L’economia illegale ha fatto lievitare il Pil italiano della bellezza dell’un per cento, grazie alle nuove metodologie di calcolo. È un impatto quasi doppio di quello del Regno Unito e un unicum fra i Paesi Ocse, insieme alla Spagna. Negli altri Paesi ha pesato di più l’introduzione di altri parametri, come la nuova capitalizzazione delle spese di ricerca e sviluppo: la cosiddetta R&D vale nel caso italiano un 1,3% di maggior Pil, contro il 2,5% degli Stati Uniti e il 3,1% della media Ocse.
Vista la varianza fra Paesi nelle stime, il messaggio che scaturisce da queste revisioni è che - a parità di altri fattori - l’economia illegale italiana pesa, e di molto. Se invece si volesse criticare in modo più costruttivo, e forse meno chiassoso, la distorsione indiretta che l’inclusione di attività non propriamente registrabili ha sulla stima del Pil italiano, ebbene non resta che la via più diretta, ma anche provocatoria e improbabile - forse improponibile - conoscendo il conservatorismo della nostra società: la legalizzazione di prostituzione e droghe leggere. Sognare non costa nulla e, soprattutto, non deforma le stime del Pil.
Segue (...)
http://www.linkiesta.it/nuove-stime-pil ... d-sna-2008