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Eppure una "nuova scuola" serve al paese

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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda Gab il 16/03/2009, 19:47

Una nuova scuola "modello lombardo"?

Intesa Gelmini-Formigoni: unificate istruzione e formazione professionale

Una novità di grandissimo rilievo giunge dalle Regione Lombardia, dove il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente della Regione Roberto Formigoni hanno sottoscritto questa mattina un'Intesa che dà il via libera alla piena attuazione del governo regionale dell'istruzione e formazione professionale.

A partire dall'anno 2009-2010, quindi in anticipo rispetto alla riforma del secondo ciclo, verrà sperimentata infatti l'unificazione del sistema dell'istruzione professionale statale (IPS) con quello dell'istruzione e formazione professionale (Ifp) regionale, ma sotto il governo regionale.

Di conseguenza cadono il ricorso del Governo contro la legge lombarda di riforma dell'istruzione (legge regionale n. 19 del 2007) e i ricorsi di segno opposto della Regione Lombardia contro le disposizioni della legge finanziaria del 2007 e la legge n. 40 sempre del 2007, volute dal governo Prodi.

Secondo Formigoni ''questa decisione chiude di fatto un contenzioso lungo due anni, durante i quali la Lombardia aveva contestato al Governo nazionale il tentativo di ricondurre indebitamente l'intera materia dell'istruzione professionale nella sfera delle competenze statali. E' un segnale promettente, per la Lombardia, di un'autentica attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione".

Questo modello, secondo il governatore della Lombardia, "potrà essere di riferimento, se lo vorranno, anche per le altre Regioni d'Italia" e "può essere la risposta migliore alle richieste del mondo produttivo che lamenta la carenza di profili tecnici specifici''.

..........................................................................

Intesa Gelmini-Formigoni: ecco il modello lombardo

La sperimentazione, come informa il sito della Regione Lombardia, si attuerà sulla base dell'adesione volontaria degli Istituti Professionali Statali (circa 170 in Lombardia) al sistema IFP (Istruzione e formazione professionale) regionale. L'obiettivo è quello di "garantire la continuità e l'unitarietà dell'offerta di istruzione e formazione professionale nel rispetto della libertà di scelta delle famiglie tra le istituzioni scolastiche e formative".

L'attuazione prevede due fasi. Nella prima (anno scolastico 2009-2010), la IFP regionale verrà offerta anche dagli Istituti professionali statali in aggiunta ai loro tradizionali percorsi di Istruzione professionale. Permarranno quindi i percorsi di istruzione professionale statale accanto a quelli della IFP regionale. Già dall'anno scolastico 2009-2010 le istituzioni scolastiche e formative potranno rilasciare il diploma professionale di tecnico: la Lombardia sarà la prima Regione in Italia a rilasciare questo diploma.

In una seconda fase (anno scolastico 2010-2011) si attuerà un più stretto raccordo, con la possibilità di avere per i primi 4 anni i percorsi di IFP regionale e di attivare un quinto anno per il raggiungimento del diploma di Stato. Le qualifiche professionali verranno rilasciate solamente in esito ai percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale.

Importanti sono anche gli aspetti che riguardano la contrattazione integrativa regionale: la Regione, limitatamente al personale degli istituti professionali, interverrà in ambiti quali la contrattazione territoriale integrativa, la formazione del personale, i criteri di utilizzazione del personale, la premialità in rapporto a risultati conseguiti, i criteri di allocazione e utilizzo di risorse attribuite alle scuole. Un modello che si avvicina per molti aspetti a quello realizzato nella provincia autonoma di Trento.

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Bastico (PD): accordo Lombardia 'vuoto e pericoloso'

La responsabile scuola del PD, Mariangela Bastico, critica l'accordo sottoscritto tra il Ministro Gelmini e il Presidente Formigoni definendolo "vuoto nelle risorse e pericoloso negli effetti, che rischiano di essere disastrosi per il settore".

L'Intesa presenta fra l'altro - secondo l'ex viceministro - profili di illegittimità visto che si pone in deroga alla legislazione nazionale vigente, affidando in pratica alla Regione Lombardia la titolarità dell'istruzione professionale.

"Sono assolutamente contraria a ciò", dichiara la sen. Bastico, "se costituisce un'anticipazione del federalismo scolastico da applicarsi in tutto il Paese. Trasferire alle Regioni gli oltre 1.400 istituti professionali di Stato (con quasi un terzo degli studenti) significa spezzare l'ordinamento nazionale dell'istruzione superiore e indebolire proprio quella scuola che spesso accoglie i ragazzi più in difficoltà e offre titoli di studio con buoni sbocchi professionali".


