La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Prezzo del petrolio: alto o basso è sempre un guaio

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Prezzo del petrolio: alto o basso è sempre un guaio

Messaggioda franz il 09/04/2010, 8:52

Dal Blog di Chicco Testa http://www.newclear.it/?p=1574

Nel mondo c’e’ qualche timido accenno di crescita e la prima conseguenza è la ripresa di forti speculazioni sul petrolio, la materia prima di ogni processo economico. Il prezzo del barile torna quindi a crescere e ognuno deve rifare i conti a casa propria. Nei primi mesi del 2010 la tendenza è molto chiara e il grafico allegato non dice tutta le verità, perché rappresenta solo a media dei prezzi dei primi 3 mesi. In molti dibattiti che ho fatto in questi mesi mi è capitato spesso di sentirmi rivolgere la seguente contestazione: “ Il nucleare costa troppo”. Inevitabilmente la mia risposta è stata: “ rispetto a che cosa?”. E’ evidente infatti, che l’affermazione “ il nucleare costa troppo” non ha alcun senso in sé. Ogni costo è maggiore o minore solo in relazione a qualche cosa d’altro. Ora non vi è dubbio alcuno che la ragione principale per cui negli anni ’90 non sono state realizzate nuove centrali nucleari è dovuta al prezzo veramente basso raggiunto in quegli anni dal petrolio. Che portava con sé anche il prezzo del gas (i contratti a lungo termine normalmente hanno variazioni legate al rezzo del petrolio) e del carbone. A metà degli anni ‘90 il barile di petrolio è sceso sotto i 10 dollari nominali. In termini reali, al livello dei prezzi pre-crisi petrolifere degli anni ‘70. Il risultato è nei numeri attuali. Nel 1997, i combustibili fossili contavano per il 63% nella produzione di energia elettrica. Nel 2007 pesavano invece per il 68%. Per la maggior parte carbone Mentre la torta è continuata a crescere. Dai 14.000 miliardi di kilowattora del 1997 ai 20.000 del 2007. Per essere più precisi: nel 1997 con i combustibili fossili si producevano 8.820 miliardi di kWh ; nel 2007 se ne producevano 13.600. Con una crescita del 54%.

Bel risultato veramente, per il movimento antinucleare: qualche milione di tonnellate in più di emissioni inquinanti (SO2, NOX, polveri, particolati, metalli pesanti) e di CO2.

Per l’Italia questo ha significato una sempre maggiore dipendenza dai combustibili fossili, dal gas in particolare, con tutti i fattori di rischio connessi.

Infatti, anche gli studi più severi sui costi del nucleare, per esempio lo studio del MIT del 2009, sostengono che, ai prezzi attuali, l’energia da carbone costa è più a buon mercato,a meno che non si contabilizzino le esternalità ambientali, a cominciare dalla tonnellata di CO2.

Quindi siamo di fronte alla trappola dei combustibili fossili. Se costano poco, aumentano la loro penetrazione ed i livelli di inquinamento. Se costano molto, per l’Italia significa un aggravio dei costi dell’energia e della bilancia commerciale.

Gli altri Paesi hanno fatto una scelta molto chiara e ragionevole: differenziare il rischio con un paniere bilanciato di combustibili, che sfrutti al meglio le diverse congiunture. Compreso il nucleare. Persino l’Araba Saudita ha deciso di dotarsi di impianti nucleari!
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Torna a Ecologia, Energia, Innovazione, Ricerca

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti

cron