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Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Nucleare, la maggioranza ora vorrebbe le centrali

Messaggioda franz il 08/11/2008, 16:28

Sondaggio della Demos nell'anniversario del referendum che lo fermò
Più favorevoli al nord e nel centro-destra. Contrari invece i giovani

Nucleare, gli italiani ci ripensano
la maggioranza ora è favorevole

di FABIO BORDIGNON e NATASCIA PORCELLATO

LE TABELLE

In questi giorni ricorre l'anniversario dei referendum che, nel 1987, hanno di fatto sancito l'uscita dell'Italia dal gruppo di paesi produttori di energia nucleare. Ventun anni fa, attraverso l'abolizione di tre articoli di legge, il popolo italiano sentenziava il rifiuto alla presenza di centrali nucleari sul territorio nazionale. Il tema, tuttavia, è rimasto nel dibattito pubblico e, anche recentemente, alcuni esponenti politici, tra cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il leader dell'Udc Pierferdinando Casini, hanno espresso la volontà di tornare ad investire nella soluzione nucleare.
I dati raccolti da Demos nelle scorse settimane mostrano un'opinione pubblica piuttosto aperta verso l'opzione nucleare, per quanto siano da segnalare importanti distinguo, soprattutto dal punto di vista generazionale e politico.

Nucleare: sì o no?
Quanto rilevato nel sondaggio ci mostra una realtà mutata e interessante. I favorevoli alla costruzione di centrali nucleari in Italia sono il 47%, mentre a confermare il rifiuto per l'energia prodotta dalla fissione dell'atomo è il 44%. E' dunque la maggioranza relativa a "ripensare" l'esito del referendum, anche se non possiamo ignorare il 9% che sceglie di non esprimersi.

Spostando l'ipotetica centrale dalla generica nazione alla provincia di residenza del rispondente, le opinioni mutano leggermente verso. I contrari alla costruzione, in questo caso, sono esattamente la metà - il 50% - mentre quanti si dicono comunque "a favore" sono il 41% - con, ancora, un 9% di incerti.

Giovani contro. Se osserviamo i risultati in base alla classe d'età del rispondente, vediamo come siano proprio i più giovani, quanti cioè non hanno preso parte al referendum di oltre vent'anni fa, a esprimere il parere maggiormente negativo. Infatti il dato si alza tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni (48%) e nella fascia tra i 35 e i 44 anni (dove tocca il 50%). Se invece consideriamo quanti non vogliono la centrale nella propria provincia di residenza, vediamo come siano sempre le generazioni più giovani ad esibire l'opposizione più netta: tra i 15 e i 44 anni, infatti,
sono oltre il 54% ad esprimersi negativamente, contro una media del 50%.

Nord e Sud. Il nucleare taglia in due anche la penisola. Se il Nord tende ad essere più favorevole al ritorno al nucleare, il Centro e il Sud mostrano scetticismo. In particolare, è il Nord Ovest a manifestare maggiore apertura, sia per la costruzione di centrali in Italia (54%, +7 punti percentuali rispetto alla media) che nel territorio (46%, +5 punti percentuali). I più scettici sono invece i cittadini del Centro: il 37% accetterebbe la costruzione di una centrale nella propria provincia, mentre è il 43% ad auspicarne la costruzione nella penisola (per entrambi lo scarto rispetto alla media nazionale è negativo di circa quattro punti).

L'ambiente e la politica.
Anche la variabile elettorale offre spunti interessanti di riflessione e ci aiuta a comprendere come le posizioni discendano anche - e soprattutto - da ragioni "politiche". La spaccatura tra destra e sinistra, in altre parole, divide anche tra favorevoli e contrari alla costruzione di centrali nucleari. Gli elettori di PdL e Lega Nord, ma anche quelli dell'Udc, si distinguono per il grande favore con cui vedono la costruzione di centrali, sia in Italia che nella realtà locale. Le aree di maggiore scetticismo (o di aperta opposizione) si concentrano invece tra gli elettori del Pd, dell'IdV e, soprattutto, della Sinistra Arcobaleno.

(8 novembre 2008)
http://www.repubblica.it



PS: nelle tabelle (sito demos) c'è un grossolano errore in quanto in due tabelle vengono indicati i favorevoli ma i numeri (e la logica) si riferiscono agli sfavorevoli. Segnalato prontamente, speriamo che correggano subito.
In effetti che il 70.8% della sinistra arcobaleno sia favorevole alle centrali sarebbe stupefacente.

