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Gas russo: ennesima crisi

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Gas russo: ennesima crisi

Messaggioda franz il 01/01/2009, 13:33

GAS: GAZPROM TAGLIA FORNITURE A UCRAINA, NON A EUROPA

Si profila una nuova crisi politica tra Mosca e Kiev: la Gazprom ha annunciato di aver interrotto la fornitura di gas all'Ucraina, anche se continuera' a rifornire "pienamente" l'Europa. La comunicazione e' arrivata da un portavoce del colosso energetico russo poco dopo che e' scaduto il contratto, alle 8 del mattino di Capodanno ora italiana, senza che si sia trovato un accordo sul rimborso dei debiti di Kiev verso Gazprom. Il presidente ucraino Viktor Yushchenko aveva gia' assicurato che Kiev garantira' comunque "un affidabile, sicuro e ininterrotto transito del gas russo sul suo territorio verso l'Europa". Le scorte dei clienti europei della Gazprom sono sufficienti per l'inverno e quindi in ogni caso non dovrebbero esserci problemi sul breve periodo.

(01 January 2009)
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Re: Gas russo: ennesima crisi

Messaggioda franz il 07/01/2009, 9:33

Gas, la Russia interrompe
il transito attraverso l'Ucraina


ROMA - La Russia ha interrotto oggi tutti i rifornimenti di gas destinato all'Europa attraverso il territorio ucraino. Lo ha annunciato all'agenzia France Presse il portavoce della società ucraina degli idrocarburi Naftogaz.
(7 gennaio 2009)
http://www.repubblica.it



Dalla cartina che ci continuano a mostrare in TV appare che tutto il gas russo passa attraverso l'Ucraina e quindi l'interruzione è totale. A mio avviso si tratta dell'ennesima manfrina tra russia ed ucraina (una finta guerra legale commerciale) fatta in modo che qualcuno o entrambi - tra russia ed ucraina - possano guadagnare qualche cosa dall'Europa.
Per me finisce che l'Europa in qualche modo aiuta l'Ucraina a pagare il suo debito con Gasprom, attraverso l'apertura di linee di credito.
Ciao,
Franz
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Re: Gas russo: ennesima crisi

Messaggioda franz il 07/01/2009, 13:02

Roma, 11:42
GAS: ITALIA STA ATTINGENDO ALLE SCORTE
L'Italia sta attingendo alle scorte di gas a causa della forte diminuzione delle forniture dalla Russia. Lo riferiscono all'Agi fonti del ministero dello Sviluppo economico precisando che "come succede sempre quando diminuisce il flusso di gas, stiamo attingendo alle scorte e stiamo aumentando gli approvigionamenti dagli altri paesi".

(07 gennaio 2009)


Come a dire .... non ci create problemi per ora, se volete soldi la crisi dovrà essere lunga.
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no ai rigassificatori

Messaggioda mauri il 11/01/2009, 20:23

chi avrà ragione? io non riesco a capirlo non conoscendo il problema
ma comunque è una notizia interessante sul balletto scaricabarile, decidi non decido meglio il nucleare e intanto noi continuiamo a non avere una netta politica energetica, che si decida scaiola invece di continuare a parlare di un'italia che non ha affrontato il problema quando lui e i suoi compari sono in ballo nei governi dal 1994 e non hanno affrontato il problema
mauri

