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Statuto dei lavoratori : chi lo tocca muore

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Statuto dei lavoratori : chi lo tocca muore

Messaggioda Gab il 23/01/2009, 17:29

Perchè «Dello statuto dei lavoratori non si può parlare e chi lo tocca muore» ?

da lastampa.it

Il senatore nel mirino dei terroristi: «Dello statuto dei lavoratori non si può parlare e chi lo tocca muore»
MILANO

«Dello statuto dei lavoratori non si può parlare e chi lo tocca muore». Lo ha affermato, nell’aula della prima Corte d’Assise di Milano dove è in corso il processo alle "Nuove Br", il senatore del Pd e giuslavorista Pietro Ichino, che sta testimoniando e che sarebbe stato tra gli obiettivi dei presunti appartenenti al gruppo terroristico, arrestati nel febbraio 2007.

Ichino ha raccontato di quando fu chiamato a sostituire Massimo D’Antona, dopo che quest’ultimo era stato ucciso, dal ministro Bersani e della sua amicizia con l’altro giuslavorista assassinato dalle Br nel 2002 Marco Biagi. «Io sono uno che dice cose per le quali c’è poi qualcuno che lo vuole far fuori», ha spiegato il professore milanese, che ha ricordato i temi del suo lavoro: la riforma del diritto del lavoro, il superamento del dualismo «protetti-precari» e l’inefficienza nella pubblica amministrazione. «Solo in questo Paese - ha aggiunto Ichino - l’intera comunità dei giuslavoristi è minacciata e ciò limita la serenità del dibattito, che è inquinato dal fatto che il dissenso possa anche essere armato di violenza». Ichino ha raccontato inoltre la sua vita sotto scorta dal 2002, dopo l’ assassinio di Biagi, vita che è stata colma «di preoccupazioni e di un peso su tutta la mia famiglia». La testimonianza è ancora in corso, ma gli imputati sono stati allontanati dalle gabbie per consentire, come ha spiegato il presidente della Corte, «un sereno svolgimento e una serena valutazione» durante il dibattimento. Dalle gabbie infatti e dallo spazio riservato al pubblico, dove erano presenti amici e parenti degli imputati, si erano levate grida e insulti a Ichino, definito «massacratore di operai».

Il presidente della prima corte d’assise di Milano poco prima aveva dovuto sospendere per alcuni minuti l’udienza perchè mentre era in corso la deposizione del giuslavorista, più volte gli imputati dalle gabbie hanno urlato contro il professore, chiamandolo «Massacratore di operai» e gridando «Vergogna, siete una banda di sfruttatori». «Il qui presente Ichino si è costruito la propria carriera criminalizzando i lavoratori», ha sostenuto in una dichiarazione spontanea l’imputato Davide Bortolato, prima che cominciasse la deposizione del professore che, secondo l’accusa, era tra gli «obiettivi umani» del gruppo del Partito comunista politico-militare. Durante la deposizione, più volte, gli imputati hanno rivolto contro il professore insulti.
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