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Indio, Europio, tellurio il nuovo oro nell'età del web

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Indio, Europio, tellurio il nuovo oro nell'età del web

Messaggioda franz il 01/07/2011, 8:53

L'INCHIESTA
Indio, Europio, tellurio
il nuovo oro nell'età del web
Erano gli elementi meno conosciuti della tavola periodica di Mendeleev ora sono indispensabili per fare pc e cellulari. E capaci di scatenare una guerra commerciale tra America, Europa e Cina

di MAURIZIO RICCI

POSSIBILE che, adesso, bisogna preoccuparsi anche di roba come il tellurio e il neodimio? Anzi, possibile che, non diciamo la nostra civiltà, ma il nostro stile di vita dipenda dall'erbio e dall'afnio? Di più: possibile che le speranze della "nuova economia verde" siano appese alla disponibilità di indio ed europio? Infine: possibile che al Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, stia per scatenarsi una guerra di America ed Europa contro Cina per assicurarsi il disprosio e i suoi fratelli? La risposta è sì a tutt'e quattro le domande. Una dozzina di elementi dagli angoli più remoti e oscuri della Tavola periodica di Mendeleev è diventata, nel giro di pochi anni, un pilastro cruciale dell'economia moderna e, ancor più, del suo futuro. Il ministero dell'Energia americano ha lanciato l'allarme. Entro il 2015 rischiamo di rimanere a secco di molti di loro. Per esempio, l'indio. Prima di dire "e chi se ne frega?", riflettete bene. Con poco indio, potreste essere costretti a scegliere: è più importante lo smartphone o il pannello fotovoltaico? È improbabile che li abbiate mai sentiti nominare, ma è altrettanto improbabile che non passiate buona parte del giorno utilizzandoli.

Pigiate il bottone della luce: la lampadina salva-energia illumina la stanza in virtù del rivestimento interno di lantanio, cerio, europio e terbio. Un'occhiata alla tv? Se non è in bianco e nero dovete ringraziare l'europio (dà il rosso e il blu), il terbio (giallo e verde) con la collaborazione dell'ittrio. Niente in tv, preferite la Rete? Il vostro personal computer è così sottile e leggero, grazie al neodimio per i magneti, il tantalio per conservare energia, il disprosio per l'hard disc. E le tonnellate di bit che state ricevendo le dovete soprattutto all'erbio che accelera le comunicazioni via fibra ottica.

Oibò, sta squillando lo smartphone. Finora, era sulla scrivania, la vaga luminescenza dello stand-by assicurata dall'europio. Chiudete la comunicazione. Adesso siete voi che volete fare una telefonata. Toccate lo schermo: il touchscreen è reso possibile dall'indio, che è trasparente e, contemporaneamente, conduce l'elettricità. E, se non pesa due chili, è perché c'è l'afnio per chip sempre più piccoli e il tantalio per immagazzinare l'energia. Decidete di fumare una sigaretta. Fate scattare l'accendino: la scintilla che accende la fiamma è assicurata da lantanio e cerio. Ma, forse, non dovreste fumare: sullo scaffale c'è l'ultimo scan che avete fatto, grazie al tecnezio, radioattivo solo per qualche ora, e magari dice che i vostri polmoni non sono in grandissima forma.

Ma non finisce qui. Basta sporgersi appena un poco più avanti e gli stessi oscuri elementi tornano in primo piano. Per caso, l'elettricità che state usando ha origine eolica? Facile che le turbine funzionino grazie ai magneti con neodimio o disprosio. Oppure, è il sole che fa girare lavatrice e lavapiatti? Tellurio e indio sono cruciali per i pannelli fotovoltaici di nuova generazione, più leggeri e sottili di quelli tradizionali al silicio. Se poi avete anche un'auto elettrica, è probabile che le batterie funzionino grazie a neodimio, lantanio e cerio.

In generale, questi elementi vanno sotto il nome di "terre rare", anche se non sono, di fatto, così rare, nella crosta terrestre. Il ministero Usa dell'Energia ritiene che le disponibilità di erbio, tellurio (che pure, in sé, è più raro dell'oro), afnio, tantalio, tecnezio, lantanio e cerio non siano preoccupanti, rispetto alla domanda attesa. L'allarme rosso suona per indio, disprosio, neodimio, europio, terbio e ittrio, per ognuno dei quali la domanda supererà l'offerta nel giro di tre-quattro anni (per l'ittrio è avvenuto l'anno scorso). Il problema non è che non c'è abbastanza indio o europio sotto terra, ma che non sappiamo dove sia. Finora, questi elementi sono stati per lo più ricavati come sottoprodotti dell'estrazione di altri minerali, come il rame o lo zinco. È il boom della tecnologia degli ultimi 10-15 anni che li ha resi, improvvisamente, importanti. Adesso, si tratta di individuare i giacimenti e scavare le miniere, operazioni che possono richiedere più di dieci anni, troppo in là per la stretta che sta per arrivare.

