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Proposta Guidi

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Proposta Guidi

Messaggioda asinello il 05/06/2008, 16:14

http://newrassegna.camera.it/chiosco_ne ... icle=IB7LD

Dice Federica Guidi, presidente dei giovani industriali: «In futuro nelle aziende ci dovrà essere una contrattazione praticamente individuale tra il datore di lavoro e il dipendente». Che ve ne pare?
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Re: Proposta Guidi

Messaggioda asinello il 05/06/2008, 16:15

Intanto posto il mio di commento...

Interessante ciò che dice nell'intervista Federica Guidi, quando afferma, cioè, che «in futuro nelle aziende ci dovrà essere una contrattazione praticamente individuale tra il datore di lavoro e il dipendente». Interessante, molto. Ma tanto interessante quanto al momento impraticabile. Appena l'ho letta mi è venuta subito una scintilla, mi sono detto: "Questa è una polpetta avvelenata!"; constatando subito dopo come il motto a far da contorno («Anche i lavoratori devono diventare imprenditori di se stessi») fosse, come dire, ben studiato. Sarebbe da analizzare in profondità questa proposta, intanto io sto alle parole, e, con tutta la sincerità del caso, l'espressione «cambio radicale della cultura sindacale e industriale» detta da Federica Guidi mi suona stonata, per non dire di peggio. Lo dico con sincerità e con dispiacere, perché credo convintamente al "patto tra produttori" che ha segnato la campagna di Veltroni e del Pd, ed è una strada che è stata battuta (es. il protocollo del 23 luglio) e dovrà essere battuta ancora in futuro (e non solo nelle campagne elettorali); ma ho anche la tendenza ad essere prudentemente malizioso ("fidarsi è bene, non fidarsi è meglio" oppure l'andreottiano "a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca") e questa proposta mi suona come "fine o ridimensionamento dei sindacati". Ora, la Guidi può permettersi di ignorare la storia sindacale e operaia, che certo non ha mancato di essere macchiata di sangue versato dai lavoratori (esempio ne è il 1^ maggio), può permettersi (ma anche no) di ignorare che ancora oggi laddove non esiste il sindacato non esistono diritti; ma uno che guadagna 1.000 euro al mese no, quella storia patrimonio di un intero mondo, proprio non se lo può scordare. Questa non è un discorso fine a se stesso, è una premessa. A mio avviso, solo tenendo ferma questa premessa si può intavolare un discorso del tipo che fa la presidente dei giovani industriali. Non dico di no, dico di no adesso a questa proposta, perché, data la situazione esistente, mi pare essa da paradiso terrestre, di un mondo dove va tutto bene e del "volemose bene". Per due motivi: da parte confindustriale non c'è nessuna garanzia per avere fiducia nei datori di lavoro; quando c'è da fare i conti, non guardano mica in faccia la gente, loro (prova ne è che sulla proposta di Sacconi di far partecipare i lavoratori agli utili e alla gestione delle aziende hanno risposto un chiaro e secco "No!"). Secondo punto: la maggioranza dei lavoratori oggi è impreparata ad affrontare da solo una contrattazione; non sto dicendo che la gente sia fessa o ignorante, ben inteso, dico che può non avere le conoscenze utili; per dirla con la Guidi, ad oggi il lavoratore non è imprenditore di se stesso. Da questo punto di vista il sindacato non ha esaurito la sua funzione; perché, se fosse così, chiederei che fosse sciolta prima Confindustria, che evidentemente serve come sindacato degli imprenditori. Ed evidentemente esiste ancora una "coscienza di classe", che può essere utile a confrontarsi e non deve essere per forza finalizzata in modo marxista alla lotta di classe, ma al "patto tra produttori". Ma la strada per la fiducia è tanta: i salari sono i più bassi d'Europa, il lavoro è precario, la flexsecurity non esiste, di più esiste l'insicurezza sul lavoro; io proprio non le vedo le condizioni per fidarsi ad occhi chiusi. Ma magari stavolta sono troppo malizioso e mi sbaglio, chissà.
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