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mercato del lavoro

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

mercato del lavoro

Messaggioda trilogy il 10/09/2014, 12:40

Prendendo spunto da questa lettera ad un giornale e dai commenti dei lettori che l'accompagnano.

Il mercato del lavoro in Italia è in condizioni tragiche un po' per tutti. A peggiorare la situazione complessiva sono intervenuti tutta una serie di provvedimenti legislativi emergenziali che hanno varato agevolazioni per categorie, frammentando il mercato in tanti segmenti separati. Questi provvedimenti, privi di una logica complessiva, varati senza tenere conto che quando agevoli qualcuno per età, sesso, istruzione, residenza ecc. danneggi comunque qualcun altro, hanno portato alla marginalizzazione di centinaia di migliaia di persone, perchè se non rientri perfettamente nella microcategoria creata a tavolino dai politici e burocrati statali sei fuori dal mercato.
Trilogy

link: http://emanueledessi.blog.unionesarda.i ... za-futuro/

Caro Direttore,
non so se mai leggerà questa mia lettera, ma le scrivo in quanto non so più a chi rivolgermi. Sono un ragazzo di 29 anni che vive da solo in una casa d’affitto. Da due anni non ho più lavoro, e mi arrangio con quello che capita e sempre a nero. Ho inviato molti curriculum senza avere mai risposta. Ho deciso di iscrivermi all’università, ma purtroppo non me la posso permettere, pertanto sarò costretto ad abbandonarla. Sono stato contattato dal CSL di Cagliari per il progetto Garanzia Giovani, ma mi hanno già detto che per me le opportunità saranno poche in quanto hanno precedenza le persone che non hanno studi alle spalle e senza aver mai lavorato.[ segue..]


[..]purtroppo ha ragione, io ne ho 44 sono senza lavoro da due in quella maledetta mobilita che non ti aiuta , in due anni ho mandato piu di 2000 cv in tutte le agenzie interinali possibili e immaginabili , forse sono stata chiamata due volte per sentirmi dire che sono vecchia[..]


[..]Negli ultimi due anni, grazie agli incentivi per l’occupazione giovanile, mi ritrovo senza lavoro.
Ha diritto alle agevolazioni chi è donna, disoccupato da 24 mesi, chi non ha mai conseguito un diploma di licenza media o superiore o laurea, chi è over 50 anni, chi è under 29 (apprendistato, etc.). E poi ci sono i bellissimi contratti a progetto, a tempo determinato (anziché eliminarli sono state aumentati i periodi di proroga), i contratti “a raggiungimento dell’obbiettivo” dove ti danno 500 euro se riesci a concludere 20 abbonamenti (in genere telefonici o energia) facendoti credere di essere un “leader” o un “caposettore responsabile della provincia[..]
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda pianogrande il 10/09/2014, 19:39

Quella dell'esclusione di chi ha un titolo di studio dove tale titolo di studio diventa una discriminante negativa, è il più burocratico e stupido dei provvedimenti e fa dei titolati una soggetto debole schiacciato e sballottato tra le varie "categorie protette".

Vari parenti, quando studiavo (tanti anni fa) mi dicevano con l'intenzione di incoraggiarmi: "Bravo. Pensa all'avvenire".
A quei tempi, era vero.

Ci pensate a che effetto possa fare a un ragazzo di oggi il ricordare qualche frase del genere detta da un padre o un nonno o uno zio?
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda franz il 11/09/2014, 7:37

E la logica del protezionismo, ragazzi.
Non puoi proteggere tutti e chi non è protetto si affida alla legge del menga.
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda flaviomob il 16/09/2014, 22:43

Prima di tutto bloccarono lo stipendio agli statali,
e fui contento perché lavoravano poco.
Poi vennero a liberalizzare il precariato,
e stetti zitto perché tanto loro sono giovani e possono aspettare.
Poi si presero la cassa integrazione,
ed io non mi lamentai perché la mia azienda andava bene.
Poi tolsero l’art.18,
e non dissi niente perché riguardava quei quattro gatti licenziati.
Poi non rinnovarono il contratto agli interinali,
ed io fui sollevato perché tanto loro erano già precari.
Poi vennero a prendersi i diritti sindacali,
non mi importò perché tanto il sindacato era solo una casta.
Un giorno vennero a prendere me,
mi licenziarono ingiustamente
e non c’era rimasto più nessuno a protestare.
Né uno Statuto dei Diritti a cui appellarmi.

Ilaria Lani (Filctem Cgil Firenze)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda pianogrande il 17/09/2014, 0:10

Prima silurarono Prodi
ed era giusto perché era un democristiano

Poi mandarono al governo Berlusconi
Bene, bene, stavolta diventeremo tutti miliardari

Poi fecero il governo tecnico
la casta è finita, immagine internazionale, rigore ed equità

Elezioni e immediato massacrarono di Bersani perché era ora del nuovo
Andò al governo Letta con Berlusconi (più nuovo di così...)

Letta fu rottamato.
Il rottamatore ci fece vedere tutto rosa, lustrini e paillettes.
Eccolo, finalmente, il nuovo

Dopo novecentonovantanove giorni il nuovo si squagliò

Non c'era rimasto più nessuno con una faccia di bronzo tale da farci altre promesse.

Povera Italia
neanche più le promesse
abbiamo proprio toccato il fondo.
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda pianogrande il 17/09/2014, 0:25

Scusate la divagazione ma Flavio mi ci ha tirato per le orecchie.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, questo richiede di avere una merce su cui mercanteggiare e cioè... il lavoro.

