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Semenze e scemenze

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Semenze e scemenze

Messaggioda flaviomob il 05/08/2012, 21:22

Assurdo! la EU impone il divieto del commercio delle sementi antiche e tradizionali !!!

Addio sapori antichi: L'UE mette al bando le sementi tradizionali!
In una sentenza del 12 Luglio, la Corte di Giustizia dell' Unione Europea, ha confermato il divieto di commercializzare sementi di varietà tradizionali che non siano state iscritte nel catalogo ufficiale europeo. E' la sconfitta delle associazioni volontarie impegnate nella salvaguardia della varietà delle piante antiche, l'unica alternativa che avevamo a sementi inustriali ed OGM.
Le sementi tradizionali sono il risultato di millenni di selezione derivati dall’esperienza agricola umana, un tesoro che si è conservato nei secoli protetto dagli agricoltori; queste sementi riassumono in sé la memoria storica e biologica dell’agricoltura e racchiudono un patrimonio genetico molto vasto che determina la biodiversità dei prodotti agricoli. Dal 1998 però è in vigore una direttiva comunitaria europea che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere vietandolo agli agricoltori, in questo modo ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato improvvisamente un reato. L’intero mercato mondiale delle sementi è oggi quasi totalmente gestito da sette aziende multinazionali che detengono i brevetti e che si occupano contemporaneamente (e paradossalmente) della produzione di sementi, veleni per l’agricoltura e OGM. Come si è arrivato a questo? Considerando che l’iter per registrare un nuovo semente richiede circa 12-15 anni di lavoro e costare fino a 1 milione di euro, è semplice capire che parliamo di capitali di cui può disporre solo una grande azienda e non un piccolo agricoltore. Negli ultimi anni un progetto di recupero delle tradizioni culturali rurali, diverse associazioni di Seed Salvers (salvatore di semi) si erano impegnate nella salvaguardia della varietà delle piante antiche, salvandole dall’estinzione e coltivandole in orti su piccola scala. Il pregio di queste varietà di semi deriva dall’elevato valore nutritivo dei prodotti che producono e dal loro facile adattamento all’agricoltura eco-compatibile.
La sentenza del 12 luglio della Corte di Giustizia europea, arriva in risposta ad una controversia tra due imprese francesi, l’associazione no-profit Kokopelli e un produttore di sementi Graines Baumaux sas. La Graines Baumaux sas aveva denunciato la Kokopelli accusandola di commercializzare sementi non iscritte nei cataloghi ufficiali; le sementi in questione sono di varietà arcaiche. Inizialmente la Corte di Giustizia aveva sentenziato che: “L’assenza di una semente dal catalogo non è indice del fatto che non sia “buona”, perché le norme che ne regolano l’iscrizione non riguardano alla futura la salubrità delle piante, ma a logiche commerciali.” nel caso specifico la commercializzazione di varietà arcaiche rientrava nella deroga prevista dalla direttiva 2009/145/CE, assolvendo di fatto la Kokopelli. Ma il 12 Luglio, a seguito del ricorso della gigante Graines Baumaux sas la Corte ribalta il verdetto e sancisce :‘’l’obbligo d’ iscrizione ufficiale di una varietà vegetale per la sua commercializzazione, così come previsto dalle direttive sementiere, non viola i principi del libero esercizio di un’attività economica e della libera circolazione delle merci, e nemmeno interferisce con gli impegni presi per la tutela delle risorse fitogenetiche.’’ La''Graines Baumaux'' ha chiesto ai giudici francesi di imporre a Kokopelli di pagare 100 mila euro per danni e inoltre – esplicitamente –''la cessazione di tutte le attività dell’associazione'', pericolosa per il business. La Corte europea ha motivato e giustificato il suo verdetto a favore della Graines Baumaux sostenendo che il divieto del commercio delle sementi antiche e tradizionali ha l’obbiettivo di ottenere ‘’una accresciuta produttività agricola’’ come se l’Europa fosse affollata di popolazioni malnutrite, bisognose di aumentare le loro rese alimentari.
Si dimostra soddisfatta l’Assosementi (associazione italiana dell'industria sementaria); di fatto però, non si può che prendere atto che con questa sentenza si mettono fuorilegge tutte le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali – alcune anche Italiane – che commettono il ‘’crimine’’ di preservare e distribuire a chi le chiede sementi fuori del catalogo ufficiale.
A dire il vero, la Corte di Giustizia ha preso la sua decisione contrariamente al suo Avvocato Generale che, nella memoria depositata il 19 maggio precedente, rilevava che ‘’la registrazione obbligatoria di tutte le sementi nel catalogo ufficiale era una misura sproporzionata e violava i principi della libertà di esercizio dell’attività economica, della non-discriminazione e della libera circolazione delle merci’’. Violando praticamente uno dei tre dogmi del liberismo. La sconfitta Kokopelli, secondo questo principio si chiede: ‘’Perchè non esiste un registro ufficiale dei bulloni e delle viti? Forse perchè non c’è una Monsanto della minuteria metallica. Sottomettere le sementi ad una procedura del genere, che esiste ed è giustificata per i medicinali e i pesticidi, ha evidentemente il solo scopo di eliminare alla lunga le varietà di dominio pubblico, e quindi liberamente riproducibili, per lasciare in campo solo quelle brevettabili’’

