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Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformare il

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Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformare il

Messaggioda gabriele il 27/10/2015, 9:22

Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformare il sistema bancario
Camera
I ... lo presentano come una vera rivoluzione del settore. Dalla nazionalizzazione di Via Nazionale, alla nuova governance. Che affida al Parlamento l’elezione del Consiglio superiore. In agenda anche il riassetto dei poteri di vigilanza. Il tutto in sei provvedimenti che ilfattoquotidiano.it è in grado di anticipare. E che prevedono anche la destinazione dei dividendi del nuovo istituto a due fondi per le start-up e le grandi crisi aziendali. Introdotta la separazione tra banche commerciali e d’affari. E la trasformazione di Cassa depositi e prestiti in organismo per finanziare piccole e media imprese
di Antonio Pitoni | 26 ottobre 2015

Più che una riforma, una vera e propria rivoluzione. Almeno così sostengono i proponenti. Che parte dalla nazionalizzazione della Banca d’Italia, ridisegnandone governance e funzioni, per arrivare al rafforzamento dei poteri di vigilanza sugli istituti di credito. Tema tornato di stretta attualità con l’apertura dell’inchiesta che vede tra gli indagati anche il governatore in carica, Ignazio Visco, in relazione alla vendita della Banca di Spoleto. Ma nelle sei proposte che il ... sta mettendo a punto – per ora sintetizzate in una prima bozza che ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare – c’è anche dell’altro. Dalla separazione netta tra banche d’affari e banche commerciali, alla riforma della Cassa depositi e prestiti. Insomma, un pacchetto di misure che riscrive l’intero assetto del sistema bancario italiano. “Una riforma urgente e non più rinviabile”, la definisce Alessio Villarosa, deputato del ..., impegnato in prima persona nella stesura dei testi definitivi delle proposte. Ma cosa prevedono nel dettaglio?

BANCA DI STATO – Il primo step passa dalla nazionalizzazione di Bankitalia, attualmente controllata, per il 94,33% del capitale sociale, da banche e assicurazioni private a fronte di una quota minoritaria di appena il 5,66% detenuta dallo Stato (tramite Inps e Inail). Per il ... deve tornare ad essere pubblica. Come già accade nella maggior parte dei Paesi europei, dove le banche centrali di Austria, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Slovenia, Slovacchia, Estonia, Cipro, Malta e Regno Unito sono al 100% dello Stato, che le controlla, in qualità di azionista di maggioranza, anche in Grecia (84% tramite un fondo statale), San Marino (70%), Belgio (50%) e Svizzera (52%). Una riforma che si accompagna a quella della governance di Palazzo Koch. A cominciare dall’organo di vertice: il governatore. Fino al 2005 senza limite di mandato, in base alla disciplina vigente dura in carica 6 anni e può essere rinnovato una sola volta. Il ... vuole elevarne a 7 anni la durata del mandato, ma senza possibilità di rinnovo alla scadenza; potrà inoltre essere revocato e dovrà riferire al Parlamento ogni anno sull’attività svolta.

NUOVA GOVERNANCE – Parallelamente si punta a cambiare anche il sistema di nomina dei 13 componenti del Consiglio superiore: eletti attualmente dall’assemblea degli azionisti, restano in carica 5 anni e possono essere rinnovati per non più di due volte. Partecipano alla nomina del governatore, incaricato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore di Bankitalia. “Ma se negli ultimi vent’anni è stato nominato sempre il governatore indicato dall’organo di vertice della banca centrale, evidentemente qualcosa nel sistema non funziona”, ironizza Villarosa sottolineando quella che a suo avviso è una vistosa anomalia. Per questo i ... propongono che ad eleggere il Consiglio superiore siano le Camere in seduta comune. Direttore generale e vicedirettori di Banca d’Italia, invece, sono nominati o revocati, stando alla riforma del ..., con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze. I loro stipendi non potranno superare l’assegno previsto per il primo presidente della Corte di Cassazione (circa 240 mila euro). Regola che si applicherà anche al trattamento economico del governatore che potrebbe vedersi praticamente dimezzare i 450 mila euro attualmente percepiti. Giro di vite anche sui conflitti d’interesse. “E’ impensabile che chi ha ricoperto incarichi di vertice in una banca fino a ieri si ritrovi domani a svolgere ruoli di amministrazione e gestione in Bankitalia e viceversa – spiega Villarosa –. Le porte girevoli resteranno chiuse: tra un incarico e l’altro in potenziale conflitto dovranno trascorrere almeno 5 anni”.