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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda mauri il 19/03/2009, 12:44

http://www.flcgil.it/notizie/comunicati ... conoscenza

se non esistessi bisognerebbe inventarti ma per fortuna esisti
grazie cgil
ciao, mauri
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Scuola, le assunzioni? Solo al Nord

Messaggioda franz il 15/04/2009, 20:00

Comincia a delinearsi con chiarezza l'impatto dei tagli Gelmini-Tremonti
Salteranno 20mila cattedre, precariato a casa e 700 esuberi

Scuola, le assunzioni? Solo al Nord
nel Meridione via migliaia di prof

di SALVO INTRAVAIA

Assunzioni al Nord ed esuberi al Sud. Comincia a delinearsi in maniera abbastanza chiara l'impatto dei tagli agli organici della scuola voluta la scorsa estate dalla coppia Tremonti-Gelmini. Nelle regioni meridionali, complice - ma non troppo - il calo degli alunni, le pochissime classi a tempo pieno alla primaria e edifici scolastici più "sgarrupati" che altrove, salteranno quasi tutte le supplenze annuali conferite quest'anno e parecchi docenti di ruolo saranno costretti al cosiddetto esubero (sovrannumero). Una situazione che rischia di diventare esplosiva, al limite dell'emergenza sociale, perché al Sud le opportunità di lavoro si assottigliano giorno per giorno e il canale della scuola costituisce uno sbocco naturale per migliaia di laureati e diplomati.

Nelle regioni settentrionali,
dove gli alunni sono in aumento e il taglio degli organici è stato più clemente, le cose andranno meglio: tra pensionamenti e posti già vacanti le cattedre libere sono parecchie e potranno scattare le assunzioni per il prossimo anno. Per fare il bilancio dei tagli basta guardare i numeri sui pensionamenti, quelli sulle cosiddette cattedre vacanti e i posti che salteranno dal prossimo primo settembre. Se l'esercizio viene svolto singolarmente per le tre realtà territoriali (Nord, Centro e Sud) del Paese viene fuori un interessante quadro: al Nord e al Centro si riusciranno a limitare i danni, al Sud insegnanti e alunni dovranno invece leccarsi le ferite.

Nelle otto regioni meridionali per effetto del taglio di 42 mila posti deliberato dal governo salteranno 20 mila cattedre. I pensionamenti sono poco più di 13 mila e 4 mila sono le cattedre attualmente vacanti. Risultato: precariato azzerato e circa 700 esuberi. Cioè, altrettanti insegnanti di ruolo che si ritroveranno dal prossimo settembre senza cattedra. Per loro si apre un periodo di incertezza: dovranno cercarsi un posto in un'altra scuola o nel frattempo si riuscirà a trovare una soluzione meno traumatica? Il rischio per i malcapitati è di doversi spostare a decine di chilometri di distanza dalla scuola di attuale servizio.

La proposta di alcuni sindacati è quella di lasciarli nelle scuole di appartenenza a disposizione per le supplenze o per i progetti. Nel primo caso fungerebbero da tappabuchi, nel secondo potrebbero contribuire ad allargare l'offerta formativa delle scuole colpite dalla furia riformatrice dell'esecutivo. La situazione, sempre nel meridione, è piuttosto preoccupante all'elementare (primaria) dove bisognerà collocare 1.800 maestre, e nella secondaria di primo grado (l'ex scuola media) con centinaia di prof di Italiano in sovrannumero. Il prossimo anno, trovare una supplenza al Sud potrebbe trasformarsi in un incubo: pochissime cattedre, sedi disponibili disagiate, spezzoni di cattedra e stipendi ridotti all'osso.

Oltrepassando la Capitale la realtà cambia di botto. Nelle 6 regioni settentrionali il taglio farà saltare "appena" 9 mila cattedre. E visto che i pensionamenti sono stati superiori alle 10 mila unità rimarranno un numero di cattedre vacanti superiore a quello di quest'anno: 9 mila e 500 circa. Su questi posti sarà possibile effettuare le assunzioni a tempo indeterminato. Anche le regioni centrali si salvano: 5 mila pensionamenti e taglio di 4 mila posti più di 4 mila posti che potranno essere occupati da precari. Per la scuola dell'infanzia, che non è stata toccata dai tagli, si profilano 5 mila posti vacanti per neoimmessi in ruolo e precari. Le 20 mila immissioni in ruolo promesse ai sindacati qualche settimana fa dovrebbero andate al personale Ata (amministrativo tecnico e ausiliario), per 7 mila unità, al sostegno (altre 7 mila unità), alla scuola dell'infanzia (5 mila posti) e qualcosina al superiore.

