pagheca ha scritto:Detto questo, sono d'accordo con chi ritiene che forse nemmeno quello delle celle a combustibile e' la soluzione. E infatti ho aggiunto "ma non solo", proprio in virtu' del principio di cui sopra. Continuo pero' a credere che la soluzione al problema non la dara' chi auspica un ritorno al passato che mal si coniuga con le esigenze reali della gente, ma da chi lavora ai confini della scienza e della tecnologia. Saro' uno scienziato sognatore, un patetico futurista d'altri tempi, ma mi sembra di vedere ovunque che le soluzioni ai problemi provengono sempre da piu' tecnica e piu' scienza, e non da piu' buoni propositi. La bicicletta o il mezzo pubblico possono certamente coprire una nicchia di esigenze, ve lo dice uno che usa solo la bicicletta durante la settimana (in un Paese dove purtroppo piove tutti i giorni), ma che si chiede anche: quanto pesa realmente questa nicchia? Chi puo' permettersi di viaggiare per lavoro, di fare la spesa, di trasportare merci, di svolgere quell'infinita' di lavori che richiedono l'uso di un veicolo a) indipendente, b) in grado di spostarsi da punto a punto, c) di viaggiare in tanti, d) protetti dalle intemperie, ed e) ottimizzando i tempi di percorrenza? Certamente spero che l'uso della bici e e dei mezzi pubblici si estenda e sia esteso il piu' possibile, soprattutto in citta', se non altro per motivi di salute, ma se si fa una lista di tutti i casi cui questi mezzi non si adattano, mi viene il sospetto che in realta' il loro potenziale non sia strategico se vogliamo conservare il nostro modello sociale. Se invece vi rinunciamo, o troviamo un modello alternativo, il discorso cambia, ma devo ancora trovare un modello alternativo di societa' credibile e realistici dal punto di vista almeno dei trasporti e dei consumi energetici, sebbene sia disposto a cambiare idea se qualcuno me ne mostra uno!
ti propongo un articolo letto su ecoage sul parco auto italiano, è un po datato ma è lo stesso interessante se consideri che il parco auto è cresciuto dal 2003 ad oggi
http://www.ecoage.it/automobili-italia.htm
"La situazione nel nostro paese
Quante automobili circolano nel nostro paese? La
Quante automobili circolano nel nostro paese? La situazione è migliorata o peggiorata dal 1990 ad oggi? Proviamo a rispondere a queste domande leggendo l'ultimo rapporto ACI che fotografa la situazione italiana del 2003.
Nel nostro paese il rapporto tra numero delle automobili e la popolazione è tra i più alti dell'Unione Europea. Nel 2003 si registravano oltre 34 milioni di autovetture. Un dato ben più alto delle 27 milioni automobili circolanti nel 1990.
Chi non trova parcheggio adesso può comprendere anche il perchè.
Le automobili a benzina sono ancora la maggior parte del parco circolante italiano con 25,5 milioni di autoveicoli nonostante la forte crescita delle automobili diesel degli ultimi dieci anni.
Il dato diventa ancora più preoccupante considerando l'insieme dei veicoli a motore del parco circolante italiano. Includendo anche gli autocarri, i motocarri, gli autobus e le motrici il numero del parco circolante motorizzato in Italia oltrepassa i 44 milioni di veicoli.
In media ogni 1000 abitanti in Italia esistono 768 veicoli ma la situazione varia da città a città:
Roma 955 veicoli ogni mille abitanti
Torino 850
Firenze 833
Milano 810
Bologna 764
Napoli 764
Palermo 745
Genova 743
Media Italia 768
Il parco veicolare di Roma è cresciuto del 40% dal 1985 al 2003 passando da 1,4 milioni a 1,9 milioni di veicoli. Si arriva quasi ad affermare che per ogni persona nella capitale ci sia un'automobile. Per la precisione, ogni mille abitanti a Roma contiamo 955 veicoli, il dato più alto tra le grandi città italiane.
La situazione in Europa
La situazione è ancora più grave comparando la situazione italiana con quella degli altri paesi. Nel 2001 ogni mille italiani si contavano 710,7 automobili rispetto ad una media europea di sole 591,8 automobili ogni mille abitanti.