VIGILANZA, SI CAMBIA – Un ulteriore pacchetto di misure è, invece, destinato alla tutela del risparmio e al riordino delle attività di vigilanza che la banca centrale italiana esercita sulle banche, sugli intermediari finanziari, sugli Istituti di moneta elettronica, sugli Istituti di pagamento e, d’intesa con la Consob, sugli intermediari non bancari. La bozza, per ora, contiene solo il titolo: vista la delicatezza del tema nel ... hanno deciso di prendersi un po’ più di tempo per definire scrupolosamente i dettagli della riforma. Che Villarosa anticipa, però, almeno in parte chiarendone innanzitutto le finalità. “Nonostante la Banca d’Italia sia l’unico organo di vigilanza del sistema bancario, negli anni, tra uno scandalo e l’altro, abbiamo sentito puntualmente ripetere dai vertici di Via Nazionale che loro non sono la polizia – ricorda –. Per adesso possiamo dire che è nostra intenzione attribuirle maggiori poteri e maggiori responsabilità: non pretendiamo che la Banca d’Italia diventi un poliziotto, ma che almeno si comporti da vigile attento”. In che modo? L’obiettivo passa anche attraverso una riorganizzazione interna. “Bankitalia costa 600 milioni l’anno di stipendi. Ma per fare cosa? Di certo non mancano le risorse umane da destinare al potenziamento dell’attività di vigilanza – continua il deputato del ...–. Che va riorganizzata distribuendo i relativi poteri tra la sede centrale e quelle periferiche”. Così da assicurare controlli più capillari. Il tutto accompagnato da norme specifiche per prevenire ogni conflitto di interessi tra controllore e controllati, ampliando in parallelo i poteri di commissariamento della banca centrale. Una riforma che pone, tuttavia, problemi di compatibilità con la normativa europea, dal momento che da gennaio, anche l’Italia, ha iniziato a trasferire i poteri di vigilanza alla banca centrale europea. Ma Villarosa è fiducioso: “Tante banche non condividono questo indirizzo, ci sono i margini per poter discutere un cambio di rotta”.

STOP AI DIVIDENDI – Diretta conseguenza della nazionalizzazione – e quindi della scomparsa degli azionisti privati – sarà, inoltre, lo stop alla distribuzione dei dividendi. Che attualmente è, invece, prevista nella misura massima del 6% del capitale, pari a 450 milioni di euro. Mentre gli utili restanti sono destinati ad accantonamento (20% alla riserva ordinaria e 20% alla riserva straordinaria) e, per l’importo residuo, allo Stato. Come ricorda Villarosa, negli ultimi due anni, i dividendi distribuiti agli azionisti hanno toccato i 380 milioni nel 2013 e i 340 nel 2014. Somme che, una volta nazionalizzata Bankitalia, potranno essere utilizzate per altri scopi. “La nostra riforma mantiene la distribuzione dei dividendi agli azionisti che non saranno più, però, le banche private ma il solo ministero dell’Economia – spiega l’esponente del ... –. Non solo: ogni anno una somma pari al 6% del capitale, finora distribuita agli azionisti, andrà a finanziare il nuovo fondo a sostegno delle start-up, creato presso la Cassa depositi e prestiti, mentre il 10% dei dividendi sarà riversato in un ulteriore fondo per fronteggiare le grandi crisi aziendali”.

