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Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Le catene del fast food contro la patata ogm

Messaggioda franz il 26/04/2010, 11:55

Le catene del fast food
contro la patata ogm

In Germania e nel resto dell'Ue anche i giganti dei pasti veloci si oppongono al tubero transgenico. Temono la reazione dei clienti e l'aumento dei costi. Per questo sperano che la Commissione rinunci ad autorizzare le colture
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - Non sempre le potentissime lobbies del cibo transgenico hanno la vittoria garantita. A sorpresa hanno appena subito una cocente sconfitta sui loro piani di introdurre nuovi tipi di patate ogm. E per ironia della sorte, questa sconfitta è annunciata proprio dai media della Germania, il paese in cui la patata è da secoli, per tradizione storica, l'alimento-base più diffuso.

La storia la racconta il settimanale di Amburgo Der Spiegel nel suo ultimo numero. La rivolta contro le patate transgeniche è guidata dai big delle catene fast food in Germania e nel resto dell'Unione europea. Tanto per farsi ascoltare da tutti, i colossi come Burger King, McDonald's, Lorenz Snack-World e Nordsee hanno lanciato il loro messaggio rispondendo a un sondaggio di Greenpeace, una delle più autorevoli organizzazioni mondiali per la difesa della natura e dell'ambiente.

La patata transgenica non la vogliamo, dicono i giganti del cibo corri-mangia-e-getta. Aggiungono di non voler usare patate ogm nella preparazione dei loro pur semplici e immediati menu per il fast food su scala planetaria. Almeno non in Germania e nel resto d'Europa, e per questo si augurano che la Commissione europea rinunci a ogni piano di legalizzazione di colture di patate transgeniche.

Perché mai tanta improvvisa sensibilità da parte di multinazionali di solito orientate prima di tutto alla caccia ai guadagni e ai profitti? La risposta è semplicissima, spiega Der Spiegel: hanno paura di un danno d'immagine per i loro prodotti alimentari a base di patate, temono che la clientela sia presa dall'angoscia, e tremano anche di fronte al rischio di un aumento dei costi delle forniture della materia prima. E prima di tutto, la spiegazione sta nelle dichiarazioni della Bogk, la potente associazione tedesca delle industrie alimentari attive nel ramo della lavorazione di prodotti a base di patate. La Bogk sottolinea di non ritenere assolutamente necessaria l'autorizzazione a coltivare patate transgeniche, perché "i consumatori non sono disposti ad accettare cibi transgenici nella catena alimentare".

Insomma, quando i consumatori fanno sentire la loro voce, possono piegare anche interessi molto potenti. Tanto potenti che, con il loro attivo lobbismo, i grandi mondiali del cibo transgenico avevano già convinto la Commissione europea ad autorizzare, all'inizio di marzo, la coltivazione 1 della discussa patata transgenica tipo Amflora, destinata solo a lavorazioni industriali. La novità è che il colosso chimico tedesco BASF ha annunciato di voler chiedere entro l'anno alla Commissione l'autorizzazione a coltivare altri due tipi di patate transgeniche, una delle quali, chiamata Fortuna, sarebbe destinata anche alla preparazione di patate fritte o altri cibi da fast food o da ristorante a base di patate. Niente da fare: i big della distribuzione, preoccupati della reazione dei consumatori che sono la fonte del loro guadagno, sono contrari.

(26 aprile 2010)
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Re: Le catene del fast food contro la patata ogm

Messaggioda franz il 26/04/2010, 12:02

Pienamente legittimo che esistano favorevoli e contrari e che ognuno si esprima.
Trovo strano, e molto integralista, che i contrari chiedano divieti generali.
Se non vogliono patate OGM, non le usino nei loro cibi e che se facciano pure vanto.
Diventa una forma di pubblicità.
Se io sono contrario alle macchine rosse, non le compro. Non spero in un divieto generale UE.
Questo ci fa capire che dietro l'avversione agli OGM c'è una "guerra di religione", una motivazione ideologica.
Nulla di realmente scientifico.

