Grande balzo indietro nella classifica dell’anti-corruzioneDi cinaforum il 3 dicembre 2014 | News • PDF
La Cina scende dall’ottantesima posizione alla numero 100 nel “2014 Corruption perception index“, la classifica annuale di Transparency International dei paesi più corrotti. Una lista, quella stilata dal movimento anti-corruzione (fondato nel 1993) con sede a Berlino e presente in un centinaio di paesi, che vede in cima gli Stati dove il malaffare è minore e nelle posizioni più basse quelli dove è più pervasivo.
Il balzo indietro di
venti posizioni sembrerebbe confermare la necessità di un intervento incisivo contro il fenomeno, azione della quale il presidente Xi Jinping ha fatto una priorità della sua amministrazione e che ha preso la forma di una campagna ad hoc “contro tigri e mosche”. Una campagna che – secondo quanto dichiarato nelle ultime settimane da diversi dirigenti del Partito comunista cinese (Pcc) – potrebbe durare anni e che è molto popolare tra l’opinione pubblica cinese.
Finora la Commissione centrale di vigilanza (l’organismo che si occupa dell’anti-corruzione nel Pcc) ha indagato circa 75.000 degli 86 milioni di iscritti al più grande partito comunista del mondo e ne ha puniti il 27%. Secondo i dati del ministero dell’interno cinese, 288 sospetti sono stati arrestati all’estero nell’ambito dell’operazione “Fox hunt”.
Il presidente di Transparency International, Jose Ugaz, ha dichiarato che “la corruzione nelle grandi economie non soltanto nega i diritti umani ai più poveri, ma crea anche problemi di governo e instabilità”.
Transparency International riconosce lo sforzo della Repubblica popolare per affrontare il problema (nello stesso tempo però lo giudica più uno strumento di
lotta politica che un tentativo di sconfiggere la corruzione), ma boccia le modalità scelte da Xi e compagni: “Troppe indagini per corruzione vengono condotte in
segreto e il modo in cui la gente viene perseguita necessita di maggiore trasparenza”. Nelle scorse settimane, l’organizzazione anticorruzione aveva pubblicato i suoi suggerimenti su come fronteggiare il problema in Cina.
Transparency International, oltre a rilevare che nella maggior parte dell’Asia la corruzione cresce assieme al fatturato delle economie nazionali, sul caso Cina si chiede: “Quanto può essere efficace un approccio dall’alto al basso, in assenza di trasparenza, di un governo tenuto a rispondere delle proprie azioni, di media liberi e di una società civile?”.
3 dicembre 2014
http://www.cinaforum.net/transparency-i ... nal-china/Per me prima o poi scoppierà un'enorme "bolla" cinese...