Ma come abbiamo fatto fino ad adesso? Grazie alla Cina.Il motivo dello scarso entusiasmo occidentale per miniere di indio e tantalio è anche l'impatto ecologico della lavorazione di questi metalli. Spesso, infatti, si trovano in vene che contengono anche materiali radioattivi, come il torio o l'uranio, che richiedono speciali - e costose - salvaguardie. I cinesi hanno avuto così via libera, spesso con estrazioni clandestine ed illegali, fino ad occupare il 90 per cento del mercato internazionale delle terre rare. Da qualche anno, tuttavia, i cinesi stanno drasticamente limitando le esportazioni, sia perché stanno chiudendo le miniere ecologicamente più pericolose, sia perché le loro stesse industrie richiedono sempre più terre rare. L'anno scorso, Pechino ha tagliato il suo export del 40 per cento e aumentato le scorte interne. Quest'anno, nel primo trimestre, la più grossa azienda esportatrice cinese ha venduto solo mille tonnellate di terre rare, contro una media annuale, in passato, di 50 mila tonnellate. Il risultato è una esplosione dei prezzi, che si è accelerata nelle ultime settimane: il costo del neodimio è salito del 74 per cento, quello del terbio del 128 per cento, il disprosio del 137 per cento, l'europio del 180 per cento, dal 25 maggio ad oggi. L'impatto che questi aumenti stanno avendo sull'industria hi-tech occidentale avrebbe spinto Stati Uniti e Unione europea a minacciare uno scontro aperto nel Wto, accusando la Cina di favorire, con le restrizioni alle esportazioni, le aziende nazionali.

Un'altra via per allentare la stretta sulle forniture di terre rare ci sarebbe: il riciclaggio dei materiali contenuti nei gadget usati. Ma, secondo i calcoli dell'Onu, oggi solo l'1 per cento di questi elementi cruciali per la moderna tecnologia viene riciclato e riutilizzato.

(01 luglio 2011) www.repubblica.it
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Re: Indio, Europio, tellurio il nuovo oro nell'età del web

Messaggioda ranvit il 03/07/2011, 12:06

Anni fa per l'azienda in cui lavoravo ho dovuto comprare dei rulli supermagnetici (13.000 gauss...la calamita da tavolo è 300 gauss!). Si trattava appunto di neodimio e per averi abbiamo dovuto aspettare un bel po'.
Ma era l'unico modo per separare microgranuli di "pietra" (in prevalenza basalto) dal resto del materiale che trattavamo e che doveva essere esente da impurità.

E' davvero strano che queste benedette Terre Rare siano solo in Cina.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Indio, Europio, tellurio il nuovo oro nell'età del web

Messaggioda annalu il 03/07/2011, 12:33

Da quel poco che ho letto cercando di capire la storia di queste "terre rare", si tratta di minerali abbastanza diffusi nel mondo, ma estratti solo in Cina, perché la loro estrazione richiede una lavorazione complessa e costosa, con norme di sicurezza sul lavoro che credo in Cina siano ancora poco rispettate. Non solo, ma la Cina è anche il maggior riciclatore di prodotti elettronici, da cui si recuperano.
Mi sembra di aver letto che negli USA (in California, mi pare, ma potrei sbagliare) si stiano attrezzando per estrarle dalle loro miniere, per ridurre la dipendenza dalla Cina. Ma ci vorrà tempo, credo, e il prezzo salirà. Del resto, anche i lavoratori cinesi stanno cominciando a richiedere e ad ottenere condizioni di lavoro meglio remunerate e più sicure. Insomma, queste "terre rare" diventeranno sempre più preziose.

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Re: Indio, Europio, tellurio il nuovo oro nell'età del web

Messaggioda annalu il 04/07/2011, 11:05

A proposito, ecco cosa hanno trovato i ricercatori giapponesi:

ANSA:
Oceano pacifico ricco 'terre rare'
studio dell'universita' di Tokyo

TOKYO, 4 LUG - I fondali dell'oceano Pacifico hanno vasti depositi di 'terre rare', i preziosi minerali necessari alla produzione hi-tech, come tv, computer e leghe speciali. E' il risultato di uno studio di un pool di ricercatori giapponesi dell'Università di Tokyo e della Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology, dal quale emerge che le quantità sottomarine sono circa 1.000 volte quelle stimate sulla terraferma. Il lavoro stima in 100 miliardi di tonnellate i minerali custoditi dai fondali.


La Reuters precisa anche che, a parere degli esperti, queste terre rare potrebbero anche venir estratte con facilità.

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Re: Indio, Europio, tellurio il nuovo oro nell'età del web

Messaggioda trilogy il 04/07/2011, 11:56

E' un argomento da tempo al centro dell'attenzione internazionale perchè ha grosse implicazioni economiche e geopolitiche.
Per alcuni materiali è vero quello che nota annalu, la concentrazione produttiva è dovuta a problemi di costo e ambientali, per altri c'è una situazione di scarsità reale.

al riguardo c'è una tabella interessante in questa Comunicazione dell'UE:

Comunicazione UE Pag. 23-24 c’è una tabella che fornisce una sintesi materiale per materiale
(in italiano)
http://ec.europa.eu/enterprise/policies ... ion_it.pdf

Ci sono poi delle analisi accurate e voluminose per gli appassionati :mrgreen:

Studio Europeo sui materiali (in inglese)
http://ec.europa.eu/enterprise/policies ... t-b_en.pdf

Analisi UE materiale per materiale, fornisce informazioni molto interessanti (in inglese)
http://ec.europa.eu/enterprise/policies ... v-b_en.pdf


Rapporto del dipartimento per l’energia US (in inglese)
http://www.energy.gov/news/documents/cr ... rategy.pdf
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