Il documento PDF http://www.demos.it/2008/pdf/nucleare_2008.pdf invece contiene i dati esatti
PS2: ore 16:50. I grafici ora sono Ok. Non hanno corretto le diciture ma i grafici sottostanti, indicando veramente i favorevoli (che erano il complemento a 100 di quanto precedentemente indicato).
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Gab il 11/11/2008, 13:21

Nucleare: le centrali all'estero?
da Casa & Clima

Lunedì 10 Novembre 2008

In mancanza di infrastrutture adeguate il governo pensa di realizzare le centrali all'estero. E intanto si cercano finanziatori.

Si parla di nucleare alla fiera internazionale Key Energy di Rimini. Il governo è intenzionato ad andare avanti nonostante i recenti incidenti avvenuti nelle centrali francesi. Sorvolando quindi sui problemi di accettabilità sociale, vediamo quali intoppi di carattere tecnico ed economico si prospettano per il nostro ritorno al nucleare.

All'estero le centrali nucleari
Secondo Giovanni Battista Zorzoli, presidente onorario del WEC-Italia (World Energy Council), la scelta nucleare comporta un problema per le infrastrutture, soprattutto per quelle elettriche: un impianto da 1700 MW ad esempio, può essere fatto solo a Caorso perché è l'unico sito in Italia con reti in grado di sostenere una potenza simile. Quindi o si punta a reattori di dimensioni ridotte o si punta alla realizzazione delle centrali nei paesi limitrofi, come Slovenia, Albania e Tunisia.
Il premier Berlusconi ha già fatto sapere, parlando dell'aumento del prezzo del greggio, che “la risposta dell'occidente dovrebbe essere quella di una massiccia costruzione di centrali nucleari. E io ho già avuto contatti con molti Paesi che sono disponibili a costruire centrali con finanziamenti italiani”. Quali Paesi non è dato sapere.

I dubbi dei finanziatori
Esiste poi il problema economico. Secondo Zorzoli di fronte a una cifra che può variare da 3 a 6 miliardi di euro per una centrale, gli investitori potrebbero sollevare grossi dubbi nel finanziare grandi opere con tempi medio-lunghi e con il rischio di slittamenti, soprattutto in un periodo di crisi come quello odierno.
Non la pensa così però il sottosegretario allo sviluppo economico Adolfo Urso, che crede nel coinvolgimento delle imprese italiane, singolarmente o in consorzi tra produttori e consumatori. Resta il fatto che le aziende intenzionate a partecipare dovranno elargire una quota che andrà a finanziare il Fondo nazionale per lo smaltimento delle scorie, oltre a farsi carico della costruzione e messa in sicurezza dell'impianto, smantellamento della centrale alla fine del ciclo produttivo e smaltimento dei rifiuti radioattivi, quest'ultimo cofinanziato dallo Stato attraverso la costituzione del Fondo per il decommissioning.
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda pagheca il 11/11/2008, 18:11

questo articolo di Economist di questa settimana dimostra come la scelta nucleare sia complessa, ma per motivi molto diversi da quelli spesso abusati della sicurezza:
1) la convenienza o meno della scelta nucleare a seconda del prezzo del petrolio
2) la necessita' di tecnlogie monopolio di un numero ridottissimo di compagnie
3) la carenza, presente e futura, di materiali e specialisti nel campo

saluti
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Nuclear power
Limits to growth
6th 2008
From The Economist print edition

A new generation of nuclear plants requires a new generation of nuclear physicists

MUCH more than worries about safety, the biggest obstacle to the revival of nuclear power in Britain is cost. Atom-splitting is expensive, with brochure prices for reactors starting around £3 billion, and dizzying lurches in oil prices make it hard to evaluate the industry’s competitiveness. “Nuclear power works for oil prices above $60 a barrel,” said a government adviser confidently in early October, when it was still near $100. As The Economist went to press, the price of oil was hovering around $64, barely above that margin of safety.

But even if financial worries can be overcome, there are other obstacles to a nuclear renaissance. Among them is a global shortage of manufacturing capacity for important components: only one Japanese firm is currently capable of making reactor pressure vessels, for instance. And this once-in-a-generation overhaul of the electricity grid is not the only grand engineering scheme in the works in Britain. Crossrail (a link through London), the 2012 Olympic games, an enormous housing development in London’s Thames Gateway and the dismantling of old nuclear reactors will all absorb welders, joiners, engineers and raw materials, pushing up costs and leaving less for new nuclear plants.


