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La scuola ed i bambini immigrati

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda annalu il 15/10/2008, 19:59

Da opposizione, sindacati e cattolici valanga di proteste contro la proposta leghista
Veltroni: "Come italiano non lo posso tollerare". Epifani: "Così torna l'apartheid"
Classi ponte, cresce l'indignazione
"Intollerabili, incivili, razziste"

Dubbi nel Pdl: la Mussolini scrive alla Gelmini e Alemanno chiede "una riflessione"

ROMA - Opposizione, sindacati e mondo cattolico insorgono contro la mozione della Lega che introduce nelle scuole italiane "classi d'inserimento" per i figli degli immigrati, ma la novità presentata dal leghista Cota approvata ieri dalla Camera non convince neppure l'ala destra del Pdl. Se Walter Veltroni non esita a definire il provvedimento "intollerabile" e il segretario della Cgil Guglielmo Epifani lo bolla di "inciviltà", Alessandra Mussolini, presidente della Commissione Bicamerale per l'Infanzia ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, mentre il sindaco di Roma Alemanno chiede "una pausa di riflessione".

La Mussolini scrive alla Gelmini. "Pur consapevoli della problematicità dell'inserimento dovuto alla lingua ed alle diversità culturali degli studenti stranieri - afferma la Mussolini - riteniamo però fondamentale per una reale integrazione la possibilità di scambi di sapere. Chiediamo, quindi, di valutare con la dovuta attenzione la possibilità di creare 'classi di transizione' che rischierebbero di dar luogo a diversità tra gli studenti suscettibili di trasformarli in cittadini socialmente diseguali".

Alemanno chiede tempo. Scettico, nel campo del centrodestra, anche Alemanno. "Sono sicuro che da parte del Parlamento non c'è alcun intento discriminatorio. Credo comunque - sostiene il sindaco della Capitale - che prima che il ministro disponga il dispositivo di legge, sia necessario un confronto con il mondo del volontariato, dell'associazionismo cattolico e con tutti coloro che operano nel campo dell'istruzione e dell'immigrazione".

Opposizione sulle barricate. Indignata invece la reazione del segretario del Pd Walter Veltroni. "Da italiano è intollerabile la mozione che è passata ieri in Parlamento sull'istituzione delle classi differenziali: avremmo tollerato quando eravamo noi gli emigranti che i nostri figli finissero in classi differenziali?". Parole di fuoco contro l'emendamento leghista approvato dalla maggioranza anche da Pierfelice Zazzera, capogruppo di Italia dei Valori in commissione Cultura alla Camera. "Una mozione umiliante, che soffia forte sul fuoco dell'intolleranza, che non va nella direzione dell'integrazione e dell'inclusione ma crea altri muri, divide, esclude e segrega", afferma.

Da Famiglia Cristiana l'accusa di razzismo. Spara a zero contro la novità introdotta dalla Lega anche il settimanale cattolico Famiglia Cristiana. Le classi ponte per gli studenti stranieri - sostiene il direttore don Sciortino, in un'intervista al Corsera - complicano l'integrazione e puntano all'espulsione degli immigrati". Con questi provvedimenti, aggiunge, si costruisce "l'humus in cui nascono continui episodi di intolleranza, violenza e razzismo".

Lo spettro dell'apartheid. Durissimo pure il commento del segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che non esita a evocare lo spettro dell'apartheid. "Una divisione così netta tra bambini che parlano l'italiano e coloro che non lo parlano ancora correttamente richiama gli aspetti bui dell'apartheid", dice sottolineando come questo atto sia "non solo l'ennesima dimostrazione dell'intolleranza razziale che caratterizza la destra al governo, ma anche la conseguenza della devastazione contenuta nei provvedimenti sulla scuola: i tagli previsti dalla riforma Gelmini determinano, infatti, l'impossibilità di seguire adeguatamente tutti i bambini nelle loro specificità".