da: http://www.net1news.org/addio-sapori-an ... 5fe93d9a04


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Re: Semenze e scemenze

Messaggioda franz il 05/08/2012, 22:39

la registrazione obbligatoria di tutte le sementi nel catalogo ufficiale era una misura sproporzionata e violava i principi della libertà di esercizio dell’attività economica, della non-discriminazione e della libera circolazione delle merci’

Sono d'accordo. Ma allora anche il divieto di OGM (il fatto che in Italia un agricoltore non possa seminare una varietà OGM che si usa nel mondo ed anche in alcuni paesi europei) lede il principio della libertà di esercizio dell’attività economica. Mi si obietterà: problemi di sicurezza e potremmo discuterne all'infinito ma anche una semenza antica potrebbe essere vettore di invezioni virali o fungine antiche e questo puo' essere ragionevolmente escluso con una procedura di omologazione.
La senzenza comunque è abnorme perché non si basa sul principio di precauzione ma sulla produttività, come se uno non fosse libero di farsi una coltivazione a bassa produttività ma che vende a buon prezzo.

PS: il "registro delle viti e dei bulloni" esiste ed è ufficialmente gestito, insieme a tante altre cose, dall'UNI, ente nazionale italiano di unificazione (come le norme DIN tedeschee ANSI americane). Viti e bulloni sono costruiti sulla base di standard, cosi' la vite prodotta da A funziona con il bullone prodotto da B. Chi vuole produrre bulloni e viti compra le norme e sa esattamente come deve farli. Per il bullone vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Bullone e http://it.wikipedia.org/wiki/Filettatura
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Re: Semenze e scemenze

Messaggioda pianogrande il 06/08/2012, 17:48

Eccolo!
E' arrivato l'albo delle sementi.
L'ordine dei seminatori mi mancava.
Ispettori inflessibili gireranno nei boschi a vigilare che le piante selvatiche non mollino in giro semi clandestini.
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Re: Semenze e scemenze

Messaggioda franz il 07/08/2012, 8:06

pianogrande ha scritto:Eccolo!
E' arrivato l'albo delle sementi.

Vedere http://www.sementi.it/registri-varieta
Comunque è logico. Se sulla pasta c'è scritto "semola di grano duro" è chiaro che solo semenze con certe caratteristiche possono essere utilizzate per meritare questa denominazione. Cosi' come per il pomodoro san marzano o tanti altri prodotti "doc". Elenchi o albi sono importanti. Pensa ai funghi.
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Re: Semenze e scemenze

Messaggioda ranvit il 07/08/2012, 9:24

La Corte europea ha motivato e giustificato il suo verdetto a favore della Graines Baumaux sostenendo che il divieto del commercio delle sementi antiche e tradizionali ha l’obbiettivo di ottenere ‘’una accresciuta produttività agricola’’ come se l’Europa fosse affollata di popolazioni malnutrite, bisognose di aumentare le loro rese alimentari.


L'ennesima dimostrazione che ci troviamo ad essere "gestiti" da tecnocrati e burocrati a loro volta "gestiti" dalle multinazionali attraverso borse di studio e finanziamenti alla ricerca mooolto interessati. Ovviamente una volta arrivati "al potere" questi ex diligenti e ben pagati tecnici....ricambiano.

