trilogy ha scritto:4. Ci sono alternative concrete? Qui il discorso è più difficile, i numeri che Sandro Ovi da' sulle prospettive econmiche del fotovoltaico non mi convincono, ma è possibile che sia più informato di me. Forse dovremmo ragionare di più sulla produzione su scala locale, con piccoli impianti che sfruttano tecnologie diverse rispetto ai mega impianti.
Nel numero italia di marzo di "Le Scienze" c'è un interessante articolo sulle prospettive del solare in USA, con ipotesi per il 2050 e 2100 di raggiurngere prima il 65% e poi il 100% dell'energia elettirca proditta usando solare fotovoltaico, termico ed eolico. Avevo già letto l'originale nell'edizione americana ma ho riletto volentieril a tradizione (casomai mi fossi perso qualcosa

) e vi consiglio di leggere quell'articolo.
Le ipotesi fatte sono credibili e fattibili. Ma negli USA. Là hanno gli spazi immensi ed il soleggiamento necessario (nel sud-ovest).
Noi non abbiamo quegli spazi. Il soleggiamento necessario in europa lo troviamo nel sud della spagna, nel sud Italia e credo in parte della grecia.
Gli americani ipotizzano entro il 2050 80'000 Km2 di fotovoltaico e 40'000 di solare a concentrazione (termico). Nel 2100 prevedono 780'000 Km2, sempre costruiti nelle zone di massimo soleggiamento. Per chiarirci, l'Italia intera sono 301'000 Km2 per cui stiamo parlando di una superficie piu' che doppia dell'Italia (se volessimo paragonare le esigenze energetiche europee a quelle americane).
Ecco perché da noi si fa l'ipotesi di costuire questi "campi solari" nel nordafrica. Cosa che pero' ci metterebbe nella situazione non bella di dipendere come sempre dalla decisioni di altri paesi di aprire o chiudere i classici "rubinetti".
Restano da risolvere molti problemi. Ad esempio il trasporto della corrente da luoghi di produzione (sud) che sono distanti da quelli di consumo (nord).
In USA il progetto prevede di sostuire le line di alta tensione (alternata) con quelle di alto voltagio in continua (per diminuire le dispersioni di energia sui cavi) e da noi questo avverrebbe su cavi sottomarini (cosa non facile).
Resta da risolvere il problema dell'immagazzinamento dell'energia solare, visto che di notte non c'è sole e che basta una giornata coperta per non avere abbastanza energia nazionale nelle 24 ore. Gli americani contano di pompare aria nelle caverne sotterranee a 75 atmosfere (vecchie miniere o vecchi pozzi petroliferi) usando l'energia solare di giorno per poi ricuperare quando serve l'energia di notte. Loro hanno quelle caverne; noi no.
Per noi l'unica soluzione potrebbe essere la produzione di idrogeno, come forma immagazzinamento e trasporto dell'energia.
Ma ogni momento di immagazzinamento e successivo riutilizzo implica perdite e maggiori costi.
A questo va aggiunto che il solare fotovoltaico è molto inquinante nella produzione dei pannelli e necessita di molta energia.
Se volessimo quindi essere scettici non c'è solo il nucleare su cui discutere.
Molto meglio il solare a concentrazione (termico) con progetti come quello di Rubbia. Ma anche qui servono superfici immense.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
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