The biggest problem, though, is a shortage of qualified scientists, engineers and technicians. Nuclear power’s long unpopularity has left the industry depleted, and many of those who remain are greybeards. Cogent, an industry training body, reckons that between a fifth and a third of nuclear workers will retire in the next decade, just when their knowledge will be in greatest demand. The government forecasts that up to 1,500 workers need to be replaced every year merely to maintain the status quo. Decommissioning old reactors and building new ones will require 18,000 more over the next 20 years.

Much thought has been expended on filling the gap. On November 4th the Nuclear Decommissioning Authority (NDA), the office charged with shutting down and cleaning up Britain’s ancient first-generation reactors, launched a training drive, promising to create a national nuclear laboratory and promote careers in nuclear physics for youngsters. Ministers have set up a “National Skills Academy for Nuclear”, which offers foundation degrees and lower-level vocational qualifications.

They are particularly keen on turning out academic engineers and physicists with specialised masters’ degrees. That could be difficult, however. Physics teaching is in a parlous state, says Peter Main of the Institute of Physics, with only around 3,000 undergraduate physicists getting degrees each year and a severe shortage of specialised teachers in schools. In the past many physics graduates have vanished into the City, attracted by sky-high salaries in finance. That may change: the NDA estimates that it will spend around £74 billion over 130 years, and there is keen corporate interest in new reactors too—which suggests that careers in nuclear power will become more lucrative. Birmingham University, which offers a master’s degree in reactor physics, has seen applications treble in the past three years, and other universities have started offering similar courses. British Energy, a nuclear-plant operator, says more graduates are applying for jobs too: it now gets 45 applicants for each position.

Yet Mr Main is wary of market signals. “Students do not often realistically research their career prospects,” he says, and frets that some could be put off by the nuclear industry’s tainted reputation. Even that, though, could change. Nuclear power splits green opinion like nothing else, and although groups such as Greenpeace remain opposed, iconic environmentalists including James Lovelock and Patrick Moore (one of Greenpeace’s founders) have come out in support of atom-splitting as the solution to a warming planet.
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Re: sito denuclearizzato

Messaggioda mauri il 13/11/2008, 11:13

in questa pagina ci sono alcune considerazioni
http://www.legambiente.org/section.php? ... imo&id=316

e c'è anche una giffina a sx a scorrere giù
che dice "sito denuclearizzato" suggerisco di metterla e inviarla a tutti i siti e blog del regno
un abbraccio denucleato, mauri
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Diogene2008 il 16/11/2008, 9:15

Avrei una domanda più generica:sono stato recentemente in Svezia, e sono rimasto ammirato dalla coscienza ecologica degli Svedesi.E' noto che la Svezia sta attivamente realizzando un piano di totale indipendenza energetica da uso di combustibili fossili.Potete dirmi di più in merito e quale ruolo ha l'energia nucleare in questo piano?
P.S. Come mai di questo piano se ne parla così poco?
Grazie
Diogene2008
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda franz il 16/11/2008, 10:23

Diogene2008 ha scritto:Avrei una domanda più generica:sono stato recentemente in Svezia, e sono rimasto ammirato dalla coscienza ecologica degli Svedesi.E' noto che la Svezia sta attivamente realizzando un piano di totale indipendenza energetica da uso di combustibili fossili.Potete dirmi di più in merito e quale ruolo ha l'energia nucleare in questo piano?
P.S. Come mai di questo piano se ne parla così poco?
Grazie


Una precisazione sulla "totale indipendenza energetica da uso di combustibili fossili".
Questa indipendenza riguarda la produzione di energia elettrica mentre ovviamente almeno per ora i fossili sono impiegati nel trasporto e parte del riscaldamento domestico ed industriale.
Sotto il profilo della produzione e elettrica i paesi piu indipendenti da fossili sonio Svezia e Svizzera e per entrambi vi è una forte componente di energia nucleare e di idroelettrico. Per la Svezia ovviamente il solare è scarsamente produttivo mentre l'eolico è piu' promettente. È tuttavia ostacolato anche lui dal fattore climatico, perché le pale tendono a gelare, appesantendosi, nei lunghi e freddi inverni.

Vedi se questo articolo puo' essere interessante per le informazioni che cerchi.