SEPARAZIONE BANCARIA – Allo studio del ... c’è anche una norma volta ad imporre per legge una netta separazione tra banche commerciali e banche d’affari. L’obiettivo è quello di obbligare le banche commerciali ad investire nell’economia reale, limitandone l’attività al finanziamento di cittadini, imprese e famiglie. E lasciando alle banche d’affari la possibilità di operare sui mercati, maneggiando prodotti finanziari certamente più rischiosi. Una misura a tutela dei correntisti che potranno in questo modo scegliere consapevolmente presso quali banche depositare i propri soldi. Nella bozza del ..., la norma è stata ribattezzata “Glass Steagall Act”, richiamando la legge bancaria che, nel 1993, introdusse negli Stati Uniti una rigida distinzione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. Legge poi abrogata nel 1999 durante la presidenza di Bill Clinton. “E gli effetti nefasti di questa decisione sono ormai noti a tutti – ricorda Villarosa –. Le banche commerciali iniziarono ad armeggiare con i prodotti finanziari e nel 2008 il tracollo della Lehman Brothers, in seguito allo scandalo dei titoli subprime, segnò l’inizio di una delle crisi economiche più gravi della storia”.

SOTTO LA CASSA – Nel riassetto complessivo del sistema bancario, i piani del ... includono anche la Cassa depositi e prestiti (Cdp). Negli ultimi anni, una pioggia di miliardi, erogati dalla Banca centrale europea, si è riversata nelle casse delle banche private di tutta l’area Ue, Italia compresa. “Eppure, nel nostro Paese, solo una minima parte di quei soldi è stata destinata al credito verso le imprese e le famiglie, mentre la maggior parte di quel denaro è stata investita in attività finanziarie”, ricorda Villarosa. Di qui il progetto di disporre di una banca pubblica per finanziare alcuni comparti economici di primaria importanza, utilizzando a questo scopo proprio la Cdp. “Il modello è quello della Kfv tedesca che negli ultimi dieci anni ha visto il suo attivo raddoppiare, passando da 250 a 500 miliardi di euro – aggiunge il parlamentare del ...–. L’obiettivo è quello di avere, anche in Italia, una banca pubblica che finanzi la piccola e media impresa”. Anche in questo caso occorrerà il placet dell’Europa. “Ma non vedo come potrebbero impedirci di attuare il nostro piano visto il precedente tedesco”, osserva Villarosa.

ULTIMA ISTANZA – Il pacchetto di riforme del ... prevede, infine, anche di ripristinare le funzioni di prestatore di ultima istanza della Banca d’Italia sul modello della Banca d’Inghilterra. Con l’obiettivo di proteggere i correntisti, prevenendo possibili episodi di corsa agli sportelli e i danni derivanti dall’eventuale tracollo di una banca privata. “Una norma che consentirebbe alla Banca d’Italia di intervenire nelle aste pubbliche acquistando i titoli rimasti invenduti – conclude Villarosa –. Prevenendo così pericolose oscillazioni dei tassi di interessi”.
Twitter: @Antonio_Pitoni

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... o/2160118/

PS
per gli allergici, ho sostituito l'acronimo "M5S" e la parola "grillini" e qualunque altra parola affine con dei puntini "..."
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Re: Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformar

Messaggioda trilogy il 27/10/2015, 13:10

gabriele ha scritto:
PS
per gli allergici, ho sostituito l'acronimo "M5S" e la parola "grillini" e qualunque altra parola affine con dei puntini "..."