Questo non toglie che il registro delle sementi cosi' come quello delle viti e dei bulloni (tanto per restare nelle cose già dette) sia necessario ed indispensabile. Ma il controllo della non nocività ed eventuale classificazione e registrazione dovrebbe essere un'azione post se e solo se emergessero casi di pericolosità accertati.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Semenze e scemenze

Messaggioda pianogrande il 07/08/2012, 9:51

No Franz.
Non facciamo confusione.
Di DOC e DOCG e DOP e UNI e ISO e ISA e ANSI ..... siamo pieni e tutti hanno la loro finalità e la loro riconosciuta utilità.

Non sono certo contro le regolamentazioni e le standardizzazioni e quant'altro.
Qui il tema è di tutt'altra natura.
Le denominazioni garantiscono la provenienza e/o la lavorazione.
Le standardizzazioni, le unificazioni, garantiscono dalla qualità alla rispondenza a certi parametri ingegneristici ed impediscono l'instaurarsi di monopoli e di acquisti evitabili (solo come esempio, il caso dei caricabatterie dei cellulari).
In questo caso, abbiamo una lista di prodotti che dà l'esclusiva sul mercato ed esclude dallo stesso tutti gli altri prodotti non iscritti all'albo.
Non mi sembra la stessa cosa.
Se poi andiamo a vedere la motivazione (produttività) non ci potrebbe essere niente di più pretestuoso e in malafede.

Diamogli la giusta denominazione di origine.

Questo è l'instaurarsi di una vera e propria casta.

Una volta aperta una breccia, non è per niente detto che le cose si fermino qui.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Semenze e scemenze

Messaggioda trilogy il 07/08/2012, 12:04

che la burocrazia europea sia un problema è fuori discussione. Però mi sembra che questo caso vada riportato alle sue giuste dimensioni perchè:
1. la corte si è pronunciata sulla legittimità delle direttive in materia. Ora, che i registri dei semi siano necessari, mi sembra abbastanza scontato. Un agricoltore deve sapere cosa compra e quali caratteristiche hanno i semi, anche in relazione al terreno al clima ecc. Senza registri sarebbe impossibile anche il controllo degli OGM.

2. le imprese in lite producono le stesse cose. In sostanza sementi antichi o da collezione per coltivatori dilettanti:

[..]Con sentenza del 14 gennaio 2008, il tribunal de grande instance de Nancy (Tribunale di Nancy, Francia) ha condannato l’associazione senza scopo di lucro Kokopelli a risarcire all’impresa di sementi Graines Baumaux i danni per concorrenza sleale. Tale giudice ha constatato che la Kokopelli e la Baumaux operavano nel settore dei semi antichi o da collezione, che esse commercializzavano, tra gli altri, 233 prodotti identici o analoghi e che si rivolgevano alla medesima clientela di coltivatori dilettanti ed erano dunque in una situazione di concorrenza. Esso ha, pertanto, considerato che la Kokopelli agiva in concorrenza sleale, mettendo in vendite sementi orticole non figuranti né nel catalogo francese né nel catalogo comune delle varietà delle specie di ortaggi.[..]

3. l'impresa che ha vinto non produce né commercializza OGM, lo esclude espressamente nel suo catalogo
http://www.graines-baumaux.fr/presentation

Non conoscono bene l'argomento. Ma nell'ambito delle decine di comunicazioni europee sulla biodiversità forse sarebbe necessaria una maggiore attenzione ai semi e alle piante antiche che rivestono una grande importanza.
Il comunicato stampa della Corte in IT
http://curia.europa.eu/jcms/upload/docs ... 0097it.pdf
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Re: Semenze e scemenze

Messaggioda pianogrande il 07/08/2012, 22:54

Che facciano tutti i registri che vogliono.
Il problema vero è che un prodotto che non sia espressamente vietato (in quel caso non potrebbe essere iscritto a nessun registro) non iscritto nei registri (cosa nota al consumatore) sia libero di essere commercializzato senza limitazioni.
Se io voglio acquistare una semente meno produttiva, perché non posso?
Fotti il sistema. Studia.
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