Energia, il ministro svedese: «Il futuro dell'Europa è nelle fonti rinnovabili»
di Paolo C. Conti
27 maggio 2008

STOCCOLMA – «Il nucleare continuerà a giocare un ruolo rilevante nella politica energetica europea. Ma saranno le fonti rinnovabili, con il loro enorme potenziale inespresso, a permetterci di realizzare l'obiettivo di un'economia non più basata sui combustibili fossili».

L'agenda di Andreas Carlgren, ministro per l'ambiente del Governo svedese, è molto fitta da qualche mese a questa parte. Viaggia da un Paese all'altro per preparare il semestre di presidenza svedese dell'Unione europea, che inizierà a metà del 2009 e sarà interamente centrato sui temi ambientali. Difficile immaginare un interprete migliore per questo compito: la Svezia è da tempo una delle nazioni più virtuose in termini di politica ambientale. È stata il primo Paese europeo ad adottare una legislazione specifica e grazie ai fortissimi investimenti nel nucleare e nelle rinnovabili può contare su una rete elettrica che non fa appello ai combustibili fossili. Oggi è uno dei Paesi europei che investe di più nelle energie alternative e sta per avviare un gigantesco impianto eolico offshore che fornirà ogni anno tre terawattorra. In Svezia non esistono multe e sanzioni per chi non fa la raccolta differenziata, semplicemente perché qui sono gli stessi cittadini a protestare a gran voce quando le amministrazioni locali non si dimostrano in grado di gestirla.

In questa intervista Carlgren sostiene le scelte passate del suo Paese, che ha senza dubbio beneficiato economicamente dalla strategia di puntare sull'atomo, ma ritiene anche che in futuro saranno le fonti alternative a giocare il ruolo più importante, in Europa come sul piano globale.
«L'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, ndr) prevede che il nucleare possa crescere del 2% entro il 2020 rispetto all'attuale quota del 16% nella produzione globale di energia. Ma le energie rinnovabili, che già oggi contano per il 18%, possono crescere fino al 35% del totale –, sostiene Carlgren – In Europa in gap sarà ancora maggiore: le rinnovabili passeranno dall'attuale 8,5% al 20% per cento. Quanto al nucleare, che ora conta solo per qualche punto percentuale, il potenziale di crescita resta modesto».

E della recente scelta italiana di tornare a investire sull'atomo – chiediamo – cosa ne pensa?
«Ho visto spesso in passato dichiarazioni simili. Ma spesso si sono dimostrate più ottimistiche del dovuto, perché non hanno tenuto in debito conto la reale disponibilità degli investitori», ha risposto. In materia di tutela ambientale, la Svezia ha avviato negli anni 90 un programma in sedici punti per migliorare le condizioni dell'ecosistema del Paese nel giro di una generazione. Un obiettivo molto ambizioso, anche perché molti di questi aspetti non possono essere migliorati senza una forte cooperazione a livello internazionale. Le somme saranno tirate nel 2020, ma al momento la situazione non è incoraggiante. Il ministero dell'Ambiente svedese è certo di raggiungere entro quella data solo uno dei 16 obiettivi prefissati: la normalizzazione dello strato di ozono nell'atmosfera. Per molti altri non ci sono certezze, mentre per alcuni le chance di centrare l'obiettivo si stanno dimostrando esigue, come nel caso della tutela della biodiversità di animali e vegetali, la riduzione delle sostanze tossiche nell'ecosistema, la pulizia dell'aria, la sostenibilità delle foreste e, soprattutto, la riduzione dell'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera.

La sensazione che ci ha restituito il colloquio con Carlgren è che la Svezia si sente frustrata rispetto a un gran numero di tematiche ambientali, che non possono essere affrontate se non a livello planetario. «Le nostre acque sono inquinate da una grande quantità di mercurio che arriva da altri Paesi», ha detto il ministro. «Il mar Baltico è uno dei più inquinati al mondo e non a causa nostra». Ecco perché il principale obiettivo della presidenza svedese della Ue del 2009 consisterà proprio nel convincere gli altri partner dell'Unione ad avviare una serie di azioni comuni volte a «dare vita a un'economia europea a basso tasso di combustibili fossili». Il primo obiettivo sarà concentrarsi sui cambiamenti climatici. «Lavoreremo per promuovere un accordo globale che punti alla riduzione del 35% nelle emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Noi in Svezia l'abbiamo già fatto, senza per questo aver pregiudicato in alcun modo la crescita economica», ha spiegato Andreas Carlgren. Gli altri due temi della presidenza svedese saranno promuovere un'azione su vasta scala per la bonifica del mar Baltico e la tutela della biodiversità in Europa.
http://www.sole24ore.com


