ricostruire in Italia una Scuola Pubblica che sia sanata dai guasti di questi anni, è necessario abrogare le leggi Moratti, alle quali si riferiscono i pessimi interventi legislativi di questo governo, riteniamo indispensabile:

- Il ritiro del DDL n. 953/2008 Aprea, proposta di legge anticostituzionale che porterebbe a compimento la completa distruzione della Scuola dello Stato, visto tra l'altro che ogni singolo istituto avrebbe un'organizzazione di tipo aziendale, mentre gli insegnanti perderebbero totalmente la loro funzione, in quanto privi di libertà reale di insegnamento.
- Il ritiro del DDL Gelmini, presentato il 1 agosto 2008, che tra l'altro introduce, in linea con il disegno di legge Aprea, l'assunzione diretta del personale a tempo determinato con nomina biennale da parte dei dirigenti scolastici.
- L'eliminazione di tutte quelle norme, presenti in leggi e decreti vari, come il DL n. 112/2008, il DL n. 93/2008 e il DL n. 97/2008, che stravolgono la Scuola, ne deregolamentano il lavoro e le tolgono la possibilità di svolgere quel ruolo che le prescrive il testo Costituzionale, prevedendo tra l'altro tagli su tagli, incremento del rapporto alunni-docenti, accorpamento di scuole e di classi di concorso (flessibilità), diminuzione del tempo scuola, "rimodulazione dell'organizzazione didattica nella primaria" (maestro unico?). La logica di tutto si riassume nel disegno di far cassa distruggendo la Scuola e svendendola ai privati.

Pertanto le nostre rivendicazioni riguardano i seguenti punti:

- La difesa del carattere statale della Scuola di tutte e di tutti, in modo che venga garantita l'esistenza delle scuole private, ma senza oneri per lo Stato, come prevede la Costituzione.
- L'opposizione al disegno di aziendalizzazione della Scuola e dell'ingresso dei privati nella gestione degli istituti.
- La difesa dello stato giuridico professionale degli insegnanti e il rifiuto di ogni meccanismo di carriera pseudo-meritocratica, come quello previsto nel disegno di legge Aprea, con concorsi e livelli di carriera, che romperebbero i rapporti esistenti nella Scuola ancora prevalentemente solidaristici, propri di un ambiente educativo, e instaurerebbero inadatti rapporti concorrenziali tipici delle aziende.
- La difesa della libertà di insegnamento, baluardo costituzionale della laicità e della democrazia.
- La salvaguardia del contratto nazionale e il contemporaneo rifiuto della possibilità di assunzione da parte dei dirigenti scolastici, perché l'insegnante, nella sua libertà garantita dallo Stato democratico, non può dipendere della singola scuola ma dal sistema complessivo della pubblica istruzione.
- L'assunzione di tutti i precari e il superamento del precariato, che colpisce il lavoratore come persona e non permette alla Scuola di funzionare con continuità garantendo l'attuazione dei progetti didattici e la crescita dei rapporti interpersonali allievi- insegnanti.
- Il rifiuto di una deriva regionalistica dell'istruzione, quale emerge dalle strampalate proposte della Lega, che vorrebbe affidare le cattedre ai docenti autoctoni.
- La difesa dei diritti e delle tutele dei lavoratori della Scuola e, il rigetto di tutte quelle norme vessatorie, come quelle su permessi e malattie, volti a creare un clima denigratorio nei loro confronti.
Essi devono poter svolgere il proprio ruolo con il rispetto di cui hanno diritto e senza preoccupazioni estranee al delicato lavoro che hanno il compito di svolgere.
- L'opposizione ai tagli di cattedre e di finanziamenti che rendono impossibile insegnare, perché in classi sovraffollate e senza finanziamenti viene reso vano ogni progetto didattico e reso impossibile l'apprendimento e la crescita educativa. Non c'è qualità senza i mezzi per fare buona scuola e questa, in nome del risparmio a senso unico, non può essere ridotta ad una caserma con docenti "militarizzati" e ridotti a "fustigatori" dei propri alunni.
- La difesa del tempo scuola, normale, pieno e prolungato con doppi insegnanti, perché l'apprendimento avviene solo con i tempi distesi e vanno rispettati i processi cognitivi di tutte e tutti.
- La difesa dell'obbligo scolastico e il rifiuto del doppio canale morattiano, che reintroduce l'incivile divisione tra scuola vera e scuola per famiglie svantaggiate.
- La salvaguardia dell'insegnamento di sostegno e del diritto all'istruzione per tutti, senza discriminazioni etniche e linguistiche e quindi difesa dell'insegnamento di sostegno in classe e per tutte le ore necessarie e garanzia dell'ausilio didattico dei mediatori linguistico-culturali per assicurare il diritto allo studio degli alunni stranieri.

