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Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 24/12/2014, 16:56
da franz
Gucci, la Gabanelli e una difesa liberale del prezzo "ingiusto"

Chi se ne importa del costo-valore del bene oggetto del desiderio.
Ciò che conta è la libera determinazione del consumatore
Nicola Porro - Mar, 23/12/2014 - 21:02

Domenica sera è andata in onda una nuova puntata di Report di Milena Gabanelli. Si tratta, come sempre, di pezzi televisivi molto ben fatti e con una drammaticità di racconto che li rende accattivanti.

Non facciamo i critici televisivi, non vi preoccupate. Il caso Gabanelli, con le consuete polemiche che ha alimentato, ci serve da spunto. In questa marmellata senza sapore, in cui definirsi di destra o di sinistra sembra superato e proclamarsi liberali appare scontato, la Gabanelli ci aiuta a capire che così non è. Una delle tesi di Report , semplifichiamo e di molto, è che alcuni marchi del lusso vengano venduti a prezzi troppo alti rispetto al costo delle materie prime utilizzate. E la colpa è dell'avidità dell'uomo. Se una giacca impiega poche decine di euro in tessuti e mano d'opera diretta, perché venderla a duemila euro?

Gli austriaci, non quelli di oggi, ma i grandi economisti di ieri, ci hanno spiegato nel Novecento che questa è la differenza tra un liberale e un socialista. È inutile affannarsi a spiegare che il prezzo di un bene è giusto (che so, i marchi del lusso spendono molto in pubblicità e pagano gli affitti nelle migliori strade del mondo), l'importante è piuttosto che qualcuno sia disponibile a comprare quel bene (non necessario) ad un prezzo che non si capisce per quale motivo qualcuno possa definire folle. Se un consumatore danaroso vuole privarsi di parte del suo patrimonio o del suo reddito per comprare una tela imbrattata o un pullover, a centinaia di migliaia di euro, che problema c'è? Chi se ne importa del costo-valore del bene oggetto del desiderio. Ciò che conta è la libera determinazione del consumatore.

Un Paese come l'Italia, scarsamente dotato di materie prime, ha sempre fatto di questo principio grande tesoro. Il prezzo non rappresenta la corrispondenza di un costo e di un margine di profitto. Il prezzo, per un liberale, è semplicemente un'informazione: quanto il mercato è disponibile a pagare un determinato bene o servizio. Certo a condizione che si operi in un mercato competitivo. Qualcuno dubita forse che i marchi del lusso appartengano al settore più aperto e competitivo che esista?

Oggi i moderni socialisti non hanno il coraggio di attaccare il profitto: è materia riservata a qualche vetero marxista. In modo più obliquo contestano la libera determinazione di un prezzo. La contemporaneità ci ha regalato declinazioni del socialismo altrettanto pericolose. Il giusto prezzo ne è un esempio, ma non l'unico. Pensate all'ideologia del cibo a chilometro zero, all'ecologismo anti Ogm, alle nuove frontiere dell'antitrust sulla cultura tecnologica (caso Amazon) solo per citare gli ultimi casi di cronaca.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78005.html

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 24/12/2014, 17:27
da Robyn
non è imprtante il prezzo del bene,l'importante è che ci sia qualcun'altro che venda lo stesso bene.Se mi fai un prezzo troppo alto vado ad un'altro

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 24/12/2014, 17:29
da pianogrande
Informare, informare, informare.

Anche questo deve essere qualcosa di libero; anche in una economia di mercato.

Informare i cittadini sul fatto che si fanno lavorare esseri umani in condizioni allucinanti per produrre a costi irrisori merce che poi viene venduta a tante centinaia o migliaia di Euro è un dovere per chi fa giornalismo di inchiesta.

Questo può anche cambiare la sensazione che un eventuale acquirente può provare nel prendere in considerazione l'oggetto.
Può anche portarlo a preferire altro.

Se il mercato cominciasse davvero a preferire oggetti a maggior contenuto etico ne sarei felicissimo.

Questo fa di me un vetero marxista o un cittadino con le sue idee e che agisce di conseguenza?

Preferisco classificarmi nella seconda definizione.

La definizione di socialista o comunista o vetero qualcosa è, anche quella, un modo di condizionare l'opinione di qualcuno che tenderà a manifestare meno volentieri queste idee.

