La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Jobs act, Art 18, indennizzo

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda Robyn il 28/12/2014, 21:47

Di certo esistono spazi nella Pa dove si può migliorare dove si può informatizzare,sburocratizzare risparmiare.Di certo non vanno reintrodotti gli scatti di anzianità ma la parte aggiuntiva del reddito và legata esclusivamente al merito perche alla fine se sommiamo gli scatti insieme agli indennizzi la spesa aumenta e la pagano i cittadini.Per le assenze e tutte le altre cose ormai c'è il cartellino elettronico che dà tutte le informazioni non si sfugge più.Nella Pa si possono realizzare risparmi sull'energia se si dotano gli edifici di pannelli fotovoltaici se si ricicla la carta e se si fà la differenziata,se gli edifici in cui la Pa risiede è di proprietà statale non paga l'affitto a nessuno se anziche acquistare per intero la cancelleria la si dota di quella che si ricarica semplicemente d'inchiostro.Al mio paese la Pa è molto efficente i ritardi le disfunsioni le assenze sono un ricordo del passato
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10895
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Jobs Act: i Decreti Delegati. Atto 1

Messaggioda franz il 29/12/2014, 10:32

29 dicembre 2014 • marco esposito, NoiseFromAmerika.

Il 24 Dicembre l'esecutivo ha reso pubblico il testo dei primi Decreti Delegati, utilizzando la delega ottenuta con il cd. Job's Act o Jobs Act, stasera qualcuno lo ha chiamato Job Act, insomma parliamo della legge delega al governo in materia di contratti di lavoro, 183/14. ( http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/ ... /44250.htm )

Il testo dei decreti delegati si può leggere qui. ( http://www.governo.it/governoinforma/do ... 141224.pdf )
Mi soffermerò brevemente sulla questione che a me sembra, in un periodo di crisi e ristrutturazione come questo, quella piu' rilevante sul piano macroeconomico: la regolazione dei licenziamenti collettivi. Non ritengo invece interessante la diatriba sull'applicabilità o meno al settore pubblico. Ammesso e non concesso il governo rendesse le norme della 183/14 applicabili anche al settore pubblico, vorrei proprio vedere quale amministrazione pubblica licenzierebbe e chi! Non licenziano i condannati per corruzione in via definitiva e gli assenteisti, per non parlare delle maestre assunte mentre sono sotto processo per percosse, figuriamoci i lavativi semplici.

I punti che vale la pena sottolineare sono, a mio parere, due: da un lato le condizioni sotto le quali il licenziamento collettivo e' possibile e, dall'altro, la curiosa mancanza di una clausola “ponte” o di salvaguardia. Il decreto dice:
Art. 10 – Licenziamento collettivo.
In caso di licenziamento collettivo ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, intimato senza l’osservanza della forma scritta, si applica il regime sanzionatorio di cui all’articolo 2 del presente decreto [due mensilità per ogni anno, NdR]. In caso di violazione delle procedure richiamate all’articolo 4, comma 12, o dei criteri di scelta di cui all’art. 5, comma 1, della legge n. 233 del 1991, si applica il regime di cui all’articolo 3, comma 1 [mensilità riconosciute per ogni anno di servizio].

L'aspetto innovativo è che ora il giudice può al massimo stabilire il numero di mensilità “risarcitorie”, ma se c'è un accordo precedente, o se l'azienda si attiene alla lettera della legge, il licenziamento è legittimo, si paga e tutto finisce lì. In questo meccanismo automatico manca qualcosa (o meglio qualcuno): i sindacati. Fino ad oggi quando si voleva chiudere un'azienda o un ramo di attività, in perdita o meno che fossero, cominciava per forza di cose un lungo tira e molla con i sindacalisti. Questi erano controparte obbligata per legge e questo dava loro un potere sia enorme che abnorme.

Con questi decreti attuativi spariscono sindacati e sindacalisti, anzi nemmeno vengono nominati. Ben si capisce, quindi, l'astio di Camusso & Co. nei confronti di una legge che semplicemente li ignora e ne ridimensiona quindi il potere interdittivo e di veto che aveva loro dato, nei quasi 50 anni precedenti, l'enorme ruolo che hanno nell'economia italiana. Vedremo se questo atteggiamento del governo continuerà o assisteremo a una qualche retromarcia.