Bocciano i progetti e stiamo al gelo
Il no ai rigassificatori

Quale sia il problema è sotto gli occhi di tutti. Soprattutto in questi giorni di gelo polare e incandescenti polemiche sulla forniture di gas russo. Un problema comune a tutta l'Europa, ma per noi assai più grave. Primo, perché consumiamo tanta energia quanto Turchia, Romania, Polonia e Austria messe insieme. Secondo, perché dopo aver abbandonato il nucleare senza imboccare sul serio le strade alternative (i termo-valorizzatori no perché «sono cancro-valorizzatori», l'eolico no perché le pale sono brutte, il geotermico no perché provoca «disastri ambientali », i pannelli solari no perché «rovinano i panorami dei tetti delle nostre belle città»...) ci ritroviamo a dipendere per l'88%, direttamente o indirettamente, dall'estero. Nessun Paese occidentale dipende dal gas quanto noi: nessuno. Basterebbe un guasto o una capricciosa chiusura «politica» dei rubinetti ai tre gasdotti oggi in funzione per un totale di 81,7 miliardi di metri cubi l'anno e resteremmo al gelo, con le fabbriche bloccate, i trasporti pubblici paralizzati. Unica alternativa: importare da altri Paesi gas stoccato allo stato liquido su grandi navi (quando è così occupa infinitamente meno spazio) per poi riportare il metano allo stato gassoso, appunto, nei rigassificatori. Eppure, nonostante il quadro riassunto, abbiamo un solo impianto, a Panigaglia, nel golfo di La Spezia. Contro i quattro della Corea, i sei della Spagna, i cinque degli Usa, i 24 del Giappone. In compenso, siamo pieni zeppi di progetti per un'altra quindicina. Per uno ormai ci siamo: la piattaforma già citata alla foce del Po. Costruita in Spagna e trascinata mesi fa da enormi chiatte da Algeciras fino alle acque di Porto Tolle, potrà rigassificare in tempi brevi 8 miliardi di metri cubi di gas l'anno: un decimo del fabbisogno italiano.

Che poi, oltre al governatore Giancarlo Galan, si vantino di averlo voluto e finanziato sia i governi di destra sia i governi di sinistra importa poco. Anzi: è un bene che entrambi gli schieramenti rivendichino per una volta la scelta. Dalle altre parti, infatti, le cose vanno diversamente. E ciò che sembra sensato, col consenso dello stesso leader locale dei Verdi Gianfranco Bettin, a venti miglia da piazza San Marco, appare mostruoso e criminale agli ayatollah ecologisti toscani, che si battono da anni contro il «bombolone» di Livorno, approvato da Palazzo Chigi, dalla Regione e dai comuni, come difendessero il Santo Sepolcro dalle orde del feroce Saladino. Sentiamo già le lagne: «I soliti ambientalisti nemici del progresso!». Magari, fosse solo quello il nodo. Non è così. Basti citare la posizione «laica» di Ermete Realacci: «Come diceva Diderot "non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene". Ma niente preclusioni: è solo questione di buonsenso». Tanto che Legambiente, in una nota, ha invocato martedì contro il nucleare proprio gli impianti invisi: «Secondo uno studio del Cesi ricerche anche costruendo 4 mega centrali Epr di terza generazione evoluta, da 1600MWciascuna, risparmieremmo appena 9 miliardi di metri cubi di gas all' anno, il contributo di un solo rigassificatore di media taglia». La verità è che, al di là delle legittime pretese di avere garanzie sulla massima sicurezza e delle giuste richieste di conoscere ogni progetto nei dettagli, mai come nel caso dei rigassificatori gioca l'effetto «nimby»: «not in my backyard», non nel mio cortile. Lo dimostra il caso spezzino, dove la decisione di raddoppiare la potenzialità dell'impianto di Panigaglia (nonostante l'impegno preso anni fa di sgombrare l'area per restituirla al turismo entro il 2013) vede fratture e mal di pancia non solo dentro la sinistra che governa il comune e la Regione, ma anche dentro la destra, nonostante il ligure Claudio Scajola, parlando in generale e non del Golfo dei Poeti, sia stato netto: «In attesa del nucleare si procederà speditamente coi rigassificatori». Lo conferma il caso di Brindisi. Dove il cantiere dell'impianto non solo è bloccato dalla magistratura che indaga sull' ex sindaco «rosso» Giovanni Antonino, ma spacca in due come una mela entrambi gli schieramenti. Nella squadra dei favorevoli si sono infatti via via arruolati i governi di destra e sinistra «romani ».