Il valore della scuola pubblica. Parla di emendamento "ridicolo" il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. "Di questo passo - denuncia - arriveremo ad una scuola per i maschi e per le femmine, per il Nord e per il Sud, per i biondi e per i mori. Per i lavoratori la scuola resta il punto cardine del funzionamento dell'uguaglianza. Solo attraverso la scuola pubblica il popolo può formarsi e formare i propri figli".

La preoccupazione dell'Anci. Preoccupata delle ricadute negative del provvedimento sulle politiche di integrazione anche l'Anci, l'associazione dei comuni italiani. "Introduce per la prima volta nel nostro paese elementi di forte discriminazione nei confronti delle bambine e bambini stranieri", lamenta Fabio Sturani, sindaco di Ancona e vicepresidente dell'Anci. "In Italia - aggiunge - sono circa 690.000 gli studenti stranieri presenti nelle nostre scuole che rappresentano oltre 190 diverse nazionalità. Nessuno mette in dubbio che per i minori stranieri ci sia necessità di un sostegno scolastico, ma questo si deve aggiungere alla normale programmazione delle attività e soprattutto deve essere inserito in quadro, concreto, di pari opportunità e di sostegno all'integrazione".
Repubblica.it (15 ottobre 2008)
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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda annalu il 15/10/2008, 20:09

Sul problema dei bambini che non sanno l'italiano, ho un'esperienza diretta.

Nella terza elementare di mia figlia, una trentina di anni fa, venne introdotta una bimba americana la cui famiglia si trovava in Italia per lavoro.
La bimba non sapeva una parola di italiano, ma se la cavò bene, in breve tempo. Mi capitò di invitarla più volte a casa nostra: mia figlia le parlava continuamente come se sapesse l'italiano, lei non capiva, ma mia figlia continuava imperterrita a parlare. Bene, nell'arco di meno di un mese, la bimba americana cominciò a capire ed a rispondere, e ne nacque un'amicizia che dura tutt'ora.
A scuola la maestra era stata molto abile: per i dettati, per esempio, la bimba americana doveva copiare da mia figlia, in modo da collegare la scrittura alla pronuncia italiana, ben diversa da quella inglese.
Certo, in quella classe (terza, non prima, ed è peggio) la bimba americana era l'unica a non sapere l'italiano, però questo mi sembra un classico caso in cui tutto si potrebbe risolvere, e bene, con un insegnate di sostegno ... ma gli insegnati di sostegno la Gelmini vorrebbe abolirli...

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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda FreeRider il 15/10/2008, 20:27

annalu ha scritto:Sul problema dei bambini che non sanno l'italiano, ho un'esperienza diretta.

Nella terza elementare di mia figlia, una trentina di anni fa, venne introdotta una bimba americana la cui famiglia si trovava in Italia per lavoro.

Esperienza diretta ma antica di 30 anni (oppss :) quando c'era il maestro unico ...) . Poi non voglio sembrare il razzista di turno ma una bambina americana di una famiglia che è qui per lavoro (non certo per raccogliere pomodori) non è ASSOLUTAMENTE paragonabile, per substrato culturale familiare, con un bambino del terzo mondo oppure (mi dipiace dirlo ma è cosi') del sud Italia. Barbiana funziona, ma anche alla rovescia. Il caso che fai è atipico rispetto alla emigrazione di oggi.
Proprio per le carenze educative della famiglia extracomunitaria, che non sono una "colpa" ma sono un "dato di fatto".

Oggi in classe una maestra puo' avere due handicappati, una marocchina, un polacco e tre casi particolari (dislessici e altri bambini in ritardo rispetto all'età fisica) e questo indubbiamente crea freno e danno alla classe.
Puo' avere in classe anche due o tre figli di mafiosi, il che non crediate che voglio dire che sono "premi nobel". Che fare?