Consapevoli che per evitare il baratro e rompere lo stato di assedio che vede alleati governo, poteri forti e mezzi di informazione occorre una risposta immediata, determinata e sinergica di tutti, ci rivolgiamo a quanti sentono l'importanza del ruolo svolto nella società dalla Scuola dello Stato e, in particolare, a tutte quelle persone, quei movimenti, quei soggetti politici, sindacali e associativi che in questi giorni hanno già elevato la loro protesta o comunque in passato hanno lottato contro lo sfascio prodotto dagli scorsi governi per iniziare a far sentire la nostra voce di protesta.

Inoltre facciamo appello a tutti i comitati presenti nel paese già in parte organizzati in una rete di mutuo soccorso, visto che ci troviamo di fronte ad un attacco a mitraglia da parte di questo "regime" contro i beni comuni essenziali per la vita civile; infatti, il disegno che colpisce la Scuola è un'articolazione di quello complessivo di stampo autoritario che distrugge l'ambiente e uccide nei territori i cittadini per mancanza di tutele, che militarizza le città, perseguitando gli immigrati, i rom e le persone in genere attraverso ridicole proibizioni, che salva coloro che commettono reati mentre permette la strage di operai uccisi per mancanza di sicurezza e li massacra con una deregolamentazione selvaggia dei rapporti di lavoro. Crediamo che solo lottando tutti insieme per il bene di tutti possiamo vincere questa battaglia di civiltà e per questo chiediamo di iniziare con il segnale di una firma di tutti a questo appello!

Il Forum Insegnanti

PER ADERIRE ALL'APPELLO:

> Scarica il MODULO per la raccolta delle sottoscrizioni
http://www.foruminsegnanti.it/materiali ... gnanti.pdf

> Oppure aggiungi semplicemente la tua firma on line
http://www.foruminsegnanti.it/appello2008
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LaVoce.info: ELEMENTARE, GELMINI!

Messaggioda franz il 14/09/2008, 10:52

ELEMENTARE, GELMINI!
di Fausto Panunzi e Roberto Perotti 09.09.2008

Pedagogisti e scienziati dell'educazione discutono da decenni vantaggi e svantaggi del maestro unico. Ed è vero, come dice Bossi, che "Se c'è un solo insegnante è più facile che si rovini il bambino". Ma sulla scuola bisogna comunque rifiutare l'immobilismo e intervenire per migliorarla. Tenendo conto del livello qualitativo attuale. Ecco in che modo.

Il provvedimento più rilevante tra quelli contenuti nel decreto legge che riforma la scuola primaria italiana è senza dubbio quello contenuto nell’articolo 4, in cui si prevede che “le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali”. In altre parole, si torna al maestro unico e si riduce di tre ore l’attività didattica rispetto alle attuali 27 ore settimanali.

