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reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

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reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda Robyn il 10/05/2015, 13:30

Parlare di reddito di cittadinanza è sbagliato perche per averlo bisogna avere la cittadinanza e di conseguenza gli immigrati ne restano esclusi.Inoltre il reddito di cittadinanza si estenderebbe a tutti anche a chi ha corposi conti corrente in banca,quando invece è più esatto parlare di reddito minimo garantito dato solo ha chi non raggiunge una certa fascia di reddito dato cioè solo a chi ha più bisogno non è una misura universalistica come dovrebbe essere il welfare,l'istruzione,la sanità i cui costi sono esorbitanti perche anche i ricchi ne usufruiscono.Forse parlando di reddito di cittadinanza Grillo ha lo stesso programma dell'ukip di Farage,negare agli immigrati il welfare
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda franz il 19/05/2015, 15:19

La follia lucida del reddito di cittadinanza
Questa “paghetta di Stato” si sommerebbe e non si sostituirebbe al complesso della “socialità” di Stato

La follia, per usare il termine usato da Renzi, del reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 stelle non sta nel volerlo riconoscere a tutti, come lui ha motivato. E’ nella proposta in sé, nella sua motivazione, nella confusione concettuale, nel corredato ideologico di cui si fa portatrice, e, ovviamente, nell’architettura necessaria a realizzarla, a partire dalle fantasie di copertura.

Questa versione del reddito di cittadinanza mira a garantire l’inclusione e l’integrazione sociale di chi non ha lavoro o non ha un reddito sufficiente a garantirgli una vita dignitosa. Un numero crescente, secondo i sostenitori della proposta, e causato non da una crisi occasionale o ciclica, ma dal fatto che il capitalismo globale è giunto a un punto di non ritorno. Il "culto del lavoro per il profitto" sarebbe un insulto alla nostra umanità.

Il reddito di cittadinanza non sarebbe soltanto una misura di contrasto della povertà, da sommare oppure da sostituire alla complessa articolazione dello Stato sociale. Sarebbe piuttosto la leva per un cambiamento culturale. Servirebbe a farci comprendere che non viviamo per lavorare: “Poco lavoro, molto tempo a disposizione e Reddito di Cittadinanza. Un mondo nuovo! Un mondo straordinario! Un grande mondo!”, ha scritto Grillo prima della marcia di Perugia. Ammesso che resti in Italia qualcuno disponibile a continuare a pagare per tutti.
Non ci scandalizzerebbe affatto che si ragionasse di cambiare la forma dello Stato sociale, spostando risorse dall’aiuto “in natura” all’aiuto “in denaro”.

Ma questa “paghetta di Stato” si sommerebbe e non si sostituirebbe al complesso della “socialità” di Stato. L’Italia ha già strumenti, anche reddituali, per aiutare i poveri e i bisognosi che non sono in grado, temporaneamente o perennemente, di provvedere a sé (assegni di invalidità, indennità di disoccupazione, etc.). Sommando a questi strumenti il reddito garantito, si renderebbe ancora più stringente la dipendenza morale e materiale da una “benevola” burocrazia.

L’impalcatura immaginata dalla proposta dei pentastellati è più fragile di un castello di carte. Le coperture individuate sono numeri a caso, che non considerano la domanda potenziale e che assegnano somme casuali a tagli di spesa ideologicamente individuati (ad esempio il taglio alle spese degli organi costituzionali, che non può essere deciso per legge, o del due per mille ai partiti, che è un contributo volontario).

Ma c’è del metodo in questa follia. Lo stesso Renzi si è reso disponibile a discutere dell’inserimento del reddito di cittadinanza a partire dalla prossima finanziaria. Ogni volta che un’idea che propone più redistribuzione si fa breccia in politica, il ceto politico trova il modo di perseguirla per gradi, attraverso mediazioni che assieme non tolgono un ette alla potenza evocativa dell’opzione rivoluzionaria, ma conferiscono potere e risorse aggiuntive alla burocrazia.

In un Paese dove la spesa pubblica è la pietra dello scandalo su cui stiamo sacrificando la nostra e le generazioni future, dovrebbe essere scandaloso anche solo immaginare di aumentarla ulteriormente. Siamo facili profeti: il reddito di cittadinanza sarà solo una nuova scusa per aumentare il peso dello Stato, lo si realizzi o meno nella forma cara agli utili idioti che lo propongono.