:mrgreen: l'ignoranza dei ......su questo argomento è planetaria. Ma lo sanno che questi argomenti sono regolati in massima parte da norme europee o internazionali, a cominciare dai poteri di vigilanza ? La banca d'Italia prestatore di ultima istanza? Prima bisogna uscire dall'euro.
Alle finte verginelle del .......bisognerebbe rammentare che le banche nazionali sono anni che cercano di vendere allo Stato le loro quote di bankitalia, lo farebbero anche domani mattina è solo una questione di prezzo.
Quindi tirare in ballo la nazionalizzazione per eliminare presunti conflitti d'interesse, o accentrare i dividendi nello Stato ecc. ecc. è solo mangime per polli. :(
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Re: Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformar

Messaggioda gabriele il 27/10/2015, 16:28

trilogy ha scritto:
gabriele ha scritto:
PS
per gli allergici, ho sostituito l'acronimo "M5S" e la parola "grillini" e qualunque altra parola affine con dei puntini "..."


:mrgreen: l'ignoranza dei ......su questo argomento è planetaria. Ma lo sanno che questi argomenti sono regolati in massima parte da norme europee o internazionali, a cominciare dai poteri di vigilanza ? La banca d'Italia prestatore di ultima istanza? Prima bisogna uscire dall'euro.
Alle finte verginelle del .......bisognerebbe rammentare che le banche nazionali sono anni che cercano di vendere allo Stato le loro quote di bankitalia, lo farebbero anche domani mattina è solo una questione di prezzo.
Quindi tirare in ballo la nazionalizzazione per eliminare presunti conflitti d'interesse, o accentrare i dividendi nello Stato ecc. ecc. è solo mangime per polli. :(


Cosa ne pensi dello "scorporo" (sempre che si possa definire così) fra istituti bancari commerciali e di profitto?
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Re: Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformar

Messaggioda gabriele il 27/10/2015, 16:42

trilogy ha scritto:
Ma lo sanno che questi argomenti sono regolati in massima parte da norme europee o internazionali, a cominciare dai poteri di vigilanza ?


Da perfetto ignorante, ti riferisci a questo?

La vigilanza nell’unione europea e nell’eurozona: il SEVIF e l’unione bancaria
Tra i paesi appartenenti all’Unione europea l’intensità del coordinamento e della cooperazione è maggiore e tende sempre più verso un assetto accentrato di scelte e decisioni comuni, basate su nuove regole e nuove istituzioni.
Le nuove regole sono rappresentate da un unico sistema di norme prudenziali armonizzate (il cosiddetto single rulebook) che in gran parte hanno effetto diretto negli Stati membri dell’Unione europea, senza bisogno di atti nazionali di recepimento.
Le nuove istituzioni sono rappresentate dal Sistema europeo di vigilanza finanziaria (SEVIF) istituito nel 2010 fra tutti gli Stati aderenti all’Unione europea e dai tre pilastri dell’Unione bancaria creata tra gli Stati dell’eurozona; all’Unione bancaria possono partecipare volontariamente anche altri Stati dell’Unione europea la cui valuta nazionale non è l’euro.
Il SEVIF è composto dall’European Systemic Risk Board (ESRB) con competenze in materia di vigilanza macroprudenziale e da tre diverse autorità incaricate del coordinamento della vigilanza prudenziale nei tre settori–chiave: l’Autorità bancaria europea (ABE; in inglese, European Banking Authority, EBA), l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (AEAP; in inglese, European Insurance and Occupational Pensions Authority, EIOPA), l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (AESFEM; in inglese, European Securities and Markets Authority, ESMA) e dal loro Comitato congiunto, nonché dalle autorità nazionali dei singoli Stati membri.
Tra i paesi dell’eurozona è stata istituita l’Unione bancaria, fondata su tre pilastri. Il primo pilastro (meccanismo di vigilanza unico, MVU o Single Supervisory Mechanism, SSM) configura l’esercizio congiunto, dal novembre 2014, di compiti e poteri di vigilanza sulle banche da parte della Banca centrale europea (con il neo-costituito Consiglio di sorveglianza) e delle autorità di vigilanza dei paesi dell’area dell’euro (nonché di quelli extra area che vorranno aderirvi). La BCE vigila direttamente le banche cosiddette significative. Le altre banche sono soggette alla vigilanza delle autorità nazionali, nell’ambito degli indirizzi formulati dalla BCE e di un’azione di supervisione comunque svolta da quest’ultima prevalentemente sulla base di informazioni trasmesse dalle autorità di vigilanza nazionali; la BCE potrà anche assumere la vigilanza diretta su queste banche se lo riterrà necessario.
Dal 2016 sarà pienamente operativo il secondo pilastro (meccanismo di risoluzione unico delle crisi bancarie; MRU o Single Resolution Mechanism, SRM). La risoluzione delle crisi di tutte le banche dei paesi aderenti al meccanismo di vigilanza unico sarà gestita secondo regole armonizzate da parte di un’autorità di risoluzione unica (il Comitato Unico di Risoluzione) o delle autorità di risoluzione nazionali, nell’ambito di istruzioni e orientamenti comuni stabiliti dal Comitato, e potrà essere finanziata da un fondo unico, alimentato dai contributi versati dalle banche stesse.
Il quadro normativo sulla gestione delle crisi bancarie è completato dalla direttiva 2014/59/UE relativa al risanamento e alla risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento diretta a rafforzare e armonizzare gli strumenti di intervento a disposizione delle autorità per prevenire le difficoltà e gestire crisi degli intermediari e dalla direttiva 2014/49/UE che rivede la disciplina sui sistemi di garanzia dei depositanti per rendere più efficace e uniforme la tutela offerta dai fondi nazionali cui tutte le banche devono aderire (terzo pilastro).