Di là, tra i contrari, con posizioni più o meno sfumate («ok, ma non lì») si sono messi tutti i «locali». Sia di destra, come il sindaco Domenico Mennitti, sia di sinistra, come il presidente provinciale Michele Errico o il governatore Nichi Vendola. Il caso più sconcertante però, è quello di Agrigento. Dove l'Enel ha cercato di spiegare che il nuovo rigassificatore per 8 miliardi di metri cubi l'anno è progettato in un'area degradata di Porto Empedocle dove oggi sorgono solo capannoni dismessi, che l'attracco con una diga foranea prevista dal 1963 (e mai realizzata) consentirà finalmente l'attracco alle navi da crociera, che i due enormi serbatoi sotterranei sporgeranno solo con due cupole più basse e meno vistose di tutte le ciminiere nei dintorni, che i criteri di sicurezza saranno i più avanzati al mondo e che nulla ma proprio nulla si vedrà dal più alto cucuzzolo agrigentino. Niente da fare: si sono schierati contro non solo la sinistra radicale, che sul manifesto ha strillato di «un mostro da 320 mila metri cubi d'acciaio in una delle aree archeologiche più belle del pianeta ». Ma anche Vittorio Sgarbi («progetto infame») e il sindaco destrorso poi sinistrorso e di nuovo destrorso di Agrigento, Marco Zambuto. Che ha presentato un allarmatissimo ricorso al Tar contro un impianto «così invasivo a ridosso della Valle dei Templi». Alla faccia perfino di un’ambientalista d.o.c. come la presidente del Fai Giulia Maria Crespi. Che dopo aver visto il posto ha scritto d'aver cambiato idea: nessun danno al paesaggio. Anzi: «Se a Porto Empedocle si bocciasse il progetto del rigassificatore sapete cosa si farebbe al suo posto? Niente di niente».

Gian Antonio Stella
10 gennaio 2009
http://www.corriere.it/politica/09_genn ... aabc.shtml
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rigassificatore

Messaggioda mauri il 12/01/2009, 21:07

beh questo mi era sfuggito dall'articolo precedente,
ma lo sa scaiola?
bisogna avvisarlo di non fare ca...te e non buttare via soldi nostri inutilmente
buona serata, mauri

con 4 mega centrali di terza generazione evoluta da 1600 MW ciascuna risparmieremmo 9 miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale che equivalgono al contributo di solo un rigassificatore di media taglia? Questo dato elaborato da Cesi Ricerca ci dice che il nucleare non ci libererà affatto dalle importazioni dall’estero e non abbasserà le bollette degli italiani come sostiene il Governo.
fonte legambiente
http://www.legambiente.eu/documenti/200 ... /index.php
mauri
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Re: rigassificatore

Messaggioda franz il 13/01/2009, 13:27

mauri ha scritto:beh questo mi era sfuggito dall'articolo precedente,
ma lo sa scaiola?
bisogna avvisarlo di non fare ca...te e non buttare via soldi nostri inutilmente
buona serata, mauri

con 4 mega centrali di terza generazione evoluta da 1600 MW ciascuna risparmieremmo 9 miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale che equivalgono al contributo di solo un rigassificatore di media taglia? Questo dato elaborato da Cesi Ricerca ci dice che il nucleare non ci libererà affatto dalle importazioni dall’estero e non abbasserà le bollette degli italiani come sostiene il Governo.
fonte legambiente
http://www.legambiente.eu/documenti/200 ... /index.php

Nessun paese usa il nucleare come fonte al 100%.
Quindi si va da 10 al 20, fino al 70% ma è di norma solo un complemento a cui va aggiunto eolico, solare, idroelettrico.
In effetti nessuna fonte da sola ci libera totalmente dalla importazioni (legaambiente ha scopeto l'acqua calda?) ma tutte insieme possono ridurre fortemete la bolletta energetica.