Perché ci sia lavoro ci deve essere competitività (che non è solo precarietà e riduzione dei salari).

Renzi si chiede che lavoro ci vuole in Italia?

Sì, si, va bene.
Ci vogliono gli investimenti ma investire su cosa?
Su qualche altra autostrada che triplichi la Milano Venezia?
Su un ponte che unisca Palermo a Genova?

Insomma, qualità del lavoro che richiede qualità degli investimenti (di cui non sento molto parlare).

Se L'Europa ci concede l'ennesimo credito (in tutti i sensi) cosa ci facciamo?

Questo è il discorso che mi piacerebbe sentire in modo molto chiaro.
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda trilogy il 17/09/2014, 10:39

pianogrande ha scritto:
[..]Renzi si chiede che lavoro ci vuole in Italia?

Sì, si, va bene.
Ci vogliono gli investimenti ma investire su cosa?
Su qualche altra autostrada che triplichi la Milano Venezia?
Su un ponte che unisca Palermo a Genova?

Insomma, qualità del lavoro che richiede qualità degli investimenti (di cui non sento molto parlare).

Se L'Europa ci concede l'ennesimo credito (in tutti i sensi) cosa ci facciamo?

Questo è il discorso che mi piacerebbe sentire in modo molto chiaro.


Bella domanda. Mi viene in mente...
Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare

Secondo me, il problema centrale dell l'Italia, è che l'innovazione permanente, è ormai uno dei fattori determinanti della competitività e della crescita. Non è solo un problema di ricerca & sviluppo ma di ecosistema dell'innovazione. Cioè tutto il sistema paese deve essere rapido e creativo nel reagire e adattarsi ai cambiamenti, dove ne ha la capacità, di anticiparli. Quindi non c'è un investimento particolare da fare, ma investire per creare un ambiente coerentemente favorevole al cambiamento permanente.
Coerenza significa anche, che se introduci forme di flessiblità lavorativa, parallelamente introduci forme di sussidio universale per la disoccupazione, un sistema di formazione permanente facilmente accessbile, ecc.
Altrimenti produci emarginazione e miseria come è accaduto puntualmente negli ultimi anni in Italia.

Nella newsletter di cui riporto il link sotto, c'è un intervista interessante che rende bene l'idea di cos'è un ecosistema innovativo:

http://www.managementinnovation.it/sito/?p=2085
VALLEY ECOSYSTEM – A colloquio con Alberto Sangiovanni-Vincentelli, professore a UC Berkeley. Tutto ruota intorno alle due grandi Università di Berkeley e Stanford e così si sviluppa l’ecosistema della Silicon Valley.
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda franz il 17/09/2014, 11:14

Aggiungo alle ottime considerazioni di Trilogy che le imprese, se avessero i soldi, saprebbero bene dove investirli e lo farebbero sicuramente meglio dei tanti intelligentoni di stato che siedono nei governi.
Ma i soldi non ne hanno e per due motivi.
Il primo è che la fiscalità sulle imprese è enorme (il 65.8% secondo la banca mondiale) e la seconda è che il sistema bancario è asfitico e prefersice investire in titoli di stato invece che rischiare di prestare soldi alle famiglie eed alle imprese.
Ultima modifica di franz il 17/09/2014, 12:12, modificato 1 volta in totale.
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda pianogrande il 17/09/2014, 11:53

Assodato senza bisogno di ripeterlo che gli investimenti produttivi li debbono fare le imprese, sono davvero così geniali i nostri imprenditori?

Un ecosistema favorevole al cambiamento non può basarsi sull'aborto BREBEMI o sulla banda del buco della ricostruzione dell'Aquila o sulla Salerno Reggio Calabria o sulla FIAT che se ne va perché non c'è più niente da mungere.

Dove sono tutti questi imprenditori che i soldi "saprebbero bene come investirli"?

Non la metto in lizza con lo stato che vale pochissimo anche lui ma la nostra imprenditoria è tutta da reinventare.

Chi è capace di finanziare/incentivare solo chi lo merita davvero?

Questo dovrebbe essere il primo problema di Renzi e del suo governo oltre a quello di andare in giro col cappello in mano.
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Re: mercato del lavoro

Messaggioda franz il 17/09/2014, 12:20

Basta capirsi, pianogrande.
Gli esempi che fai non sono tutti adatti.
il campo delle autostrdre o delle ricostruzioni di stato (con fondi pubblici) implicano pastoie burocratiche, rallentamenti, mancanza di nulla hosta o degli stessi fondi dello stato, che sono sempre immancabilmente fermi da qualche parte.
Quindi se fai questi esempi mi segnali che proprio non hai capito di cosa parliamo.
Va già meglio quello della Fiat, che come industria si sta risollevando proprio perché ha stabilimenti in tutto il mondo (in attivo) e fa pena (in rosso) proprio in Italia, vuoi perché in passato FIAT in cambio di soldini ha accettato di costruire fabbliche in luoghi poco adatti, sul piano logistico, vuoi perché come ogni azienda italiana soffe della carenza di condizioni paese-quadro (formazione professionale, logistica, servizi) e di tutti gli altir fattori (sistema bancario, relazioni sindacali, costo del lavoro, inertezza del diritto, costo fiscale).
Mi sono capito meglio, adesso?
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