(15 aprile 2009)
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda franz il 24/04/2009, 8:30

Caso isolato o prassi consolidata?
Non solo serve una nuova scuola ma serve una nuova etica della funzione docente.
Qui non si tratta di qualche giorno di assenza ma di truffa ai danni dello Stato
Ed anche i medici coinvolti non scherzano. Andrebbero radiati.


Ciao,
Franz


IL CASO. Sono 30, in tre anni mai un giorno in cattedra
Tutto grazie ai documenti fittizi medici fatti in Calabria

Le maestre fantasma di Milano
"Falsi certificati di invalidità"

Tutte residenti al Sud. Le diagnosi: diabete, scoliosi, depressione e stati d'ansia

MILANO - Certificati medici costruiti ad hoc per ottenere il trasferimento a casa. Maestre elementari affette da invalidità immaginarie, provate da medici compiacenti, per lasciare le scuole della provincia di Milano e farsi assegnare al Sud. Le cartelle mediche parlano di scoliosi, ansia, depressione, diabete.

Patologie riscontrate dalle Asl di residenza e che scompaiono nei successivi controlli. Ma che, per legge, consentono il trasferimento immediato a casa. Spesso senza aver fatto nemmeno un giorno di lezione nella sede per cui si è vinto il concorso.

Per vedere chiaro sulla fabbrica dei certificati truccati, il provveditorato milanese ha inviato un dossier alle procure di Milano e di Reggio Calabria. Nelle denunce si ricostruiscono i casi di 27 maestre, invalide e guarite per miracolo, ma intanto trasferite. Le insegnanti sono tutte originarie della provincia di Reggio Calabria: maestre che dal 2006 a oggi hanno chiesto (e ottenuto) di lasciare Milano perché affette da invalidità fantasma. Casi gravi di diabete mellito, almeno dieci, che di colpo si trasformano in "nessuna forma di handicap". Dolori alla schiena "cronici e permanentemente invalidanti" che a ogni prova medica successiva alla prima scompaiono. "Ma è solo la punta dell'iceberg - assicurano all'ufficio scolastico - il malcostume delle false invalidità per ottenere trasferimenti ha dimensioni preoccupanti".

A consentire questa "truffa di massa", come la definisce un funzionario del provveditorato, sono alcune falle nella legge 104, quella che disciplina l'handicap, e nel contratto sulla mobilità degli insegnanti. Per ottenere un trasferimento è sufficiente presentare un certificato d'invalidità provvisorio, fatto da un medico della Asl di residenza. Alla scuola che il docente lascia, per tutela della privacy, non viene indicata né la patologia né il grado di invalidità, che si presume quindi essere grave. E la maestra può fare le valigie. Entro 90 giorni, a trasferimento già avvenuto, la stessa Asl è tenuta a fare un secondo certificato di conferma, in cui invece si dichiara la percentuale di invalidità. Il verdetto, nei casi arrivati alle procure, è sempre lo stesso: "Non handicap", e a quel punto il trasferimento viene annullato. Ma qui sorge il problema: fra la prima e la seconda visita, per l'inefficienza delle aziende sanitarie, passano anche tre anni. E intanto la maestra insegna al Sud, o non insegna proprio, lasciando scoperta la cattedra che le era stata assegnata per concorso. Un "baco" che nella sola Lombardia lascia ogni anno centinaia di cattedre vuote, da coprire con supplenze (costose).

Situazioni analoghe a quella milanese si trovano anche a Firenze, Venezia e Torino. Le province di provenienza delle maestre sono sempre le stesse: Reggio Calabria e Agrigento, ma ci sono segnalazioni di casi dal Casertano. "Rivolgendoci alla procura abbiamo voluto compiere un atto di chiarezza", taglia corto il provveditore di Milano, Antonio Lupacchino. E di fronte all'evidenza documentale, neppure i sindacati della scuola coprono i colleghi. Pippo Frisone, responsabile vertenze della Flc-Cgil a Milano, dice: "La responsabilità, specie quella penale, è personale e non bisogna generalizzare. Certo, fa specie la concentrazione di documentazione provvisoria compiacente, rilasciata in attesa di quella collegiale definitiva".