Il ruolo della Banca d’Italia
I poteri di vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia trovano fondamento nel Testo unico bancario, TUB, e sono posti a servizio degli obiettivi di tutela della gestione sana e prudente degli intermediari, della stabilità complessiva, dell’efficienza e della competitività del sistema finanziario, della trasparenza e correttezza delle operazioni e dei servizi di banche, gruppi bancari, società finanziarie, IMEL e istituti di pagamento (cfr. “Links relativi all’attività recente della Banca d’Italia”).
Per quanto riguarda le SIM, le SGR, le SICAV e le SICAF, il Testo unico della finanza, TUF assegna alla Banca d’Italia compiti di vigilanza per il contenimento del rischio, la stabilità e la sana e prudente gestione. La Consob è invece competente per la trasparenza e la correttezza dei loro comportamenti che concerne i prodotti di investimento.
La Banca d’Italia esercita anche una funzione di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo: emana la normativa secondaria, sovraintende al rispetto delle regole e adotta i relativi interventi correttivi e sanzionatori nei confronti dei soggetti vigilati. L’Unità di informazione finanziaria (UIF), che opera in condizioni di autonomia e indipendenza all’interno della Banca d’Italia, raccoglie le segnalazioni sospette, le analizza e le comunica alle autorità competenti.
Alla Banca d'Italia sono affidati rilevanti compiti in materia di tutela dei clienti degli intermediari bancari e finanziari che rappresenta un elemento costitutivo della supervisione bancaria e finanziaria, affiancandosi ed integrandosi con gli altri obiettivi dell’azione di vigilanza.
In tale ambito, la Banca d’Italia persegue la trasparenza delle condizioni contrattuali e la correttezza nelle relazioni tra intermediari e clienti, avvalendosi, a tal fine, dei poteri normativi e di controllo attribuiti dal TUB.
Tra le attività volte alla tutela dei clienti rientrano le iniziative rivolte direttamente agli utenti dei servizi bancari e finanziari relative alla promozione dell’educazione finanziaria - finalizzata a favorire una migliore comprensione delle caratteristiche e dei rischi connessi all’utilizzo degli strumenti e dei servizi bancari e finanziari - e alla gestione degli esposti, da cui vengono tratti elementi che integrano il quadro informativo utile all’azione di Vigilanza.
Completa il quadro delle iniziative rivolte alla clientela, il contributo fornito dalla Banca d’Italia all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) - organismo indipendente di risoluzione stragiudiziale delle controversie fra intermediari e clienti - in termini di mezzi, strutture e risorse umane che l’Istituto mette a disposizione per sostenere l’attività dei tre collegi che compongono l’Arbitro, nel rispetto della loro autonomia decisionale.
Con riferimento alla disciplina anti-usura, infine, la Banca d’Italia provvede a rilevare trimestralmente i tassi effettivi globali medi applicati dalle banche e dagli intermediari finanziari ai fini della definizione dei limiti oltre i quali i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento sono considerati usurari.
Nel contesto della vigilanza sovranazionale, la Banca d’Italia contribuisce alle decisioni assunte dagli organi di vertice dell’SSM. A tal fine la Vigilanza della Banca d’Italia cura la conoscenza dei sistemi bancari degli altri paesi aderenti e lo sviluppo di prassi omogenee, nell’interesse della stabilità del sistema bancario europeo.
L’ampiezza dei compiti affidati alla Vigilanza e la sempre maggiore interconnessione tra competenze di autorità diverse aumenta il ricorso a formali accordi di cooperazione (cfr. Accordi con altre autorità che interessano l'attività di vigilanza, in questa pagina).
La Banca d’Italia rende conto delle modalità di svolgimento delle funzioni di vigilanza e informa il pubblico sui temi bancari e finanziari più rilevanti attraverso molteplici sedi e canali (interventi pubblici del personale della Banca e dei membri del Direttorio, audizioni, in Parlamento, Relazione annuale e Relazione sulla gestione e sulle attività della Banca, sito internet). Nell’emanazione delle disposizioni di vigilanza e nell’adozione di provvedimenti nei confronti dei singoli intermediari la Banca d’Italia rispetta i criteri di trasparenza dell’azione amministrativa.

