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L’economia spiegata ad un dilettante

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda franz il 04/09/2014, 7:22

Non mi pare che il compito della magistratura sia di controllare.
Il potere giudiziario (10'000 in italia) ha il compito di giudicare nei casi in cui è riscontrata una violazione (soprattutto ex-post) di una legge e di giudicare su eventuali conflitti interpretativi.
Il potere di controllo ex-ante è solitamente affidato alla Pubblica Amministrazione (diversi milioni) ma ritengo soprattutto spetti a tutti i cittadini.
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda pianogrande il 04/09/2014, 11:53

Peccato che anche tra i cittadini ci sia una grossa quantità di gente alla quale anche gli imbrogli e le irregolarità vanno benissimo.
Non è un aspetto trascurabile dell'azione del popolo sovrano.
Proprio nelle piccole realtà (il che toglie molte illusioni sulla santità dei decentramenti) si formano fazioni di cittadini a favore a prescindere visto che la convenienza è immediata e palpabile.
Questo è uno degli aspetti del problema non ancora risolto.
Una parte ci guadagna e sostiene il potente di turno e l'altra parte si ritrova nel ruolo di soggetto debole e non tutelato nei confronti di un potere che usa i soldi dei cittadini anche per azioni legali contro chi si permette di dissentire.
A questo si aggiunga il controllo sociale capillare e distruttivo.
Non esistono formule magiche (non ancora, almeno).
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda franz il 04/09/2014, 18:23

Questo è un problema noto, come è noto che anche le PA le cose non migliorano e che i magistrati sono solo 10'000.
Quindi o trasformiamo il paese in uno Stato di Polizia ... oppure accettiamo che il paese sia quello che è.
Eventualmente si emigra.

C'è forse pero' un difetto nel tuo ragionamento.

Peccato che anche tra i cittadini ci sia una grossa quantità di gente alla quale anche gli imbrogli e le irregolarità vanno benissimo.

Vero, ma vanno "benissimo" quegli imbrogli che avvantaggiano il singolo (lui) o il (suo) gruppo a scapito degli "altri".
Se pero' il cittadino scopre di essere sul lato sbagliato (quello degli "altri") tende a mostrare un vorticoso movimento ad elica nella sona sub-ombelicale e ripaga di pari moneta appena puo', per pareggiare. Perché non avendo alcun potere in mano, l'unico modo che ha è di attendere che capiti il suo turno, per cose a suo vantaggio.
Ma se avesse il potere di denunciare ed intervenire sulla malversazioni altrui, rinunciando anche farle lui appena ne ha l'occasione, potrebbe scoprire che l'assetto è vantaggioso per tutti, anche per lui.

Parliamo di potere di controllo dei cittadini.
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda pianogrande il 04/09/2014, 20:58

"Ma se avesse il potere di denunciare ed intervenire sulla malversazioni altrui, rinunciando anche farle lui appena ne ha l'occasione, potrebbe scoprire che l'assetto è vantaggioso per tutti, anche per lui".

Sarebbe la prima mossa giusta.

Chi la fa per primo?

Anche lo "stato di polizia" ha il difetto di cui stiamo discutendo.
Richiederebbe poliziotti retti, onesti, dediti solo al dovere... migliaia di Serpico, insomma.

Mah!
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda franz il 04/09/2014, 21:41

Torniamo al tema.
Spiegare l'economia ad un dilettante.

Domanda: ma è possibile spiegarla ad un ignorante?





LaVoce.info Scuola e università

La mappa dell’ignoranza economica
02.09.14
Enrico Castrovilli e Roberto Fini

I ragazzi italiani si classificano al penultimo posto nell’indagine Pisa-Ocse sulle competenze economico-finanziarie. Anche i dati per Regione non sono confortanti: le due che ottengono i risultati migliori arrivano appena alla media europea. Perché è una situazione difficile da modificare.

LA (SCARSA) FINANCIAL LITERACY DEI QUINDICENNI ITALIANI

Non c’è proprio da stare allegri: il 9 luglio sono stati rilasciati i dati Oecd-Pisa sulle competenze economico-finanziarie dei quindicenni dei diciotto paesi che hanno deciso di partecipare alla ricerca sulla financial literacy come ulteriore ambito rispetto alla consueta rilevazione triennale sulle competenze ritenute strategiche. (1) L’Italia è penultima: peggio di noi fa solo la Colombia, come si può vedere dal grafico 1. (2)

Grafico 1 – Punteggi Pisa 2012 per la financial literacy

finicastrovilli1

I dati a nostra disposizione permettono di scomporre la situazione italiana su base regionale. (3) Il grafico 2 presenta la situazione comprendendo anche le Regioni italiane (e alcuni dipartimenti colombiani). Se prima non si rideva, qui si piange: solo poche Regioni, tutte del Nord, si situano ai livelli della media Oecd (500), mentre la gran parte si trova al di sotto e spesso molto al di sotto. Alcune Regioni italiane fanno addirittura peggio di quanto accade in alcuni dipartimenti della Colombia. E pensare che il sistema di istruzione italiano è compito dello Stato: una palese dimostrazione che i sistemi scolastici centralistici non garantiscono la parità delle opportunità.

Grafico 2 – Punteggi Oecd-Pisa differenziati anche su base regionale
(le Regioni italiane sono rappresentate dalle barre rosse)

finicastrovilli2

PUNTEGGI BASSI

Un altro dato significativo è costituito dalle differenze nei punteggi. Il grafico 3 mostra le differenti percentuali nelle quali si situa ciascun campione nazionale. Tenete presente che il livello 1, il più basso, sta a indicare risposte sbagliate o non date ed è in sostanza corrispondente a una valutazione di insufficienza. Le situazioni considerate soddisfacenti vengono valutate con punteggi che vanno dal due al cinque.