Qui sorge la curiosità, per cosi' dire: manca completamente una norma che disciplini sia “la furbata" (ovvero: la finta chiusura di uno stabilimento/attività/azienda/whatever e la riapertura con una newco che riassuma i dipendenti con un nuovo contratto) che il semplice e regolare riassorbimento a fronte di crisi effettive, ristrutturazione stile "Chapter 11 negli USA" e riapertura di una nuova societa' che riesce ad occupare, a condizioni diverse, almeno una parte dei dipendenti di quella decotta. Chi lavora con il gruppo FIAT, ad esempio, ben sa che più di una volta la FIAT ha cambiato ragione sociale ad uno stabilimento per i motivi piu' svariati, spesso interni (lo stabilimento di Pomigliano è una newco, ad esempio, e a breve lo dovrebbe diventare anche Melfi). Lo ha fatto licenziando e riassumendo (riassorbendo, in gergo sindacale) i lavoratori i quali, quindi, si trovavano a firmare un nuovo contratto a fronte di una semplice riorganizzazione societaria di natura del tutto finanziaria ed aliena all'attivita' industriale vera e propria. Un caso tipico di "riassorbimento da vera ristrutturazione" e' quello delle fusioni in campo bancario, con sportelli della banca assorbita ceduti dalla sera alla mattina. In tutti questi casi normalmente i lavoratori sono "riassorbiti" con stipendi e mansioni uguali a prima e nulla cambia. Ecco, questo era vero sino ad ora ma ora una domanda sorge ovvia: l'art.18 che fine fa ? Si mantiene, come un diritto acquisito, o essendo i dipendenti entrati in un "nuovo rapporto di lavoro" con una nuova azienda, cessa di applicarsi?

Molti paventano licenziamenti in massa nel prossimo futuro per trarre vantaggio di questa "dimenticanza", io lo dubito per ovvie ragioni politiche e di governo dell'azienda, ma non e' questo il punto. Il punto che m'interessa e' notare che di una sorprendente dimenticanza si tratta perche' vi sono "riassorbimenti-furbata" e vi sono "riassorbimenti-veri" ... e la differenza conta! Nel secondo caso chi è svantaggiato è l'azienda, che si potrebbe trovare di fronte a contenziosi e proteste pur avendo compiuto una ristrutturazione e creazione di newco del tutto legittime senza le quali l'impresa precedente avrebbe semplicemente chiuso mandando tutti a casa.

Ecco, manca una norma che disciplini quello che già avviene costantemente, magari una norma in via transitoria, ma manca. Dimenticata per sbadatezza, incompetenza, o volutamente? Ah, saperlo...

http://noisefromamerika.org/articolo/no ... ati-atto-1
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Ichino su Job Act e PA

Messaggioda franz il 29/12/2014, 10:59

QUANDO IL GOVERNO HA DECISO DI NON ESCLUDERE DAL CAMPO DI APPLICAZIONE I NUOVI ASSUNTI NELLA P.A. ERANO PRESENTI ANCHE POLETTI E MADIA

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 326, 29 dicembre 2014 – In argomento v. anche la mia intervista pubblicata sul Corriere della Sera del giorno precedente..

La cosa migliore è far parlare i fatti. Conosciuti quelli, ciascuno la pensi come vuole.

23 dicembre, h. 19.02 - L’ultima bozza del decreto sfornata dai tecnici ministeriali contiene un terzo comma dell’articolo 1 che recita testualmente così: “La disciplina di cui al presente decreto legislativo non si applica ai lavoratori dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165″.

h. 19.47 – Invio ad almeno una dozzina di esponenti del Governo e della maggioranza che si stanno occupando della redazione del decreto un messaggio nel quale, insieme a diverse altre osservazioni sulla bozza, scrivo: “Articolo 1, comma 3: è semplicemente assurda l’esclusione dei nuovi assunti nelle amministrazioni pubbliche dalla nuova disciplina che stiamo emanando. Tredici anni fa, nel Testo Unico sul pubblico impiego (d.lgs. n. 165/2001, c.d. riforma Bassanini) si è stabilito che, escluse assunzioni e promozioni, per ogni altro aspetto - salve eccezioni rispondenti a esigenze particolari – il rapporto di pubblico impiego deve essere assoggettato alle stesse regole del rapporto di lavoro privato; ora, con questo comma, derogheremmo a questo principio importantissimo, proprio nel momento in cui compiamo un passaggio fondamentale che potrebbe altrimenti costituire di per sé una riforma quasi più importante nel settore pubblico rispetto a quello privato. In questo modo, non soltanto perderemmo un’occasione d’oro per cambiare faccia al settore pubblico, ma torneremmo indietro rispetto al principio affermato nel 2001, sancendo l’intoccabilità dei pubblici dipendenti. Questo comma deve essere semplicemente soppresso!”

24 dicembre, fra l’una e le quattro del pomeriggio – Il Consiglio dei Ministri approva un testo del decreto nel quale il comma 3 dell’articolo 1 è stato soppresso. Alla seduta partecipano anche Giuliano Poletti e Marianna Madia, rispettivamente ministri del Lavoro e della Funzione pubblica. E non risulta che su questo punto si esprimano in senso contrario.