Un primo anno di inserimento in classi apposite credo che sia prassi ovunque (in europa, basta controllare cosa fanno gli altri) e credo sia meglio che sbattere il bambino in classe con gli altri. Dipende da caso a caso, ovviamente.
Ma credo che sarebbe piu' giusto fare classi particolari (ponte) per tutti quelli che ne hanno bisogno, non solo gli stranieri. Anche i bergamaschi, se fosse il caso.

Mia moglie mi spiegava che, per fare un esempio, i polacchi si integrano in fretta (poche settimane) e non avrebbero bisogno di classi di inserimento mentre marocchini e certi altri bambini del sud avrebbero bisogno di un anno a parte.

Una domanda semplice.
Cosa fanno la Francia, la Germania, L'inghlilterra?

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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda annalu il 16/10/2008, 10:05

FreeRider ha scritto: Esperienza diretta ma antica di 30 anni (oppss :) quando c'era il maestro unico ...)
FR

Una risposta al volo, per "fatto personale".

Sì, allora c'era il maestro unico. Pensi che non lo sappia? E non pensi che proprio da quella esperienza diretta possa aver avuto un ruolo nella maturazione delle mie opinioni, assolutamente contrarie al maestro unico?

Mia figlia ha avuto una maestra ottima, ed è stata fortunata.
Mio figlio invece non è stato altrettanto fortunato, ed ha avuto una maestra incapace di gestire qualsiasi problema, anche minimo, se non semplicemente emarginando il bambino in difficoltà. Il mio bambino, figlio di professori universitari, risultava relativamente favorito. Ma la cosa non mi rallegrava molto, anzi!

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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda pagheca il 16/10/2008, 11:06

FreeRider ha scritto:
annalu ha scritto:Una domanda semplice.
Cosa fanno la Francia, la Germania, L'inghlilterra?

FR


e' qui il punto. Perche' andare a riscoprire il manico dell'ombrello quando tanti paesi hanno gia' dovuto affrontare il problema?

Qui in UK non mi risulta esista niente del genere. Esistono invece delle classi di supporto per bambini di lingua diversa, che e' diverso: il bambino viene inserito in una classe normale ma in certi orari partecipa ad una classe diversa dove un'insegnante cura l'inglese.

In Australia - dove mio figlio e' arrivato a 4 anni completamente incapace di dire una parola in inglese - avviene piu' o meno lo stesso. Ricordo che in tale paese piu' del 50% degli attuali abitanti e' nato all'estero, quindi l'esperienza in merito e' immensa. A quell'eta', comunque, vorrei ricordare che un bambino impara a padroneggiare la lingua in pochi mesi. Per i ragazzi piu' grandi il problema puo' essere piu' grande, ma rimangono le classi di inglese di supporto.

Questo caso e' secondo me esemplare del problema Italia. Il centrosinistra non ha voluto affrontare il problema per evitare le grane derivanti (perche' qualsiasi intervento avrebbe scatenato un vespaio tra di noi e dentro qualche partito/corrente che doveva guadagnare visibilita'). Il centrodestra lo affronta in maniera sconsiderata.

Vista la "storia" dei proponenti non e' difficile immaginare che il tentativo e' quello di blandire coloro che vorrebbero tutti questi "negri" fuori dalle classi dei loro figli bianchi. Non mi sembra infatti che questa gente si sia mai occupata del benessere delle minoranze etniche in Italia, no? Il risultato e' quindi che il gradimento del Governo non puo' che crescere, anche in questo caso.

Si parte da un problema senza conoscerne minimamente i dettagli. Si assume che il sentire comune sia corretto (mentre la realta' e' molto piu' complessa, per esempio e' noto che i bambini sono molto veloci ad apprendere una lingua e diventano spesso i migliori nella lingua del paese ospitante proprio perche' bilingui). Si propone una soluzione senza predisporre risorse. La gente e' pero contenta perche' 1) un problema di cui nessun politico osava parlare ma che covava tra la gente e' stato affrontato (dando la sensazione di una specie di vendetta), 2) si da' in testa a una minoranza fastidiosa, e irrilevante alle elezioni.

Perfetto.

