Fognature come pozzi di petrolio, il biodiesel verrà prodotto dalle feci
Quando i pozzi petroliferi del pianeta saranno a secco l’uomo continuerà comunque a servirsi di combustibili per molti aspetti simili al tradizionale “oro nero”. Le auto elettriche, come anche quelle a idrogeno e ad aria compressa, potrebbero non aver vita facile perché esistono equipe di ricercatori in tutto il mondo che guardano con un occhio di riguardo ai propellenti “parzialmente puliti” come il biodiesel. Tali carburanti, meno inquinanti di quelli derivanti dal petrolio, sono visti da tanti come “pericolosi” in quanto per produrne in quantità sufficienti si dovrebbero sacrificare coltivazioni altrimenti destinate all’alimentazione dell’uomo.
Il nuovo oro nero arriva dalle fogne - Stando alle nuove ricerche condotte dalla Qteros, compagnia leader nel settore dei biocarburanti che di recente ha stretto un accordo con l’israeliana ACT, azienda operante nel settore delle acque di scarico, evitare di sacrificare le produzioni agricole è possibile. Dalle acque nere, infatti, l’azienda è riuscita ad estrarre etanolo cellulosico. Il tutto è stato possibile grazie ad uno speciale batterio capace di assimilare cellulosa, fermentarla e produrre etanolo con una velocità fino ad oggi inimmaginabile.
Grandi quantità di biodiesel da una risorsa altrimenti inutilizzata - Il Clostridium phytofermentans, questo il nome dell’asso nella manica dell’ACT, meglio conosciuto come Microbo Q, è dotato di enzimi potentissimi in grado di trasformare le maleodoranti scorie umane in eccellente biocarburante: per ogni tonnellata di escrementi si riescono ad ottenere ben 520 litri di biodiesel (dal mais se ne ricavano “appena” 400 litri). L’innovativo approccio usato dalla società israeliana presenta dei vantaggi non indifferenti: la risorsa primaria risulta esser pressoché illimitata, è ricca di cellulosa (e al contempo povera di lignina) e non è una materia prima utile all’uomo (al contrario semmai può esser considerato uno sgradito rifiuto).
Alimentare la propria automobile con un propellente derivato delle feci potrebbe non esser visto da tutti come una cosa positiva, eppure poterlo fare sarebbe cosa estremamente vantaggiosa, sia in termini economici che ambientali: le acque nere verrebbero deviate dalle fognature, spinte attraverso dei filtri (atti a separare la parte solida da quella liquida), e trasformati in pellets da dare in pasto al Microbo Q che in cambio rilascerà etanolo. Il risultato di tutto questo? Le amministrazioni comunali risolverebbero il problema degli scarichi urbani, i cittadini avrebbero a disposizione carburante a basso costo e l’ambiente godrebbe di un crollo delle emissioni di gas serra pari a circa l’85%.
In questi giorni la Qteros ha annunciato che un primo impianto di produzione di biodiesel da Microbo Q verrà realizzato a breve in Massachusetts.
16 ottobre 2009
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