Italia 710,7 veicoli ogni mille abitanti
Francia 595,1
Germania 618,2
Gran Bretagna 523,9
Spagna 594,9
Media europea 581,8
Il parco circolante italiano appare pertanto sovradimensionato rispetto agli altri paesi europei. Un dato significativo se si considera il clima più temperato del nostro paese e un'attività industriale ben inferiore rispetto a molti paesi europei.
L'inquinamento dell'aria nelle nostre città è un prezzo da pagare per lo sviluppo e per il benessere dei nostri tempi. "
quando parli di " ritorno al passato " mi viene in mente l'uomo primitivo raccoglitore, cacciatore, modello che credo improponibile ai giorni nostri. certo quell'uomo aveva un altro tipo di rapporto con l'ambiente, sicuramente migliore di quello che esiste oggi ma è pure vero che le condizioni di vita sono migliorate tantissimo da quelle prime tribù di raccoglitori e cacciatori, e qui nessuno rimpiange la mortalità, le malattie o la fame che erano presenti fino ancora a 200 o 300 anni fa. bisogna comunque cercare di riflettere sul rapporto che la società umana ha con l'ambiente. chiedersi se il rapporto che ha oggi l'uomo con la natura è ecosostenibile ed ecocompatibile ovvero se il il nostro pianeta, che non è illimitato per estensione e risorse, può continuare a resistere ai continui sconquassi che l'uomo gli provoca con il suo modo di vivere e di agire. il nostro modello di sviluppo tutto imperniato sulla crescita dove ci porterà? fino a quando infatti l'economia mondiale potrà crescere e a quale prezzo?? fino a quando le risorse naturali o le materie prime saranno sufficienti per il nostro modo di vivere?? la verità è che andando avanti così ci vorrebbe un altro pianeta terra per soddisfare le esigenze della società contemporanea. già si stanno cominciando a sentire i primi effetti del riscaldamento globale con lo scioglimeto dei ghiacciai e la comparsa sempre più frequente di uragani, il prezzo del petrolio è alle stelle e finirà nel giro di 50 anni si stanno estinguendo molte specie animali e vegetali. l'uomo deve fare qualche cosa per fermare tutto ciò e lo deve fare in fretta, ne va del nostro futuro.
premesso tutto ciò, io dico perchè non mettere in discussione il nostro modello sociale e dunque pure il nostro modello di sviluppo? la parola chiave per i nostri politici è crescita. crescere, crescere per andare dove?? ha un limite la crescita o è infinita? l'ho sentita pronunciare a veltroni decine di volte ma lui sa almeno che vuole dire?
bisogna modificarlo questo modello di sviluppo se si vuole fare veramente qualcosa di utile!!
un esempio un po balordo ma credo che vada a rispecchiare lo stato delle cose è quello dei telefonini cellulari. il rapporto eurostat dice che ci sono 108 cellulari ogni 100 persone. e c'è gente che ne ha più di due o tre!! uno potrebbe dire che non è mica la fine del mondo se uno ha più di un cellulare. pensiamo però a quello che succederebbe se cinesi e indiani avessero 108 telefonini ogni 100 abitanti. e questo tipo di ragionamento lo si può fare in tanti altri casi.
che senso ha avere 40 milioni o più di automobili con una popolazione di 60 milioni di persone in italia??
è come se quasi ognuno avesse un auto che usa da solo se si considera che molti vecchi e i bambini non guidano. perchè non favorire almeno il dimezzamento del parco auto? che c'è di male nel riconsiderare la cara vecchia passeggiatina per andare a fare la spesa, che c'è di male nel riconsiderare la vecchia cara bici per spostarsi. e poi c'è da considerare pure la flotta di tir e camion che inondano ogni giorno strade ed autostrade per il trasporto merci. perchè non sfruttare il trasporto navale o quello ferroviario? perchè poi non riconsiderare la produzione locale quando è possibile. far fare migliaia e migliaia di kilometri alle merci non giova a nessuno. nei supermercati si trovano aparagi che vengono in aereo dal perù!!!!!! pomodori che arrivano dalla cina!!!!!! che senso ha tutto questo???