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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda FreeRider il 16/10/2008, 11:20

annalu ha scritto:
FreeRider ha scritto: Esperienza diretta ma antica di 30 anni (oppss :) quando c'era il maestro unico ...)
FR

Una risposta al volo, per "fatto personale".

Sì, allora c'era il maestro unico. Pensi che non lo sappia? E non pensi che proprio da quella esperienza diretta possa aver avuto un ruolo nella maturazione delle mie opinioni, assolutamente contrarie al maestro unico?

Mia figlia ha avuto una maestra ottima, ed è stata fortunata.
Mio figlio invece non è stato altrettanto fortunato, ed ha avuto una maestra incapace di gestire qualsiasi problema, anche minimo, se non semplicemente emarginando il bambino in difficoltà. Il mio bambino, figlio di professori universitari, risultava relativamente favorito. Ma la cosa non mi rallegrava molto, anzi!

annalu

Ne abbiamo già parlato. L'educazione dei nostri figli a scuola non deve dipendere dalla fortuna di avere una maestra brava o dalla sfortuna di incappare in una incapace per 5 lunghi anni.
Tutte devono essere brave. Non puo' essere una lotteria.
Gli incapaci vanno licenziati, se non riescono in pochissimo tempo a diventare "capaci".
Ma qui sappiamo che è proprio della cultura nostra, sindacale e di sinistra, il tabu della "non licenziabilità a prescindere".
Come genitori, parlando tra noi, scopriamo subito il maestro e l'insegnante che non vanno, perché abbiamo conferme incrociate. Ma tu puoi scommetterci che lamentarsi con il preside/dirigente, singolarmente o in massa, non serve a nulla.
La casta si difende e si comporta come fa la Chiesa con i preti pedofili. Al massimo li sposta. Non li caccia.
Con i moduli gli incapaci riuscivano a nascondersi e si potevano (vero) minimizzare i danni.
Con il maestro unico il re è nudo e l'incapace sarà immediatamente visibile.
Qui starà ai genitori ed ai colleghi insorgere per allontanare dall'insegnamento dli incapaci e gli inadatti, se ce ne sono.

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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda pagheca il 16/10/2008, 16:19

Non sono del tutto d'accordo, FR.

Un'altra soluzione e' che la scuola diventi un sistema integrato, per cui vengono redatte delle policy che poi vengono applicate dagli insegnanti. Il problema reale' e' che nel modello attuale l'insegnante e' solo di fronte alla sua classe, ai suoi problemi, alle sue difficolta' e ai suoi limiti. Non esiste di fatto aggiornamento permanente, non esiste un luogo dove i problemi vengano discussi (in modo costruttivo, non come fosse un processo all'insegnante), non esistono valutazioni dei risultati o metodologie per la risoluzione dei problemi, non esiste la concezione che l'insegnante si senta parte di un sistema integrato di cui fanno parte i genitori, gli insegnanti e i ragazzi.

saluti
pagheca,
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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda FreeRider il 16/10/2008, 18:15

pagheca ha scritto:Non sono del tutto d'accordo, FR.

Un'altra soluzione e' che la scuola diventi un sistema integrato, per cui vengono redatte delle policy che poi vengono applicate dagli insegnanti. Il problema reale' e' che nel modello attuale l'insegnante e' solo di fronte alla sua classe, ai suoi problemi, alle sue difficolta' e ai suoi limiti. Non esiste di fatto aggiornamento permanente, non esiste un luogo dove i problemi vengano discussi (in modo costruttivo, non come fosse un processo all'insegnante), non esistono valutazioni dei risultati o metodologie per la risoluzione dei problemi, non esiste la concezione che l'insegnante si senta parte di un sistema integrato di cui fanno parte i genitori, gli insegnanti e i ragazzi.