Ciao,
Franz
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Re: Gas russo: ennesima crisi

Messaggioda franz il 13/01/2009, 13:29

Ieri l'accordo sul monitoraggio fra Ue, Russia e Ucraina
Ma oggi arriva l'ennesimo stop alle forniture verso l'Europa

Gazprom accusa l'Ucraina
"Non fanno passare il metano"


MOSCA - Per l'ennesima volta, la tormentata vicenda della fornitura di gas russo all'Europa, via Ucraina, sembrava risolta. E invece, per l'ennesima volta, c'è stato uno stop: secondo quanto dichiarato ieri dalla Gazprom e dal presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, il flusso di metano verso i paesi dell'Unione doveva riprendere questa mattina. E invece, nulla: Gazprom, il colosso energetico russo, ha affermato che da parte sua sta inviando il gas, ma che Kiev, intorno alle 11 ora italiana, ha chiuso le porte.

Il numero due della società, Alexandr Medvedev [Fratello dell'attuale premier, NDR], lo ha detto in un briefing con la stampa straniera: "Il metano non passa oltre il confine ucraino", ha denunciato. Accusando gli Stati Uniti di essere il manovratore occulto delle scelte ucraine.

Diversa la versione della controparte: la compagnia Naftogaz Ukraini ha comunicato che il metano russo sta arrivando nei suoi gasdotti, e che la pressione sta crescendo.

E così dopo giorni di stop and go la crisi che ha messo in ginocchio mezza Europa non si è ancora risolta. Malgrado l'accordo per le forniture alla Ue rifirmato ieri, tra peripezie varie, da Russia e Ucraina. L'intesa prevede una missione europea di monitoraggio, nei territori di entrambi i paesi.

I tecnici di monitoraggio dovrebbero avere "accesso totale e illimitato" alle istituzioni rilevanti, tra cui gli stoccaggi sotterranei di gas in Ucraina e le stazioni di misurazione in Russia, si legge nel documento concordato tra Ue, Commissione Europea, governi russo e ucraino.

In particolare i tecnici possono accedere sul territorio dell'Ucraina, agli stoccaggi sotterranei di gas e alle stazioni di misurazione di Orlovka, Tekovo, Beregovo, Uzhgorod, Drozdovichi e, sul territorio della Federazione Russa, alle stazioni di misurazione di Sokhranovka, Sudja, Pisarevka, Valujki, Platovo. Ma possono anche accedere al territorio dei paesi Ue che confinano con l'Ucraina per raccogliere le informazioni necessarie a determinare il flusso di gas dalla Russia attraverso l'Ucraina ai paesi dell'Unione.


Il documento spiega che le informazioni raccolte dai tecnici di monitoraggio "dovranno essere trasmesse in tempo reale agli organismi competenti a Bruxelles, Mosca e Kiev". Le autorità russe e ucraine "dovranno facilitare, e in nessun modo ostacolare, il lavoro dei tecnici durante la loro permanenza in Ucraina e nella Federazione Russa e nel territorio dei Paesi membri della Ue". Ma, per adesso, i rubinetti restano chiusi.

(13 gennaio 2009)
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Re: Gas russo: ennesima crisi

Messaggioda mauri il 13/01/2009, 18:03

come al solito il tiramolla sul prezzo e sempre quando c'è maggiore richiesta che bastardi, 3-4 anni fà costava poche decine di dollari al m3 che comunque noi utenti finali pagavamo salato per le tasse, e andrà a 500 e si divideranno la torta
il gas deve essere pagato il giusto prezzo senza strangolare le famiglie ma purtroppo andiamo verso una nuova forma di potere, il petrolio per ora si è ridimensionato ma durerà?
si richiede una rapida soluzione del problema energia per noi ma con investimenti a breve termine, per costruire le centrali nucleari ci vogliono troppi soldi e i tempi sono biblici
una domanda mi sorge spontanea, come mai in 30anni nessun governo ha affrontato il problema per risolverlo?
il solito giro di fantamiliardi...
ciao, mauri
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