Franz
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Parte la guerra dell'Ogm

Messaggioda franz il 01/05/2010, 9:10

Parte la guerra dell'Ogm
di Tommaso Cerno
Un gruppo di agricoltori friulani annuncia per il 30 aprile la prima semina in Italia di mais biotech. In un luogo che sarà tenuto segreto fino all'ultimo. «Dopo tre anni di richieste senza risposta, applichiamo il silenzio-assenso», dicono. Sul piede di guerra la Coldiretti e gli ambientalisti: «Intervenga Maroni»

Il primo mais Ogm made in Italy sta per spuntare. Da qualche parte in Friuli. La sfida lanciata da Giorgio Fidenato, presidente di Agricoltori federati (500 soci in provincia di Pordenone) della regione autonoma e segretario di Futuragra, sarà ufficializzata venerdì. Ma se la promessa di «seminare la variante geneticamente modificata di mais Mon810, l'unica autorizzata dall'Unione europea, già venerdì in un campo della provincia di Pordenone» è stata confermata anche dopo l'appello del ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan al dialogo, secondo alcuni agricoltori della zona i primi semi potrebbero essere già stati piantati.

Fidenato non conferma e non smentisce («ho già raccontato troppo»), si dice pronto a discutere con il governo per restare nei confini della legalità, ma conferma la decisione di andare avanti per la sua strada: «Stiamo ricevendo pressioni da molte parti, non intendiamo rivelare per ora maggiori dettagli sulla semina, per evitare problemi di ordine pubblico e per proteggere il nostro raccolto. Lo scopo che abbiamo è far nascere quel mais per mostrarlo e metterlo a disposizione di chi volesse studiarlo», spiega a L'espresso.

L'associazione ha risposto all'appello di Galan, che intende discutere con gli agricoltori che sostengono la necessità che anche l'Italia, già importatrice di Ogm, sia parificata agli altri paesi europei autorizzati anche alla coltivazione. Un dialogo che non significa, però, una retromarcia. Anzi: «Quello che ci aspettiamo dal governo sono fatti concreti, non intendiamo accettare proposte di tregua a scatola chiusa e questo perché non ci fidiamo molto della nostra classe politica», aggiunge Fidenato. «L'apertura del ministro Galan al dialogo ci trova pronti e aperti, anche se arriva in un momento in cui i tempi utili per la semina del mais sono strettissimi. Ma non vogliamo rinunciare ad un'azione che è un nostro diritto naturale, a meno che il ministro non abbia proposte serie, che attenderemo, da sottoporci entro le prossime 48 ore. Seminare ogm non è un reato. Su questo ce la vedremo di fronte al giudice. Se mai è lo Stato italiano fuorilegge».

I favorevoli al biotech in agricoltura contestano (e annunciano ricorso) il decreto interministeriale Zaia, Fazio, Prestigiacomo (Agricoltura, Salute, Ambiente) che di fatto ha bloccato gli effetti della sentenza del Consiglio di Stato in base alla quale, su autorizzazione dell'Amministrazione, sarebbe stato possibile seminare il mais ogm Mon 810. «In Italia il 30 per cento dei consumatori è favorevole alla coltivazione», continua Fidenato. «Queste persone hanno il diritto di poter acquistare i prodotti che vogliono, così come Zaia può nutrire i suoi figli con i prodotti che ritiene, io ho il diritto di garantire ai miei l'alimentazione Ogm, che è migliore e che garantisce maggiori tutela per la salute».

Non tutti gli agricoltori favorevoli al biotech parteciperanno all'azione dimostrativa: alcuni si limiteranno a fare ricorso contro il decreto. Sul piede di guerra contro l'iniziativa pro-Ogm, ambientalisti, Pd, Sinistra Ecologia e Libertà e Coldiretti. Quest'ultima si è detta pronta a organizzare presidi sul territorio per evitare la semina. «Abbiamo allertato le istituzioni regionali - ha spiegato la direttrice regionale di Coldiretti Elsa Bigai - e, qualora servisse, siamo pronti a organizzare dei presidi sul territorio per tutelare la libertà di impresa dei nostri associati, che rischiano seriamente la contaminazione dei loro prodotti». La Bigai ha ricordato anche che«in Italia vale ancora il decreto 212/2001, erede della legge sementiera, che non è mai stato dichiarato incostituzionale. La norma prevede che chi semina Ogm senza l'autorizzazione interministeriale è punito con la pena dell'arresto da sei mesi a tre anni o l'ammenda fino a 100 milioni di lire, più la sanzione amministrativa da 15 a 90 milioni».