Grafico 3 – La distribuzione dei punteggi in percentuale

finicastrovilli3

Si vede che più di un quinto del campione italiano è a livello 1 e, all’estremo opposto, solo poco più del 2 per cento si situa nella fascia più alta costituta dal livello 5.
Inoltre, la comparazione internazionale permette di vedere come i punteggi italiani siano compressi verso il centro, nelle posizioni 2 e 3, cioè posizioni di sufficienza, ma certamente non soddisfacenti: ben il 60 per cento dei nostri quindicenni si situano in questa fascia di mediocrità. Il grafico 4 presenta una semplice aggregazione dei punteggi in base al livello raggiunto: notate come l’Italia non soltanto ha un valore percentuale di punteggi aggregati a livello 2 e 3 molto elevato ma, correlativamente, una percentuale tra le più basse nei punteggi 4 e 5.

Grafico 4 – La distribuzione dei punteggi in forma aggregata e in percentuale

finicastrovilli4

In sostanza i quindicenni italiani registrano un grado di illiteracies, o di scarsa literacy, superiore di alcuni punti percentuali rispetto ai pari età degli altri paesi. L’unico aspetto relativamente positivo in questo scenario è costituito dal fatto che alcune Regioni italiane (poche) si situano in prossimità della media: per carità, niente di eccezionale, ma beato chi ha un occhio in un mondo di ciechi…
A questo punto abbiamo di fronte alcune interessanti alternative: piangerci addosso, gridare ai quattro venti che i test non sono in grado di valutare le competenze, che i docenti dovrebbero rifiutarsi di farli, oppure semplicemente far finta di niente (che ci sembra l’opzione più gettonata in questo momento). All’estremo opposto c’è la scelta di riflettere, discutere e compiere scelte concrete (in quest’ordine) per cercare di rendere possibile un miglioramento.
Questa ultima possibilità è ovviamente da preferirsi, anche se non risolve i problemi di un sistema scolastico congegnato male e che trova i suoi limiti (che il Pisa semplicemente mette in evidenza) in uno stile di insegnamento e di apprendimento centrato quasi esclusivamente sulla lezione frontale dai prevalenti contenuti teorici.
Difficile che da una simile situazione si esca facilmente: sarebbe necessario uno scatto d’orgoglio e, soprattutto, la volontà di fare scelte non sempre facili. Ci si può però provare. È quello che cercheremo di fare in un prossimo articolo dedicato alle cause della insufficiente literacy economico-finanziaria.

(1) Per una sintesi dei risultati sulla financial literacy vedi il documento dell’Ocse in Focus 41: “I quindicenni sanno gestire i soldi?” http://www.oecd.org/pisa/pisaproducts/p ... s-n41-(ita)-final.pdf
I risultati completi di Pisa 2012 sulla financial literacy sono contenuti in “Students and Money Financial Literacy Skills for the 21st Century – Volume VI”http://www.oecd.org/pisa/keyfindings/PISA-2012-results-volume-vi.pdf
(2) La Colombia peraltro sta avviando un deciso programma di monitoraggio del sistema educativo nazionale con l’obiettivo di superare, almeno in parte, i deficit cognitivi che il Pisa ha messo in evidenza.

(3) In effetti, per Italia e Colombia si dispone di un campionamento di maggior dettaglio che permette una maggiore analiticità.

Grafici e tabelle su http://www.lavoce.info/quel-ci-vuole-sc ... -economia/
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda flaviomob il 04/09/2014, 23:34

Se è per questo, anche gli adulti ne capiscono poco di economia: in Italia pare che il maschio adulto medio parli solo di calcio, almeno a vedere la programmazione serale delle tv private locali.

E pensare che il sistema di istruzione italiano è compito dello Stato: una palese dimostrazione che i sistemi scolastici centralistici non garantiscono la parità delle opportunità.


No: è una palese dimostrazione che solo il sistema italiano non funziona. Prenderne uno tra i peggiori per denigrare gli altri, non vale.


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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda franz il 05/09/2014, 9:15

questo è vero.
ci sono nel mondo ottimi sistemi pubblici.
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda pianogrande il 05/09/2014, 9:37

Nel caso dell'Italia capita sicuramente più spesso di spiegare a un ignorante.
Il "dilettante" è comunque uno che ci capisce qualcosa.
In un unico anno scolastico della mia vita da studente ho avuto una materia che si chiamava "diritto e economia".
Un'ora alla settimana.
Poi si pretende che un tecnico diventi manager per ispirazione divina o per innate doti personali.
Sono entrato in una fabbrica senza la più pallida idea di cosa fosse un budget o un ammortamento e pensavo che il bilancio fosse il maschio della bilancia.
Questa impreparazione fa del passaggio da tecnico a gestore di qualcosa un momento critico invece che un auspicabile momento della carriera.
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda franz il 05/09/2014, 12:07

pianogrande ha scritto:.. pensavo che il bilancio fosse il maschio della bilancia....


:lol:
non me lo dire, ... io penvo che l'ammortamento fosse una pratica omicida o assasina :P
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Re: L’economia spiegata ad un dilettante

Messaggioda flaviomob il 09/09/2014, 1:49

Non so se è OT, ma Rifkin la "rivoluzione" dell'economia la spiega così:

http://espresso.repubblica.it/plus/arti ... =HEP_RULLO


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