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx? ... 6814#.dpuf
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda franz il 19/05/2015, 17:18

Reddito di cittadinanza, cos’è e perché è insostenibile

di Giulia Cortese | 14 maggio 2015

Del reddito di cittadinanza si parla molto, soprattutto di questi tempi, ma il tema non è certo nuovo. Da circa 30 anni, convegni europei e mondiali sull’argomento sono organizzati dalla rete di coordinamento BIEN (Basic Income Eearth Network). Nel 2006 è stata pubblicata BIS (Basic Income Studies), rivista scientifica internazionale interamente dedicata alle discussioni sull’applicazione del reddito di base. Rientrando nei confini nazionali, il dibattito sul punto si è sviluppato sul sito BIN Italia.

Come ha scritto l’economista Andrea Fumagalli, ex vicepresidente del BIN-Italia, l’idea del reddito di cittadinanza “deriva dalla coscienza che nel nuovo millennio il disporre di un lavoro può non essere sufficiente a garantire l’esistenza di una vita dignitosa”. Sul tema non è facile fare chiarezza. In generale, è considerato un reddito di base a carattere universale e illimitato nel tempo che ha come unico requisito la cittadinanza. Quindi nessuna distinzione economica, lavorativa e patrimoniale della persona maggiorenne che ne usufruisce. Su Lavoce.info, gli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti hanno calcolato che un Rdc a 500 euro al mese, dato a 50 milioni di persone che abbiano compiuto 18 anni, può avere un costo di 300 miliardi di euro, “quasi il 20 per cento del Pil”. Chiaramente inattuabile, in questi termini, nel nostro Paese.

La proposta del Movimento 5 Stelle, che costituisce il pezzo forte della sua offerta politica, limita il diritto di richiedere e percepire il reddito di cittadinanza a tutti i cittadini che hanno compiuto i diciotto anni di età, che sono residenti sul territorio nazionale e che percepiscono un reddito netto annuo inferiore ad euro 7.200 netti. Sul suo blog, Grillo ha approcciato più volte il problema in maniera piuttosto caotica. Il progetto del reddito di cittadinanza sembra oscillare fra un qualcosa di simile al sussidio di disoccupazione – che in tal caso coprirebbe solo i disoccupati – e un vero e proprio reddito minimo garantito, ovvero un social benefit i cui requisiti sono la cittadinanza italiana e assenza o insufficienza di reddito.

Il benefit oscillerebbe dagli 800 ai 1000 euro mensili, una somma davvero alta se rapportata ai miseri stipendi medi italiani. A fornire supporto logistico per la realizzazione del progetto, secondo Grillo, dovrebbero essere i centri per l’impiego, notoriamente costosi e mal funzionanti nel nostro Paese. Senza considerare che l’intero impianto del reddito di cittadinanza incentiverebbe di molto il ricorso al lavoro in nero, tale fenomeno potrebbe convincere le autorità ad obbligare i beneficiari ad attività formative o in lavori socialmente utili, rischiando così di portare l’Italia indietro di due secoli, ai tempi delle “Poor Laws” inglesi, dove si obbligavano i poveri ai lavori forzati per un piatto di lenticchie.

Sui costi, è difficile fare previsioni, anche perché rimane poco chiaro a quanto potrebbe arrivare il numero dei potenziali utenti. Molti lavoratori atipici a basso reddito, impiegati in lavori faticosi e logoranti, sarebbero certamente incentivati a rinunciare al proprio lavoro. D’altronde, se gli stessi deputati lamentano la difficoltà nella copertura degli 80 euro promessi dal Governo Renzi, come pensano di trovarne 600 o 1000 per il Reddito di cittadinanza?

La domanda che sorge spontanea è: dove si trovano questi soldi? Dal recupero dell’evasione fiscale (è una voce presunta che non è possibile mettere a bilancio sperando che arrivino come per magia fondi garantiti in modo strutturale e tutti gli anni); patrimoniale (anche nelle migliori previsioni il ricavo si aggira sui 5-6 miliardi di euro). Dopo la stretta fiscale di questi anni, immaginare un finanziamento di tale programma tramite altre tasse appare indesiderabile.

Negli anni scorsi, non sono mancate le proposte sotto forma di progetto di legge, mirate al sostegno per i redditi bassi. Si va dalla proposta di SEL sul Reddito minimo garantito al sostegno di “inclusione attiva” proposta dalla Commissione Giovannini. Altra cosa sarebbe tutelare il reddito minimo. Si tratta di un tema molto importante, che trova consensi trasversali in molte forze politiche, in quanto forma di tutela di base per tutti coloro che non hanno un reddito per sopravvivere, giovani e anziani compresi.

http://www.futuro-europa.it/13689/econo ... ibile.html
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda Robyn il 19/05/2015, 21:03