(28 aprile 2010) http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ref=hpstr2


Vedera anche "Gli OGM sono tra noi"
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Re: Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Messaggioda Stefano'62 il 02/05/2010, 12:48

Io credo che di fronte alla libertà di scelta delle aziende circa la comunicazione o meno della composizione e della provenienza degli alimenti (libertà PALESE,alla faccia di due o tre leggine in senso contrario),dunque di fronte alla palese MANCANZA di libertà di scelta da parte mia di evitare gli ogm,resi quasi irriconoscibili dagli altri prodotti nei supermercati,proprio perchè non vengano ingiustamente (ingiustamente ?????) discriminati,credo che parlare di motivazione ideologica quando si parla invece del mio libero arbitrio (oltre che di salute),sia pretestuoso.
Se io voglio cibo vero e non sintetico,non è religione,è puro buon senso.
Se un altro invece se ne frega,sono ..... suoi,ma per piacere non li si faccia diventare anche miei.
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Re: Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Messaggioda Stefano'62 il 02/05/2010, 12:57

mauri ha scritto:......se vogliamo parlare di un progetto con obiettivi minimi di democrazia e diritti e doveri facciamolo ma non credo troverà il consenso dei mercati mondiali che sono basati sul saccheggio e lo sfruttamento, gli ogm non serviranno a eliminare la fame del mondo, dare lavoro a tutti e una casa, curare malattie ed eliminare i fitofarmaci, ma serviranno a sfruttare meglio chi ha fame con grande gioia di chi li brevetta, e se questi sono i risultati di 10mila anni di evoluziuone agricola beh
non ne vedo uno spiraglio di luce, vanno cambiate le regole del profitto e l'unica strada è l'equo e solidale.

Non potrei essere più d'accordo.
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Re: Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Messaggioda franz il 02/05/2010, 14:27

Stefano'62 ha scritto:Se io voglio cibo vero e non sintetico,non è religione,è puro buon senso.

visto quello che gira nei nostri piatti da 10'000 anni se vuoi cibo "vero" te lo coltivi tu e questo ti impedice, oggettivamente, di fare il lavoro che fai. Oggi quello che mangi è frutto di selezioni genetiche artificiali, ibridazioni, clonazioni. E questo senza ricorre minimamente a tecniche OGM. Il tuo "buon senso" è quindi molto strabico. Direi molto ideologico. E come sempre accade in questio casi (condizionamento religioso e idelogico) manco te ne accorgi.
Parere personale, naturalmente.
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Re: Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Messaggioda annalu il 02/05/2010, 16:28

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:Se io voglio cibo vero e non sintetico,non è religione,è puro buon senso.

visto quello che gira nei nostri piatti da 10'000 anni se vuoi cibo "vero" te lo coltivi tu

A parte che non ho ben capito cosa significhi "cibo vero", dato che certo le piante OGM non sono di plastica, vorrei aggiungere che coltivare le piante da sé non mi pare provvedimento sufficiente: chi garantisce la qualità e l'origine delle sementi? Suggerisco quindi iniziative più drastiche: ricerca delle piante spontanee progenitrici di quelle selezionate che ci forniscono il cibo attuale, e poi una sorta di "archeologia agraria" per la loro coltivazione ...

A parte gli scherzi, dire piante (o cibi) OGM significa poco o nulla: quello che ci può eventualmente interessare è il tipo di geni introdotti, il tipo di "carrier" (sequenza genetica utilizzata per introdurre il gene desiderato) e infine il tipo di "marker" usato per identificare le piante nelle quali l'introduzione del gene voluto è riuscita bene.
Agli inizi di questa tecnologia ovviamente la tecnica non era stata messa ben a punto, ed in alcuni casi potevano davvero sussistere alcuni rischi. Adesso credo proprio che, per gli OGM più diffusi, le situazioni di rischio siano state superate.
Tra l'altro va ricordato che non è affatto vero che gli OGM siano un procedimento non presente in natura: adesso che si può sequenziare il genoma delle specie più diverse, si è visto che in parecchi casi si verifica il trasferimento di geni da una specie ad un'altra: specie magari filogeneticamente lontane ma che condividono la collocazione geografica. Questo trasferimento avviene ad opera soprattutto di virus e batteri che si trasferiscono da una specie all'altra svolgendo la funzione di vettore genetico, ma anche, nelle piante, ad opera di insetti impollinatori o chissà cos'altro.
L'uomo in realtà nel mondo naturale inventa ben poco: per lo più scopre (cioè descrive) fenomeni naturali ed impara a copiarli. Il meccanismo degli OGM è tra questi.
Tra l'altro, una volta introdotto nel genoma il nuovo gene, se evolutivamente vantaggioso, si tramanda nelle generazioni successive, ed alla fine farà parte della "natura", come tutto ciò che si è evoluto e si evolve.