http://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/index.html
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Re: Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformar

Messaggioda trilogy il 27/10/2015, 18:22

gabriele ha scritto:...Cosa ne pensi dello "scorporo" (sempre che si possa definire così) fra istituti bancari commerciali e di profitto?


In generale sono favorevole a tenere separate banche d'affari da banche commerciali. Sono due mestieri differenti con una rischiosità e profittabilità molto differenti. L'aspetto di cui tenere conto su questo argomento è che banche d'affari italiane in pratica non esistono, quindi non è chiaro cosa debbano separare.
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Re: Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformar

Messaggioda trilogy il 27/10/2015, 18:36

gabriele ha scritto:, ti riferisci a questo?...


Si, ma non solo, vedi ache sul sito BCE. In generale il sistema delle banche centrali europee è ormai una struttura integrata, e così i mercati finanziari europei. Le decisioni fondamentali vengono prese collettivamente a Bruxelles o Francoforte, non è pensabile intervenire su scala nazionale senza tenere conto del contesto internazionale. In particolare oggi, dopo che con la crisi iniziata nel 2008 sono state varate ( a livello internazionale) migliaia di norme che riguardano le banche e mercati finanziari.

https://www.ecb.europa.eu/ecb/html/index.it.html
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Re: Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformar

Messaggioda Robyn il 27/10/2015, 20:44

La separazione fra banche commerciali e banche di investimento è positiva e si deve fare meno la statalizzazione della banca d'Italia perche si presterebbe a pratiche spartitorie come avviene per la Rai.Si può controllare l'esercizio del credito ma in forme diverse dalla statalizzazione,mantenendo l'indipendenza della Banca d'Italia,indipendenza che verrebbe meno con la statalizzazione.Questa della statalizzazione mi sembra la favola della politica che perde il pelo ma non il vizio
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Re: Credito e Bankitalia: ecco il piano del ... per riformar

Messaggioda trilogy il 28/10/2015, 11:28

Robyn ha scritto:...Questa della statalizzazione mi sembra la favola della politica che perde il pelo ma non il vizio


Fa parte di una certa tradizione politica statalocentrica mai del tutto superata...... come diceva "il celebre costituzionalista" : "tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato" :roll:
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