La motivazione classica per il maestro unico è stata bene riassunta dal ministro: “Un insegnante unico, o comunque prevalente, avrà maggiore attenzione per il bambino che apprende, saprà modulare e indirizzare la sua azione didattica tenendo conto delle diverse attitudini, interessi e capacità individuali.” Pedagogisti e scienziati dell’educazione discutono da decenni sui pro e contro del maestro unico per il processo di apprendimento, ed il dibattito non finirà mai. Ma c’è un aspetto chiaro del problema che il ministro ed il dibattito politico hanno largamente ignorato, e che è stato colto efficacemente dal Ministro Bossi: “Se c'è un solo insegnante è più facile che si rovini il bambino, se ci sono più insegnanti almeno qualcuno è buono". Mettere tutte le uova in un solo paniere presenta un rischio grave: un maestro inefficace didatticamente o incapace di motivare rischia di pregiudicare seriamente le basi di apprendimento dei suoi alunni per 5 anni, e tutta la loro vita scolastica futura. Può darsi che il maestro unico abbia le sue ragioni, ma sarebbe importante sapere se esse compensano questa obiezione a nostro avviso fondamentale, tanto più in un sistema come quello italiano dove non è possibile disfarsi dei maestri scadenti.
L’altra ovvia obiezione al maestro unico è la crescente domanda di classi a tempo pieno che proviene dalle famiglie italiane. Su questo il Ministro Gelmini ha rassicurato mamme e papà. Basandosi su una simulazione di Tuttoscuola, il ministro ha affermato che il tempo pieno potrà essere incrementato del 50%, passando dalle attuali 34 mila fino a 50 mila classi. Secondo la simulazione di Tuttoscuola ciò implica una perdita di circa 18 mila unità di personale. Al tempo stesso, però, i media hanno largamente riportato la notizia che i provvedimenti del ministro porterebbero nel complesso a un esubero di 83000 unità. Su quest’ultimo numero si è fatta molta confusione: non è chiaro da dove esso provenga, e se sia stato fatto proprio dal governo (certamente esso non è stato smentito, e i nostri tentativi di ottenere numeri e calcoli dal ministero non hanno sortito effetto) Prendendo per buono dunque il target di 83000 esuberi, ed anche aggiungendo i relativi maestri di inglese, religione e educazione fisica, il salto da 18 a 83 mila è impossibile da ottenere. Il ministro vorrebbe dunque risparmiare, ottenere (forse) 83000 esuberi, ed aumentare le classi a tempo pieno: per essere credibile, sarebbe opportuno che rendesse pubblici i calcoli dietro a dei numeri così apparentemente difficili da conciliare.
Se ci sono parecchi motivi per criticare la riforma Gelmini, questo tuttavia non può essere un alibi per l’immobilismo o per un’acritica difesa dello status quo. Ad esempio, Veltroni ha dichiarato che [non si capisce perché si dovrebbe] "toccare l'unica parte del sistema formativo italiano che funziona, ossia la scuola elementare”. Alberto Campoloni sul sito del Servizio di Informazione Religiosa della CEI ha affermato “[…] in un contesto di molteplicità di saperi, la pluralità di maestre e il lavoro d'equipe possono garantire maggiore apprendimento per i bambini. La scuola italiana ha puntato in questa direzione, e proprio al livello elementare ha raccolto consensi e ottimi risultati. Ma allora perché cambiare?").

Queste e altre innumerevoli affermazioni di tenore simile sembrano sottintendere affermazioni diverse, che è bene analizzare individualmente.

1) La scuola elementare italiana ha una performance migliore, rispetto alla media internazionale, delle scuole superiori.

La risposta è probabilmente sì, se non altro perché sappiamo dai dati PISA che la scuola superiore italiana ha una performance disastrosa.

2) La scuola elementare italiana è migliore di quella della maggior parte dei paesi industrializzati.

L’unico modo per rispondere rigorosamente a questa domanda è usare le valutazioni scientifiche internazionali. Tali valutazioni esistono, oltre che per la scuola superiore, anche per la scuola elementare. Nel 2001 l’indagine PIRLS ha esaminato la capacità di lettura degli studenti di quarta elementare in 35 paesi, inclusi nel 2003 l’indagine TIMMS ha fatto lo stesso per matematica e scienze (su un campione leggermente inferiore di paesi). Gli studenti elementari italiani si collocano sopra la media per capacità di lettura; ma agli ultimi posti fra i paesi industrializzati, in capacità di applicare e di ragionare in matematica.

3) La spesa pubblica italiana sulla scuola elementare è già abbastanza efficiente, non è necessario toccarla.