saluti
pagheca,

mi fa piacere che tu sia, implicitamente, d'accordo almeno in parte.
la soluzione è quella che indichi: aggiornamento permanente e valutazione dei risultati.
A regime, dopo cinque o diaci anni, una simile riforma non comporterebbe alcun licenziamento.
Alla partenza, vista la fuffa che c'è, invece penso che qualcuno riamrrebbe a casa.
Basterebbe fare un assessment, parola oggi di moda, e vedere chi è ricuperabile subito (mesi) e chi solo dopo anni di aggiornamento. In questi secondi casi, non vedo perché la collettività dovrebbe sobbarcarsi l'onere economico di questo aggiornamento. Ci sono decine di migliaia di precari da stabilizzare e tanti ottimi docenti che attendono di poter insegnare. Anche per loro poi varrebbe il sistema integrato che dici.

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Re: La scuola ed i bambini immigrati

Messaggioda franz il 16/10/2008, 20:06

annalu ha scritto:Da opposizione, sindacati e cattolici valanga di proteste contro la proposta leghista
Veltroni: "Come italiano non lo posso tollerare". Epifani: "Così torna l'apartheid"
Classi ponte, cresce l'indignazione
"Intollerabili, incivili, razziste"

Secondo me questa lega dimostra di essere poco o per nulla federalista.
In un assetto veramente federalista il caso sarebbe gestito nel territorio a seconda delle dimensioni e della problematica.
In una piccola scuola di montagna (di quelle che il centrodestra vorrebbe chiudere con i tagli "romani") magari c'è un solo bambino straniero in una classe di 15.
È evidente che non è possibile ipotizzare in questa situazione un inserimento temporaneo tramite classi apposite.
Qui l'inserimento va fatto in classe con tutti gli altri usando il sostegno ed ogni altra possibilità (per esempio nel pomeriggio).
Sarebbe troppo costoso ed impegnativo per la scuola (un insegnante per un bambino) o per la collettività ed il bambino stesso (trasporto verso un centro cittadino piu' grande) avere una soluzione con classi ad hoc.

In una grande città tuttavia se limitato ad un solo anno (il primo anno di inserimento) una classe di inserimento puo' essere una soluzione economivca e funzioanale. Scientificamente parlando ... si fa una sperimentazione su base locale e si vede come funziona, paragonando i risultati rispetto a quelli che emergono nei luoghi in cui non lo si fa.

Ogni discorso su indignazione e razzismo è pura demagogia: i ragazzi italiani che arrivano all'estero, in età di scuola dell'obbligo, e non conoscono la lingua, vendono inseriti in apposite classi (spesso scuole private scelte dagli italiani stessi) e nessuno parla di indignazione e razzismo, semplicemente perché funziona meglio rispetto a sbattere il bimbo in classe senza che capisca nulla.
Se conosce la lingua entra in classe. Se non la conosce è meglio che entri in classe solo aver fatto un percorso formativo adeguato. Non perde temp e non lo fa perdere agli altri.

Ovviamente ci sono anche tanti altre possibilità: dove non si fa il tempo pieno è possibile immaginare per gli stranieri un percorso pomeridiano ah hoc. In questo caso il bambino sta in classe normale con gli altri al mattino ed ha il suo percorso intergrativo-linguistico particolare al pomeriggio.

Insomma dobbiamo anche noi renderci conto che ad un problema ci sono molte soluzioni e che non sempre la migliore a Milano è la migliore a Livigno, Trieste o Enna.

Ogni città, ogni realtà deve trovare la sua soluzione.

Un vero federalista queste cose le sa "come sa respirare". La lega, anche con questa cosa dei costi standard, dimostra di non capire un [autocensura] di federalismo! ma che cavolo di costi standard possono esistere comparabili tra una scuola di milano o di roma ed una di un piccolo paesino di montagna? Questo discorso dei costi standard si ritorcerà contro la lega e verrà abbandonato appena si renderanno conto che dove vive la loro base elettorale originaria (zona pedemontana emontana ) tutto è piu' costoso, dal coltivare carote a pascolare mucche, da fare impresa a gestire l'ente pubblico.

Ciao,
Franz
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