E quasi del tutto inutile dialogare con chi scrive queste cose perche non riesce a familiarizzare con il welfare state a un'idea lib-lab.Non si tratta nè di aumentare la spesa nè la burocrazia nè il peso dello stato poiche basta separare previdenza ed assistenza perche l'assistenza che deve stare sulla fiscalità generale e che dovrebbe servire per il rmg,le integrazioni al minimo e gli insegnanti con una preparazione specifica per le fasce disagiate è interamente assorbito dalle pensioni d'oro
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda franz il 19/05/2015, 22:45

Tanto per capire, robyn, reddito minimo garantito è una cosa, reddito di cittadinanza è un'altra cosa, imposta negativa un'altra ancora. Si dialoga con chi almeno queste cose le capisce e se non le capisce è disposto a capire.
http://it.wikipedia.org/wiki/Reddito_minimo_garantito
http://it.wikipedia.org/wiki/Reddito_di_base
http://it.wikipedia.org/wiki/Imposta_negativa
Gli articoli che ho introdotto parlano solo (criticando) di reddito di cittadinanza, non di altre forme di sostengo.
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda Robyn il 20/05/2015, 22:18

Senza un welfare state efficente e forte la flessibilità e il merito non valgono niente perche le situazioni di bisogno provocate dall'assenza di protezioni portano ad aggirare merito e flessibilità e questo è quello che una parte dei liberali piuttosto sporadica non riesce ad accettare.Alcune volte si afferma che i cittadini inglesi sono molto individualisti,ma la verità è che essendoci un welfare ben protettivo non si preoccupano minimamente.Liberalismo e welfare sono il cuore dei lib-lab
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda Robyn il 20/05/2015, 23:31

Forse si parte dalla concezione che welfare è comunismo,anche in Turchia camminare sul marciapiede sinistro è comunismo.In passato ho visto un film di uno che da semplice impiegato di un'agenzia di pulizie passava a lavorare nell'alta finanza salvo poi tornare alle origini dicendosi comunista perche difendeva i deboli.Questo è un messaggio di quando più sbagliato possa esserci,confondere welfare e difesa dei deboli con il comunismo.Si può essere di sinistra ed essere anticomunisti
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda franz il 21/05/2015, 7:41

Robyn ha scritto:Senza un welfare state efficente e forte la flessibilità e il merito non valgono niente perche le situazioni di bisogno provocate dall'assenza di protezioni portano ad aggirare merito e flessibilità e questo è quello che una parte dei liberali piuttosto sporadica non riesce ad accettare.Alcune volte si afferma che i cittadini inglesi sono molto individualisti,ma la verità è che essendoci un welfare ben protettivo non si preoccupano minimamente.Liberalismo e welfare sono il cuore dei lib-lab

Forse hai ragione nel parlare dei lati negativi collegati all'assenza di protezioni ma ogni cosa ha un altro piatto della bilancia da considerare. Non puoi avere un welfare state efficiente e forte se non è alimentato da una elevata produttività.
Molti in Italia, pase dalla produttività bassa e stagnante, sognano un welfare che non possiamo (piu') permetterci.
Due milioni di giovani se ne sono andati dall'italia in 15 anni al motto: tenetevi pure i vostri diritti acquisiti, noi andiamo a lavorare da un'altra parte ... e ora vediamo con cosa pagate i vostri bei diritti aquisiti". Non parliamo poi dei diritti nuovi, come il reddito di cittadinanza. Chi lo paga? Questo è il punto.
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda Robyn il 21/05/2015, 10:13

la produttività si compone di molte parti merito,ergonomia,investimenti,formazione ma in particolare il lavoro.La differenza fra italiani e inglesi e che gli inglesi sono più lenti nel lavoro,ma non si fermano mai,tranne la pausa pranzo,lavorano meno ore e sono più produttivi,gli italiani invece sembrano essere più veloci fanno più ore ma fanno molte interruzioni,pausa caffè,bagno,assenze ingiustificate,imprevisti vari,metodo di lavoro poco ordinato e poco innovativo che impiega più tempo per essere realizzato.Ma il rmg non si fà pagare interamente al lavoratore come avviene in danimarca facendo assorbire tanto reddito ma dalla fiscalità generale e separando previdenza e assistenza
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Re: reddito di cittadinanza i pentastelle fanno la marcia

Messaggioda franz il 21/05/2015, 17:37

si comporrà di molte parti ma quello che conta è il risultato (il famoso budino).
è il risultato, quantitativo, che permette di finanziare il welfare.
Per quanto riguarda la danimarca, il lavoratore paga interamente il costo del sussidio di disoccupazione.
Il reddito minimo (che per l'ennesima volta è altra cosa) è pagato dalla fiscalità generale.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... pa/673894/
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