Quanto al fatto che i casi si concentrino al Sud, Frisone attacca: "Se in mezza Italia i tempi di attesa della certificazione Asl vanno oltre i novanta giorni previsti, si lascia il campo libero anche agli abusi". Cgil chiede al governo che "siano rese più rigide le norme contrattuali e chiusi tutti i varchi che favoriscono gli abusi e il malaffare. Anche perché oggi si è trasferiti al Sud solo se beneficiari della legge 104. Noi siamo per tutelare i diritti veri di chi ha veramente riconosciuto il diritto per legge e per contratto".

(24 aprile 2009)
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Scuola, governo vara riforma: da settembre sei licei

Messaggioda mauri il 04/02/2010, 17:38

http://it.notizie.yahoo.com/4/20100204/ ... 02f96.html

"Secondo il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, si tratta di un intervento "epocale", che non ha "impronta ideologica" e che privilegia la qualità alla quantità. Ma la riforma ha suscitato le critiche delle organizzazioni studentesche e di organizzazioni sindacali."

epocale per i tagli sia di personale che di quattrini, dirottati alle private noti diplomifici, epocale perchè la scuola statale scende in serie C se non D

http://www.flcgil.it/pagine_web/program ... lle_scuole

"L'orario settimanale prevedrà 32 ore di lezione, al contrario delle attuali 36 che hanno però una durata di 50 minuti."

questo la ragazza se l'è sognato o era il suo ricordo sbiadito di pendolare, infatti i 50' valgono solamente, 1^ e ultima ora, per le poche scuole che hanno problemi di trasporti per la maggioranza di studenti che arrivano da fuori
è evidente che le superiori dovessero essere riformate ma così pesantemente no, ma quelli vanno avanti come schiacciasassi utilizando i media per vendere una realtà immaginaria che non è delle famiglie e nemmeno del personale della scuola
ma alla fine i nodi venrrano al pettine e gli italiani apriranno gli occhi finalmente per buttare a mare questo governo
forza opposizione dacci una mano
ciao, mauri
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda cardif il 04/02/2010, 21:02

La Gelmini magnifica l'iniziativa dicendo che introduce una notevole semplificazione, poiché riduce per esempio i licei da quasi 450 indirizzi (tra sperimentali e progetti assistiti) a soltanto sei.
Le avevo suggerito, se voleva dare i numeri, di spararli da 1 a 90, così me li potevo giocare. :lol:
Ha descritto come "epocale senza impronta ideologica" questa riforma.
Sarebbe epocale (capace di caratterizzare un'epoca') ma non ideologica (senza 'un sistema di idee' alla base), che non mi sembra abbia molto senso. Non ci sono riferimenti diversi (politici) all'uso di 'epocale', perché lo usano per qualunque cavolata.
A meno che per 'epocale' non intende l'introduzione dell'indirizzo 'audiovisivo, multimedia, scenografia' nel Liceo artistico (per i frequentatori di Amici, Grande fratello e roba simile).
In effetti la riforma prevede solo un miniriassetto nella classificazione degli istituti superiori.

Ma ciò che è grave è la riduzione delle ore di lezione in tutti gli istituti, sia liceali che tecnici, con conseguente riduzione del numero di docenti.
Intanto in alcune scuole i docenti comprano i gratta e vinci, nella speranza di vincere per comprare il materiale necessario

Giustamente Bersani ha ironizzato sul fatto che di 'epocale' ci sono solo i tagli.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda franz il 05/02/2010, 0:23

cardif ha scritto:In effetti la riforma prevede solo un miniriassetto nella classificazione degli istituti superiori.
....
Giustamente Bersani ha ironizzato sul fatto che di 'epocale' ci sono solo i tagli.

Ironie a parte, il thread dice, giustamente, che Eppure una "nuova scuola" serve al paese e se vogliamo mettere i puntini sulle "i" appare evidente che chiunque abbia tentato di riformare qualcosa, da berlinguer alla moratti, da mussi alla gelmini, è stato contestato da studenti, sindacati e professori. E fin qui, forse tutto normale se non fosse che in 40 anni mai una sola volta il mondo della scuola è stata in grado di presentare lei un progetto di riforma (lasciamo perdere se epocale o meno). Quindi tirando le somme, come possiamo arrivare ad una "nuova scuola" se la scuola stessa non propone nulla e si limita a bocciare qualsiasi proposta giunga da destra o da sinistra?

Franz
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda cardif il 05/02/2010, 2:30

franz ha scritto:Ironie a parte...