Per quanto riguarda la situazione attuale svedese (consumo di energia di tutti i tipi e per tutti gli usi) ho solo dati risalenti al 2004:
Petrolio: 31.61%
Gas naturale: 1.45%
Carbone: 4.96%
Nucleare: 35.74%
Idroelettrico: 26.24%
(fonte: BP statistical review of World Energy 2005) / in rete per chi ha tempo c'è l'edizione 2008

Ciao,
Franz

PS: possiamo confrontare i dati svedesi con quelli italiani. Noi consumiamo 3.8 volte piu' energia degli svedesi ma con queste proporzioni:
Petrolio: 48.75%
Gas naturale: 35.95%
Carbone: 9.31%
Nucleare: --.--%
Idroelettrico: 5.99%
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Diogene2008 il 16/11/2008, 18:34

Grazie, ora mi è più chiara la situazione.
In tema di energie rinnovabili, ha letto di un progetto nella provincia di Siviglia(Spagna),in cui si pensa di generare la maggior percentuale del fabbisogno energetico, con un sistema di generazione che sfrutta la differenza di temperatura dell'aria al suolo e ad una certa altezza,che crea una corrente d' aria che muove le pale di un generatore.Pare che sia stato realizzato un piccolo prototipo, che dando risultati soddisfacenti, ora dia luogo alla costruzione di un grande impianto, con elevatissimo potenziale.Ma mi chiedo, esiste uno studio serio ed affidabile di quanta energia rinnovabile si possa produrre in Italia dal sole, dall'eolico,geotermico,e dal nucleare(in attesa della fusione atomica "pulita", di cui il Nobel Rubbia parla ogni tanto, dicendo che ci vuole tempo.....
Altro aspetto che andrebbe riconsiderato:queste sono decisioni strategiche per il futuro del Paese.
Va bene l'apporto dei privati, ma qui è ingioco anche l'interesse generale, quindi il governo ha i dovere di fare uno studio e un piano che preveda tutte le possibili opzioni , nell'ottica economica, ed ecologica, senza lasciare spazio a speculazioni.
Qual'è la situazione attuale?Il ministro in carica e il suo staff sono in grado di produrre qualcosa del genere nel momento in cui parlano di nucleare?
Grazie
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda franz il 16/11/2008, 20:05

Diogene2008 ha scritto:Grazie, ora mi è più chiara la situazione.
....
Qual'è la situazione attuale?Il ministro in carica e il suo staff sono in grado di produrre qualcosa del genere nel momento in cui parlano di nucleare?
Grazie

Di nulla: dovere redazionale.
Non ho la minima idea di cosa sia in grado di produrre il ministor in carica ed il suo staff (mi auguro che lo sappiano loro).

Io vedo che l'Italia è messa male nel contesto internazionale per quanto riguarda l'abuso di prodotti petroliferi.

Dal rapporto 2008 che citavo ho estrapolato alcuni dati per farne due mappe.
Il file pdf che allego contiene i dati europei e mondiali per il consumo procapite di energia (in TOE) con la distinzione di quanto è consumato con prevenianza da combistibili fossili (petrolio, gas, carbone) e non fossile (nucleare, idroelettrico, altro).

Come si puo' vedere solo i tre paesi scandinavi, l'islanda, la francia e la svizzera consumano poco "fossile".
Noi siamo, con grecia, polonia ed irlanda, quelli messi peggio.

Ciao,
Franz
Allegati
mappe.pdf
mappe Europa e Mondo per consumo procapite di energia. Elaborazione di dati in proprio
(276.07 KiB) Scaricato 363 volte
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Re: Nucleare: Contro

Messaggioda mauri il 21/11/2008, 11:50

questa sì che è una notizia,
allora si può, dunque basta volerlo, altro che nucleare altro che 40 miliardi d'EU per costruire centrali in 15 anni,
con gli stessi soldi si istalla una mega centrale, pulita e senza scorie, su 2milioni di tetti e se non sbaglio i conti per soddisfare il fabbisogno di energia del 10 x 100 della popolazione nazionale
dalla toscana delle ottime supposte all'uranio per il pdl...
bella giornata, mauri


Ambiente Coinvolto un milione di famiglie. «Useremo i fondi comunitari»

Un pannello solare su ogni casa Il regalo «verde» della Toscana

La Regione: impianti gratis e bollette dimezzate Accordo tra Comuni e Province con l' iniziale consulenza di Megasnet, la società pubblica di Pesaro L' assessore «Useremo contributi comunitari già disponibili e poi attiveremo finanziamenti agevolati»