27 dicembre - Gli stessi due ministri dichiarano alla stampa che i nuovi rapporti nel settore pubblico devono essere esclusi dall’applicazione della nuova normativa dettata per la generalità dei rapporti di lavoro. Evidentemente hanno cambiato idea rispetto alla seduta del 24, ritenendo che si debba tornare indietro rispetto alla riforma Bassanini del 2001. Ma dovranno convincerne il resto del Governo e della maggioranza. Mi sembra molto improbabile.
http://www.pietroichino.it/?p=33949
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda ranvit il 29/12/2014, 12:30

Ichino è un "ragioniere" , REnzi no.....Orazi e Curiazi..... ;)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda franz il 29/12/2014, 13:06

Ichino è un esperto del tema, che ragiona. Ne avessimo mille come lui....in tutti i temi!
Renzi no (e non deve necessariamente esserlo, esperto) ma la norma sull'inapplicabilità del job act al settore pubblico (il famoso terzo comma dell'Art 1) l'ha fatta togliere il 24.12. Inoltre Renzi di fatto ha smentito i suoi due ministri, che perentoriamente avevano sentenziato la non applicabilità, affermando che sulla materia deciderà il Parlamento (non il Governo).
Quindi per me Renzi ragiona come Ichino.

Ma indipendententemete da questo, tu come la pensi?
Il job act è buona cosa? Deve valere anche per il settore pubblico?

Tra l'altro colgo l'occasione per condividere questo testo di Ichino, che non solo commenta il nuovo job act ma ne svela alcuni retroscena ... "segreti"

http://www.pietroichino.it/?p=33918

Ed anche una sorta di "risposte a domande frequenti": http://www.pietroichino.it/?p=33966
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda ranvit il 29/12/2014, 13:46

Dovresti sapere bene come la penso visto che già parecchi anni fa (in particolare nel "dialogo" con Pierodm) sostenevo che l'art. 18 andrebbe abolito del tutto, che le imprese dovrebbero essere libere di assumere e licenziare chi e quando vogliono....fermo restando la corresponzione di un indennizzo rapportato agli anni di servizio ed a quelli anagrafici...! :roll:

Dico di piu': le aziende dovrebbero essere detassate del tutto perchè creano posti di lavoro (le tasse le dovrebbero pagare gli azionisti quando prendono gli utili)!
Alla faccia della Cgil e della sinistrasinistra! :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda franz il 29/12/2014, 14:07

Lo ricordavo. Era per essere sicuro.
Perché giustamente sarebbe anche legigttimo cambiare idea. Se non l'hi cambiata, meglio.

Dunque anche tu ragioni bene (e sei un ragioniere...) ;)
io però l'indennizzo lo eliminerei del tutto, se fossimo in presenza come in Danimarca di sussidi di disoccupazione fino a 4 anni, pagati totalmente dal lavoratore.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda Robyn il 29/12/2014, 14:23

L'applicabilità del job act anche alla Pa è pura propaganda perche già esiste il ddl di Giordano Brunetta che permette di licenziare per motivi disciplinari,per esuberi e permette la trasferibilità.Inoltre lo scarso rendimento nel lavoro è un concetto di natura ottocentesca.Per fare in modo che il dipendente pubblico o privato lavori di più bisogna legare una parte del reddito esclusivamente al merito senza scatti di anzianità.Il dipendente pubblico per avere più reddito si impegna di più sul lavoro,calano le assenze e le malattie ingiustificate.Per avere una Pa efficente sono importanti le promozioni di chi è capace e merita deve avere scatti di livello fino a raggiungere il livello dirigenziale in modo tale che possa organizzare la Pa in modo efficente e al servizio dei cittadini.Poi esiste tutto il lato del risparmio dei servizi delle siringhe e garze i cui costi devono essere uguali e contenuti da Milano a Palermo e per fare questo bisogna promuovere la concorrenza nel settore dell'industria farmaceutica
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10895
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda ranvit il 29/12/2014, 15:35

io però l'indennizzo lo eliminerei del tutto, se fossimo in presenza come in Danimarca di sussidi di disoccupazione fino a 4 anni, pagati totalmente dal lavoratore.