Bè, l'ironia se la tirano loro a definire epocale questa roba che è solo un taglio nel numero di ore e di personale. Né mi sembra superficiale sottolineare, anche con l'ironia appunto, che questa riforma, fatta da questo governo, fa danni; forse proprio perché lo scopo ultimo ed unico è quello di ridurre la spesa sulla cultura che pare sia 'improduttiva' per loro.
Una volta si parlava delle tre c: conoscenza, competenza, capacità (ora rimaste in una nicchia).
Poi hanno parlato delle tre i: inglese, impresa, internet (e invece hanno ridotto le ore di inglese; le imprese stanno chiudendo; non hanno speso nemmeno parte degli 800 milioni previsti per la banda larga).
Ora la riforma è senza idee di base, per detta loro. Il PdC oggi nella conferenza propaganda a Palazzo Chigi ha detto: "consultate diverse migliaia di insegnanti e dirigenti scolastici".
Alcune cose non c'entrano direttamente con la scuola, ma voglio dire che si va avanti a propaganda, come è naturale visto che il PdC di quello campa.
E poi ci lamentiamo che il livello culturale si abbassa in Italia.

C'è da aspettarsi, visto che succede sempre, che un qualunque rinnovamento dia adito a critiche da parte di qualcuno; come anche il non rinnovare niente, del resto. Per cui, se si è convinti, si facciano pure le riforme accettando qualche critica.
Non so se la scuola nel suo complesso ha un centro studi, in cui raccogliere, approfondire e proporre riforme.
Se sapessi dove, invierei queste tre proposte:
1) alle superiori: 25 punti di credito massimi in ogni dei tre ultimi anni e 25 punti all'esame di maturità; 16 punti di credito minimo per l'ammissione alla classe successiva.
2) all'università: eliminazione del doppio livello di laurea (primo livello di tre anni e specialistica di altri due anni)
3) aggiornamento ed uniformità nei contenuti didattici per almeno il 90% in tutti i corsi d'Italia.
Non pretendo che siano il massimo, per carità.
Il fatto è che i politici si sentono dotati di un sapere superiore.
Non accettano consigli dai dottori nella sanità; non devono parlare i giudici sulla giustizia e nemmeno gli studenti sulla scuola (l'allora ministra Letizia Brichetto Arnaboldi detta Moratti non fece parlare gli sutdenti dagli 'stati generali' della scuola).
Salvo poche eccezioni di uomini giusti al posto giusto, ovviamente.
Concludendo, un adeguamento ai tempi va certamente valutato ed eventuali riforme vanno fatte.
Ma non si può andare avanti così. La riforma della scuola riguarda la società ed il lungo periodo; non è questione di maggioranza, per cui ogni volta che cambia il governo cambiano le linee guida.
Allora penso ch sia utile, per una 'scuola nuova', l'istituzione di in organismo tecnico che raccolga le proposte degli utenti ed operatori, ma anche della società, e le elabori in un testo da sottoporre all'approvazione politica solo per gli aspetti politici, non per quelli strettamente tecnici, di contenuto. E, una volta varata la riforma, sia vincolante per almeno tre cicli (15 anni), salvo casi eccezionali.
E mi son fatto prendere un'altra volta la mano a scrivere. Bah, ormai.
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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda franz il 05/02/2010, 9:19

cardif ha scritto:2) all'università: eliminazione del doppio livello di laurea (primo livello di tre anni e specialistica di altri due anni)

Ok pr le proposte (e se quel centro studi non esiste bisognerebbe crearlo, facendo pero' in modo che non diventi parcheggio per burocrati) ma andrebbero anche spiegate.
E io questa proposta pero' non la capisco. Il sistema di bologna (bachelor e master) è ormai uno standard internazionale. Esso permette la mobilità di studenti (faccio il bachelor a torino ed il master a londra) e l'uniformità del piano di studi in tutto il mondo. Se l'Italia si tira fuori fa ridere. Una cosa buona, adottata in tutto il mondo ... e noi ci tiriamo fuori?
Spiegami perché!

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Re: Eppure una "nuova scuola" serve al paese

Messaggioda ranvit il 05/02/2010, 9:52

Già, vorrei sapere anche io il perchè. Piuttosto si dia una regola sull'infinità di lauree di primo livello, spesso letteralmente "inventate" per piacere a qualche barone locale. E semmai con un numero di studenti davvero minimo se non prossimo a....uno.


Per quanto riguarda i licei, io trovo ok la riduzione a sei tipologie. La riduzione delle ore invece è tutta da valutare.
Ricordo sempre, infine, che le riforme della scuola sono state sempre un flop nei decenni passati. Almeno questi ci provano.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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