FIRENZE - Pannelli solari gratis e bollette tagliate della metà. Una manna energetica sta per piovere sulla Toscana e, se tutto andrà per il verso giusto, tra un paio di mesi migliaia di famiglie avranno sul tetto, senza spendere un centesimo, gli «acchiappa raggi solari», in casa energia pulita e nel salvadanaio qualche euro in più. La Regione, in collaborazione con Comuni, Province e con un' iniziale consulenza di Megasnet, società pubblica di Pesaro, sta per lanciare «Il sole in casa», un megaprogetto per trasformare il consumo elettrico di base delle famiglie nel più grande business ecocompatibile d' Italia. L' idea, mai sperimentata su un territorio vasto come quello regionale, è quella di anticipare i soldi del costo e dell' installazione dei pannelli fotovoltaici per le famiglie toscane, un milione circa, e abbattere i consumi energetici tradizionali e dunque l' inquinamento. L' operazione costerà centinaia di milioni di euro. Dove troverà la Regione le risorse finanziarie in una situazione di recessione? «In parte useremo contributi comunitari già disponibili per i progetti di energia rinnovabile - spiega Anna Rita Bramerini, assessore alla tutela ambientale e all' energia della Regione Toscana - e poi attiveremo finanziamenti agevolati. Stiamo istituendo una rete capace di organizzare l' enorme volume di istallazioni. Pensiamo, per esempio, alle agenzie energetiche provinciali, organismi attivi da anni, che promuovono le rinnovabili e da sempre aiutano i cittadini a passare all' energia pulita. Abbiamo già costituito un tavolo permanente e in settimana ci consulteremo con Fidi Toscana». Secondo Fabio Roggiolani, consigliere regionale dei Verdi, tra i promotori del progetto, la Regione investirà senza rischi e a lungo termine avrà anche un guadagno. «Che naturalmente sarà investito nei servizi - dice -. Il segreto del business si chiama conto energia. Già oggi i cittadini che non vogliono pagare la bolletta elettrica possono acquistare pannelli solari, installarli e poi fare una serie di domande. L' energia prodotta finisce nella rete nazionale e la bolletta si azzera. Non solo, il cittadino guadagna circa 50 centesimi per ogni kilowattora prodotto». L' idea della Regione parte proprio da qui. In cambio della cessione e dell' istallazione gratuita dei pannelli, si chiede al cittadino di rinunciare per vent' anni alle agevolazioni di conto energia e gli si dimezza il costo della bolletta. Soldi che finiscono nelle casse regionali per ammortizzare la spesa iniziale. Un' istallazione di pannelli da tre chilowattora, capaci di soddisfare il bisogno energetico annuo di una famiglia di quattro persone, costa circa 20 mila euro e in vent' anni restituisce all' utente 36 mila euro. La Regione ha come obiettivo quello di coprire tutte le famigli toscane, con un piano di interventi diluiti nel tempo. Che, secondo gli studi preliminari degli uffici fiorentini, già nei primi mesi interesserà migliaia di famiglie. Un' iniziativa simile sta per partire anche nella provincia di Pesaro Urbino. «I nostri uffici sono già tempestati di richieste», dice Renzo Rovinelli, responsabile dell' ufficio energia. Marco Gasperetti
Pagina 27 (15 novembre 2008) - Corriere della Sera
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda pagheca il 21/11/2008, 12:30

una bella notizia, ma io mi chiedo una cosa. Che impatto paesaggistico potrebbe avere l'installazione di pannelli solari sui tetti di antichi villaggi medioevali, come quelli presenti ovunque in toscana? Soprattutto in presenza di un paesaggio collinare e di una tecnologia a "coppi" che ricopre praticamente intere province?

La mia non e' una critica pregiudiziale al progetto (in omaggio al subject dell'argomento "nessuna idea preconcetta"), in quanto ritengo che qualcosa si debba fare e che quella energetica/ambientale sia una priorita'. Inoltre sono convinto che il problema sia stato sollevato da qualche parte, anche se mi stupisce che nell'articolo non se ne parli affatto. Pero' il problema e' che l'idea di vedere tanti tetti di paesini caratteristici ricoperti di antiestetici pannelli solari mi lascia un po' interdetto. Per fortuna l'italia ha questo capitale paesaggistico e artistico inimitabile e penso che una soluzione vada cercat e trovata.

saluti
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