Nicola Porro mi perdonerà (se no, fa niente) ma anche lui è un vetero qualcosa.

Marchia a fuoco chi va contro i suoi datori di lavoro (il potere economico).
Lo stipendio se lo guadagna così.

Anche questo è permesso in una economia di mercato.

W Nicola Porro e W la Gabbanelli.

In fondo, anche loro si fanno concorrenza.

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 24/12/2014, 18:40
da flaviomob
La questione è se Gucci rispetta le leggi italiane, se i suoi fornitori lo fanno (assolutamente no, abbiamo visto), se Gucci ne è al corrente (ma finge di non sapere), se nessuno denuncia, se nessuno controlla...

Si chiama "mafia", a casa mia ;)

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 24/12/2014, 18:41
da ranvit
Condivido in parte quello che dice pianogrande....pero' non va dimenticato che quei lavoratori....almeno lavorano in aree dove tantissimi altri vivono in modo ancora piu' allucinante e in piu' fanno la fame perché neanche lavorano.

Forse, le cose vanno rapportate alle situazioni locali, non giudicate seduti in poltrona con la pancia piena 8-)


Ps Vale anche per flaviomob...

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 24/12/2014, 20:20
da pianogrande
Se questi problemi non se li pongono quelli "con la pancia piena" chi se li deve porre?

Comunque, per porre un problema o fare una critica o manifestare la propria opinione in qualche modo, non c'è assolutamente bisogno di corrispondere a particolari requisiti.

Lo possono fare tutti senza distinzione di tante cose (pancia compresa).

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 25/12/2014, 1:34
da flaviomob
Ranvit, parlare di "pancia piena" a Natale è francamente scorretto... :lol:

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 25/12/2014, 9:21
da ranvit
pianogrande ha scritto:Se questi problemi non se li pongono quelli "con la pancia piena" chi se li deve porre?

Comunque, per porre un problema o fare una critica o manifestare la propria opinione in qualche modo, non c'è assolutamente bisogno di corrispondere a particolari requisiti.

Lo possono fare tutti senza distinzione di tante cose (pancia compresa).


Giusto! Ma bisogna sempre tener conto da dove arriva la predica :D

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 25/12/2014, 10:02
da franz
flaviomob ha scritto:La questione è se Gucci rispetta le leggi italiane, se i suoi fornitori lo fanno (assolutamente no, abbiamo visto), se Gucci ne è al corrente (ma finge di non sapere), se nessuno denuncia, se nessuno controlla...

Si chiama "mafia", a casa mia ;)

Ma quando tu vai al ristorante controlli per caso che i pomodorini che stai mangiando siano stati raccolti in modo sostenibile e sociale, senza sfruttare i lavoratori? Lo chiedi a padrone del ristorante, il padrone lo chiede ai suoi fornitori? Fai finta di non sapere? Sei omertoso? Dai che sto scherzando!

E poi basta chiedere? Basta la fiducia che la risposta sia onesta? Non credo.
Ma chi dovrebbe controllare queste cose? Gucci, Cracco? Oppure, dato che ci sono leggi, regolamenti, disposizioni, lo Stato italiano?

Re: Mercato: esistono prezzi giusti e ingiusti?

MessaggioInviato: 25/12/2014, 10:42
da flaviomob
Se il ristorante in toto lavora per me certo che glielo chiedo. Se ho una certificazione rilasciata da un ente indipendente ho il dovere - diritto di controllare i miei fornitori. Se scrivo Made in Italy non devo solo produrre in Italia ma devo produrre qualità rispettando la qualità della vita di chi lavora per me. E' evidente anche ad un bambino che un fornitore tiene a libro paga X dipendenti a 4 ore l'uno è impossibile che mi garantisca una quantità di produzione pari a 14-15 ore quotidiane per persona. Ovviamente Gucci è connivente con questo sistema ma lo è anche lo stato italiano e gli enti preposti al controllo. Gucci ha un interesse economico a spendere poco per i fornitori, ma lo stato italiano che interesse ha a non fare i controlli o farli in maniera blanda e connivente? Evidentemente o sono nati fessi i "controllori" o, molto più probabilmente, c'è il solito giro di tangenti.

Ma come sempre c'è chi, di fronte allo scandalo, difende lo status quo e nega le responsabilità dei privati.