In Italia abbiamo molti "esperti" nello sblocco delle procedure pubbliche, se li rilasciano, potremmo mandarli a Bruxelles Questi continuano a pianificare miliardi d'investimenti senza il becco di un quattrino.
PIANO JUNCKER: UE PUNTA SU INVESTITORI ISTITUZIONALI, RAZIONALIZZARE PROCEDURE
Progetti potenziali per 1300 mld (500 mld 2015-2017) (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 08 dic - Duemila progetti per un valore di 1300 miliardi di investimenti di cui 500 miliardi nel 2015-2017: e' questo l'obiettivo "potenziale" indicato dalla 'Task force' europea formata da Commissione, Bei e Stati membri, nel rapporto inviato all'Ecofin (che si riunisce domani a Bruxelles)."La sfida principale e' sbloccare le barriere che impediscono a settore privato e settore pubblico di avviare gli investimenti", e' scritto nel rapporto i cui contenuti Il Sole 24 Ore Radiocor e' in grado di riportare. Con il 'piano Juncker' la Ue punta molto su 'venture capital', assicurazioni, 'equity investment' e sostegno a cartolarizzazioni di "alta qualita'" delle infrastrutture e del portafoglio delle pmi. Tra le indicazioni "la razionalizzazione dei permessi e delle procedure di consultazione" per fronteggiare le opposizioni nelle zone interessate alle infrastrutturali"che "continuano a ritardare i progetti o aumentarne i costi".
Al rapporto e' annesso l'elenco dei duemila progetti presentati dagli Stati membri, ma non ci sono impegni di finanziamento cosi' come non c'e' alcuna indicazione sulla possibilita' che ogni singolo progetto ha di essere 'promosso' e fare cosi' parte della lista d'oro dei progetti che saranno sostenuti dal Fondo europeo per gli investimenti che dovrebbe essere operativo da giugno. Cosi' come non ci sono chiarimenti ne' sull'apporto degli Stati ne' sulle regole della 'governance' del Fondo dalle quali la partecipazione diretta degli Stati dipende
La 'Task force' indica l'intelaiatura dei principi che saranno seguiti. Sono nove le barriere agli investimenti da sormontare: per ordine di importanza difficolta' di accesso ai finanziamenti, quadro regolamentare e mercato interno incompleto, incertezza macro-economica, complessita' dei progetti, difficolta' di accesso ai finanziamenti per piccole e medie imprese, regolazione dei mercati finanziari, livello di capacita' amministrativa nazionale, alti costi di finanziamento, dimensione dei progetti. Per la Task force e' necessaria "un'azione immediata per sviluppare una 'pipeline' di progetti di investimento, va assicurato un accesso efficace e attraente per il finanziamento dei progetti delle imprese, e va rafforzato un contesto favorevole al business"
I progetti di intervento del Fondo europeo per gli investimenti riguarderanno i settori della conoscenza, innovazione ed economia digitale, l'energia, le infrastrutture sociali (trasporti, educazione, sanita', servizi cittadini), le risorse e l'ambiente. I duemila progetti presentati dagli Stati membri sono cosi' ripartiti: trasporti 29%, energia 29%, economia digitale, della conoscenza e innovazione 19%, infrastrutture sociali 15%, risorse e ambiente 9%
Secondo alcune stime, circa 800 miliardi di euro potrebbero essere disponibili da fondi privati per investimenti in infrastrutture europee al 2023. Tanto per dare un'idea il 'piano Juncker' prevede una mobilitazione di 315 miliardi nei prossimi tre anni sulla base di garanzie pubbliche di 16 miliardi (provenienti dal bilancio Ue) e di 5 miliardi freschi della Banca europea degli investimenti con un effetto moltiplicatore di 1 a 15 (il resto si tratta di capitali privati "attratti" dalle garanzie pubbliche)
La presenza pubblica e' necessaria, indica il documento della 'Task force' perche' si tratta di fronteggiare una serie di rischi che i privati non vogliono sostenere quantomeno da soli. Si va dal rischio della fase di costruzione (gli investitori aspettano di solito il completamento della fase iniziale della realizzazione), al rischio di ri-negoziazione dovuto ai ritardi politico-amministrativi. Occorre uscire dalla fase della "preferenza" per le sovvenzioni dato il prosciugamento delle casse statali, occorre standardizzare le procedure, contrastare la tendenza allo sforamento dei calendari. "Tipicamente i progetti di grandi infrastrutture richiedono procedure ambientali molto lunghe e molto lunghi sono i tempi delle gare".
Fonte: NOTIZIE RADIOCOR - ECONOMIA