SE fossimo.... :D
---------------------------------------------------------

A proposito di Oriazi e Curiazi, visto? ;)
Renzi: "in Consiglio dei ministri ho proposto io di togliere la norma" sui dipendenti pubblici "perchè non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla di altro. Il Jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego. Le regole del lavoro pubblico le riprenderemo nel ddl Madia. La mia idea è che chi sbaglia nel Pubblico paghi. Per chi non lavora bene perché non è messo in condizione di farlo, la responsabilità va attribuita ai dirigenti. Ma per i cosiddetti fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa. Ma questo argomento prenderà corpo a febbraio o marzo", conclude Renzi. Sul tema dei licenziamenti collettivi, "vedremo cosa ci diranno le commissioni parlamentari, ma poi a decidere sarà il governo".
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Jobs act, Art 18, indennizzo

Messaggioda franz il 29/12/2014, 19:16

Meno soldi, meno diritti e statali licenziabili Così la Spagna è ripartita

Il governo Rajoy ha ridotto gli indennizzi e gli stipendi e cancellato le tredicesime. Oggi il Pil cresce, la disoccupazione cala
Francesca Angeli - Lun, 29/12/2014 - 08:48

Mercato del lavoro in crescita, disoccupazione in calo. Un bilancio positivo per l'unico paese in controtendenza nell'Eurozona che arranca: la Spagna di Mariano Rajoy.

Dal drammatico picco del 2013 con un tasso di disoccupazione del 26,94 a quello dell'ultimo trimestre di quest'anno sceso al 23,67. A questo dato positivo, in un quadro europeo con il segno meno e dunque tanto più importante, si aggiunge un aumento del Pil dello 0,5 per cento. Eppure il leader conservatore è arrivato al potere in un paese ad un passo dal default dopo l'era Zapatero: come ha fatto a tirare fuori gli spagnoli dal pantano?

Economisti ed esperti attribuiscono il successo spagnolo alla riforma del mercato del lavoro, reso molto più flessibile e soprattutto al coraggio di far cadere un tabù: la licenziabilità dei dipendenti pubblici, che in Spagna sono oltre tre milioni. Le nuove regole introdotte con le riforma infatti valgono anche per le imprese pubbliche. La ripresa non è certamente dovuta soltanto al superamento di quel veto ma la scossa a quanto pare è servita e nonostante le proteste dei lavoratori Rajoy ha tirato dritto. L'Italia avrà il coraggio di fare altrettanto?

La riforma spagnola ha dato il via libera ai licenziamenti dei dipendenti degli enti pubblici (escludendo gli assunti per concorso) purché l'ente in questione riporti tre trimestri consecutivi di bilancio in deficit. Non solo. Rajoy ha ridotto drasticamente gli indennizzi previsti per i licenziamenti passati dai 45 giorni per anno lavorativo per 42 mesi ai 33 giorni per un totale di 24 mesi. Colpiti anche i dirigenti pubblici con riduzione dello stipendio e cancellazione della tredicesima per parlamentari, funzionari e impiegati pubblici.

La scure dell'implacabile Rajoy si è abbattuta pure sugli stipendi dei dirigenti delle imprese pubbliche, ridotti in alcuni casi del 30 per cento. Le indennità sono state cancellate in caso di mancato raggiungimento degli obbiettivi previsti. Dall'altra parte il premier spagnolo ha potenziato le deduzioni fiscali per le piccole e medie imprese. In generale è stato dato alle imprese il potere di introdurre modifiche alle condizioni del lavoro per ragioni economiche, tecniche ed organizzative. I contratti collettivi scaduti sono rinnovabili soltanto per un anno. Riforme impopolari accolte dall'ostilità dei sindacati e dei lavoratori. La tesi dei critici della riforma è che in realtà il lavoro a tempo pieno è stato sostituito dal part-time e che il lavoro qualificato ha ceduto il passo ai contratti degli stagisti.

É un fatto però che la ricetta Rajoy ha permesso alla Spagna di distinguersi dal generale rallentamento che contrassegna tutti i paesi dell'Eurozona.

I disoccupati nel 2012 erano 6 milioni e 200.000 mentre nell'ottobre di quest'anno erano scesi a 5 milioni 428.000. Certamente sempre moltissimi ma comunque in controtendenza rispetto ad un aumento della disoccupazione nella zona euro. Nella scorsa estate la Spagna ha registrato un incremento di oltre 150.000 occupati. Sono quindi cinque trimestri consecutivi che il paese di Rajoy registra una ripresa tanto che la Banca di Spagna ha rialzato le previsione del Pil per il prossimo anno al 2 per cento. Il premier conservatore calcola che al termine del suo mandato nel 2015 ci saranno 622.000 posti di lavoro in più. L'Ocse in autunno ha dato un giudizio positivo sulla riforma spagnola del mercato del lavoro, invitandola però ad andare avanti sulla strada delel riforme riducendo però le agevolazioni perché la pressione fiscale è inferiore a quelle di tutti i paesi vicini.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 79169.html
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

PrecedenteProssimo

Torna a Economia, Lavoro, Fiscalità, Previdenza

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 12 ospiti

cron