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Sulla tremenda minaccia dell’inglese all’università

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Sulla tremenda minaccia dell’inglese all’università

Messaggioda pianogrande il 28/05/2013, 15:41

Per carità.
Credo proprio che nessuno voglia confondere il diritto allo studio con il sei politico.
Il diritto allo studio deve essere il diritto ad accedere a corsi validi.
Dopodiché, chi non ha voglia di studiare perde ogni diritto.
Il concetto di pari opportunità è quello giusto.

Volete fare i corsi in inglese?
Ci deve essere stata una azione precedente a questa decisione che ha portato lì solo chi l'inglese lo sa (corsi adeguati ed adeguata selezione).
Se il problema di chi non sa l'inglese nasce in quel momento, il difetto sta nel manico (nella scuola).
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Re: Sulla tremenda minaccia dell’inglese all’università

Messaggioda franz il 28/05/2013, 18:43

pianogrande ha scritto:Volete fare i corsi in inglese?
Ci deve essere stata una azione precedente a questa decisione che ha portato lì solo chi l'inglese lo sa (corsi adeguati ed adeguata selezione).
Se il problema di chi non sa l'inglese nasce in quel momento, il difetto sta nel manico (nella scuola).

In effetti ci sono due cose complementari: si insegna male l'inglese e i ragazzi imparano male (per forza di cose) l'inglese.
Ma è anche possibile, volendo, organizzare stage all'estero, periodi di studio. Oppure con la comunicazione su Internet che abbiamo oggi è possibile seguire corsi di lingua, tg, radio, ascoltare ed ascoltare e ascoltare ancora. Insomma mentre noi avevamo solo i beatles e bob dylan oggi le occasioni concrete per imparare ed esercitare una lingua ci sono e trascendono la sola scuola ufficiale, anche senza mettere piede fuori d'italia. Per esempio se abbiamo un amico inglese possiamo via skype esercitarci. La scuola è importante ma chi vuole perfezionare una lingua, imparata male sui banchi di scuola, ha mille modi per farlo. Se uno vuole andare a fare un certo tipo di università, come un politecnico, si pone il problema dell'inglese già durante il liceo.
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Re: Sulla tremenda minaccia dell’inglese all’università

Messaggioda pianogrande il 28/05/2013, 19:01

E' vero quello che dici Franz.
Resta il fatto che la scuola tutto questo non lo richiede e ti lascia andare avanti fino a quando, all'improvviso, vuole che tu sappia l'inglese.
Era tutta lì la mia osservazione.
L'iniziativa personale è sempre da elogiare e premiare.
La scuola, però, dovrebbe gestirlo questo iter e non lasciarlo all'iniziativa personale.
Se succedono queste cose è perché non c'è programmazione o indirizzo o incentivo che eviti di trovarsi scoperti.
Se invece c'è uno stage o altro e lo studente non partecipa o non rende, allora cambia tutto.
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Re: Sulla tremenda minaccia dell’inglese all’università

Messaggioda franz il 29/05/2013, 8:09

pianogrande ha scritto:L'iniziativa personale è sempre da elogiare e premiare.
La scuola, però, dovrebbe gestirlo questo iter e non lasciarlo all'iniziativa personale.

Ma per caso non siamo troppo appiatitti su quello che gli altri "gestiscono" per noi?
La famiglia, la "mamma scuola", la "mamma stato".
Non assistiamo ad un altro aspetto del mammismo, in questo caso di Stato, che si sostituisce alla responsabilità personale?
Io farei un discorso diverso. Con la "maturità", che è anche un esame ufficiale, con la maggiore età, ora a 18 anni, esiste solo ed esclusivamente la responsabilità e l'iniziativa individuale. Lo stato deve "gestirci" solo se abbiamo un problema (medico, di salute, di handicap, di incapacità temporanea a produrre reddito) ma per il resto lo stato non puo' e non deve in nessun caso sostituirsi all'iniziativa personale nel caso di un adulto. E le lingue oggi servono anche a chi non fa l'università.
Per le lingue ci sono ottimi corsi privati. Costano, certo, e se uno non puo' permetterseli allora se ancora in fase formativa (diciamo fino a 25 anni) lo stato potrebbe o prestargli o regalargli l'importo necessario, se oggettivamente non ha abbastanza reddito. Ma dai 18 anni in poi uno deve gestirsi da solo, non pretendere che altri lo facciano per lui.
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Re: Sulla tremenda minaccia dell’inglese all’università

Messaggioda pianogrande il 29/05/2013, 8:23

Va bene Franz.
Non siamo in contrapposizione.
I nostri ragionamenti hanno entrambi la loro importanza.
L'iniziativa personale è necessaria e, come dicono gli sportivi, può fare la differenza.
Qualcuno che ci guidi e ci dia una mano può essere altrettanto importante (sopratutto, per esempio, per chi non è stato sufficientemente guidato e supportato dalla famiglia).
Sono tutte valide componenti di un processo di miglioramento.
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