Come abbiamo visto, la scuola elementare italiana ha una buona performance (certamente migliore di quella PISA) per quanto riguarda la lettura. Anche ignorando i risultati deludenti in matematica, possiamo quindi dire che la spesa pubblica italiana per la scuola elementare è abbastanza efficiente? Non necessariamente: sappiamo che l’Italia spende molto di più per studente elementare di molti altri paesi industrializzati. Quindi tenendo conto della spesa, è difficile arrivare ad una conclusione, anche perché non abbiamo indicatori univoci dell’efficienza della spesa pubblica.
In conclusione, le poche valutazioni rigorose internazionali non supportano l’idea che la scuola elementare italiana sia migliore di quella di molti altri paesi industrializzati. L’idea che essa sia migliorabile semplicemente con l’introduzione del maestro unico non è ovvia come il ministro vorrebbe far credere.
Il problema di fondo di queste posizioni è che esse sono il frutto di approcci estremamente ideologizzati, il cui apice fu toccato con la riforma Moratti, la quale attribuiva, almeno in teoria, un ruolo di rilievo ad informatica e impresa nella didattica delle elementari. Inevitabilmente, l’approccio estremamente ideologico porta a sottovalutare l’unico strumento che può veramente cambiare la nostra scuola: una valutazione seria. E qui non si può ignorare il fatto che sindacati e governi di tutti i colori hanno sempre ostacolato l’INVALSI, l’agenzia creata per raccogliere dati sui risultati delle varie scuole italiane da utilizzare per valutare il sistema scolastico. I discorsi sul premiare il merito – che tutti appoggiano a parole – rimarranno sempre chiacchiere fino a quando non si partirà da una seria valutazione delle scuole.
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000566.html
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LaVoce.info: IL MAESTRO UNICO? NON TORNI PER DECRETO

Messaggioda franz il 14/09/2008, 10:56

IL MAESTRO UNICO? NON TORNI PER DECRETO
di Gilberto Muraro 09.09.2008

La controriforma proposta dal ministro Gelmini con il maestro unico, è meritevole di una discussione non preconcetta. Soprattutto, ricordando che del tutto inadeguata fu invece la riflessione sui costi e benefici della riforma introdotta con la legge 148/90, essenzialmente per motivi occupazionali. Nulla giustifica, tuttavia, il ricorso al decreto legge.

Torna il maestro unico? Annullando la riforma introdotta con la legge 5 giugno 1990, n.148, che prevede tre maestri per due classi, il ministro Gelmini vuole avviare il nuovo corso per le prime classi già da settembre 2009. E per non perdere tempo ha inserito il provvedimento in un decreto legge.

COSA ACCADDE NEL 1990

La netta e ovvia opposizione dei maestri e dei loro sindacati è stimolata dalla prospettiva di cadutaoccupazionale, indiscutibile dato che il ministro ne mena vanto. Ma si avvale anche di due argomentazioni: la controriforma ridurrebbe la qualità didattica e renderebbe impossibile il mantenimento del tempo pieno. Sono le due tesi avanzate in positivo a sostegno della riforma quasi vent’anni fa e non da tutti giudicate allora convincenti. Almeno non furono giudicate tali nel gennaio 1990 dalla Commissione tecnica per la spesa pubblica, operante presso il ministero del Tesoro, che espresse dubbi sull’efficacia formativa e ridicolizzò la pretesa del ministero della Pubblica istruzione di farla passare come riforma a costo zero in base al fatto che non implicava l’aumento, ma solo il mantenimento degli organici in essere, minacciati di disoccupazione per il previsto calo demografico. Erano gli anni del consociativismo, dell’egemonia sindacale, del dolce sonno di un’opinione pubblica convinta che, tutto sommato, il paese continuasse ad avanzare: “la nave va”, aveva detto qualche anno prima Bettino Craxi. Il brusco risveglio del 1992, con la svalutazione del 30 per cento della lira e la feroce stretta del governo Amato per salvare l’Italia dalla bancarotta, arrivò a decisione presa. Adesso nessuno più si sognerebbe di nascondere, adducendo l’invarianza contabile della spesa, il contenuto economico di una decisione che implicava la volontaria rinuncia al risparmio consentito dal calo demografico a parità di servizi offerti. Nella sostanza, quindi, si trattava di confrontare una maggiore spesa, sotto forma di risparmio mancato, con un maggior risultato dato dalla specializzazione degli insegnanti e dal prolungamento dell’orario scolastico. Un maggior risultato che andava tuttavia dimostrato e non considerato ovvio. Autorevoli scuole di pensiero, infatti, sottolineavano la preminente utilità psicologica di offrire ai bambini, almeno nei primi anni, un riferimento unico nonché il vantaggio della maggiore flessibilità didattica, in funzione delle esigenze di ciascuna classe, attuabile dall’insegnante unico. Da parte sua, la Commissione aggiungeva considerazioni collaterali ma non trascurabili sui pericoli dell’assioma che vede il risultato formativo crescere in funzione del tempo passato a scuola, senza interrogarsi sul cosa e sul come insegnare nell’orario aggiunto, e sul pericolo di nuovi insegnamenti, in particolare linguistici, affidati a insegnanti specializzati alla buona.