A volte alcuni ecologisti mi sembrano poco amanti della natura e molto conservatori, cioè mi sembra che immaginino la salvaguardia della natura come consistente nel mantenerla stabile come è nel momento presente, mentre la natura (per sua natura) si evolve e muta, e cercare di bloccarne le trasformazioni può essere anche causa di grossi cataclismi, quando la resistenza imposta ai cambiamenti naturali supera il livello di sopportazione da parte della natura stessa.

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Re: Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Messaggioda Stefano'62 il 02/05/2010, 17:49

Giuste considerazioni,che però mi fanno capire che è passato inosservato il punto cruciale che intendevo mettere in evidenza.
Le stesse logiche di profitto di cui parlava Mauri e che stanno all'origine della ricerca sugli OGM,sono le stesse logiche che (per altre vie) hanno portato alla rovina dell'aria e del suolo e alla contaminazione (come minimo) da inquinamento di praticamente tutto quello che mangiamo,anche di quello che coltiviamo nel nostro stesso orto in maniera ormai solo illusoriamente "naturale".

A qualcuno sembra irrazionale,religioso o ideologico diffidarne e stare con le antenne accese ?

Rendere la vita difficile a quelli che cercano di inserire gli OGM nel nostro quotidiano,significa obbligarli a fornire (con leggi sempre più serie e ferree) una serie di rassicurazioni molto ma molto migliori di quelle attuali,perchè a lasciare fare a loro noi avremmo mangiato anche le prime schifezze assurde che volevano propinarci all'inizio delle sperimentazioni.

Ciao
Stefano'62
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Re: Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Messaggioda franz il 02/05/2010, 18:22

Stefano'62 ha scritto:Giuste considerazioni,che però mi fanno capire che è passato inosservato il punto cruciale che intendevo mettere in evidenza.
Le stesse logiche di profitto di cui parlava Mauri e che stanno all'origine della ricerca sugli OGM,sono le stesse logiche che (per altre vie) hanno portato alla rovina dell'aria e del suolo e alla contaminazione (come minimo) da inquinamento di praticamente tutto quello che mangiamo,anche di quello che coltiviamo nel nostro stesso orto in maniera ormai solo illusoriamente "naturale".

Probabile. Sono tuttavia le stesse "logiche del profitto" che hanno portato l'umanità da alcune centinaia di migliaia di individui 100'000 anni fa agli oltre sei miliardi di oggi.
Logica dello sviluppo e logica del profitto. Roba satanica, come minimo. :o Da cui stare alla larga.
Pero' chi la denuncia non sarebbe nemmeno vivo, senza quella logica. E di certo non avrebbe un computer per scrivere queste cose. Credo che alla base di cio' ci sia una profonda incomprensione si come vanno e le cose realmente, frutto di pregiudizi ideologici o religiosi. Di una carenza di cultura scientifica.
Nulla di grave ed irreparabile, quindi.
Non è mai troppo tardi.

Franz
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Re: Bruxelles apre agli Ogm. Sì alla patata modificata

Messaggioda annalu il 02/05/2010, 18:46

Il problema è sempre lo stesso: trovare una via di mezzo tra gli eccessi.
Non a caso a noi piace guardare gli acrobati che camminano su una corda tesa sul vuoto: in realtà siamo tutti acrobati, noi che viviamo. Un'eccessiva velocità nell'introdurre innovazioni è da incoscienti e può portare alla catastrofe, ma anche stare immobili in un mondo che cambia è catastrofico.
Qual'è la giusta posizione e la giusta velocità? Non lo sappiamo.
Alcune persone tendono alla prudenza, altri sono irruenti ed avventurosi. C'è da sperare che l'umanità nel suo complesso, composta da individui tutti differenti e portati a valutazioni differenti, sappia scegliere una via di mezzo compatibile con il progresso e la sopravvivenza (in salute) del maggior numero possibile di persone.
Questo credo sia l'obiettivo che dobbiamo cercare di raggiungere e che ognuno può contribuire a trovare, sempre più e sempre meglio quanto meno è condizionato da ideologie o pregiudizi. Poi il confronto, il dibattito e una sempre migliore conoscenza dei fattori in gioco dovrebbe aiutarci, si spera.
Quello che mi colpisce, in questo periodo di cambiamenti vorticosi, è che per ogni nuova scoperta, si trovano anche decine di cose che si scopre di non sapere. Le nostre scelte sono quindi sempre in una qualche misura cieche, eppure le scelte vanno necessariamente fatte, sulla base di quel poco che sappiamo o pensiamo di sapere.

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