flaviomob ha scritto:Senza contare che se si buttano i soldi in Pedemontane, Brebemi e grandi opere a grandissime tangenti (Mose, etc) al posto del moltiplicatore ci troveremo il divisore.
Esatto.
Effettivamente non è garantito al limone che ogni investimento, pubblico o privato, vada a a buon fine e produca un utile negli anni a venire. Il privato rischia il suo capitale investito e se va male e la perdita è grossa per lui e tutta l'attività, lavoratori inclusi. Ricordo la Ilford che alcuni anni prima della rivoluzione digitale, appena alle porte, aveva costruito un grande stabilimento per pellicole e carta fotografica tradizionale. Un fallimento totale. Classico esempio di creazione distruttrice. Vedere
https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Schumpeter Nello stesso campo anche Kodak ha rischiato il fallimento.
Ma nei grandi numeri i privati ci azzeccano: i successi superano i fallimenti ed il PIL sale.
Il debito fatto per l'investimento viene assorbito.
Nel settore pubblico, che tutto sommato riesce ad avere capitali investibili di un volume enorme, grazie (si fa per dire) alla tassazione, chi decide non rischia praticamente nulla. E trova sempre qualche scusa se le cose vanno male.
A quanto pare nel settore pubblico i fallimenti superano i successi (soprattutto in paesi corrotti e a scarsa partecipazione democratica) ed il PIL cala. Il debito non si ripaga.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)