UN PROGETTO DA DISCUTERE

Si ricorda tutto ciò, un po’ per dovere di cronaca, dato che il parere della Commissione era stato stilato da Alessandro Petretto e dallo scrivente, ma soprattutto per suffragare la tesi che qui si avanza sui contenuti dell’attuale progetto Gelmini: un progetto da non rifiutare a priori, ma nemmeno da accettare a priori. Fossero anche vere le tesi contrarie alla riforma del 1990 che venivano allora menzionate dalla Commissione per esprimere dubbi e chiedere riflessioni, resta il fatto che molti insegnanti si sono formati nel nuovo contesto. Pertanto, anche ammesso che il ritorno al maestro unico sia giustificato, occorre rispettare gli insopprimibili tempi tecnici e studiare le modalità più opportune di ricalibratura degli insegnamenti e di riconversione degli insegnanti. (1)
E poi c’è il bisogno sociale ormai sedimentato, specialmente nelle aree più produttive e quindi con maggiori quote di lavoro femminile, di poter contare su un orario scolastico dilatato. Èprobabile che si possa garantire tale orario, come sostiene il ministro, anche con l’insegnante unico e con minore spesa, operando su classi riconfigurate, su nuove modalità di impiego e di remunerazione degli insegnanti, sull’introduzione di figure professionali meno costose. Ma è un’ipotesi da verificare e di cui vanno comunque individuati i termini più appropriati.
Queste osservazioni sul merito della proposta Gelmini - proposta probabilmente ben fondata ma tutta da approfondire nei contenuti, nei modi e nei tempi - rendono molto drastico il giudizio sulla procedura.
È incomprensibile che si voglia introdurre per decreto una controriforma di tale rilievo sociale e di tale complessità organizzativa, comprimendo e condizionando la discussione in parlamento e nel paese. Non c’è nessuna urgenza specifica che possa giustificare un iter accelerato. Non vale neanche la tesi che gli interessi corporativi si rompono solo per decreto, come ha insegnato Pier Luigi Bersani con i notai e i tassisti, perché qui non si tratta di togliere alcuni definiti e noti privilegi, eliminabili senza paura di effetti perversi. Si tratta, invece, di modificare il funzionamento di un organismo delicatissimo, in uno scenario che chiede di regolare con estrema attenzione forze antiche e recenti, dalle spinte della nuova società multietnica e multireligiosa all’eterna pressione delle scuole cattoliche. Né può valere, infine, l’urgenza di ridurre la spesa pubblica in generale, argomento vero e importante, ma non al punto da vanificare il ruolo del parlamento.
In conclusione, discussione non preconcetta su un eventuale disegno di legge, opposizione decisa a un decreto.

(1) La sfortunata vicenda dell’introduzione rapida del “tre + due” all’università dovrebbe essere illuminante.
http://www.lavoce.info/articoli/-scuola ... 00564.html
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda franz il 14/09/2008, 12:01

I tagli previsti dal ministero: elementari e materne in classe solo di mattina
Tecnici e professionali i più colpiti. Su richiesta delle famiglie, possibile prolungare le lezioni

Gelmini: "Troppo tempo sui banchi
l'orario scolastico va ridotto"

di MARIO REGGIO

ROMA - Tempi duri per i più piccoli. E per i loro genitori. Il piano dei tagli alla scuola del ministro Gelmini è pronto. Verrà presentato venerdì 16 settembre ai sindacati della scuola. Tempi duri per chi frequenta le scuole materne ed elementari. Per quella dell'infanzia l'orario verrà ridotto a 24 ore a settimana con una sola maestra.

Oggi le maestre sono due e assicurano 40 ore a settimana. In sostanza, tutti a casa a mezzogiorno e mezzo. Però con le maestre di ruolo in esubero potrà essere esteso il servizio. Stessa musica per le elementari con qualche variazione sullo spartito. Il principio base è: maestro unico e 24 ore a settimana. Ma se le famiglie lo richiedono alla scuola l'orario potrà essere prolungato a 27 o 30 ore, a condizione però che l'organico lo consenta. Peccato che il numero degli insegnanti venga stabilito sull'orario base, cioè 24 ore.

Nello "Schema di piano programmatico del Ministero dell'Istruzione di concerto con il Ministero dell'Economia" c'è di tutto: considerazioni pedagogiche, tabelle, numeri, proiezioni. Il ministro Gelmini insiste: il maestro unico rafforza il rapporto educativo tra docente e alunno e tra maestro e famiglia. "Nell'arco tra i 6 ed i 10 anni si avverte il bisogno di una figura unica di riferimento - si legge nel piano - con cui l'alunno possa avere un rapporto continuo e diretto". C'è però qualcosa che non va: nel decreto approvato dal governo, il maestro unico è previsto solo nelle prime tre classi delle elementari.

"Ci sono molte cose che non si comprendono - commenta il segretario nazionale della Cgil Enrico Panini - nelle tabelle si parla di 10 mila tagli per i maestri, ma si tratta solo del primo anno, nell'arco dei 5 anni diventeranno 50 mila. Poi non è mai citato il tempo pieno. Anche per medie e superiori vengono tagliate le ore, ma quali materie subiranno un ridimensionamento? La Gelmini ce lo faccia sapere".

Cosa succederà alle scuole medie inferiori? Solo nel prossimo anno scolastico, con la riduzione dell'orario settimanale da 32 a 29 ore, secondo il ministero 10.300 insegnanti dovranno fare i bagagli. E che fine farà il potenziamento dell'insegnamento di italiano, matematica e lingua inglese?

A dire il vero, sul tempo prolungato alle medie inferiori qualche problema esiste. Ci sono scuole che fanno un orario di 36 ore a settimana pur non disponendo di servizi e strutture in grado di assicurare le attività alternative nel pomeriggio. Alle superiori, comunque, la mazzata colpirà soprattutto gli istituti tecnici e professionali. Quattro ore in meno a settimana, compresi i laboratori.

Troppe ore di lezione rispetto altri paesi europei, come afferma il ministro? "Fandonie. Esempio di incompetenza o malafede - commenta il professor Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia sperimentale a Roma Tre e consulente dell'Ocse - si gioca sul numero di ore di lezione all'anno, mentre negli altri paesi è l'orario scolastico complessivo a valere: cioè le ore pomeridiane di laboratorio di matematica e scienze che da noi non esistono".
(14 settembre 2008)
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Re: "Nuova" Scuola

Messaggioda mauri il 21/09/2008, 16:41

ho fatto una ricerca sui contratti scuola in francia, lingua che conosco scolasticamente,
non ho potutto in altri paesi europei per problemi di lingua
beh si sono ignorante in merito
http://www.unsen.cgt.fr//index.php?opti ... Itemid=360
lascio a voi le considerazioni in merito a regole, stipendi e ore di servizio
buona settimana, mauri
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